Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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134 che abitava proprio sopra il negozio: mele, pere, pesche, melograni e tante altre qualità di frutta, che però non doveva essere né lavata, né pulita, nemmeno con un panno, ma in particolare non doveva essere privata del picciolo. La frutta Attilio Lasta la voleva così, perché solo con queste caratteristiche era in grado di ispirasi nella propria arte di pittore e trasformare la frutta in capolavori, nei famosi quadri di natura morta che lo resero tanto famoso. Alberta ricorda con un certo rammarico che da piccola non ha mai avuto quelle attenzioni che tutti i bambini ricevevano dai propri genitori; ricorda di non avere mai avuto “le coccole”: il papà, pur esaudendo qualsiasi suo desiderio, non era in grado di starle vicino, magari accarezzandole i capelli; era un uomo buono, non faceva mancare niente, ma non era in grado di manifestarle il proprio amore paterno come lei avrebbe gradito. Quaderni del Borgoantico 13 Le amiche d’infanzia alla Kermesse del 1957 nel parco Guerrieri Gonzaga. Alberta Alberti, Maria Coraiola e Antonietta Galvagnini Il poco tempo libero che gli rimaneva, “el Berto” lo utilizzava a giocare a bocce presso il bar Amicizia, che allora aveva due campi da gioco situati nel cortile interno; oppure a carte al bar Roma, con i suoi amici di sempre: Alberto Inama (“el Berto sartor”), Nino Eccher (farmacista), Italo Berti e altri ancora. La “botegota” di via Garibaldi fu chiusa nel 1955, lasciando il posto ad altre attività. “El Berto” se ne è andato nel 1974.

Quaderni del Borgoantico 13 135 Faustino Baldo e Adelina Tonini I BALDO una famiglia con la passione dei trasporti La storia dei Baldo è caratterizzata dal mestiere di trasportatori, che questa famiglia esercita da generazioni. Tutto ebbe inizio con Faustino, che lavorava alle Officine Ferroviarie, ma il magro stipendio non gli consentiva di tirar su la famiglia con sufficiente dignità. A questo punto Faustino, che non era tipo da perdersi d’animo, si licenzia dalle officine e decide di mettersi in proprio. Nell’immediato dopoguerra Faustino inizia l’attività con un carro trainato dai buoi, andando a prendere, ricorda Renzo, i sacchi di farina a Piazzo, dove lungo il rio era attivo un mulino gestito dalla famiglia Gasperotti, detti “molineri”, e a Calliano al mulino dei Grott lungo il rio Cavallo. I mulini macinavano il frumento e altri cereali che i contadini coltivavano nelle campagne. Faustino trasportava la farina nei negozi di Villa e in tutti gli altri paesi della zona. Successivamente il Baldo sostituisce i buoi con un cavallo e inizia a trasportare merci per conto terzi; merci di qualsiasi genere e per i clienti più vari. Faustino iniziò così il mestiere di trasportatore, attività proseguita in seguito dai figli Lino e Giorgio e, per ultimo, anche dal nipote Stefano, figlio di Lino. A onor del vero Lino, che è vicino ai settant’anni, è ancora molto attivo perché continua tutt’ora con il suo mestiere di trasportatore e non ha nessuna voglia di smettere a meno che non intervenga una normativa che gli impedisca di guidare il camion per sopraggiunti limiti di età. Si vede proprio che questo mestiere, come si dice, ce l’ha nel sangue. Nei primi anni cinquanta Faustino lascia a malincuore il cavallo (Lino si ricorda quando lo portava ad abbeverarsi alla fontana di Villa) per acquistare un motocarro di seconda mano, perché il cavallo non era più adeguato alle crescenti esigenze; il motocarro fu il primo mezzo di questo tipo, in seguito ne furono acquistati altri sempre di seconda mano. Uno dei clienti più assidui di Faustino era la Famiglia Cooperativa, che allora aveva il negozio in piazza Riolfatti, presso casa Todeschini. La Cooperativa affidava a Faustino il compito di rifornire il negozio e Lino, ancora bambino, ricorda le difficoltà nell’ aiutare il papà a scaricare i bidoni dell’olio dal motocarro; i bidoni erano molto pesanti e per scaricarli venivano fatti scivolare a terra lungo delle assi appoggiate al motocarro. A quei tempi l’olio veniva pompato dai bidoni collocati sotto il bancone di vendita e i clienti per acquistarlo portavano da casa la bottiglia di vetro per riempirla. Fino alla fine degli anni sessanta quasi tutti i prodotti alimentari non erano confezionati come lo sono ora, ma sfusi, ed è anche per questo motivo che allora vi erano meno rifiuti di adesso. Il magazzino della Cooperativa si trovava all’interno della casa e aveva il portone d’accesso in via 25 Aprile, accanto al bar Roma, all’epoca gestito dalla famiglia Marteri. I clienti di Faustino aumentavano sempre più e anche le richieste di nuovi servizi, come la raccolta rifiuti nel paese di Villa Lagarina. A questo punto Faustino richiese l’aiuto di Lino e di Giorgio, perché da solo non sarebbe stato capace di portare avanti il lavoro. Quando nevicava Faustino aveva anche l’incarico (ricevuto dal Comune) di spargere la sabbia lungo le strade del paese (allora non si utilizzava il sale). Qualche volta anche l’architetto Marzani, a nome del “Consorzio del Ponte” chiedeva a Faustino di spargere la sabbia lungo il “ponterone” di S.Ilario, per facilitare il transito dei carri trainati dai buoi. Questa attività era particolarmente osteggiata dai bambini perché lo spargimento della sabbia impediva di utilizzare le strade come piste per “slittare” (allora, il pericolo era molto ridotto, rarissimi erano gli automezzi privati in transito). E allora che cosa architettavano i bambini? Appena passato il Faustino con il motocarro, che stava sopra il cassone a spargere “l’odiata”sabbia” con il badile, mentre Lino guidava, i bambini con le scope de “bagoler” ripulivano senza farsi notare la strada dalla “gera” appena sparsa, per poter fare le gare di slittino sulla neve. In questo contesto tutti ricordano il “Vico” di Pedersano, autista della corriera di linea, che mentre percorreva la strada per raggiungere Castellano, trasportando in gran parte studenti e operai, per le diffi-

Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong> <strong>13</strong>5<br />

Faustino Baldo e Adelina Tonini<br />

I BALDO<br />

una famiglia con la<br />

passione dei trasporti<br />

La storia dei Baldo è caratterizzata<br />

dal mestiere di trasportatori, che questa<br />

famiglia esercita da generazioni.<br />

Tutto ebbe inizio con Faustino, che<br />

lavorava alle Officine Ferroviarie,<br />

ma il magro stipendio non gli consentiva<br />

di tirar su la famiglia con<br />

sufficiente dignità. A questo punto<br />

Faustino, che non era tipo da perdersi<br />

d’animo, si licenzia dalle officine<br />

e decide di mettersi in proprio.<br />

Nell’immediato dopoguerra Faustino<br />

inizia l’attività con un carro<br />

trainato dai buoi, andando a prendere,<br />

ricorda Renzo, i sacchi di<br />

farina a Piazzo, dove lungo il rio<br />

era attivo un mulino gestito dalla<br />

famiglia Gasperotti, detti “molineri”,<br />

e a Calliano al mulino dei Grott<br />

lungo il rio Cavallo. I mulini macinavano<br />

il frumento e altri cereali<br />

che i contadini coltivavano nelle<br />

campagne. Faustino trasportava la<br />

farina nei negozi di Villa e in tutti<br />

gli altri paesi della zona.<br />

Successivamente il Baldo sostituisce<br />

i buoi con un cavallo e inizia<br />

a trasportare merci per conto terzi;<br />

merci di qualsiasi genere e per i<br />

clienti più vari. Faustino iniziò così<br />

il mestiere di trasportatore, attività<br />

proseguita in seguito dai figli Lino<br />

e Giorgio e, per ultimo, anche dal<br />

nipote Stefano, figlio di Lino.<br />

A onor del vero Lino, che è vicino<br />

ai settant’anni, è ancora molto attivo<br />

perché continua tutt’ora con il suo<br />

mestiere di trasportatore e non ha<br />

nessuna voglia di smettere a meno<br />

che non intervenga una normativa<br />

che gli impedisca di guidare il<br />

camion per sopraggiunti limiti di età.<br />

Si vede proprio che questo mestiere,<br />

come si dice, ce l’ha nel sangue.<br />

Nei primi anni cinquanta Faustino<br />

lascia a malincuore il cavallo<br />

(Lino si ricorda quando lo portava<br />

ad abbeverarsi alla fontana di<br />

Villa) per acquistare un motocarro<br />

di seconda mano, perché il cavallo<br />

non era più adeguato alle crescenti<br />

esigenze; il motocarro fu il primo<br />

mezzo di questo tipo, in seguito ne<br />

furono acquistati altri sempre di<br />

seconda mano.<br />

Uno dei clienti più assidui di Faustino<br />

era la Famiglia Cooperativa,<br />

che allora aveva il negozio in<br />

piazza Riolfatti, presso casa Todeschini.<br />

La Cooperativa affidava a<br />

Faustino il compito di rifornire il<br />

negozio e Lino, ancora bambino,<br />

ricorda le difficoltà nell’ aiutare<br />

il papà a scaricare i bidoni dell’olio<br />

dal motocarro; i bidoni erano<br />

molto pesanti e per scaricarli venivano<br />

fatti scivolare a terra lungo<br />

delle assi appoggiate al motocarro.<br />

A quei tempi l’olio veniva pompato<br />

dai bidoni collocati sotto il bancone<br />

di vendita e i clienti per acquistarlo<br />

portavano da casa la bottiglia di<br />

vetro per riempirla. Fino alla fine<br />

degli anni sessanta quasi tutti i prodotti<br />

alimentari non erano confezionati<br />

come lo sono ora, ma sfusi, ed è<br />

anche per questo motivo che allora<br />

vi erano meno rifiuti di adesso. Il<br />

magazzino della Cooperativa si trovava<br />

all’interno della casa e aveva<br />

il portone d’accesso in via 25 Aprile,<br />

accanto al bar Roma, all’epoca<br />

gestito dalla famiglia Marteri.<br />

I clienti di Faustino aumentavano<br />

sempre più e anche le richieste<br />

di nuovi servizi, come la raccolta<br />

rifiuti nel paese di Villa Lagarina.<br />

A questo punto Faustino richiese<br />

l’aiuto di Lino e di Giorgio, perché<br />

da solo non sarebbe stato capace di<br />

portare avanti il lavoro.<br />

Quando nevicava Faustino aveva<br />

anche l’incarico (ricevuto dal<br />

Comune) di spargere la sabbia<br />

lungo le strade del paese (allora<br />

non si utilizzava il sale). Qualche<br />

volta anche l’architetto Marzani,<br />

a nome del “Consorzio del Ponte”<br />

chiedeva a Faustino di spargere<br />

la sabbia lungo il “ponterone” di<br />

S.Ilario, per facilitare il transito dei<br />

carri trainati dai buoi. Questa attività<br />

era particolarmente osteggiata<br />

dai bambini perché lo spargimento<br />

della sabbia impediva di utilizzare<br />

le strade come piste per “slittare”<br />

(allora, il pericolo era molto ridotto,<br />

rarissimi erano gli automezzi privati<br />

in transito). E allora che cosa<br />

architettavano i bambini? Appena<br />

passato il Faustino con il motocarro,<br />

che stava sopra il cassone a spargere<br />

“l’odiata”sabbia” con il badile,<br />

mentre Lino guidava, i bambini con<br />

le scope de “bagoler” ripulivano<br />

senza farsi notare la strada dalla<br />

“gera” appena sparsa, per poter fare<br />

le gare di slittino sulla neve.<br />

In questo contesto tutti ricordano il<br />

“Vico” di Pedersano, autista della<br />

corriera di linea, che mentre percorreva<br />

la strada per raggiungere<br />

Castellano, trasportando in gran<br />

parte studenti e operai, per le diffi-

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