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Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong> 129<br />

(soprattutto armadi). La casa viene<br />

acquistata dal farmacista Guido<br />

de Eccher, il quale vi trasferisce<br />

(peraltro la vicenda si trascina per<br />

alcuni anni) il diritto di farmacia,<br />

già radicato nell’edificio Marzani<br />

che sta di fronte al Monte (oggi<br />

lavanderia).<br />

Il Monte di pietà rimane in vita<br />

come “banca”, vale a dire prestando<br />

capitali (si vedano le analogie<br />

con la Congregazione di carità,<br />

leggendo il saggio di Giovanni<br />

Bezzi). Gli utili, come in precedenza,<br />

vengono suddivisi tra i Comuni<br />

per attività a favore dei poveri.<br />

(In verità sia nella delibera del 7<br />

luglio 1902 sia in un’istanza del<br />

28 luglio 1903, si era fatta richiesta<br />

alla Luogotenenza di Innsbruck di<br />

poter eliminare del tutto il Monte,<br />

suddividendo tra i Comuni i capitali,<br />

ma nel novembre 1903 la<br />

Luogotenenza aveva risposto che<br />

il Monte di pietà non era da considerarsi<br />

una vera fondazione e<br />

che allora la questione, essendo<br />

il Monte un’istituzione comunale,<br />

non era di competenza sua,<br />

bensì della Giunta provinciale di<br />

Innsbruck. Probabilmente però la<br />

cosa si era arenata lì).<br />

Da subito si trae beneficio all’essersi<br />

liberati dalla palla al piede<br />

costituita dal banco dei pegni.<br />

Nel 1908 a Gio Batta Marzani,<br />

morto come il suo predecessore<br />

Quirino Fedrigolli “sul campo”,<br />

succede nella mansione di amministratore<br />

Pietro Galvagnini, poliedrico<br />

personaggio di cui abbiamo<br />

ampiamente parlato nel <strong>Quaderno</strong><br />

<strong>n°</strong> 10, il quale rimarrà in sella<br />

almeno fino al 1933.<br />

Però con il passare degli anni, e<br />

soprattutto nel primo dopoguer-<br />

Firme dei sindaci in calce alla richiesta del 1923 di soppressione del Monte<br />

ra (sia perché si recuperano solo<br />

in minima parte le somme uscite<br />

come prestiti di guerra al Governo<br />

austriaco, sia perché nel cambio<br />

di moneta che avviene nel 1919 la<br />

corona perde notevolmente valore<br />

rispetto alla lira), l’attività finanziaria<br />

del Monte subisce un progressivo<br />

declino, tanto che gli utili<br />

sono così ridotti (poche decine di<br />

lire) che vengono suddivisi ogni<br />

due anni.<br />

Ciò comunque non impedisce che<br />

si decida di ricostituire la vecchia<br />

usanza di erigere l’altare del Corpus<br />

Domini in Pazza Vittorio Emanuele<br />

(oggi piazza Santa Maria<br />

Assunta, o piazza della chiesa),<br />

stanziando 10 lire annue per chi<br />

erige l’altare.<br />

Passaggio della gestione alle<br />

Congregazioni di carità (1923)<br />

Così nel 1923, nella seduta del 1°<br />

luglio (sindaco di Villa è Giovanni<br />

Berti, succeduto a Silvio Todeschi,<br />

il quale a sa volta è venuto<br />

dopo il maestro Luigi Coser; sindaco<br />

di Nogaredo e Brancolino è<br />

Giuseppe Baldessarini, di Pedersano<br />

Cristoforo Cont, di Noarna<br />

Lino Cominolli, di Sasso Dome-<br />

nico Galvagni - si noti che Sasso<br />

e Noarna sono ora comuni autonomi)<br />

si chiede alla Sottoprefettura<br />

di Rovereto la soppressione<br />

totale e definitiva del Monte e<br />

la distribuzione dei suoi capitali<br />

tra le Congregazioni di carità dei<br />

singoli paesi, secondo le consuete<br />

quote.<br />

La richiesta viene accolta dal Sottoprefetto<br />

di Rovereto Aris Bevilacqua<br />

secondo i termini di una<br />

legge del 1890 che per istituzioni<br />

pubbliche di beneficenza situate in<br />

comuni che, insieme, non superano<br />

i 10.000 abitanti, si debba “concentrare”<br />

l’istituzione stessa nelle<br />

Congregazioni di carità. Dunque<br />

il Monte resta in vita ma non fa<br />

più riferimento alle amministrazioni<br />

dei Comuni fondatori, bensì<br />

alle loro Congregazioni di carità e,<br />

specificatamente, ai loro presidenti<br />

(per Villa è il medico condotto<br />

Enrico Scrinzi, per Nogaredo e<br />

Brancolino Quinto Andreotti, per<br />

Pedersano Francesco Giordani, per<br />

Noarna Pietro Fiorini, poi Daniele<br />

Rossi, per Sasso Giuseppe Galvagni).<br />

Nel 1937 le Congregazioni di<br />

carità vengono soppresse per fare<br />

posto agli Enti comunali di assistenza.

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