Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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122 LA GIUNTA «RIVOLUZIONARIA» DI FEDERICO AMBROSI (1888- 1991) TENTA DI INNOVARE ANCHE LA GESTIONE DELLA SECOLARE ISTITUZIONE DEL BANCO DEI PEGNI Il “terremoto” prende avvio dopo la morte di Quirino Fedrigolli (luglio 1889) La giunta “rivoluzionaria” di Federico Ambrosi, capocomune di Villa dal 1888 al 1891, porta (o meglio, tenta di portare), lo sconquasso anche nella gestione del Monte di Pietà, con l’apporto determinante (probabilmente fa lui da locomotiva alla vivacissima azione amministrativa) del sanguigno nuovo segretario comunale Eugenio Ambrosi, fratello di Federico, ufficiale di Posta a Villa, comandante dei Pompieri. Peraltro le vicende del Monte si intrecciano con quelle della Congregazione di carità di G.B. Riolfatti e delle sue fondazioni, di cui tratta dettagliatamente lo studio di Gianni Bezzi pubblicato in questo quaderno. Ma, mentre negli altri campi i due fratelli Ambrosi possono da subito mettere in atto le loro innovazioni, dando battaglia in campo aperto alla vecchia élite, nella gestione del Monte, almeno nella parte ini- Federico Ambrosi Eugenio Ambrosi ziale della legislatura, sono probabilmente frenati dalla presenza nei ruoli di amministratore e vicepresidente del Monte, di Quirino Fedrigolli, che ha fatto da “tappo” allo scoppio della loro effervescenza… Non corre buon sangue, da quel poco che si sa, tra gli Ambrosi e Quirino Fedrigolli, ex segretario comunale, storico amministratore anche della Fondazione dei “censi nuovi” che finanzia la manutenzione e la gestione (per esempio la celebrazione delle messe “legate”, cioè stabilite con atto notarile) della Cappella di San Ruperto voluta dal principe vescovo Paride Lodron. Quando infatti Federico Ambrosi è diventato capo comune, ha scelto suo fratello Eugenio a fare il segretario comunale al posto di Fedrigolli, il quale ha contestato con una certa forza, ma invano, la sua estromissione. Nelle cose del Comune il nuovo sindaco ha il potere di scegliersi il segretario, non così con l’amministratore del Monte che è eletto dai 6 Comuni. Qui Fedrigolli resta in carica, ed è facile immaginare che si sarebbe opposto con ogni mezzo allo stravolgimento di un articolo fondamentale del Monte, quello cioè che prevedeva che in nessun modo e da parte di nessuna persona si potesse diminuire il capitale. Ma il 12 luglio 1889 Fedrigolli muore, così gli Ambrosi hanno campo libero per agire. Quaderni del Borgoantico 13 Prima però di parlare degli agitati avvenimenti legati agli Ambrosi, riportiamo alcune notizie e curiosità dei decenni che li precedono. Le secchie antincendio del 1855 Il Monte viene riaperto nel 1847, con Camillo Galvagni nella carica di amministratore, e nel 1848 viene approvato il nuovo statuto, come ampiamente detto nelle pagine precedenti. Nel 1851 viene acquistata una nuova cassa di ferro per i denari, in sostituzione della precedente di legno, ormai inutilizzabile. Una bella curiosità, riferita all’anno 1855, riguarda le misure antincendio che si adottavano in quegli anni. Allora non esisteva il Corpo dei pompieri che a Villa verrà deciso nel 1882 e che probabilmente sarà effettivamente efficiente nel 1888, proprio ad opera di Eugenio Ambrosi. Il paese-comune di Villa aveva però a disposizione, come in generale tutti i paesi quantomeno a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento, una pompa aspirante-premente, chiamata tromba, che veniva trasportata su un carro a due ruote trainato da cavalli e che era affidata per la manutenzione e l’uso ad un addetto (“pompiere”, visto che maneggiava una “pompa”), possibilmente di professione fabbro (i Decarli, a Villa). Inoltre era disponibile altra attrezzatura, depositata in magazzino, come arpioni e secchie di tela, alla quale si aggiungeva quella che i paesani, che accorrevano in caso di incendio, si portavano da casa, come brente, secchie di metallo o di legno, scale, accette… Dunque nel 1855 il Comune di Villa acquista 47 secchie nuove, per integrare le scarse o logore disponibilità presenti nei punti nevralgici del paese. Ora a disposizione ce ne sono 80: 30 per la Cappella di San Ruperto situata all’interno della chiesa, 20 per la chiesa stessa, 20 per il Comune (la “cancelle-

Quaderni del Borgoantico 13 123 Firma di Quirino Fedrigolli 1888 “Il Monte resti chiuso” firmato Federico Ambrosi 1889 ria” si trovava nelle case Ambrosi, sulla strettoia che dalla piazza della grande fontana porta in Cavolavilla, subito prima dell’attuale casa Candioli), 10 per il Santo Monte (che nel 1858 risultano essere 12). Come si può vedere, sono forniti di secchie antincendio luoghi di pubblico utilizzo dove sono conservate “cose” preziose, quali documenti, paramenti, manufatti d’oro e d’argento, quadri e dipinti, denari. Non si nomina la scuola, che era collocata nell’antico hospitale-ospizio situato davanti alla chiesa, che sarà abbattuto nel 1885 e che non conteneva nulla di importante. Una piccola notiziola del 1856 quantifica l’entità dell’incanto tenuto il 1° luglio di quell’anno: 10 pezzi del 1855 e 7 pezzi del 1856; si registrano, in generale buoni rialzi. “Calamajo d’Ottone anzi di Piombo”: inventario del 1860 delle “cose” del Monte (c’è pure la “pietra del paragone”) Il 31 ottobre 1860 c’è il passaggio di consegne tra il vecchio amministratore Camillo Galvagni, dimissionario dopo 13 anni di servizio (era stato assunto nel 1847, quando il Monte era stato rifondato e riaperto), e il nuovo, Lorenzo Riolfatti, eletto dal Consiglio dell’istituzione il 22 settembre. Si redigono due inventari, che pubblichiamo per avere un’idea concreta di quello che poteva esserci dentro un banco di pegni di un paese, uno delle “cose” (mobili-oggetti-arredi), l’altro delle “carte” (documenti, libri dei conti, contratti). C’è, tra le altre cose, anche la “strumentazione” per stabilire la qualità degli oggetti d’oro. Gli armadi sono 8, di varie misure, dei quali si contano pure le ante (29). Sono conservati anche mobili e strumenti del passato. Inventario de’ mobili esistenti nella Casa del Monte di Pietà di Villa all’occasione che l’Aministratore Camillo Galvagni di Villa cessa dalle sue funzioni e subentra l’Amministratore neoeletto […] Lorenzo Riolfatti di qui. 1. Una tavola di noce e piedi di peccia (abete) vecchia 2. Uno scrittorietto di peccia da porvi sopra (sopra la tavola) ad uso de’ letturino 3. Una panca di peccia 4. Quattro coppe legno per lo spolverino […] anzi tre 5. Pietra del paragone, boccetta dell’acquaforte e piccol triangoletto per la prova dell’Oro 6. Spazzetta di pello 7. Calamajo d’Ottone anzi di Piombo 8 Altro [calamajo] di maiolica 9. Bilancie antiche 10. Bilancie nuove e nuovi marchi 11. Piccolo armadio di peccia 12. Tre careghe di noce, uno scagno [scanno, sgabello] e scaletta per apendere agli armadi

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LA GIUNTA<br />

«RIVOLUZIONARIA» DI<br />

FEDERICO AMBROSI (1888-<br />

1991) TENTA DI INNOVARE<br />

ANCHE LA GESTIONE<br />

DELLA SECOLARE<br />

ISTITUZIONE DEL BANCO<br />

DEI PEGNI<br />

Il “terremoto” prende avvio<br />

dopo la morte di Quirino<br />

Fedrigolli (luglio 1889)<br />

La giunta “rivoluzionaria” di Federico<br />

Ambrosi, capocomune di Villa<br />

dal 1888 al 1891, porta (o meglio,<br />

tenta di portare), lo sconquasso<br />

anche nella gestione del Monte di<br />

Pietà, con l’apporto determinante<br />

(probabilmente fa lui da locomotiva<br />

alla vivacissima azione amministrativa)<br />

del sanguigno nuovo<br />

segretario comunale Eugenio<br />

Ambrosi, fratello di Federico, ufficiale<br />

di Posta a Villa, comandante<br />

dei Pompieri.<br />

Peraltro le vicende del Monte si<br />

intrecciano con quelle della Congregazione<br />

di carità di G.B. Riolfatti<br />

e delle sue fondazioni, di cui<br />

tratta dettagliatamente lo studio di<br />

Gianni Bezzi pubblicato in questo<br />

quaderno.<br />

Ma, mentre negli altri campi i due<br />

fratelli Ambrosi possono da subito<br />

mettere in atto le loro innovazioni,<br />

dando battaglia in campo aperto<br />

alla vecchia élite, nella gestione<br />

del Monte, almeno nella parte ini-<br />

Federico Ambrosi Eugenio Ambrosi<br />

ziale della legislatura, sono probabilmente<br />

frenati dalla presenza nei<br />

ruoli di amministratore e vicepresidente<br />

del Monte, di Quirino Fedrigolli,<br />

che ha fatto da “tappo” allo<br />

scoppio della loro effervescenza…<br />

Non corre buon sangue, da quel<br />

poco che si sa, tra gli Ambrosi e<br />

Quirino Fedrigolli, ex segretario<br />

comunale, storico amministratore<br />

anche della Fondazione dei “censi<br />

nuovi” che finanzia la manutenzione<br />

e la gestione (per esempio<br />

la celebrazione delle messe “legate”,<br />

cioè stabilite con atto notarile)<br />

della Cappella di San Ruperto<br />

voluta dal principe vescovo Paride<br />

Lodron. Quando infatti Federico<br />

Ambrosi è diventato capo comune,<br />

ha scelto suo fratello Eugenio a<br />

fare il segretario comunale al posto<br />

di Fedrigolli, il quale ha contestato<br />

con una certa forza, ma invano, la<br />

sua estromissione.<br />

Nelle cose del Comune il nuovo<br />

sindaco ha il potere di scegliersi il<br />

segretario, non così con l’amministratore<br />

del Monte che è eletto dai<br />

6 Comuni. Qui Fedrigolli resta in<br />

carica, ed è facile immaginare che<br />

si sarebbe opposto con ogni mezzo<br />

allo stravolgimento di un articolo<br />

fondamentale del Monte, quello<br />

cioè che prevedeva che in nessun<br />

modo e da parte di nessuna persona<br />

si potesse diminuire il capitale.<br />

Ma il 12 luglio 1889 Fedrigolli<br />

muore, così gli Ambrosi hanno<br />

campo libero per agire.<br />

Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong><br />

Prima però di parlare degli agitati<br />

avvenimenti legati agli Ambrosi,<br />

riportiamo alcune notizie e curiosità<br />

dei decenni che li precedono.<br />

Le secchie antincendio del 1855<br />

Il Monte viene riaperto nel 1847,<br />

con Camillo Galvagni nella carica<br />

di amministratore, e nel 1848 viene<br />

approvato il nuovo statuto, come<br />

ampiamente detto nelle pagine precedenti.<br />

Nel 1851 viene acquistata una<br />

nuova cassa di ferro per i denari,<br />

in sostituzione della precedente di<br />

legno, ormai inutilizzabile.<br />

Una bella curiosità, riferita all’anno<br />

1855, riguarda le misure antincendio<br />

che si adottavano in quegli<br />

anni. Allora non esisteva il Corpo<br />

dei pompieri che a Villa verrà deciso<br />

nel 1882 e che probabilmente<br />

sarà effettivamente efficiente nel<br />

1888, proprio ad opera di Eugenio<br />

Ambrosi.<br />

Il paese-comune di Villa aveva però<br />

a disposizione, come in generale<br />

tutti i paesi quantomeno a partire<br />

dagli anni Quaranta dell’Ottocento,<br />

una pompa aspirante-premente,<br />

chiamata tromba, che veniva trasportata<br />

su un carro a due ruote<br />

trainato da cavalli e che era affidata<br />

per la manutenzione e l’uso ad<br />

un addetto (“pompiere”, visto che<br />

maneggiava una “pompa”), possibilmente<br />

di professione fabbro (i<br />

Decarli, a Villa). Inoltre era disponibile<br />

altra attrezzatura, depositata<br />

in magazzino, come arpioni e secchie<br />

di tela, alla quale si aggiungeva<br />

quella che i paesani, che<br />

accorrevano in caso di incendio,<br />

si portavano da casa, come brente,<br />

secchie di metallo o di legno, scale,<br />

accette…<br />

Dunque nel 1855 il Comune di<br />

Villa acquista 47 secchie nuove, per<br />

integrare le scarse o logore disponibilità<br />

presenti nei punti nevralgici<br />

del paese. Ora a disposizione<br />

ce ne sono 80: 30 per la Cappella<br />

di San Ruperto situata all’interno<br />

della chiesa, 20 per la chiesa stessa,<br />

20 per il Comune (la “cancelle-

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