Quaderno Borgoantico n° 13 - associazione Borgoantico

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114 Stipendio del Massaro del Monte a lui statuito a di 21 di Feb.ro 1583 Essendosi ridotto in questo giorno gli deputati del santo Monte di Pietà con molti huomini delle ville già nominate in Castel novo alla presenza delli molti Ill.i Sig.ri Conti Gasparo et Felice di Lodrone . Et a lor Sig.rie esposto, che non si trovava alcuno in dette ville che volesse esser Massaro al governo del detto Monte senza premio. Per il che s’è fatta determinatione con il voler delli predetti Ill.i Sig.i che il detto Massaro si debbia stipendiare et haver diece fiorni l’anno da esser pagati dalli Massari delle dette ville, che di tempo in tempo saranno. Et da esser scossi a rata secondo i fuochi di quelle. Il qual massaro duri per un anno secondo è detto nelli capitoli. E dato […] conti in capo dell’anno suo possi esser confermato per più, se così parerà espediente a tutte le parti. Commento Il 21 febraio 1583 si radunano in Castel nuovo alla presenza dei conti Lodron i deputati del Monte e molti rappresentanti dei sei paesi fondatori. Siccome non si trova nessuno disposto a fare il massaro del Monte senza un compenso, si decide che al massaro siano dati dieci fiorini all’anno. Questi soldi devono essere versati a rate dai sindaci dei sei paesi in base al numero delle famiglie del paese stesso. Il massaro può essere confermato nella carica. Determinatione degli impresti Havendosi determinato circa il stipendio del Massaro s’è ancora trattato oltre ciò quel tanto che s’habbi ad imprestare: che trovandosi con l’aiuto d’Idio il Monte agomentato, si determina, che per l’avenire si possa, et debbia imprestare fin alla somma di fiorini 18, con il pegno, modo e forma nelli capitoli espresso. Et questo sin tanto, che più oltre si accrescerà. Commento Nella stessa riunione si decide, visto l’aumento del capitale del Monte, di aumentare il limite massimo di prestito a 18 fiorini, sempre secondo le modalità previste. Dechiaratione con la confermatione del capitolo sesto, e dell’ultima clausola E perche s’è introdotto una abusione, che de diretto è contraria al capitolo sesto nel fine del detto capitolo, la quale è che uno impresta come dicono i luochi et il suo cantone all’altro senza dar esso suo proprio pegno. Per il che si ordina sotto la pena contenuta nel prenominato capitolo, che per l’avenire questo non si faccia. Ma volendo alcuno far piacere a suoi amici, possi impegnare il proprio suo pegno, poi del denaro che si cavarà farne quello che ad esso parerà. Commento S’ è riscontrato l’abuso che tra la gente si facciano prestiti senza Quaderni del Borgoantico 13 pegno. Questo non si deve fare più, ma se uno vuol venire incontro a un amico, depositi un pegno nel Monte e del denaro ricavato faccia l’uso che gli pare CHI HA DIPINTO LA PIETÀ CHE STAVA SULLA FACCIATA DEL SANTO MÓNT DI VILLA? L’affresco che si trova sotto il piccolo porticato della chiesa di Villa Chi ha dipinto il bell’affresco che stava sulla facciata dell’antico e duraturo Santo Mónt di Villa, che ora è collocato sotto il piccolo porticato sul lato ovest della chiesa di Santa Maria Assunta? 1. La piccola targa di marmo posta sotto l’affresco recita: “Martino Teofilo Polacco / Compianto su Cristo deposto / 1600 circa // Restauro eseguito a cura / della Cassa Rurale di Rovereto – 1991” 2. Nel libro Storia del Trentino, vol. IV L’età moderna, a cura di Marco Bellabarba e Giuseppe Olmi, Isti-

Quaderni del Borgoantico 13 115 Come appare oggi l’edificio che la gente chiama “Santo Mónt”, che fu sede del banco dei pegni dal 1578 al 1903 Robusta inferriata di una finestra del piano seminterrato della palazzina ex Monte di pietà sul Cornalé, a difesa dei pegni depositati tuto Trentino di Cultura - Società editrice Il Mulino, 2002, a pag. 800 Ezio Chini, all’interno del suo saggio La pittura dal Rinascimento al Settecento, scrive: “Tra Seicento e Settecento svolse un ruolo non trascurabile a Trento e nel suo territorio (oggi detto Trentino) il bavarese Erasmo Antonio Obermüller (ca. 1665-1710), formatosi e Venezia e poi operante a Trento e nel “Trentino” [… Tione, Stravino, San Lorenzo in Banale, Tavodo…]”. Dopo aver detto che nel 1693 dipinse il ciclo della Passione nell’Ospedale alemanno di Trento, accanto alla chiesa di San Pietro, all’interno di 12 lunette, una delle quali riservata alla “Pietà” (cioè la Madonna con il figlio Gesù morto), aggiunge: “Per le affinità stilistiche con questo ciclo, dovrebbe spettare all’Obermüller anche il bell’affresco frammentario (Cristo morto fra Maria e Giovanni) in buono stato di conservazione, murato all’esterno della chiesa parrocchiale di Villa Lagarina, ma proveniente dal locale Monte di Pietà”. Il “quadro della Deposizione” dato in custodia al Parroco Slanzi nel 1854 L’imponente palazzina fatta costruire nel 1626 sul Cornalé dal principe vescovo Paride Lodron come sede del nuovo Monte di Pietà (che ospitò solo per pochi anni) Lo schema della complessa “macchina” che faceva funzionare il Monte di Pietà “Item che si presti per sey mesi senza premio alcuno”: comma dei capitoli del 1557, conservati nell’archivio comunale di Villa, che stabilisce il prestito senza interessi Una notizia interessante ci è offerta da un inventario dei vari “oggetti” del Monte del 1860, redatto in occasione del passaggio di consegne dal vecchio amministratore Camillo Galvagni di Villa al nuovo, Lorenzo Riolfatti, pure di Villa. Al punto 6 si trova: “Ricevuta dei [4?] aprile 1854 del R.mo Parroco Don Slanzi del quadro rappresentante da Deposizione dalla Croce

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Stipendio del Massaro del<br />

Monte a lui statuito a di 21 di<br />

Feb.ro 1583<br />

Essendosi ridotto in questo giorno<br />

gli deputati del santo Monte<br />

di Pietà con molti huomini delle<br />

ville già nominate in Castel novo<br />

alla presenza delli molti Ill.i Sig.ri<br />

Conti Gasparo et Felice di Lodrone<br />

. Et a lor Sig.rie esposto, che non<br />

si trovava alcuno in dette ville che<br />

volesse esser Massaro al governo<br />

del detto Monte senza premio. Per<br />

il che s’è fatta determinatione con<br />

il voler delli predetti Ill.i Sig.i che<br />

il detto Massaro si debbia stipendiare<br />

et haver diece fiorni l’anno<br />

da esser pagati dalli Massari delle<br />

dette ville, che di tempo in tempo<br />

saranno. Et da esser scossi a rata<br />

secondo i fuochi di quelle. Il qual<br />

massaro duri per un anno secondo<br />

è detto nelli capitoli. E dato […]<br />

conti in capo dell’anno suo possi<br />

esser confermato per più, se così<br />

parerà espediente a tutte le parti.<br />

Commento<br />

Il 21 febraio 1583 si radunano in<br />

Castel nuovo alla presenza dei conti<br />

Lodron i deputati del Monte e molti<br />

rappresentanti dei sei paesi fondatori.<br />

Siccome non si trova nessuno<br />

disposto a fare il massaro del Monte<br />

senza un compenso, si decide che<br />

al massaro siano dati dieci fiorini<br />

all’anno. Questi soldi devono essere<br />

versati a rate dai sindaci dei sei<br />

paesi in base al numero delle famiglie<br />

del paese stesso.<br />

Il massaro può essere confermato<br />

nella carica.<br />

Determinatione degli impresti<br />

Havendosi determinato circa il stipendio<br />

del Massaro s’è ancora trattato<br />

oltre ciò quel tanto che s’habbi<br />

ad imprestare: che trovandosi con<br />

l’aiuto d’Idio il Monte agomentato,<br />

si determina, che per l’avenire si<br />

possa, et debbia imprestare fin alla<br />

somma di fiorini 18, con il pegno,<br />

modo e forma nelli capitoli espresso.<br />

Et questo sin tanto, che più oltre<br />

si accrescerà.<br />

Commento<br />

Nella stessa riunione si decide,<br />

visto l’aumento del capitale del<br />

Monte, di aumentare il limite massimo<br />

di prestito a 18 fiorini, sempre<br />

secondo le modalità previste.<br />

Dechiaratione con la<br />

confermatione del capitolo sesto,<br />

e dell’ultima clausola<br />

E perche s’è introdotto una abusione,<br />

che de diretto è contraria<br />

al capitolo sesto nel fine del detto<br />

capitolo, la quale è che uno impresta<br />

come dicono i luochi et il suo<br />

cantone all’altro senza dar esso suo<br />

proprio pegno. Per il che si ordina<br />

sotto la pena contenuta nel prenominato<br />

capitolo, che per l’avenire<br />

questo non si faccia. Ma volendo<br />

alcuno far piacere a suoi amici,<br />

possi impegnare il proprio suo<br />

pegno, poi del denaro che si cavarà<br />

farne quello che ad esso parerà.<br />

Commento<br />

S’ è riscontrato l’abuso che tra<br />

la gente si facciano prestiti senza<br />

Quaderni del <strong>Borgoantico</strong> <strong>13</strong><br />

pegno. Questo non si deve fare più,<br />

ma se uno vuol venire incontro a<br />

un amico, depositi un pegno nel<br />

Monte e del denaro ricavato faccia<br />

l’uso che gli pare<br />

CHI HA DIPINTO LA<br />

PIETÀ CHE STAVA SULLA<br />

FACCIATA DEL SANTO<br />

MÓNT DI VILLA?<br />

L’affresco che si trova sotto il piccolo porticato della chiesa di Villa<br />

Chi ha dipinto il bell’affresco che<br />

stava sulla facciata dell’antico e<br />

duraturo Santo Mónt di Villa, che<br />

ora è collocato sotto il piccolo porticato<br />

sul lato ovest della chiesa di<br />

Santa Maria Assunta?<br />

1. La piccola targa di marmo posta<br />

sotto l’affresco recita:<br />

“Martino Teofilo Polacco / Compianto<br />

su Cristo deposto / 1600 circa<br />

// Restauro eseguito a cura / della<br />

Cassa Rurale di Rovereto – 1991”<br />

2. Nel libro Storia del Trentino, vol.<br />

IV L’età moderna, a cura di Marco<br />

Bellabarba e Giuseppe Olmi, Isti-

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