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La sala di controllo della Centrale nazionale d'allarme (CENAL)

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L’avanzata degli avanzi<br />

24 casanova Novembre 2011 sanitas troesch<br />

Crostoni al formaggio, pain perdu, rösti <strong>di</strong> mele e pancotto hanno tutti qualcosa in comune: si<br />

fanno con gli avanzi. Alcuni <strong>di</strong> questi piatti sono tornati nuovamente in auge, ma si mangiano<br />

soprattutto al ristorante. Infatti chi ha meno <strong>di</strong> 50 anni sarebbe forse in grado <strong>di</strong> preparare i<br />

rösti <strong>di</strong> mele? Il mondo va al contrario: i ristoranti ci vendono a caro prezzo gli avanzi e noi la<br />

troviamo una cosa esotica, in qualche modo originale. Eppure noi non sappiamo né cucinarli<br />

né che cosa c’è dentro.<br />

Una ricetta<br />

semplice ma<br />

squisita.<br />

Sì, <strong>di</strong> strada ne abbiamo fatta tanta: con<br />

l’in<strong>sala</strong>ta dal sacchetto <strong>di</strong> plastica, la fondue<br />

dalla scatola <strong>di</strong> cartone e i rösti dal contenitore<br />

<strong>di</strong> alluminio abbiamo ridotto la <strong>di</strong>stanza tra noi<br />

e il cibo, per <strong>di</strong>rla in modo garbato. E naturalmente<br />

conosciamo tutti i programmi <strong>di</strong> cucina,<br />

anche se poi ci mettiamo sempre più <strong>di</strong> rado ai<br />

fornelli. A prima vista non sembrerebbe un<br />

problema: nella grande <strong>di</strong>stribuzione troviamo<br />

maccheroni dell’alpigiano con purè <strong>di</strong> mele,<br />

polpettone e zuppa <strong>di</strong> patate pronti per il<br />

microonde. Ma chi potrebbe affermare <strong>di</strong><br />

essere in grado <strong>di</strong> preparare da zero un piatto<br />

<strong>di</strong> maccheroni dell’alpigiano con purè <strong>di</strong> mele?<br />

E chi saprebbe ancora cucinare il pain perdu?<br />

Pochi, sicuramente. Tanto meglio per i ristoranti,<br />

che possono così continuare ad offrire specia-<br />

lità «come le faceva la nonna» che non <strong>di</strong> rado sono un’offesa<br />

per le papille gustative. Se il cameriere nella città vecchia<br />

<strong>di</strong> Zurigo servisse le sue pseudocreazioni a una conta<strong>di</strong>na<br />

autoctona non si sentirebbe sicuramente <strong>di</strong>re «s’ isch fein<br />

gsi». Per fortuna i bancari stressati e i turisti giapponesi<br />

sono più facili da accontentare.<br />

Quello del pain perdu è un esempio lampante <strong>della</strong> contrad<strong>di</strong>zione<br />

apparente tra l’entusiasmo teorico per la cucina e la<br />

sua messa in pratica. Oggigiorno è praticamente impossibile<br />

fare in casa il pain perdu, perché il suo principale ingre<strong>di</strong>ente<br />

è il pane raffermo. E il pane raffermo finisce <strong>di</strong> solito nella<br />

pattumiera o nel migliore dei casi in una scuderia. Peccato<br />

però, perché anche per i bipe<strong>di</strong> il pane potrebbe trasformarsi<br />

da alimento base in un’autentica leccornia. Bastano, oltre al<br />

pane raffermo, uovo sbattuto, un po’ <strong>di</strong> latte o panna,<br />

zucchero e cannella! Una ricetta semplice ma squisita. Non<br />

dobbiamo però <strong>di</strong>menticare che i nostri avi non cucinavano<br />

questi piatti perché li trovassero particolarmente originali,<br />

ma per sfruttare al meglio gli ingre<strong>di</strong>enti che avevano a<br />

<strong>di</strong>sposizione. E perché erano costretti giocoforza a<br />

improvvisare. Lo stesso vale per i rösti <strong>di</strong> mele: pane<br />

raffermo e mele, panna, zucchero e burro. Tutti ingre<strong>di</strong>enti<br />

che nella Svizzera rurale erano sempre a portata <strong>di</strong> mano e<br />

non si dovevano comprare (a parte la cannella). Il senso e lo<br />

scopo <strong>di</strong> questi piatti era proprio questo: utilizzavano<br />

ingre<strong>di</strong>enti facilmente reperibili che costavano poco. Anche<br />

i rösti in fondo sono un piatto composto <strong>di</strong> avanzi: con le<br />

patate del giorno prima, a cui si aggiungono eventualmente<br />

formaggio, uova e speck, in men che non si <strong>di</strong>ca si realizza un<br />

piatto sostanzioso. Semplice, no?<br />

Se avete voglia <strong>di</strong> un piatto genuino e fatto in casa, preparare<br />

il pain perdu è veramente un gioco da ragazzi. Osate!<br />

Pain perdu<br />

(per 4 persone)<br />

• Tagliare a fette del pane raffermo (2-3 fette a<br />

persona)<br />

• Sbattere 6 uova con poco latte o panna. Chi<br />

lo desidera può aggiungere un pizzico <strong>di</strong> sale.<br />

• Immergere bene le fette <strong>di</strong> pane nell’uovo<br />

rigirandole con una forchetta e appoggiarle<br />

su un piatto.<br />

• Far sciogliere a fuoco vivo abbondante burro<br />

in una pa<strong>della</strong> antiaderente. Abbassare la<br />

fiamma e rosolare le fette da 3 a 5 minuti<br />

finché sono dorate.<br />

• Passare il pain perdu ancora caldo nello<br />

zucchero alla cannella e servire subito.<br />

<strong>La</strong> miscela <strong>di</strong> zucchero e cannella si può<br />

regolare secondo il gusto personale. Naturalmente<br />

il pain perdu si sposa benissimo anche<br />

alla conserva <strong>di</strong> rabarbaro o <strong>di</strong> albicocche<br />

o alla mousse <strong>di</strong> mele. Buon appetito!

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