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scheda pomologica da noi adottata - Pomologia.it

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I diversi parametri morfologici<br />

Introduzione<br />

Lo strumento principale che occorre per descrivere accuratamente una pianta è un buon spir<strong>it</strong>o di osservazione. Con<br />

delle semplici indicazioni e degli schemi è possibile compilare una <strong>sche<strong>da</strong></strong> <strong>pomologica</strong> senza eccessive difficoltà e in<br />

modo accurato. Un calibro e una macchina fotografica permettono poi di completare i rilievi e la documentazione.<br />

Questa gui<strong>da</strong> vuole essere un semplice vademecum per la compilazione della <strong>sche<strong>da</strong></strong> <strong>pomologica</strong> del melo. Maggiore è<br />

il numero delle informazioni che raccoglieremo e più precisa risulterà la descrizione. Molti di questi elementi possono<br />

essere influenzati e modificati <strong>da</strong> fattori non genetici, cioè non intrinseci alla varietà che stiamo osservando. Per questo<br />

sono importanti anche le indicazioni riguar<strong>da</strong>nti il luogo in cui si trova la pianta (alt<strong>it</strong>udine, ambiente, ecc.) e il<br />

portinnesto usato (se lo conosciamo, con anche l’indicazione del punto d’innesto). Non dobbiamo infatti stupirci se la<br />

stessa varietà che stiamo osservando viene descr<strong>it</strong>ta in modo un po’ differente <strong>da</strong> un’altra persona che si trova in<br />

condizioni ambientali diverse.<br />

Un’altra caratteristica necessaria per questo tipo di lavoro è la costanza. Dobbiamo infatti seguire il ciclo vegetativo<br />

della pianta in tutte le sue fasi. Occorrerà quindi an<strong>da</strong>re e r<strong>it</strong>ornare più volte sul posto per vedere il succedersi delle<br />

diverse fasi: quando avviene la fior<strong>it</strong>ura, per quanto tempo si protrae, come evolve lo sviluppo del frutto, ecc.<br />

ALBERO<br />

Vigoria: si tratta del vigore della pianta, cioè della forza e veloc<strong>it</strong>à con cui si sviluppa.<br />

Normalmente la si valuta a partire <strong>da</strong>l quarto anno d’innesto, per tre anni successivi, misurando l’area della<br />

sezione del tronco a 20 cm <strong>da</strong> terra, la lunghezza dei rami e l’altezza totale della pianta.<br />

Questo parametro è forse il più difficoltoso <strong>da</strong> valutare in quanto ci troviamo di fronte a s<strong>it</strong>uazioni molto<br />

diversificate: piante vecchie, e forse non potate <strong>da</strong> diversi anni; giovani piante su diversi portinnesti, ecc.<br />

Inoltre possiamo non avere a disposizione tutto questo tempo per valutarla. Prenderemo allora in<br />

considerazione le dimensioni della pianta (altezza massima) e la circonferenza del tronco, <strong>da</strong>ndo per scontato<br />

che oramai la pianta sia giunta a matur<strong>it</strong>à (abbia cioè più di 15-20 anni), in caso contrario indicheremo anche<br />

l’età della pianta. Per questo ci può essere utile una fotografia dell’albero nel periodo di riposo, cioè quando<br />

non ha foglie, posizionando un metro verticalmente appoggiato al tronco, e uno orizzontalmente al suolo.<br />

Questo ci permetterà di valutare a tavolino l’altezza massima dell’albero e l’ampiezza della chioma,<br />

confrontando tra di loro le diverse varietà.<br />

Facendo passare le immagini ci sarà più facile riscontrare le differenze di vigoria.<br />

Per la catalogazione useremo i seguenti cr<strong>it</strong>eri:<br />

3=scarsa 5=media 7=elevata<br />

altezza < 2 metri altezza compresa tra 2,5 – 4,5 metri altezza > 5 metri<br />

diametro < 10 cm diametro compreso tra 15- 20 cm diametro > 25 cm<br />

Portamento: con questo termine si indica la forma che tende ad assumere la chioma della pianta crescendo liberamente.<br />

Utilizzando la fotografia dell’albero che abbiamo fatto nel periodo di riposo (per valutare la vigoria della<br />

pianta) tracciamo due linee che partono <strong>da</strong>l punto di innesto delle branche principali, l’angolo formato <strong>da</strong><br />

queste due linee ci può aiutare a valutare la forma della chioma, cioè il portamento dell’albero.<br />

A secon<strong>da</strong> dell’ampiezza dell’angolo di sviluppo della chioma possiamo classificare il portamento rifacendoci<br />

ai valori riportati nella tabella sottostante:<br />

Eretto Assurgente Aperto<br />

60° 80° 90°


Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Espanso Pendulo Piangente<br />

100° 120° >120° con rami ricadenti<br />

Produttiv<strong>it</strong>à: si tratta della valutazione della quant<strong>it</strong>à di frutta prodotta normalmente <strong>da</strong>lla pianta. Per la sua valutazione<br />

ci affidiamo alla vostra esperienza maturata nel corso degli anni. Per omogene<strong>it</strong>à le voci disponibili sono le<br />

seguenti:<br />

Produttiv<strong>it</strong>à<br />

1=molto scarsa<br />

3=scarsa<br />

5=media<br />

7=elevata<br />

9=molto elevata<br />

Messa a frutto: una pianta prima di incominciare a fiorire, e quindi a fruttificare, deve raggiungere una sua matur<strong>it</strong>à<br />

fisiologica. Dato che il portinnesto può influire su questo parametro, vi inv<strong>it</strong>iamo a segnalare in fondo alla<br />

<strong>sche<strong>da</strong></strong> il portinnesto usato per la pianta sulla quale vi basate per le vostre osservazioni. Potete indicare gli anni<br />

trascorsi tra l’innesto o la messa a dimora e l’entrata in produzione.<br />

Messa a frutto<br />

1=lenta<br />

2=intermedia<br />

3=rapi<strong>da</strong><br />

Fruttificazione: con il termine fruttificazione indichiamo la costanza o variazione di produttiv<strong>it</strong>à della pianta nel<br />

succedersi degli anni. Essa può essere incostante, cioè variabile di anno in anno in modo sensibile e irregolare,<br />

alternante, cioè presentare anni alterni di carica e di scarica, o costante/regolare.<br />

Fruttificazione<br />

1=costante<br />

2=incostante<br />

3=alternante<br />

Alternanza: se la fruttificazione è alternante cerchiamo di valutare l’ent<strong>it</strong>à di questa, se cioè la differenza di produzione<br />

<strong>da</strong> un anno. Importante a questo riguardo specificare se la pianta viene potata regolarmente o meno, in quanto<br />

l’alternanza può essere indotta <strong>da</strong>ll’eccessivo carico di frutti che “stanca” la pianta, la quale ha bisogno di un<br />

anno per accumulare le sostanze nutr<strong>it</strong>ive necessarie per far maturare le gemme a frutto.<br />

Alternanza<br />

1=assente<br />

3=scarsa<br />

5=media<br />

7=elevata<br />

9=molto elevata<br />

Organi di fruttificazione: ogni varietà porta prevalentemente i fiori su un tipo di ramo. Sono stati <strong>da</strong>ti dei nomi ai<br />

diversi rami fruttiferi: lamburde, brindilli e rami misti. Nei disegni sottostanti vengono rappresentati i diversi<br />

tipi di rami fruttiferi del melo con gemme a fiore e a legno. Per classificare una varietà dobbiamo prendere in<br />

considerazione il tipo, o i tipi di rami fruttiferi più presenti. Potrebbero essere presenti anche tutti e tre in modo<br />

omogeneo.<br />

2 www.pomologia.<strong>it</strong>


v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Dens<strong>it</strong>à delle lamburde: osserviamo quante lamburde ci sono lungo un ramo. Possiamo infatti notare come in alcune<br />

varietà sono molto f<strong>it</strong>te (come nella Red Chief) e in altre sono molto rade lasciando il ramo spoglio per un<br />

lungo tratto (come nella Sp<strong>it</strong>zwissiker).<br />

N° brindilli per 20 cm di ramo Dens<strong>it</strong>à<br />

9 9=molto forte<br />

Ramificazione: osserviamo ora il numero di rami che partono <strong>da</strong>ll’asse centrale e il loro sviluppo. Potremo notare<br />

come alcune varietà tendono a restare “spoglie”, mentre altre si rivestono di una folta vegetazione.<br />

Tipo di rami: osserviamo come si presentano i rami che partono <strong>da</strong>ll’asse centrale, se cioè sono flessibili o rigidi.<br />

Tipo di ramo<br />

1=molto flessibile<br />

3=flessibile<br />

5=medio<br />

7=rigido<br />

9=molto rigido<br />

Ab<strong>it</strong>at: alcune varietà offrono i migliori risultati di produzione o qual<strong>it</strong>à organolettiche in certi ambienti, ad esempio<br />

collina, montagna, ecc. Queste annotazioni potrebbero essere molto utili per un recupero intelligente di qualche<br />

varietà più interessante.<br />

RAMI DI UN ANNO<br />

Durante la stagione di riposo, prima della ripresa vegetativa, magari in occasione della potatura, raccogliamo alcuni<br />

rami di un anno per poterli descrivere e fotografare. Occorre fare attenzione a non eliminare la tomentos<strong>it</strong>à (peluria<br />

che ricopre i rami) quando li maneggiamo. L’ideale sarebbe raccoglierli in un secchio.<br />

Cresc<strong>it</strong>a: i rami di un anno si presentano normalmente come cacciate dir<strong>it</strong>te, ma non in tutte le varietà. Indichiamo<br />

come si presenta visivamente il ramo.<br />

www.pomologia.<strong>it</strong><br />

3


Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Cresc<strong>it</strong>a<br />

1=dir<strong>it</strong>to<br />

2=ondulato<br />

3=a zig zag<br />

Internodi: gli internodi sono i tratti di ramo tra una gemma e l’altra. Quando misuriamo la distanza che vi è tra due<br />

gemme lungo il ramo abbiamo la lunghezza degli internodi. Dato che ci occorre un valore medio, questa va<br />

misurata su più rami (almeno 10) prendendo in considerazione 2/3 del ramo a partire <strong>da</strong>lla base (cioè<br />

escludendo la parte terminale o apicale).<br />

Internodi Distanza tra le gemme<br />

3=corti 30 mm<br />

Lo spessore degli internodi va misurata nel tratto intermedio tra due gemme. Si tratta dello spessore degli<br />

internodi.<br />

Spessore<br />

3=sottile 8mm<br />

Lunghezza: misuriamo la lunghezza complessiva dei rami di un anno. Possiamo notare l’inizio del ramo di un anno<br />

<strong>da</strong>lla presenza di una specie di anello sul legno. Prendiamo in considerazione almeno 10 rami prelevati <strong>da</strong><br />

diversi punti della chioma.<br />

Colore: è abbastanza complesso e difficile definire il colore dei rami in quanto si tratta di leggere sfumature che vanno<br />

<strong>da</strong>l verde-grigio al bruno-rossiccio. Il sistema migliore per accorgersi di queste differenze è quello di accostare<br />

i rami delle diverse varietà in esame. Prendiamo in considerazione la superficie del ramo esposta al sole, in<br />

quanto, se facciamo attenzione, potremo notare come su alcuni rami in ombra il colore sia più ver<strong>da</strong>stro.<br />

Colore<br />

1=verde-grigio<br />

2=bruno-grigio<br />

3=bruno medio<br />

4=bruno aranciato<br />

5=bruno-rossastro<br />

6=bruno-violetto<br />

7=bruno intenso<br />

Tomentos<strong>it</strong>à: anche la valutazione della tomentos<strong>it</strong>à, cioè della peluria presente sulla superficie dei rami, richiede un<br />

po’ di esperienza. L’accostare i rami delle differenti varietà ci aiuterà a notare le differenze.<br />

Tomentos<strong>it</strong>à<br />

1=assente<br />

3=debole<br />

5=media<br />

7=forte<br />

9=molto forte<br />

Lucentezza: diversi fattori entrano in gioco nel determinare il grado di lucentezza del legno dei rami di un anno, tra le<br />

quali l’intens<strong>it</strong>à della tomentos<strong>it</strong>à. Ora ci è chiesta una valutazione complessiva di questo aspetto.<br />

Lucentezza<br />

1=assente<br />

3=debole<br />

5=media<br />

7=forte<br />

9=molto forte<br />

Lenticelle: sulla superficie dei rami possiamo notare la presenza di lenticelle. Esse sono delle cellule adib<strong>it</strong>e<br />

all’interscambio gassoso, possono essere più o meno numerose, di dimensioni e di forma differente.<br />

Affiancando rami di diverse varietà possiamo anche notare come il loro colore può assumere sfumature<br />

differenti. Per vederle bene può essere utile eliminare la tomentos<strong>it</strong>à che le copre.<br />

4 www.pomologia.<strong>it</strong>


v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

FIORI<br />

www.pomologia.<strong>it</strong><br />

Dimensioni Numero Colore<br />

3=piccole 3=scarso 1=biancastro<br />

5=medie 5=medio 2=grigiastro<br />

7=grandi 7=elevato 3=giallastro<br />

Forma lenticelle<br />

1=tondeggiante<br />

2=allungata<br />

Per descrivere in modo accurato i fiori basterà seguire le<br />

seguenti indicazioni. Scopriremo così come i fiori del melo,<br />

apparentemente tutti uguali, presentano delle differenze<br />

significative.<br />

Lo schema qui accanto ci permette di conoscerne gli organi<br />

che lo compongono. Per le nostre osservazioni prenderemo<br />

in considerazione la corolla, che è l’insieme dei petali; i<br />

petali; i sepali; gli stili e gli stami.<br />

La fotografia della pagina seguente ci mostra come<br />

possiamo evidenziare le caratteristiche dei fiori di una<br />

varietà.<br />

Epoca di fior<strong>it</strong>ura: i fiori di una pianta non si aprono tutti<br />

contemporaneamente, ma in modo progressivo. Annoteremo<br />

quindi la <strong>da</strong>ta di inizio della fior<strong>it</strong>ura, quella di piena<br />

fior<strong>it</strong>ura e quella di termine fior<strong>it</strong>ura.<br />

Si considera iniziata la fior<strong>it</strong>ura quando il 10% dei mazzetti<br />

fiorali presentano il fiori terminale o centrale del mazzetto<br />

aperto, mentre gli altri sono ancora nella fase di bottone rosa.<br />

La piena fior<strong>it</strong>ura è <strong>da</strong>ta <strong>da</strong>ll’apertura di tutti i fiori del mazzetto. Per valutare l’epoca di piena fior<strong>it</strong>ura si<br />

prende come riferimento la <strong>da</strong>ta in cui il 50% dei fiori della pianta è aperto.<br />

Il termine della fior<strong>it</strong>ura è <strong>da</strong>ta <strong>da</strong>lla caduta dei petali.<br />

Inizio fior<strong>it</strong>ura Piena fior<strong>it</strong>ura Termine fior<strong>it</strong>ura<br />

Codice Fleckinger<br />

F<br />

Codice Fleckinger<br />

F2<br />

Codice Fleckinger<br />

H<br />

Siccome la stessa varietà fiorisce in <strong>da</strong>te diverse a secon<strong>da</strong> che ci si trovi in pianura o in montagna, sarebbe<br />

utile indicare la fior<strong>it</strong>ura anche in riferimento alla fior<strong>it</strong>ura di una varietà ben conosciuta e diffusa in tutta Italia<br />

che faccia <strong>da</strong> testimone, <strong>da</strong> “riferimento”. Normalmente si prende come riferimento la Golden clone B. Nel<br />

caso non sia possibile avere un testimone di questa varietà, è possibile usare un’altra varietà diffusa che andrà<br />

indicata. La prassi è quella di indicare quanti giorni prima o dopo fiorisce la pianta in osservazione rispetto a<br />

una varietà di riferimento (es. +5 per indicare una fior<strong>it</strong>ura posticipata di 5 giorni rispetto al riferimento).<br />

Vi preghiamo quindi di indicare la <strong>da</strong>ta di fior<strong>it</strong>ura sia in termini assoluti, sia in riferimento a una varietà<br />

testimone.<br />

Epoca di fior<strong>it</strong>ura relativa: facendo sempre riferimento a un’altra varietà possiamo indicare l’epoca di fior<strong>it</strong>ura<br />

relativa.<br />

Epoca di fior<strong>it</strong>ura relativa Varietà di riferimento<br />

1=molto precoce<br />

3=precoce Gravenstein<br />

4=medio-precoce I<strong>da</strong>red<br />

5=media Fuji; Glockenapfel<br />

6=medio-tardiva Golden Delicious<br />

7=tardiva Florina; Königlicher Kurzstiel<br />

9=molto tardiva Rome Beauty; Spätblühender;<br />

Taffetapfel<br />

5


Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Ent<strong>it</strong>à della fior<strong>it</strong>ura: è la quant<strong>it</strong>à di fiori sviluppati <strong>da</strong> una pianta. Per la valutazione dell’ent<strong>it</strong>à della fior<strong>it</strong>ura (che<br />

per certi aspetti è la premessa per una buona produttiv<strong>it</strong>à) ci affidiamo alla vostra esperienza maturata nel corso<br />

degli anni. Per omogene<strong>it</strong>à le voci disponibili sono le seguenti:<br />

Ent<strong>it</strong>à della fior<strong>it</strong>ura<br />

3=scarsa<br />

4=medio-scarsa<br />

5=media<br />

6=medio-elevata<br />

7=elevata<br />

Colore del bottone fiorale: i bottoni fiorali poco prima della schiusura non hanno tutti la stessa tonal<strong>it</strong>à di colore. Se si<br />

fa attenzione si possono distinguere diverse tonal<strong>it</strong>à. L’osservazione va compiuta sul secondo o il terzo bottone<br />

fiorale nel momento in cui il fiore terminale si apre.<br />

Dimensioni fiore Diametro corolla<br />

1=molto piccolo 59 mm<br />

Dimensioni del fiore: per valutare le dimensioni<br />

dei fiori si misura il diametro della corolla di 10<br />

fiori e se ne calcola il valore medio. Per questa<br />

misurazione ci occorre un calibro. Per comod<strong>it</strong>à<br />

possiamo appoggiare il fiore capovolto su un<br />

foglio di carta in modo che presenti il peduncolo<br />

verso l’alto e disegnare il cerchio che lo inscrive<br />

senza fare pressione sul fiore.<br />

Annotiamo sia la misura del diametro della corolla<br />

espressa in mm, che la classificazione in base alla<br />

seguente suddivisione in classi in base al diametro<br />

misurato precedentemente:<br />

Forma del fiore: se si osserva il fiore di profilo si può notare come i petali possano disporsi in modo <strong>da</strong> formare una<br />

“coppa” (forma incurvata), un piano leggermente concavo (leggermente incurvato) o un piano (appiatt<strong>it</strong>o).<br />

N° dei fiori per corimbo: non tutte le varietà presentano lo stesso numero di fiori per mazzetto. Potremo osservare<br />

come in alcune questo numero è costante, e come in altre è molto variabile. Se notiamo una marcata variabil<strong>it</strong>à<br />

indichiamo il numero massimo e minimo di fiori per mazzetto, altrimenti basterà riportare il numero medio.<br />

Colore dei petali: utilizzando la stessa suddivisione di colori <strong>adottata</strong> per i bottoni fiorali, annotiamo il colore dei petali<br />

nei fiori oramai aperti. In questo caso le sfumature saranno normalmente minime.<br />

6 www.pomologia.<strong>it</strong>


v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Colore petali<br />

1=bianco<br />

2=giallo e rosa<br />

3=rosa chiaro<br />

4=rose intenso<br />

5=rosso<br />

4=violetto<br />

Disposizione dei petali: se osserviamo un fiore <strong>da</strong>ll’alto possiamo notare come i petali si dispongano l’uno rispetto<br />

all’altro in modo differente: possono sovrapporsi, accostarsi o affiancarsi.<br />

Dimensioni dei petali: misuriamo con un calibro la lunghezza e la larghezza dei petali di una decina di fiori e ne<br />

riportiamo i valori medi.<br />

Forma dei petali: se stacchiamo i petali di uno o due fiori e li disponiamo su un foglio di carta possiamo osservare la<br />

loro forma e confrontarla con gli esempi sottostanti per classificarla.<br />

Possiamo riportare anche altre annotazioni che caratterizzano i fiori della varietà in<br />

esame, come ad esempio il fatto che il bordo sia ondulato; la lunghezza particolare o<br />

l’assenza dell’unghia; le dimensioni o la forma particolare dell’apice o della base, ecc.<br />

Lunghezza unghia<br />

3=corta<br />

5=media<br />

7=lunga<br />

Lunghezza degli stili: se togliamo i petali a un fiore possiamo notare come gli stili, rispetto agli stami, possono essere<br />

più corti, uguali o più lunghi. Questa caratteristica può avere effetti sulla facil<strong>it</strong>à di impollinazione dei fiori di<br />

una varietà, in quanto questi sono gli organi che portano il polline e che lo recepiscono per la fecon<strong>da</strong>zione.<br />

www.pomologia.<strong>it</strong><br />

Lunghezza degli stili<br />

1=più corti<br />

2=leggermente più corti<br />

3=uguali<br />

4=leggermente più lunghi<br />

5=più lunghi<br />

7


Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Colore dei sepali: come nel caso del colore dei petali, all’inizio i sepali ci sembreranno tutti uguali. Se facciamo<br />

attenzione possiamo notare come alcune varietà presentano delle sfumature rosse sulle punte o anche alla base.<br />

A volte queste sfumature rosse si estendono all’ovaio.<br />

Colore sepali<br />

1=verde<br />

2=verde con sfumature rosse sulle punte<br />

3=verde e rosso<br />

Dimensioni dei sepali: misuriamo la lunghezza e la larghezza di almeno 20 sepali.<br />

Lunghezza del peduncolo: misuriamo la lunghezza del peduncolo di 10 fiori e la riportiamo espressa in mm.<br />

FOGLIE<br />

Le foglie <strong>da</strong> esaminare devono essere adulte, cioè aver terminata la loro fase di accrescimento. Esse vanno prelevate<br />

nel tratto mediano dei rami a legno di media vigoria e <strong>da</strong>lle lamburde. Anche se la fertil<strong>it</strong>à del terreno e il portinnesto<br />

ne possono far variare le dimensioni, resta comunque un’informazione utile.<br />

Data la grossa variabil<strong>it</strong>à nelle dimensioni delle foglie delle lamburde, una metodologia di lavoro potrebbe essere<br />

quella di prendere tutte le foglie di alcune lamburde e misurarne la media. In questo modo ev<strong>it</strong>iamo di scegliere sempre<br />

le più grosse, o le più piccole.<br />

Foglie dimensioni: per valutare le dimensioni delle foglie normalmente viene calcolata l’area della superficie della<br />

foglia stessa. In base a questo valore vengono classificate in piccole, medie e grandi. Per il nostro lavoro può<br />

essere più semplice procedere con la misurazione della lunghezza e della larghezza della foglia (media di 10<br />

foglie), calcolando quindi l’area del rettangolo in cui sono inscr<strong>it</strong>te (lung. x larg. cfr. figura che segue).<br />

Classifichiamo quindi le foglie in base a questa superficie.<br />

Foglie dimensioni Superficie<br />

3=piccole 65 cm 2<br />

Annotiamo anche la lunghezza e la larghezza media della foglia.<br />

Una fotografia di due foglie, una che presenti la pagina superiore e l’altra quella inferiore, affiancate <strong>da</strong> un<br />

righello, potrà permetterci di notare altri particolari utili.<br />

Foglie forma: per distinguere le diverse forme di foglie prendiamo in considerazione il rapporto tra lunghezza e<br />

larghezza della foglia e la conformazione dell’apice e della base.<br />

Foglie forma Lungh/largh Apice e base<br />

Cordiforme < 1,4 Base cordiforme<br />

Arroton<strong>da</strong>ta < 1,4 Base e apice arroton<strong>da</strong>ti<br />

Ell<strong>it</strong>tico-allargata 1,4 –1,6 Base e apice sub-ottusi<br />

Ell<strong>it</strong>tica 1,6 – 1,8 Base arroton<strong>da</strong>ta e apice sub-acuto<br />

Ell<strong>it</strong>tico-allungata > 1,8 Base e apice acuti<br />

Obovata Base acuta, apice ottuso<br />

8 www.pomologia.<strong>it</strong>


v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Cordiforme Arroton<strong>da</strong>ta Ell<strong>it</strong>tico-allargata<br />

Ell<strong>it</strong>tica Ell<strong>it</strong>tico-allungata Obovata<br />

Forma della base: osserviamo la forma della base della foglia.<br />

Forma della base<br />

1=acuta<br />

2=ad angolo retto<br />

3=ottusa<br />

4=troncata<br />

5=cordiforme<br />

Forma dell’apice: un altro elemento che può essere annotato è la forma dell’apice.<br />

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Forma dell’apice<br />

1=acuto appunt<strong>it</strong>o<br />

2=ad angolo retto mucronato<br />

3=ottuso arroton<strong>da</strong>to<br />

4=arroton<strong>da</strong>to<br />

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Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Margine fogliare: il bordo della foglia presenta una dentatura che può avere forme diverse. Se i denti sono smussati il<br />

bordo è crenato, se sono appunt<strong>it</strong>i è dentato. Se i denti che si susseguono hanno dimensioni differenti si ha un<br />

bordo bi-crenato, o bi-dentato (chiamato anche seghettato).<br />

crenato bi-crenato dentato bi-dentato o seghettato<br />

Colore pagina superiore: valutiamo la tonal<strong>it</strong>à di verde della pagina superiore e la presenza di sfumature rosse<br />

(pigmentazione antocianica).<br />

Colore verde Pigmentazione antocianica<br />

3=chiaro 3=debole<br />

5=medio 5=media<br />

7=scuro 7=significativa<br />

Colore pagina inferiore: valutiamo la tonal<strong>it</strong>à di verde della pagina inferiore.<br />

Colore verde Pigmentazione antocianica<br />

3=chiaro 3=debole<br />

5=medio 5=media<br />

7=scuro 7=significativa<br />

Tomentos<strong>it</strong>à della pagina inferiore: la pagina inferiore delle foglie presenta una peluria (tomentos<strong>it</strong>à) più o meno<br />

accentuata. L’affiancare le foglie delle diverse varietà che stiamo esaminando ci permetterà di notare le<br />

differenze.<br />

Tomentos<strong>it</strong>à<br />

1=assente<br />

3=debole<br />

5=media<br />

7=elevata<br />

9=molto elevata<br />

Posizione rispetto al ramo:<br />

Posizione rispetto al ramo<br />

1=dir<strong>it</strong>to<br />

2=orizzontale<br />

3=ricadente<br />

Picciolo: misuriamo la lunghezza e lo spessore del picciolo di 10 foglie e ne calcoliamo il valore medio. Annotiamo<br />

anche eventuali sfumature rosse presenti su di esso.<br />

Tomentos<strong>it</strong>à: il picciolo più presentare una peluria (tomentos<strong>it</strong>à) più o meno marcata.<br />

Tomentos<strong>it</strong>à<br />

1=assente<br />

3=debole<br />

5=media<br />

7=elevata<br />

9=molto elevata<br />

Stipole: alcune varietà possono presentare alla base della foglia due foglioline chiamate stipole. Il loro sviluppo è legato<br />

fisiologicamente a un’elevata vigoria. Alcune malattie, come gli scopazzi (un f<strong>it</strong>oplasma che vive nei canali<br />

linfatici), si manifestano con lo sviluppo delle stipole. Occorre quindi far attenzione per valutare se la loro<br />

10 www.pomologia.<strong>it</strong>


v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

presenza è un indice di problemi san<strong>it</strong>ari o se è una caratteristica della varietà.<br />

Oltre ad annotarne la presenza ne misuriamo la lunghezza e la distanza <strong>da</strong>lla base della foglia.<br />

Altre annotazioni: possiamo annotare se il lembo della foglia è ondulato o concavo, e se vi sono dei segni particolari<br />

che caratterizzano le foglie di questa varietà.<br />

FRUTTI<br />

Per descrivere in modo accurato i frutti<br />

occorre prendere in considerazione almeno<br />

dieci frutti rappresentativi, cioè di forma e<br />

dimensione comune. Per facil<strong>it</strong>are le<br />

misurazioni fatte con il calibro è opportuno<br />

tagliare i frutti in sezione long<strong>it</strong>udinale in<br />

modo <strong>da</strong> rendere ben visibili le cav<strong>it</strong>à<br />

peduncolare e calicina, e per poter osservare<br />

il torsolo con le logge.<br />

La descrizione e le misurazioni di tipo<br />

strumentale vanno compiute a completa<br />

maturazione fisiologica dei frutti, cioè quando<br />

questi sono pronti per il consumo. Questo<br />

perché vogliamo descrivere le caratteristiche<br />

fisiche ed organolettiche dei frutti che<br />

possiamo consumare.<br />

Chi volesse può eseguire anche le misurazioni<br />

di tipo strumentale sui frutti appena raccolti<br />

per avere degli indici con cui segnalare<br />

l’epoca di raccolta.<br />

Epoca di raccolta: quanto abbiamo detto per l’epoca di fior<strong>it</strong>ura vale anche per l’epoca di raccolta. Alcune varietà<br />

presentano una scolar<strong>it</strong>à di maturazione elevata che richiede più stacchi, cioè più passaggi in campo per<br />

raccogliere i frutti che sono giunti a maturazione. Annoteremo quindi la <strong>da</strong>ta del primo e dell’ultimo stacco<br />

prendendo come riferimento la differenza che vi è rispetto alla varietà Golden cl. B, o a un’altra varietà<br />

indicata.<br />

Primo stacco Ultimo stacco<br />

… giorni rispetto a … … giorni rispetto a …<br />

Facendo sempre riferimento a un’altra varietà possiamo indicare l’epoca di raccolta relativa.<br />

Epoca di raccolta relativa Varietà di riferimento<br />

1=molto precoce Astrakan rosso; Klarapfel<br />

3=precoce Cardinal<br />

4=medio-precoce Gravenstein<br />

5=media Gala<br />

6=medio-tardiva Golden Delicious<br />

7=tardiva<br />

9=molto tardiva Glockenapfel<br />

Cascola pre-raccolta: alcune varietà presentano un fenomeno, chiamato cascola, che consiste nella caduta dei frutti<br />

prima della loro maturazione. Si tratta di un comportamento legato alla fisiologia della pianta. Questo<br />

fenomeno può essere anche molto rilevante, al punto <strong>da</strong> rendere una varietà poco interessante per la scarsa<br />

produttiv<strong>it</strong>à finale. Occorre però distinguere questa cascola <strong>da</strong> quella provocata <strong>da</strong> fenomeni di stress della<br />

pianta, come sicc<strong>it</strong>à.<br />

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Cascola pre-raccolta<br />

1=assente<br />

3=scarsa<br />

4=medio-scarsa<br />

5=media<br />

6=medio-elevata<br />

7=elevata<br />

11


Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Maturazione: Soprattutto per le varietà non estive, andrebbe indicato il periodo di maturazione, cioè quando le<br />

caratteristiche organolettiche giungono al loro apice ed è possibile iniziare il consumo dei frutti. Un metodo per<br />

valutare il periodo ottimale è quello di assaggiare a partire <strong>da</strong>lla raccolta una mela ogni 10 giorni e segnarsi le<br />

sensazioni che si provano.<br />

Conservabil<strong>it</strong>à: una caratteristica importante per valutare le qual<strong>it</strong>à di una varietà è la capac<strong>it</strong>à di conservazione dei<br />

frutti in magazzino senza deteriorarsi. Molto utile è segnalare il tipo di problemi conservativi riscontrati:<br />

disfacimento della polpa; insorgenza di marciumi; raggrinzimento dei frutti; ecc.<br />

Conservabil<strong>it</strong>à<br />

3=poco serbevole<br />

5=serbevole<br />

7=molto serbevole<br />

Note sulla conservabil<strong>it</strong>à: È interessante informarsi sulle mo<strong>da</strong>l<strong>it</strong>à tradizionalmente impiegate per la conservazione dei<br />

frutti di questa varietà. Spesso infatti, per ev<strong>it</strong>are fenomeni di deperimento, i contadini hanno inventato diversi<br />

sistemi di conservazione che comportano anche una trasformazione della frutta stessa.<br />

Att<strong>it</strong>udine alla conservazione: se avete avuto modo di verificare il periodo massimo di conservazione dei frutti in<br />

diversi ambienti: naturale (come ad esempio una cantina o un magazzino senza cella frigorifera); cella<br />

frigorifera; atmosfera controllata, questa indicazione ci può essere molto utile.<br />

Conservazione in<br />

ambiente naturale<br />

Conservazione in cella<br />

frigorifera<br />

Conservazione in<br />

atmosfera controllata<br />

1=inizio gennaio 1=inizio gennaio 1=inizio gennaio<br />

2=metà gennaio 2=metà gennaio 2=metà gennaio<br />

3=fine gennaio 3=fine gennaio 3=fine gennaio<br />

4=inizio febbraio 4=inizio febbraio 4=inizio febbraio<br />

5=metà febbraio 5=metà febbraio 5=metà febbraio<br />

6=fine febbraio 6=fine febbraio 6=fine febbraio<br />

7=inizio marzo 7=inizio marzo 7=inizio marzo<br />

8=metà marzo 8=metà marzo 8=metà marzo<br />

9=fine marzo 9=fine marzo 9=fine marzo<br />

10=inizio aprile 10=inizio aprile 10=inizio aprile<br />

11=metà aprile 11=metà aprile 11=metà aprile<br />

12=fine aprile 12=fine aprile 12=fine aprile<br />

13=inizio maggio 13=inizio maggio 13=inizio maggio<br />

14=metà maggio 14=metà maggio 14=metà maggio<br />

15=fine maggio 15=fine maggio 15=fine maggio<br />

16=inizio giugno 16=inizio giugno 16=inizio giugno<br />

17=metà giugno 17=metà giugno 17=metà giugno<br />

18=fine giugno 18=fine giugno 18=fine giugno<br />

19=inizio luglio 19=inizio luglio 19=inizio luglio<br />

20=metà luglio 20=metà luglio 20=metà luglio<br />

21=fine luglio 21=fine luglio 21=fine luglio<br />

22=inizio agosto 22=inizio agosto 22=inizio agosto<br />

23=metà agosto 23=metà agosto 23=metà agosto<br />

24=fine agosto 24=fine agosto 24=fine agosto<br />

25=inizio settembre 25=inizio settembre 25=inizio settembre<br />

26=metà settembre 26=metà settembre 26=metà settembre<br />

27=fine settembre 27=fine settembre 27=fine settembre<br />

28=inizio ottobre 28=inizio ottobre 28=inizio ottobre<br />

29=metà ottobre 29=metà ottobre 29=metà ottobre<br />

30=fine ottobre 30=fine ottobre 30=fine ottobre<br />

31=inizio novembre 31=inizio novembre 31=inizio novembre<br />

32=metà novembre 32=metà novembre 32=metà novembre<br />

33=fine novembre 33=fine novembre 33=fine novembre<br />

34=inizio dicembre 34=inizio dicembre 34=inizio dicembre<br />

35=metà dicembre 35=metà dicembre 35=metà dicembre<br />

36=fine dicembre 36=fine dicembre 36=fine dicembre<br />

Pezzatura: le dimensioni dei frutti possono essere determinate in base a diversi aspetti: il peso, il diametro, il volume.<br />

Scegliamo il peso perchè è il più semplice <strong>da</strong> valutare. Vanno presi 20 o 30 frutti che ci sembrano di forma e<br />

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v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

dimensione media. Li pesiamo su una bilancia e ne calcoliamo il peso medio (se possibile annotiamo anche la<br />

deviazione stan<strong>da</strong>rd). In base a questo possiamo classificare il frutto in cinque classi così defin<strong>it</strong>e:<br />

Dimensioni Peso<br />

3=piccola 211 g<br />

Prendiamo nota anche con un calibro del diametro e dell’altezza del frutto in modo <strong>da</strong> avere altri parametri di<br />

raffronto legati alla forma e alla dimensione.<br />

Peso specifico: se immergiamo i frutti in un recipiente graduato pieno d’acqua possiamo misurarne il volume. Facendo<br />

il rapporto tra peso e volume otteniamo il peso specifico, che può essere un indice della compattezza della<br />

polpa del frutto.<br />

Posizione del diametro equatoriale: il frutti normalmente presentano il diametro equatoriale, cioè la zona di maggior<br />

diametro, massimo al di sopra della metà, ma non sempre.<br />

Diametro massimo<br />

1=verso il calice<br />

2=a metà<br />

3=verso il peduncolo<br />

Forma del frutto: iniziamo a <strong>da</strong>rne una classificazione in base all’impressione visiva che ne abbiamo guar<strong>da</strong>ndolo nel<br />

suo complesso e confrontandolo con i seguenti disegni.<br />

Sezioniamo quindi un frutto long<strong>it</strong>udinalmente e uno trasversalmente. Se osserviamo la sezione long<strong>it</strong>udinale,<br />

ci accorgeremo che a volte questa ci offre un’altra percezione della forma del frutto. Di segu<strong>it</strong>o troviamo<br />

cinque forme principali con le quali classifichiamo la sezione long<strong>it</strong>udinale.<br />

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13


Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Un aiuto per la classificazione più venire <strong>da</strong>l rapporto altezza/diametro del frutto.<br />

Quando il diametro massimo è localizzato nella zona equatoriale (centrale) del frutto:<br />

> 1,0 ellissio<strong>da</strong>le<br />

0,9-1,0 sferoi<strong>da</strong>le<br />

< 0,9 appiatt<strong>it</strong>o<br />

Quando il diametro massimo è localizzato nell’emisfero peduncolare (parte alta) del frutto:<br />

> 0,9 tronco-conico oblungo<br />

< 0,9 tronco-conico breve<br />

E le tre forme principali della sezione trasversale:<br />

Nel caso di frutti costoluti cerchiamo di valutare la profond<strong>it</strong>à o dimensioni delle costolature.<br />

Costolature<br />

1=assenti<br />

3=deboli<br />

5=medie<br />

7=forti<br />

9=estremamente forti<br />

Simmetria: valutiamo il grado di simmetria della sezione trasversale. Immaginando un’asse che passi per il peduncolo<br />

possiamo osservare che la sezione trasversale alla sua sinistra è simmetrica a quella alla sua destra.<br />

Aspetto: normalmente viene indicato anche l’aspetto visivo, cioè se il frutto ci appare attraente per l’insieme della<br />

forma e del colore. Si tratta di una valutazione di tipo estetico, per certi aspetti anche soggettiva, ma che può<br />

servire per <strong>da</strong>re un giudizio complessivo della varietà.<br />

Aspetto<br />

1=non attraente<br />

3=poco attraente<br />

5=mediamente attraente<br />

7=attraente<br />

9=molto attraente<br />

Linea di sutura: su alcuni frutti può essere presente una linea rugginosa che va <strong>da</strong>lla cav<strong>it</strong>à peduncolare a quella<br />

calicina, si chiama linea di sutura.<br />

Linea di sutura<br />

1=assente<br />

2=talora presente<br />

3=spesso presente<br />

Colore di fondo: per aiutarvi nella classificazione dei colori riportiamo questa tabella.<br />

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v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Sovracolore: per aiutarvi nella classificazione dei colori riportiamo questa tabella.<br />

Percentuale sovracolore:<br />

Percentuale sovracolore<br />

assente<br />

<strong>da</strong>l 0% al 20%<br />

<strong>da</strong>l 21% al 40%<br />

<strong>da</strong>l 41% al 60%<br />

<strong>da</strong>l 61% al 80%<br />

<strong>da</strong>l 81% al 100%<br />

Tipo di sovracolore: importante non è solo l’estensione del sovracolore, ma il tipo.<br />

Buccia aspetto: la buccia dei frutti al tatto può presentarsi in modi diversi. Alcune volte queste caratteristiche si<br />

sommano.<br />

Buccia aspetto<br />

1=liscia<br />

2=ruvi<strong>da</strong><br />

3=cerosa<br />

4=untuosa<br />

5=pruinosa<br />

Spessore: per misurare lo spessore della buccia dobbiamo tagliare con un coltello senza denti una fetta di frutto e<br />

grattare con la lama la polpa aderente alla buccia. Una volta liberata <strong>da</strong>lla polpa, con un calibro dig<strong>it</strong>ale<br />

possiamo misurarne lo spessore. La misurazione andrebbe fatta su due emisferi opposti di ogni frutto. Se<br />

misuriamo con un penetrometro la consistenza della polpa possiamo usare lo spicchio tagliato per questa<br />

misurazione.<br />

Spessore in mm Buccia spessore<br />

0,3 mm 7=spessa<br />

Pruina: sulla superficie della buccia può essere presente uno strato di pruina, che conferisce ai frutto un aspetto opaco.<br />

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Pruina Colore pruina<br />

1=assente 1=bianco<br />

2=debole 2=azzurro<br />

3=elevata<br />

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Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Lenticelle tipo: anche sulla buccia sono presenti delle lenticelle che possono avere aspetti differenti.<br />

Tipo lenticelle<br />

rugginose<br />

areolate<br />

Lenticelle dimensioni Numero<br />

3=piccole 3=scarso<br />

5=medie 5=medio<br />

7=grandi 7=elevato<br />

Forma delle lenticelle<br />

2=roton<strong>da</strong><br />

3=ovale<br />

4=angolare<br />

5=stellata<br />

Queste presentano un colore del bordo differente se si trovano nella zona con sovracolore o meno.<br />

Bordo nel colore di fondo Bordo nel sovracolore<br />

1=assente 1=assente<br />

2=bianco 2=bianco<br />

3=verde 3=rosso<br />

4=verde-blu 4=violetto<br />

5=rosso 5=bruno<br />

Rugginos<strong>it</strong>à: la buccia di alcune varietà di mele presenta su una superficie più o meno ampia una specie di “ruggine”,<br />

cioè delle macchie, o strisce, o zone, di color ruggine e al tatto ruvide. Alcune volte questo fenomeno è<br />

accentuato <strong>da</strong> s<strong>it</strong>uazioni climatiche o <strong>da</strong> fattori fisiologici legati alla nutrizione della pianta.<br />

Rugginos<strong>it</strong>à estensione Forma<br />

1=assente 1=macchie continue estese<br />

2=debole (1/4 o <strong>da</strong>l 0 al 25%) 2=puntinato<br />

3=media (2/4 o <strong>da</strong>l 26% al 50%) 3=reticolato<br />

4=forte (3/4 o <strong>da</strong>l 51% al 75%) 6=tracce<br />

5=molto forte (4/4 o <strong>da</strong>l 76% al 100%) 7=figure<br />

Aspetto<br />

1=molto fine<br />

2=fine<br />

3=media<br />

4=ruvi<strong>da</strong><br />

5=squamosa<br />

6=screpolata<br />

Cav<strong>it</strong>à peduncolare: si tratta della depressione che vi è nel frutto, in cui si innesta il peduncolo. Si prende in<br />

considerazione la profond<strong>it</strong>à, l’ampiezza e la forma. Per una valutazione più oggettiva conviene prendere con<br />

un calibro le dimensioni della cav<strong>it</strong>à peduncolare. Per operare più como<strong>da</strong>mente conviene tagliare a metà i<br />

frutti in modo <strong>da</strong> poter vedere bene i confini delle due cav<strong>it</strong>à. L’ampiezza della cav<strong>it</strong>à peduncolare va<br />

relativizzata alle dimensioni del frutto, per cui facciamo il rapporto tra larghezza della cav<strong>it</strong>à e diametro del<br />

frutto (x = larg. cav. / diam. frutto, che corrisponde alla percentuale della larghezza della cav<strong>it</strong>à peduncolare<br />

rispetto al diametro del frutto). Mentre per valutare la profond<strong>it</strong>à della cav<strong>it</strong>à peduncolare la relativizziamo<br />

all’altezza del frutto (x = prof. cav. / alt. frutto, che corrisponde alla percentuale della profond<strong>it</strong>à della cav<strong>it</strong>à<br />

rispetto all’altezza del frutto).<br />

Cav<strong>it</strong>à peduncolare profond<strong>it</strong>à Cav<strong>it</strong>à peduncolare ampiezza<br />

3=poco profon<strong>da</strong> < 0,20 3=stretta < 0,40<br />

5=medio-profon<strong>da</strong> 0,20-0,23 5=media 0,40-0,44<br />

7=profon<strong>da</strong> > 0,23 7=larga > 0,44<br />

Annotiamo poi se questa è di forma simmetrica o asimmetrica.<br />

Cav<strong>it</strong>à peduncolare forma<br />

1=asimmetrica<br />

2=simmetrica<br />

Escrescenze carnose: sui bordi della cav<strong>it</strong>à peduncolare possono essere presenti delle escrescenze<br />

Escrescenze carnose<br />

1=assente<br />

2=occasionalmente presente<br />

3=frequentemente presente<br />

Estensione rugginos<strong>it</strong>à nella cav<strong>it</strong>à peduncolare: la cav<strong>it</strong>à peduncolare spesso è caratterizzata <strong>da</strong>lla presenza di<br />

rugginos<strong>it</strong>à. Cerchiamo di valutarne l’estensione anche facendo riferimento alle seguenti immagini.<br />

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v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Forma e aspetto: come per la rugginos<strong>it</strong>à sulla buccia ne indichiamo anche la forma e l’aspetto.<br />

Forma<br />

1=macchie continue estese<br />

2=puntinato<br />

3=reticolato<br />

6=tracce<br />

7=figure<br />

Aspetto<br />

1=molto fine<br />

2=fine<br />

3=media<br />

4=ruvi<strong>da</strong><br />

5=squamosa<br />

6=screpolata<br />

Screpolature: all’interno della cav<strong>it</strong>à peduncolare possono essere presenti, normalmente in concom<strong>it</strong>anza di<br />

rugginos<strong>it</strong>à, delle screpolature della buccia.<br />

Screpolature<br />

1=assenti<br />

2=presenti<br />

Solcature: il bordo della cav<strong>it</strong>à peduncolare può presentare delle solcature o costolature. Se presenti, cerchiamo di<br />

valutarne l’importanza.<br />

Solcature<br />

1=assente<br />

2=leggermente solcata<br />

3=solcata<br />

4=molto solcata<br />

Forma: se guardiamo la cav<strong>it</strong>à peduncolare in sezione long<strong>it</strong>udinale possiamo notare se questa presenta una forma<br />

simile a quella di un imbuto (con i lati convessi), o di un catino (con i lati concavi).<br />

Forma<br />

1=a forma di imbuto<br />

2=a forma di catino<br />

Peduncolo: per la classificazione si prende in considerazione la sua lunghezza e il suo spessore. Ne riportiamo le<br />

misure medie di 10 frutti prese con un calibro e la classificazione in base all’insieme del frutto (cioè in<br />

rapporto alle dimensioni del frutto).<br />

Corto Medio Lungo<br />

La lunghezza viene valutata facendo il rapporto tra lunghezza del peduncolo e altezza del frutto (x = lung.<br />

peduncolo / alt. frutto, che corrisponde quindi alla percentuale della lunghezza del peduncolo rispetto alla<br />

lunghezza del frutto). Lo spessore del peduncolo viene invece valutato tenendo conto anche della lunghezza<br />

dello stesso (x = (spes. peduncolo / 2) + (spes. peduncolo / lung. peduncolo)). In questo modo abbiamo una<br />

valutazione più complessiva delle sue dimensioni.<br />

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Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Peduncolo lunghezza Spessore<br />

3=corto < 0,25 3=sottile < 0,14<br />

5=medio 0,25-0,33 5=medio 0,14-0,18<br />

7=lungo > 0,33 7=spesso > 0,18<br />

Per una valutazione invece approssimativa possiamo far riferimento alla seguente tabella (è <strong>da</strong> preferire il<br />

metodo precedente in quanto più oggettivo).<br />

Peduncolo lunghezza Spessore<br />

3=corto < 15 mm 3=sottile < 3 mm<br />

5=medio 15-20 mm 5=medio 3-3,5 mm<br />

7=lungo > 20 mm 7=spesso > 3,5 mm<br />

Aspetto del peduncolo: il peduncolo può presentarsi con diversi aspetti.<br />

Aspetto peduncolo<br />

1=carnoso<br />

2=parzialmente legnoso<br />

3=legnoso<br />

4=a bottone<br />

Cav<strong>it</strong>à calicina: si tratta della depressione che si trova nella parte opposta alla cav<strong>it</strong>à peduncolare. Si trovano in essa i<br />

resti del calice del fiore (<strong>da</strong> qui il nome di cav<strong>it</strong>à calicina). Essa comprende anche il tubo calicino, occorre<br />

quindi tagliare il frutto per poterne valutare tutta la profond<strong>it</strong>à. Visivamente si può vedere infatti solo la parte<br />

della cav<strong>it</strong>à che giunge ai sepali del calice. Si prende in considerazione la profond<strong>it</strong>à, l’ampiezza e la forma.<br />

Anche in questo caso per una valutazione più oggettiva conviene prendere con un calibro le dimensioni della<br />

cav<strong>it</strong>à.<br />

Poco profon<strong>da</strong> Medio-profon<strong>da</strong> Profon<strong>da</strong><br />

L’ampiezza della cav<strong>it</strong>à calicina va relativizzata alle dimensioni del frutto, per cui facciamo il rapporto tra<br />

larghezza della cav<strong>it</strong>à e diametro del frutto (x = larg. cav. / diam. frutto, che corrisponde quindi alla<br />

percentuale della larghezza della cav<strong>it</strong>à calicina rispetto al dimetro del frutto). Mentre per valutare la<br />

profond<strong>it</strong>à della cav<strong>it</strong>à calicina la relativizziamo all’altezza del frutto (x = prof. cav. / alt. frutto, che<br />

corrisponde quindi alla percentuale della profond<strong>it</strong>à della cav<strong>it</strong>à calicina rispetto all’altezza del frutto).<br />

Cav<strong>it</strong>à calicina profond<strong>it</strong>à Cav<strong>it</strong>à calicina ampiezza<br />

3=poco profon<strong>da</strong> < 0,08 3=stretta < 0,30<br />

5=medio-profon<strong>da</strong> 0,08-0,11 5=media 0,30-0,37<br />

7=profon<strong>da</strong> > 0,11 7=larga > 0,37<br />

Annotiamo poi se questa è di forma simmetrica o asimmetrica. Molto utili sono anche le annotazioni circa la<br />

presenza di solcature, screpolature, rugginos<strong>it</strong>à, ecc.<br />

Cav<strong>it</strong>à calicina forma<br />

1=asimmetrica<br />

2=simmetrica<br />

Screpolature: all’interno della cav<strong>it</strong>à calicina possono essere presenti, normalmente in concom<strong>it</strong>anza di rugginos<strong>it</strong>à,<br />

delle screpolature della buccia.<br />

Screpolature<br />

1=assenti<br />

2=presenti<br />

Solcature: il bordo della cav<strong>it</strong>à calicina spesso sono presenti delle solcature o costolature. Cerchiamo di valutarne<br />

l’importanza.<br />

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v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Solcature<br />

1=assente<br />

2=leggermente solcata<br />

3=solcata<br />

4=molto solcata<br />

Forma: se guardiamo la cav<strong>it</strong>à calicina in sezione long<strong>it</strong>udinale possiamo notare se questa presenta una forma simile a<br />

quella di un imbuto (con i lati convessi), o di un catino (con i lati concavi).<br />

Forma<br />

1=a forma di imbuto<br />

2=a forma di catino<br />

Estensione rugginos<strong>it</strong>à nella cav<strong>it</strong>à calicina: la cav<strong>it</strong>à calicina può essere caratterizzata <strong>da</strong>lla presenza di rugginos<strong>it</strong>à.<br />

Cerchiamo di valutarne l’estensione anche facendo riferimento alle seguenti immagini.<br />

Forma e aspetto: come per la rugginos<strong>it</strong>à sulla buccia ne indichiamo anche la forma e l’aspetto.<br />

Forma<br />

1=macchie continue estese<br />

2=puntinato<br />

3=reticolato<br />

6=tracce<br />

7=figure<br />

Aspetto<br />

1=molto fine<br />

2=fine<br />

3=media<br />

4=ruvi<strong>da</strong><br />

5=squamosa<br />

6=screpolata<br />

Calice: per determinare con chiarezza se il calice è aperto, semiaperto o chiuso, è indispensabile tagliare un frutto<br />

long<strong>it</strong>udinalmente, come nel disegno accanto.<br />

1=chiuso 2=semiaperto 3=aperto<br />

Possiamo anche annotare se i sepali sono eretti, appiatt<strong>it</strong>i, ripiegati.<br />

Chiuso<br />

Aperto<br />

Indichiamo anche le dimensioni del calice.<br />

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Eretti Appiatt<strong>it</strong>i Ripiegati<br />

Calice<br />

3=piccolo<br />

5=medio<br />

7=grande<br />

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Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

Sepali: cerchiamo di valutare anche le dimensioni dei sepali del calice.<br />

Sepali lunghezza Sepali larghezza<br />

3=corti 3=stretti<br />

5=medi 5=medi<br />

7=lunghi 7=larghi<br />

Per descriverli annotiamo la presenza di tomentos<strong>it</strong>à, il colore alla base, la forma.<br />

Tomentos<strong>it</strong>à Disposizione<br />

1=assente 3=disgiunti<br />

2=debole 5=tangenti<br />

3=forte 7=accavallati<br />

Colore alla base<br />

1=giallo<br />

2=giallo-verde<br />

3=verde<br />

4=azzurro-verde<br />

5=verde-bruno<br />

6=bruno<br />

7=rossastro<br />

Tubo calicino: si tratta del proseguimento del tratto di cav<strong>it</strong>à calicina sottostante i sepali, praticamente quella parte di<br />

cav<strong>it</strong>à calicina non visibile. Esso può avere forma conica o a imbuto.<br />

Un’altra annotazione utile può essere quella della sua lunghezza per determinare la percentuale di cav<strong>it</strong>à<br />

calicina cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a <strong>da</strong>l tubo calicino. Se presenta ampiezza o altri aspetti particolari, questi possono essere<br />

segnalati.<br />

Filamenti: se osserviamo con attenzione la cav<strong>it</strong>à calicina e il tubo calicina possiamo notare la presenta di filamenti<br />

secchi che sono i resti degli stami.<br />

Torsolo: anche per determinare la grandezza del torsolo occorre tagliare un frutto in sezione long<strong>it</strong>udinale. Con un<br />

calibro ne misuriamo l’ampiezza nel punto più largo, che corrisponde normalmente al centro del frutto. La<br />

dimensione del torsolo va relativizzato alla dimensione del frutto per cui verrà valutato (x = larg. torsolo / larg.<br />

frutto, che corrisponde quindi alla percentuale delle dimensioni del torsolo rispetto alle dimensioni del frutto).<br />

Torsolo<br />

1=molto piccolo < 0,42<br />

3=piccolo 0,42-0,46<br />

5=medio 0,47-0,55<br />

7=grande 0,56-0,66<br />

9=molto grande >0,66<br />

Possiamo notare come anche il torsolo si presenti con diverse forme. Di segu<strong>it</strong>o troviamo le principali.<br />

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v 1.0 Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – ultimo aggiornamento: 1/01/2008<br />

Posizione del torsolo: cerchiamo di valutare se il torsolo si trova più spostato verso il peduncolo o il calice.<br />

Posizione del torsolo<br />

1=verso il calice<br />

2=centro<br />

3=verso il peduncolo<br />

Sezione trasversale: tagliando il frutto in sezione trasversale possiamo mettere in luce la presenza di una cav<strong>it</strong>à<br />

all’interno del torsolo e l’eventuale apertura delle logge su di essa.<br />

Visibil<strong>it</strong>à del fascio canalinico: il torsolo è delim<strong>it</strong>ati <strong>da</strong> una linea che è formata <strong>da</strong> una serie (<strong>da</strong> un fascio) di canali.<br />

Questi sono più o meno visibili quando si taglia in sezione long<strong>it</strong>udinale un frutto.<br />

Visibil<strong>it</strong>à del torsolo<br />

3=debole<br />

5=media<br />

7=forte<br />

Logge forma: le logge sono le cav<strong>it</strong>à che contengono i semi. Esse possono assumere diverse forme ed essere più o<br />

meno aperte lasciando o meno liberi i semi di muoversi in esse.<br />

Dimensioni delle logge Apertura<br />

3=piccole 1=chiuse<br />

5=medie 2=parzialmente aperte<br />

7=grandi 3=completamente aperte<br />

Numero medio di semi: prendiamo in considerazione sia il numero medio di semi sviluppati presenti in almeno 10<br />

frutti, che quello dei semi abort<strong>it</strong>i.<br />

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Semi sviluppati<br />

1=la maggior parte non sviluppati<br />

2=parziallemente sviluppati<br />

3=totalmente sviluppati<br />

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Forma dei semi: in base al rapporto tra lunghezza e larghezza dei semi li classifichiamo:<br />

Forma semi<br />

1=rotondi 1.92<br />

Semi dimensioni: Dei semi sviluppati misuriamo le dimensioni (lunghezza).<br />

Dimensioni mm<br />

1=molto piccoli 9mm<br />

Colore semi: osserviamo le diverse sfumature di colore dei semi. In questo ci può essere d’aiuto l’accostare i semi di<br />

varietà differenti.<br />

Colore<br />

1=bianco<br />

2=bruno chiaro<br />

3=bruno<br />

4=bruno-scuro<br />

5=nero<br />

Polpa colore: la tabella riportata può aiutarci a determinare il colore della polpa. Anche in questo caso ci può essere<br />

molto di aiuto comparare il colore dei frutti delle diverse varietà per far emergere le differenze che spesso sono<br />

molto lievi, e quindi difficili <strong>da</strong> valutare.<br />

Colore<br />

1=bianco<br />

2=bianco-ver<strong>da</strong>stro<br />

3=bianco-giallastro<br />

4=giallo<br />

5=rosa - rosso<br />

Durezza/consistenza: per valutare la durezza della polpa si utilizza un penetrometro con puntale <strong>da</strong> 11 mm. Questo<br />

strumento permette di misurare la resistenza opposta alla penetrazione di un cilindro di diametro stan<strong>da</strong>rd <strong>da</strong><br />

parte della polpa del frutto. Questa forza viene espressa in Kg/cm 2 .<br />

Se non abbiamo a nostra disposizione uno strumento come questo possiamo cercare di valutare in modo<br />

empirico la compattezza della polpa spezzando in due con le mani un frutto. Quando facciamo pressione con le<br />

d<strong>it</strong>a se la polpa si schiaccia facilmente significa che è tenera (possiamo ancora notare la quant<strong>it</strong>à di succo<br />

emessa), se al contrario si spacca in modo netto è so<strong>da</strong> o croccante.<br />

Consistenza<br />

1=molto tenera<br />

3=tenera<br />

5=media<br />

7=so<strong>da</strong><br />

9=molto so<strong>da</strong><br />

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Tess<strong>it</strong>ura: rompendo con le mano, o morsicando un frutto, possiamo notare la tess<strong>it</strong>ura della polpa, cioè come si<br />

presenta la superficie della polpa nella spaccatura (non di un taglio).<br />

Tess<strong>it</strong>ura<br />

1=fine<br />

2=media<br />

3=grossolana<br />

4=farinosa<br />

5=spugnosa<br />

6=pastosa<br />

7=morbi<strong>da</strong><br />

8=croccante<br />

Ossi<strong>da</strong>zione: possiamo annotare il grado di ossi<strong>da</strong>zione e la veloc<strong>it</strong>à con cui questa avviene dopo il taglio. Alcune<br />

sostanze contenute nel succo a contatto con l’ossigeno dell’aria subiscono un’alterazione chiamata ossi<strong>da</strong>zione.<br />

Questa si manifesta visivamente con il cambiamento di colore della polpa che tende ad assumere un colore<br />

tendente al marrone. Compiamo questa osservazione mezzora dopo aver tagliato a metà un frutto con il<br />

coltello.<br />

Ossi<strong>da</strong>zione<br />

1=molto scarsa<br />

3=scarsa<br />

5=media<br />

7=elevata<br />

9=molto elevata<br />

Succos<strong>it</strong>à: per valutare la succos<strong>it</strong>à della polpa possiamo notare quando tagliamo un frutto con il coltello se gocciola<br />

del succo. In questo caso avremo una polpa con succos<strong>it</strong>à elevata. Se il coltello risulterà bagnato, ma senza<br />

lasciar cadere gocce di succo, la succos<strong>it</strong>à sarà media. Se invece il coltello, dopo il taglio, sarà quasi asciutto,<br />

significa che la polpa è poco succosa o asciutta.<br />

Succos<strong>it</strong>à<br />

1=molto asciutta<br />

3=asciutta<br />

5=media<br />

7=succosa<br />

9=molto succosa<br />

Valutazioni sensoriali: di segu<strong>it</strong>o abbiamo una serie di descr<strong>it</strong>tori riguar<strong>da</strong>nti vari aspetti o componenti delle qual<strong>it</strong>à<br />

gustative dei frutti. La nostra bocca può essere equiparata a un piccolo, ma complesso, laboratorio di analisi.<br />

La lingua e le mucose sono infatti in grado di percepire la presenza di molte sostanze che “codificano” come<br />

sapori. Ad esempio, la presenza acidi, di zuccheri, ma anche di tannini, ecc. Con un’educazione o<br />

addestramento, possiamo anche distinguere tra i diversi tipi di acidi: l’acido acetico ci lascia una “sensazione”<br />

differenze <strong>da</strong>ll’acido ascorbico (v<strong>it</strong>amina C). Ma anche il naso non è <strong>da</strong> meno. Gli odori infatti sono legati alla<br />

presenza di alcune sostanze volatili nell’aria che aspiriamo. Si tratta di quant<strong>it</strong>à piccolissime che però vengono<br />

percep<strong>it</strong>e ed “analizzate” <strong>da</strong>lle mucose nasali e <strong>da</strong>l nostro cervello. Ad esempio l’odore di caprone e dovuto<br />

alla presenza di acido caprinico, l’odore di crauti alla presenza di acido lattico, ecc. Alcuni odori sono <strong>da</strong>ti<br />

<strong>da</strong>lla compresenza di può sostanze: il profumo di ananas lasciato <strong>da</strong> alcune varietà di mele è <strong>da</strong>to<br />

principalmente <strong>da</strong>lla presenza di butile di 2-metile, butirato di 2-metile, di butirato d’esile-2-metile e di<br />

estrapolo.<br />

Per questo le sensazioni olfattive e gustative non sono per nulla <strong>da</strong> sottovalutare. Tutte le sensazioni o<br />

percezioni che un frutto vi lascia al gusto o annusandolo, andrebbero indicate. Pur non avendo un metro<br />

comune e una comune preparazione, sono però un “segnale” importante in base al quale poter in segu<strong>it</strong>o<br />

prendere in considerazione in modo più preciso alcune varietà mer<strong>it</strong>evoli.<br />

La presenza e la quant<strong>it</strong>à di queste sostanze, che chiamiamo aromatiche perché determinano l’aroma di un<br />

frutto, varia <strong>da</strong> varietà a varietà, ma anche per fattori ambientali. Il profumo, l’aroma, ecc. di un frutto è legato<br />

anche a una serie di fattori ambientali che compongono l’hab<strong>it</strong>at, cioè sole, sostanze nutr<strong>it</strong>ive, disponibil<strong>it</strong>à di<br />

acqua durante il ciclo vegetativo, equilibrio vegetativo, ecc. Questo è il motivo per cui solo in certi ambienti si<br />

possono ottenere le migliori caratteristiche organolettiche <strong>da</strong> una varietà. Si parla allora di hab<strong>it</strong>at ideale.<br />

Grado zuccherino: la quant<strong>it</strong>à di zucchero presente nel succo può essere misurato con uno strumento che si chiama<br />

rifrattometro. Esso si basa sul principio della rifrazione ottica, cioè del cambiamento di traiettoria sub<strong>it</strong>o <strong>da</strong> un<br />

raggio di luce quando attraversa un materiale o sostanza trasparente. Cambiando la dens<strong>it</strong>à del liquido, che è<br />

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Sche<strong>da</strong> morfologica del melo – 1/01/2008 v 1.0<br />

legata anche alla quant<strong>it</strong>à di zucchero disciolto, il raggio di luce cambia angolo di rifrazione. Il rifrattometro è<br />

una specie di cannocchiale con una scala graduata sulla quale si può valutare la rifrazione della luce che passa<br />

attraverso un prisma sul quale si è posta qualche goccia del liquido che si sta analizzando.<br />

Questo strumento ci fornisce un indice (chiamato grado zuccherino) legato alla percentuale di zucchero<br />

presente. L’un<strong>it</strong>à di misura con cui viene espresso questo indice è chiamata “grado Brix”.<br />

Se non abbiamo a nostra disposizione un rifrattometro possiamo <strong>da</strong>re una valutazione sensoriale, cioè<br />

l’impressione che abbiamo assaggiando un frutto. Per questo tipo di valutazione è opportuno compiere un<br />

assaggio comparativo, cioè assaggiare i frutti di diverse varietà una dopo l’altra, in modo <strong>da</strong> evidenziare le<br />

differenze.<br />

Contenuto zuccherino<br />

1=molto scarso<br />

3=scarso<br />

5=medio<br />

7= elevato<br />

9=molto elevato<br />

pH: il pH è un indice di acid<strong>it</strong>à di una sostanza. Esso fa riferimento all’acid<strong>it</strong>à potenziale (iniziali di potenziale e<br />

hydrogenium) e non a quella reale, cioè fa riferimento alla quant<strong>it</strong>à di ioni H necessari a neutralizzare la<br />

soluzione e non alla quant<strong>it</strong>à di acido presente nella stessa. Per la sua misurazione si utilizzano degli strumenti<br />

che si chiamano pHmetri.<br />

Acid<strong>it</strong>à: anche per valutare l’acid<strong>it</strong>à totale, cioè la quant<strong>it</strong>à di acidi presenti nel succo, esiste una procedura strumentale.<br />

In questo caso si procede alla neutralizzazione degli acidi disciolti nel succo con una soluzione di idrossido di<br />

sodio (NaOH) a t<strong>it</strong>olazione nota (0,1). Si misura quanta soluzione neutralizzante è necessaria per giungere a un<br />

valore prestabil<strong>it</strong>o di pH. Normalmente si aggiunge al succo un liquido indicatore (la fenoftaleina) che ha la<br />

proprietà di cambiare colore quando giunge a un valore di pH (in questo caso 8,2). Quando inizia il viraggio,<br />

cioè il cambiamento di colore della fenoftaleina, significa che gli acidi presenti nel succo sono stati<br />

neutralizzati. Si fa quindi una proporzione per esprimere in meq/l la quant<strong>it</strong>à di acidi presenti.<br />

Per ovviare all’inconveniente riscontrato in alcune varietà del viraggio (cioè del cambiamento di colore) del<br />

succo prima di quello della fenoftaleina si può introdurre nel becker l’elettrodo di un pHmetro. In questo caso<br />

si aggiunge soluzione di idrossido di sodio fin quando il pHmetro indicherà un pH di 8,2 cioè corrispondente al<br />

punto di viraggio della fenoftaleina.<br />

Sapore: è sempre difficile condensare in un semplice termine il sapore di un frutto che ha in sé diverse componenti. Per<br />

questo abbiamo pensato a due voci. Possono però venir indicati aromi o profumi particolari.<br />

Polpa sapore Rapporto zuccheri/acidi<br />

dolce equilibrato povero di zuccheri e acidi<br />

dolce acidulo equilibrato in media di zuccheri e acidi<br />

acidulo equilibrato ricco di zuccheri e acidi<br />

dolce aromatico squilibrato per eccesso di zuccheri<br />

aromatico squilibrato per eccesso di acidi<br />

acidulo<br />

aromatico<br />

Astringenza: l’astringenza è quella sensazione di “impastamento” della bocca che ci lasciano in particolare i frutti<br />

acerbi. Questa sensazione è dovuta alla presenza di alcune sostanze, come i tannini e acidi, che fanno contrarre,<br />

allappare le mucose e le gengive.<br />

Astringenza<br />

1=assente<br />

3=debole<br />

5=media<br />

7=forte<br />

9=molto forte<br />

Utilizzo dei frutti: segnaliamo gli utilizzi conosciuti dei frutti.<br />

Utilizzo<br />

1=tavola<br />

2=cuocere<br />

3=sidro<br />

4=aceto<br />

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Utilizzo<br />

5=distillazione<br />

6=succhi<br />

7=essiccazione<br />

8=alimentazione animali<br />

Qual<strong>it</strong>à gustative: si tratta di esprimere un giudizio complessivo circa il gusto dei frutti (dolcezza, acid<strong>it</strong>à, aroma, ecc.).<br />

Pur trattandosi di una valutazione che potrebbe essere soggettiva r<strong>it</strong>eniamo possa essere di interesse per<br />

segnalare quelle varietà che possono ancora avere un posto in un frutteto familiare. Qualora r<strong>it</strong>eniate opportuno<br />

aggiungere delle note esplicative, saranno molto grad<strong>it</strong>e.<br />

Qual<strong>it</strong>à gustative<br />

insufficienti<br />

mediocri<br />

buone<br />

ottime<br />

Sensibil<strong>it</strong>à malattie: in base all’esperienza maturata in diversi anni vi inv<strong>it</strong>iamo a indicarci il grado di resistenza o<br />

tolleranza alle principali cr<strong>it</strong>togamiche.<br />

Suscettibil<strong>it</strong>à<br />

resistente<br />

poco suscettibile<br />

mediamente<br />

suscettibile<br />

molto suscettibile<br />

Annotazioni per le fotografie<br />

Essenziale per delle immagini significative è riprendere sempre con un righello in modo <strong>da</strong> poter avere le proporzioni<br />

degli oggetti fotografati. Meglio se questo presenta il doppio sistema di misura metrico e a pollici. Per le immagini di<br />

foglie, fiori e frutti in sezione, occorre usare uno sfondo che contrasti (meglio usare un colore che non ricorra negli<br />

oggetti <strong>da</strong> fotografare), ma che non sia il bianco, per ev<strong>it</strong>are riflessi. Utile, e a volte indispensabile, è un cavalletto.<br />

Conviene inoltre cercare di usare il più possibile la luce naturale prolungando i tempi di esposizione.<br />

Partendo <strong>da</strong>l principio che più fotografie si hanno a disposizione, più informazioni si possono ricavare, elenchiamo<br />

quelle a nostro parere sono molto utili. Ciascuno poi farà quanto gli è possibile.<br />

Albero a riposo<br />

Rami di un anno<br />

Albero durante la fior<strong>it</strong>ura<br />

Fiore in sezione<br />

Foglie rami di un anno<br />

Foglie lamburde<br />

Frutti sull’albero<br />

Frutti in sezione<br />

Semi<br />

Altre fotografie legate a caratteristiche particolari<br />

Di segu<strong>it</strong>o riportiamo alcuni esempi di foto per avere una certa uniform<strong>it</strong>à. Se si hanno a disposizione un numero<br />

sufficiente di frutti, quando si fa la fotografia di questi in sezione, conviene riprenderli anche nelle due sezioni,<br />

long<strong>it</strong>udinale e trasversale (cfr. secondo esempio).<br />

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Bibliografia<br />

Elenco delle cultivar autoctone <strong>it</strong>aliane, a cura di M. Agabbio, Carlo Delfino Ed., 1994<br />

Monografia delle principali cultivar di melo, a cura di E. Baldini e S. Sansavini, Ist. di Coltivazioni Arboree<br />

dell’univers<strong>it</strong>à di Bologna, Bologna 1967<br />

Neue Alte Obstsorten, Äpfel, Birnen und Steinobst, S. Bernkopf, H. Keppel, R. Novak, Club Niederösterreich, Wien<br />

2003<br />

Obst-Deskriptoren NAP, David Szalatnay, Stutz Druck AG, 8820 Wädenswil 2006<br />

Pum e pumme. Meli e mele nel Biellese, a cura di Marco Maffeo, Biebi Ed<strong>it</strong>rice, Biella 1999<br />

Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura: Germoplasma ortofrutticolo del Piemonte, Supplemento al n. 6/95 di<br />

Piemonte Agricoltura<br />

Schede per il registro varietale dei fruttiferi. 3 - Melo, a cura di S. Sansavini, A. Bergamini, F. Camorani, W. Faedi, H.<br />

Mantinger, Bologna 1986<br />

Schede pomologiche. Atlante delle principali cultivar di fruttiferi che hanno caratterizzato l’agricoltura emilianoromagnola<br />

<strong>da</strong>ll’inizio degli anni ’80, a cura di Lunati U., Magnani G. P., Zuppiroli G., Regione Emilia-Romagna, 1994<br />

Vocabolario illustrato dei termini difficili, Supplemento al n. 12 di V<strong>it</strong>a in Campagna, Dicembre 1999 – anno XVII<br />

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una E-mail.<br />

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