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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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P, Molinaro, che si trovava fra i Madi parla di altre difficoltà incontrate dai missionari<br />

nell’apprendimento della lingua Madi che è più difficile delle lingue Lwoo (Alur, Acholi, Lango ecc..)<br />

“I bambini erano felici di insegnarci parole e frasi nuove e noi ci tenevamo occupati a<br />

prenderne nota nei nostri quaderni per poter scoprire qualche regola grammaticale.<br />

Scoprimmo presto che i bambini si burlavano di noi. Quello che ieri chiamavano bianco,<br />

oggi era nero. Avevamo anche capito che gli anziani non volevano che s’imparasse la loro<br />

lingua. La ragione ci era perfettamente chiara. Volevano tenerci lontano dal loro modo di<br />

vivere così che non fossimo capaci di capirli. Gli anziani pregavano e speravano che ci<br />

scoraggiassimo e che ce ne andassimo. Ci trattavano come i Jadia (gli schiavisti) o gli<br />

Equatoria (egiziani).Dopo diversi tentativi trovammo la soluzione. Avevamo sempre<br />

bambini attorno a noi, e dando loro una caramella o un santino eravamo in grado di farli<br />

parlare. In questo modo apprendemmo nuove parole da scrivere nei nostri quaderni. Man<br />

mano che usavamo le parole e le frasi apprese in questo modo, la gente sorpresa si<br />

chiedeva come avevamo potuto conoscere quelle frasi. Gli anziani non erano contenti del<br />

progresso che facevamo nell’apprendimento della loro lingua e la loro ostilità veniva<br />

trasmessa ai bambini che ci venivano a trovare. Furono picchiati e fu loro proibito di<br />

avvicinarsi a noi.” 8<br />

e. Certi episodi di maltrattamenti degli africani ebbero ripercussioni amare sui nostri missionari<br />

9 come si può leggere dal giornale di P. Crazzolara:<br />

“Il 1° dicembre 1911 – il Capo Abok (conosciuto come Awic) di Payira viene mandato in<br />

esilio ad Entebbe e il vecchio Aaluja pure viene portato via assieme a lui. Naturalmente<br />

Awic vuole conservare la sua indipendenza come Rwot (Capo) tradizionale. È sottomesso<br />

agli ufficiali inglesi solo in apparenza. Per legittimare questa presa di posizione, gli ufficiali<br />

hanno affisso una lista dei suoi vecchi misfatti: anni fa aveva nascosto una pistola che “era<br />

scivolata” dalla cintura di un agente governativo, due anni fa aveva rubato un certo<br />

numero di mucche che appartenevano a Okello Moaka ed altro ancora. Questi sono<br />

effettivamente dei crimini, ma rientrano nella norma della vita degli indigeni. La vera<br />

ragione è che aveva contrastato attivamente l’autorità britannica.. e quindi doveva<br />

andarsene. Misero al suo posto il figlio Aliker, un alunno della scuola CMS e come suo<br />

assistente un altro dei figli di Awic, Aliker Lawang Abok. Come loro interprete misero un<br />

uomo di Payira, Abraham Gwara, un ex schiavo dei commercianti di schiavi.” (Payira: clan<br />

dominante nella tribù Acholi)<br />

I maltrattamenti che alcuni ufficiali britannici infliggevano agli indigeni aumentò le sofferenze<br />

dei nostri missionari. P. Zambonardi narra il seguente episodio:<br />

“Un Vice Commissario Distrettuale, certo Armstrong, durante una visita a Palaro, voleva<br />

che gli fosse dato avorio gratis. Un capo locale dei Madi, Ayo Kabir, che rifiutò subì 50<br />

colpi di korbash (nerbo di pelle di ippopotamo). Un altro grande capo rifiutò e a lui furono<br />

dati 100 colpi alla fine dei quali il signor Armstrong lo finì a calci davanti allo sconcerto e<br />

disgusto della sua gente che rese omaggio ad un vecchio e rispettato capo che lasciava 12<br />

mogli e bambini. La gente lo chiamò “ Bwana Mutu”(Capo cattivo).”<br />

P. Zambonardi continua:<br />

“Per costringere la popolazione a dir loro dove erano state nascoste le armi, in un<br />

villaggio, i Nubis raccolsero le donne ed i bambini e legarono il loro dito medio con uno<br />

spago che venne pio legato al loro gomito. Si poteva, così inserire un bastoncino di legno<br />

nello spago e usarlo come una chiave per “caricarlo” torturando le povere vittime. Le loro<br />

urla arrivarono <strong>fino</strong> in cielo!<br />

Io alzai la mia voce contro tale barbarie ma il caporale non smise anche se gridavo che se<br />

non consegnavano le armi la colpa era soltanto mia. Scrissi un resoconto sull’accaduto<br />

all’Ufficiale e denunciai i mezzi usati contro la popolazione e, come missionario non potevo<br />

tollerare tale comportamento, specialmente contro donne e bambini.”<br />

Anche p., Molinaro ha una simile storia da raccontarci: Un altro Commissario Distrettuale, un<br />

Cattolico di Malta, Mr. Manara, voleva che gli fossero consegnate tutte le armi. Il compito di<br />

raccogliere le armi fu affidato ad un agente (locale). A Palaro l’agente trovò la gente poco<br />

8 P. M. Cisternino, ib.<br />

9 P. M. Cisternino, ib.<br />

97

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