Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Come si resero presto conto, il Capo Kayango, creò più danni che vantaggi alla missione. L’aveva accolta unicamente per il prestigio di avere uomini bianchi nel suo territorio. Fece bene i suoi calcoli cercando di spremere il più possibile sia dal governo che dalla missione in termini di danaro e merci varie. Ma i missionari non avevano niente, erano poveri. Ogni qualvolta che arrivavano provviste, le scatole dovevano essere aperte in sua presenza. Lui prendeva tutto quello che gli piaceva, principalmente barattoli di sottaceti. Aveva il sostegno dei Mussulmani egiziani del posto e ricavava guadagni dal commercio degli schiavi. Non vi erano più assalti nei villaggi, ma sia i capi che i genitori davano a lui i loro sudditi o parenti, orfani del clan o figli di schiavi in cambio di alcool, armi e munizioni. Gli schiavisti dicevano che essi erano i loro schiavi o portatori: in tutta la nazione non c’erano più di 50 famiglie che potevano dirsi libere. Chiaramente Kayango cercava di far in modo che la missione non si sviluppasse. Difficoltà I missionari faticavano a sopravvivere. Ecco un rapporto medico di quei giorni: 1905: sera del 25 novembre. p. Paul Koster ebbe un attacco di febbre nera. Il medico siriano prescrisse una purga e chinino liquido. Morì il 26 novembre. 10 dicembre del 1905: P. Antonio Vignato ebbe un attacco di febbre. P. Carlo Tappi gli impartì l’estrema unzione e gli suggerì di promettere di recarsi a Lourdes qualora fosse stato risparmiato. Il medico britannico prescrisse brandy, acqua e brodo ogni due ore. Non era permesso vomitare. 1906: gennaio. P. Vignato si rimise ma dovette ritornare in Italia in convalescenza a recuperare le forze. 2 luglio 1906: p. Volkenhuber, 28 anni morì a Mbili. P. Tappi dovette essere rimpatriato a causa di cattiva salute. Fr. Simone Fanti era in preda alla febbre nera a Wau. 12 luglio 1906: P. Cirillo Frizzera, 37 anni di età morì a Wau. Agosto 1906: P. Firisin partì da Kayamgo per Khartoum per rimettersi in salute 6 novembre 1906: Fr. Divina 39 anni morì a Wau 9 novembre, 1906 P. Bottesi, 26 anni morì a Wau proveniente da Kayango Con cinque morti in un solo anno, i padri Colombaroli e Vianello decisero di chiudere le missioni di Bahr-el-Ghazal. Il Vescovo Geyer, però non informò i missionari della chiusura della missione perciò p. Vignato tornò a Kayamgo. P. Tappi ritornò a Wau a comunicare la decisione presa, ma permise ai missionari di rimanere e cercare di tenere aperta la missione chiudendo però Mbili. Si dice che verso la fine del 1906 arrivarono otto nuovi missionari e p. Tappi parlò loro dicendo: “non dobbiamo lasciar alcun dubbio nella mente dei nostri Superiori e del Governo che siamo pronti ad affrontare la sfida.. In virtù del voto religioso di ubbidienza che abbiamo preso, ordino che nessuno di voi muoia nel corso del prossimo anno!” Essi obbedirono: nessuno di loro morì. Passarono dieci anni prima che fosse scavata un’altra tomba nella regione di Bahr-el-Ghazal. La metodologia dei missionari. P. Vignato ed altri con lui miravano alla promozione integrale della persona sia con le scuole che con l’istruzione religiosa. Il giorno della festività di Sant’Antonio, 13 giugno 1906, un ragazzino di nome Morgiam si affacciò alla porta dell’ufficio di p. Vignato. Sui due piedi egli decise di aprire una scuola per ragazzi come lui. Insegnava loro il Catechismo. Sembra che i suoi metodi non piacessero molto ai suoi confratelli tedeschi che volevano venisse impartita prima l’istruzione generale e poi il catechismo, ma p. Vignato rimase fedele al suo metodo, e nel febbraio del 1907 ebbe la consolazione di vedere alcuni dei suoi ragazzi battezzati da P. Paolo Meroni, il Superiore Provinciale. P. Vignato ebbe un’altra piccola ma utile consolazione: il 25 agosto p. Bertola portò la prima bicicletta del Bahr-el-Ghazal dal Cairo. Difficoltà con il Governo Nell’Uganda meridionale tra i Baganda, c’erano stati dei disordini fra Musulmani, Protestanti e Cattolici. Forse per evitare che ciò si ripetesse in futuro, il Governo di Khartoum passò una Legge nel 1903 denominata “Sistema riguardante il campo d’azione Missionario” che determinava le zone di attività delle varie religioni nel seguente modo: Il nord ai Musulmani; Bahr-el-Ghazal e gli Shilluk sulla sponda occidentale del Nilo ai cattolici; La sponda orientale 90

del Nilo dal Fiume Sobat ai confini con l’Etiopia ed il Parallelo 7°30’ latitudine Nord ad una setta americana, l’Equatoria alle Società Britanniche. Siccome allora non c’erano società britanniche, alcuni osservatori pensarono che questa decisione fu presa per poter riservare un territorio più ampio alla Church Missionary Society (CMS), inglese. Si ebbero conflitti fra le varie Società solo dopo la divisione del Sudan del Sud in zone assegnate a ciascuna di loro. Questa divisione non durò a lungo e P. Filiberto Giorgetti molto saggiamente decise di non tenerne conto. Oltre a Kayango (1904) e Wau (1905) furono fondate le seguenti stazioni missionarie: nel Bahr-el-Ghazal, Mbili (1906), Mboro (1912); nel territorio degli Shilluk, la missione di Tonga (1904); e nel territorio degli Azande la missione di Mupoi (1912). LE SUORE COMBONIANE NEL SUDAN Dopo la Mahdiyah, le prime suore tornarono ad Omdurman il 30 ottobre 1900. Là aprirono una scuola per ragazze che includeva anche lezioni di sartoria. Il lavoro svolto dalle ragazze, dopo un pò di mesi, fu messo in mostra e suscitò l’ammirazione di tutti coloro che lo videro. Nel 1903, alcune Suore arrivarono nella missione di Lull che era stata aperta nel 1901. La Superiora era Suor Giuseppa Scandola che era stata reclutata personalmente dal Comboni. Divenne postulante solo pochi giorni dopo la prima postulante, Maria Caspi, e fu fra le prima cinque suore che accompagnarono Comboni al suo ritorno in Africa il 15 dicembre 1977. Verso la fine di Agosto P. Beduschi si ammalò così gravemente che gli fu impartita l’estrema unzione. Aveva solo 29 anni e Suor Giuseppa gli mandò un messaggio che diceva “Padre non disperatevi, non morirete, avete troppo lavoro da fare per gli Shilluk. Morirò io in vostra vece perché sono vecchia e inutile”. Quando mandò il messaggio la sua salute era ottima; morì due giorni dopo confortata dai sacramenti che le furono amministrati da P. Beduschi che si era completamente rimesso. Era il 1 settembre 1903. “Un uomo non può mostrare amore più grande di quello di morire per i suoi amici” (Giovanni 15:13). Un libro sulla vita di Suor Giuseppa è stato scritto da Suor E. Pezzi: “Una Strada che si Chiama Silenzio” (EMI 1978) La Direzione Generale ha aperto la causa per la sua Beatificazione. Nel 1903 troviamo le suore a Khartoum dove già avevano aperto una scuola conosciuta come “Scuola delle Suore di Khartoum” (Sisters’ School) vicino alla Cattedrale. È ancora là. Un’altra scuola fu aperta nel quartiere Nord di Khartoum. Fu aperto anche un ambulatorio dove cento malati venivano curati tutti i giorni. L’insegnamento della religione era la prima priorità in tutte le scuole. Agli alunni musulmani era permesso frequentare queste lezioni, senza però l’obbligo di memorizzare quanto veniva insegnato. Nel 1901, il 23 aprile, Madre Bollezzoli passò a miglior vita. La Vicaria, Suor Costanza Caldara prese il suo posto fino al secondo Capitolo Generale del 1904. Il Capitolo Generale del 1904 elesse il nuovo consiglio con i seguenti risultati: Madre Costanza Caldara Superiora generale Suor Angela Capraro Vicaria Generale Suor Luigina Gandolfi Assistente Generale Suor Angela Demai Assistente Generale Suor Teresa Marini Assistente Generale Nel 1906 Suor Luigina Gandolfi si dimise e fu sostituita da Suor Melania Zozzi. Durante questo capitolo l’erezione della provincia del Sudan fu ufficialmente approvata dalla Santa Sede. Nel 1906 le Suore erano già 34 e lentamente la loro opera si allargò ad includere altre missioni: la missione di Wau nel marzo del 1919 fu la prima a ricevere le Suore dopo Lull. Anche qui le Suore iniziarono l’insegnamento del catechismo e aprirono un dispensario. Furono le prime donne europee ad arrivare a Wau e furono, perciò, guardate con curiosità e incredulità. Più tardi, su insistenza della popolazione aprirono una scuola femminile. Le suore arrivarono alla missione di Kayango nel 1923, a Kwajok nel 1927. 91

Come si resero presto conto, il Capo Kayango, creò più danni che vantaggi alla missione.<br />

L’aveva accolta unicamente per il prestigio di avere uomini bianchi nel suo territorio. Fece bene<br />

i suoi calcoli cercando di spremere il più possibile sia dal governo che dalla missione in termini<br />

di danaro e merci varie. Ma i missionari non avevano niente, erano poveri. Ogni qualvolta che<br />

arrivavano provviste, le scatole dovevano essere aperte in sua presenza. Lui prendeva tutto<br />

quello che gli piaceva, principalmente barattoli di sottaceti. Aveva il sostegno dei Mussulmani<br />

egiziani del posto e ricavava guadagni dal commercio degli schiavi. Non vi erano più assalti nei<br />

villaggi, ma sia i capi che i genitori davano a lui i loro sudditi o parenti, orfani del clan o figli di<br />

schiavi in cambio di alcool, armi e munizioni. Gli schiavisti dicevano che essi erano i loro<br />

schiavi o portatori: in tutta la nazione non c’erano più di 50 famiglie che potevano dirsi libere.<br />

Chiaramente Kayango cercava di far in modo che la missione non si sviluppasse.<br />

Difficoltà<br />

I missionari faticavano a sopravvivere. Ecco un rapporto medico di quei giorni:<br />

1905: sera del 25 novembre. p. Paul Koster ebbe un attacco di febbre nera. Il medico siriano<br />

prescrisse una purga e chinino liquido. Morì il 26 novembre.<br />

10 dicembre del 1905: P. Antonio Vignato ebbe un attacco di febbre. P. Carlo Tappi gli impartì<br />

l’estrema unzione e gli suggerì di promettere di recarsi a Lourdes qualora fosse stato<br />

risparmiato. Il medico britannico prescrisse brandy, acqua e brodo ogni due ore. Non era<br />

permesso vomitare.<br />

1906: gennaio. P. Vignato si rimise ma dovette ritornare in Italia in convalescenza a<br />

recuperare le forze. 2 luglio 1906: p. Volkenhuber, 28 anni morì a Mbili. P. Tappi dovette<br />

essere rimpatriato a causa di cattiva salute. Fr. Simone Fanti era in preda alla febbre nera a<br />

Wau.<br />

12 luglio 1906: P. Cirillo Frizzera, 37 anni di età morì a Wau.<br />

Agosto 1906: P. Firisin partì da Kayamgo per Khartoum per rimettersi in salute<br />

6 novembre 1906: Fr. Divina 39 anni morì a Wau<br />

9 novembre, 1906 P. Bottesi, 26 anni morì a Wau proveniente da Kayango<br />

Con cinque morti in un solo anno, i padri Colombaroli e Vianello decisero di chiudere le missioni<br />

di Bahr-el-Ghazal. Il Vescovo Geyer, però non informò i missionari della chiusura della<br />

missione perciò p. Vignato tornò a Kayamgo. P. Tappi ritornò a Wau a comunicare la decisione<br />

presa, ma permise ai missionari di rimanere e cercare di tenere aperta la missione chiudendo<br />

però Mbili. Si dice che verso la fine del 1906 arrivarono otto nuovi missionari e p. Tappi parlò<br />

loro dicendo: “non dobbiamo lasciar alcun dubbio nella mente dei nostri Superiori e del<br />

Governo che siamo pronti ad affrontare la sfida.. In virtù del voto religioso di ubbidienza che<br />

abbiamo preso, ordino che nessuno di voi muoia nel corso del prossimo anno!” Essi<br />

obbedirono: nessuno di loro morì. Passarono dieci anni prima che fosse scavata un’altra tomba<br />

nella regione di Bahr-el-Ghazal.<br />

La metodologia dei missionari.<br />

P. Vignato ed altri con lui miravano alla promozione integrale della persona sia con le scuole<br />

che con l’istruzione religiosa. Il giorno della festività di Sant’Antonio, 13 giugno 1906, un<br />

ragazzino di nome Morgiam si affacciò alla porta dell’ufficio di p. Vignato. Sui due piedi egli<br />

decise di aprire una scuola per ragazzi come lui. Insegnava loro il Catechismo. Sembra che i<br />

suoi metodi non piacessero molto ai suoi confratelli tedeschi che volevano venisse impartita<br />

prima l’istruzione generale e poi il catechismo, ma p. Vignato rimase fedele al suo metodo, e<br />

nel febbraio del 1907 ebbe la consolazione di vedere alcuni dei suoi ragazzi battezzati da P.<br />

Paolo Meroni, il Superiore Provinciale. P. Vignato ebbe un’altra piccola ma utile consolazione: il<br />

25 agosto p. Bertola portò la prima bicicletta del Bahr-el-Ghazal dal Cairo.<br />

Difficoltà con il Governo<br />

Nell’Uganda meridionale tra i Baganda, c’erano stati dei disordini fra Musulmani, Protestanti e<br />

Cattolici. Forse per evitare che ciò si ripetesse in futuro, il Governo di Khartoum passò una<br />

Legge nel 1903 denominata “Sistema riguardante il campo d’azione Missionario” che<br />

determinava le zone di attività delle varie religioni nel seguente modo: Il nord ai Musulmani;<br />

Bahr-el-Ghazal e gli Shilluk sulla sponda occidentale del Nilo ai cattolici; La sponda orientale<br />

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