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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Nel 1969 la Sacra Congregazione dei Riti consegnava al Postulatore dei Missionari Comboniani<br />

tutta la documentazione raccolta e autenticata. Fu solo nell’aprile del 2004 che la Diocesi di<br />

Verona riprese il processo sulla continuità della fama di santità del Vescovo e più tardi raccolse<br />

la documentazione sull’esercizio delle Virtù Eroiche.<br />

Così si farà a Khartoum.<br />

La speranza di arrivare a un buon termine è forte e il Postulatore, P. Arnaldo Baritusso mccj, è<br />

decisamente impegnato per questa causa.<br />

Mons. Francis Xavier Geyer<br />

Come successore del Vescovo Roveggio, Roma chiamò Mons. Francis Xavier Geyer. Nato nella<br />

Bavaria nel 1859, era entrato nell’Istituto di Comboni nel 1882 quando era ancora studente di<br />

teologia. Nello stesso anno, mentre era al Cairo scrisse la vita di Comboni. Quando Mons.<br />

Sogaro diede le dimissioni nel 1894, fu nominato Amministratore Apostolico del Vicariato <strong>fino</strong><br />

all’arrivo del vescovo Roveggio. Partì poi per Verona per il suo Noviziato. Dopo la professione si<br />

recò a Brixen come Superiore e maestro dei Novizi. La comunità divenne molto più numerosa<br />

durante il periodo che vi restò e la casa dovette essere ingrandita di conseguenza.<br />

Dopo la sua consacrazione vescovile a Monaco di Baviera nel 1903, si affrettò a raggiungere<br />

Khartoum dove continuò il lavoro di rimettere in sesto la missione e iniziò la costruzione della<br />

Cattedrale che non vide mai finita.<br />

Entro il 1903 c’erano circa 450 Cattolici a Khartoum su una popolazione di 20.000 di molte<br />

nazionalità e religioni diverse. Un buon numero erano del Sud Sudan, alcuni di loro erano ex<br />

schiavi che erano stati battezzati dal Vescovo Comboni, i rimanenti erano i loro figli.<br />

Padre Vantini nel suo libro “La Cristianità nel Sudan” 3 fa menzione di una signora Cattolica<br />

chiamata Margherita che accolse i nostri missionari quando nel 1899 visitarono Omdurman e la<br />

quale, sorprendentemente, diede più tardi il benvenuto al Vescovo Geyer al suo arrivo nel<br />

Bahr-el-Ghazal essendo essa tornata alla sua tribù dei Goli.<br />

Il Vescovo Geyer scrisse da Khartoum;: “Quei Sudisti sono il nostro esclusivo retaggio e sono<br />

qui a comprova della antichità della Chiesa Cattolica che è stata qui impiantata, quando altri<br />

istituti erano completamente assenti” 4 .<br />

L’opera pastorale fra i Cattolici consisteva principalmente di visite alle famiglie per rafforzare la<br />

loro fede ed incoraggiarle a frequentare i sacramenti.<br />

L’apertura e la gestione delle scuole era essenziale. Siccome erano le migliori scuole nella città,<br />

anche i genitori musulmani chiedevano che vi venissero accolti i loro figli. Il governo accolse le<br />

loro richieste alle seguenti condizioni: Il permesso scritto dei genitori, a volte il permesso del<br />

Governo, e la proibizione di battezzare.<br />

MISSIO EXCURRENS: con questo nome i nostri missionari indicavano il lavoro fra i cattolici<br />

Orientali. P. Otto Huber (1872-1954) era incaricato di far loro visita ovunque. Raggiungeva<br />

tutti ovunque si trovassero; Berber, Kassala, El-Fasher, e Nyala. Viaggiava sul dorso di un<br />

cammello e ci furono Cristiani che si ricordarono di lui <strong>fino</strong> agli anni sessanta.<br />

La priorità per il vescovo Geyer era comunque di aprire il Bahr-el-Ghazal al lavoro missionario: vi<br />

andò con la barca “Redemptor” <strong>fino</strong> a Mesra e poi a piedi lungo la pista piena di insidie, <strong>fino</strong> a Wau.<br />

Le missioni del Bahr-el-Ghazal meritano un ricordo speciale a causa delle difficoltà per<br />

raggiungerle. Wau ne era il centro provinciale ma il Vescovo Geyer e p. Vignato impiegarono<br />

dieci giorni di marcia per arrivarci da dove erano sbarcati.<br />

Siccome il posto era pieno di Musulmani, dopo un incontro con i capi del luogo, il Capo<br />

Kayango dette ai missionari un piccolo appezzamento di terreno dove nacque la stazione<br />

missionaria alla quale fu dato lo stesso nome del Capo che aveva accettato i missionari:<br />

Kayango. Nel 1905, il governo chiese ai missionari di aprire una scuola di falegnameria a Wau<br />

e sia P. Ernesto Firisin che P. Bernhard Zorn vi si recarono con rigorose istruzioni di astenersi<br />

dal diffondere qualsiasi dottrina.<br />

P. Antonio Vignato, allora solo ventiseienne, fu nominato Superiore di Kayango. Egli fu poi<br />

raggiunto da p. Bertola e fr. D. Augusto. Il capitale a loro disposizione era di solo quindici sterline.<br />

3 ib. Pagina 147<br />

4 Vedere Nigrizia n. 3 p. 35<br />

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