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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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assieme. Erano contenti di essere di nuovo un gruppo ma tristi perché le loro condizioni erano<br />

veramente disastrose “Come scheletri ambulanti.” scrisse uno dei sopravvissuti.<br />

Dopo circa tre settimane di permanenza al campo un incendio distrusse quasi tutte le capanne<br />

del campo inclusa quella dei missionari. Adesso non rimaneva loro nulla. Il signor Strambulie<br />

venne di nuovo in loro soccorso e fece costruire due piccole capanne. Per poter sopravvivere si<br />

dettero tutti da fare, chi intrecciava cesti, chi cuciva, etc.., qualsiasi cosa per poter vivere. Fu<br />

in quel periodo che p. Bonomi bruciando delle ossa e mischiando la polvere con della colla<br />

riuscì a ottenere un liquido che usò come inchiostro. Scrissero delle lettere a Khartoum ed<br />

anche le preghiere comuni che erano troppo difficili da tenere a mente. Le preghiere comuni<br />

furono un modo di alleviare le loro pene nell’unione con il Signore. Si confessavano spesso e<br />

apprezzavano molto la vicinanza l’uno dell’altro.<br />

Le Suore per la maggior parte del tempo restavano all’interno delle capanne per paura di<br />

essere insultate dai soldati, ma i Padri uscivano, anche se sorvegliati dagli arabi e<br />

battezzavano quei bambini in fin di vita o riconciliavano con la Chiesa quei Cristiani provenienti<br />

dal medio Oriente che avevano abbandonato la Fede abbracciando l’Islamismo.<br />

I missionari videro balenare pallide speranze di liberazione. A giugno del 1883 si venne a<br />

sapere che truppe guidate dal generale Hicks marciavano verso il Kordofan, ma il 4 novembre<br />

quando finalmente sferzarono l’attacco le truppe furono distrutte dall’armata del Mahdi e la<br />

situazione dei prigionieri peggiorò. Suor Teresa Grigolini riuscì ancora a mandare loro notizie a<br />

Khartoum. Biglietti scritti su piccoli pezzi di tessuto bianco, non c’era carta. Esortò la gente di<br />

Khartoum di lasciare la città e di rifugiarsi i Egitto perché le forze del Mahdi sarebbero presto<br />

arrivate alla Capitale.<br />

Nel dicembre 1883, Marietta Combatti riuscì a recarsi a Khartoum portando messaggi al<br />

Governatore e all’arrivo scoprì che i missionari, erano tutti andati via l’11 dicembre. I<br />

missionari presenti nella missione allora erano, P. L. Hanriot, i Fratelli C.P. Santoni, Domenico<br />

Donizzoni, le Suore Giuseppa Standola, Vittoria Paganini, Matilda Lombardi e Fortunata Zanoli,<br />

solo fratel Polinari era rimasto. Di ritorno a El Obeid, Marietta portava viveri per i suoi<br />

compagni, ma gli arabi rubarono tutto quanto essa aveva.<br />

Nel marzo 1884, il signor Strambulie che non aveva più fiducia nel Mahdi e aveva difficoltà a<br />

tirare avanti, decise di scappare ed invitò i missionari ad unirsi a lui. Le loro speranze<br />

crebbero, ma furono di nuovo sottoposti a sofferenze. Il messo del Mahdi li raggiunse, e ordinò<br />

loro di seguirlo <strong>fino</strong> alla casa di Abdullahi. Iniziò così un nuovo e più atroce martirio. Ad ogni<br />

loro rifiuto di diventare musulmani venivano brutalmente torturati. Un giorno Abdullahi disse<br />

loro apertamente che non li avrebbe uccisi, sapendo che era quello che desideravano, ma li<br />

avrebbe fatti soffrire … e soffrirono veramente molto.<br />

Furono dapprima separati. La separazione serviva per spezzare le loro forze. Suor Teresa, Suor<br />

Concetta e Suor Maria furono mandate presso altri gruppi di donne ed uomini da torturare,<br />

furono torturate brutalmente prima di essere date come schiave a tre delle mogli dei generali<br />

del Mahdi. Era il 1 aprile 1884. Anche gli uomini furono separati: P. Rossignoli e Fratel<br />

Regnotto furono mandati ad El Obeid mentre p. Bonomi p. Ohrwalder e Fratel Locatelli, dopo<br />

essere stati torturati furono separati e mandati come schiavi del Califfo ad un nuovo campo.<br />

Il 5 aprile del 1884, il Mahdi dette ordini di spostare l’intero campo a Rahad oltre El Obeid<br />

(circa 650 chilometri da Khartoum). Fu un’esperienza terribile per la nostra gente, separati,<br />

schiave delle mogli del Califfo. È incredibile come possono essere sopravvissuti a tale prova.<br />

Suor Concetta Corsi, in particolare era alla mercé di una donna malvagia. Quando cominciò il<br />

viaggio verso Rehel fu costretta a camminare scalza attraverso il deserto e si ridusse talmente<br />

male che pregò la sua padrona di lasciarla morire smettendo così la sua agonia. La moglie del<br />

Califfo, però, fece legare Suor Corsi ad un cammello e la fece trascinare. Dopo un pò di tempo<br />

la donna la abbandonò. Era notte. Un uomo le andò vicino e la suora cominciò a piangere. Altri<br />

uomini volevano abusare di lei,. Per sfuggire loro chiese di essere portata davanti al Mahdi<br />

dicendo “Voglio essere portata dal Mahdi per recitare la formula”. Al suo cospetto, però disse<br />

che non aveva nessuna intenzione di abbracciare l’Islam. Il Mahdi replicò che la formula<br />

sarebbe lentamente entrata nel suo cuore. “La trattò bene”.<br />

Le tre Sorelle rimaste nella casa di Abdullahi, Suor Caterina, Suor Elisabetta e Suor Fortunata<br />

non ebbero sorte migliore. Suor Fortunata, essendo sudanese, fu la prima ad essere presa di<br />

mira e torturata, quasi in fin di vita, lasciata agonizzante finché fu ordinato di portarla davanti<br />

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