Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Cristiane, oltre a presiedere su di loro in fede e carità. Egli andò quindi dal Papa, da Propaganda Fide, e dai Vescovi del Primo Concilio Vaticano. Fu in San Pietro che ricevette l’ispirazione fondamentale. - Obbedienza già all’inizio della sua opera: (MDC n. 83). “Non voglio iniziare niente senza il placet della Chiesa e tutto ciò che alla Chiesa non piace, non piace neanche a me. Se il Papa non guarda favorevolmente nella mia direzione straccerò il mio Piano” (Lozano p. 163) - Obbedienza nell’eseguire piani “In tutto prometto a Sua Eminenza, perfetta obbedienza, anche se dovessi morire con il cuore infranto” (MDC n. 81). - Obbedienza responsabile. Dopo la citazione sopra riportata Comboni scrisse: “Se Sua Eminenza non approva il mio Piano, ne stilerò un altro. Se non accetta neanche il secondo, ne stilerò un terzo, e così via fino alla morte”. Ciò detto, continuò a spingere perché fossero fatti dei passi: L’ora per l’Africa decisa da Dio è giunta, disse, dobbiamo togliere ogni indugio (MDC n. 84). Non fu d’accordo con Propaganda Fide sulla questione della divisione del Vicariato (MDC n. 87); reclamò in una lettera privata, ma accettò la decisione con rispetto e spirito di obbedienza, e offri anche la sua collaborazione. Capitolo Sesto 68
LE VICISSITUDINI DELL’ISTITUTO PARTE TERZA Gli Istituti dal 1881 al 2003 CAPITOLO PRIMO Dal 1881 al 1898 Le Reazioni all’interno dell’Istituto alla morte di Comboni. La morte repentina del Fondatore degli Istituti per le Missioni Africane, Mons. Daniele Comboni, afflisse e portò sconforto a tutti. Rimanevano due iniziative ancora problematiche – gli Istituti a Verona e al Cairo e il Vicariato dell’Africa Centrale. Per continuare, gli Istituti di Verona avevano personale sul luogo, Madre Maria Bollezzoli per le Suore e Padre Giuseppe Sembiante per i Padri e Fratelli. La prima reazione degli Istituti fu una ferma determinazione di continuare. P. Sembiante scrisse a Roma in questi termini: “È desiderio di molti qui a Verona che le Missioni ed i nostri Istituti, che devono la loro esistenza al vescovo Comboni, la cui morte non può essere sufficientemente rimpianta, siano preservati come monumento a quel distinto scomparso” 1 . Madre Bollezzoli scrisse alle Sorelle che si trovavano nelle Missioni: “Siate forti e non scoraggiatevi. Non perdetevi d’animo, ma mantenete il vostro coraggio e continuate senza timore nel campo che la Divina Provvidenza vi ha affidato. Non guardate indietro ma andate avanti con passo sicuro sulle orme del vostro magnifico Padre. Ascoltate le sue grida dalla cima della montagna che egli ha già raggiunto: Avanti! Avanti!” (lettere circolare 18 ottobre 1881) 2 Dello stesso tono erano i sentimenti espressi dai Missionari in Africa. P. Bonomi, Vicario Generale, scrisse a p. Sembiante dal Delen il 7 novembre: “La notizia è giunta a noi solo ieri. Più che impauriti ci ha lasciato sbigottiti, Non possiamo credere che sia successo, e non abbiamo idea di quello che potrà succedere alla nostra sfortunata missione. La notizia ci ha trovati totalmente impreparati. Ma tutti noi in Khartoum, El – Obeid, e fra i Nubiani, benché tutti noi ne abbiamo sentito la perdita, siamo fermamente determinati di continuare con la nostra santa impresa con la forza che Dio voglia darci e con la Sua Grazia. Saremmo forse indegni di produrre magnifici frutti, ma siamo sempre disposti a soffrire per Gesù Cristo e la sua gloria. Sono certo che questi sono i sentimenti di tutti come dissero nelle loro lettere 3 .” “Il Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale è stato saggiamente affidato all’Istituto di Verona, ed è da là che assistenza, conforto, e supporto ci giungerà di modo che l’opera che Comboni, si potrebbe dire, ha fondato e alla quale ha dato inizio, possa continuare. …. Chiedo gentilmente di esprimere questi nostri sentimenti a Sua Eminenza, Cardinale di Canossa, di modo che egli non fraintenda il silenzio che abbiamo tenuto fino ad ora significhi che siamo scoraggiati, o anche peggio che siamo inclini a abbandonare tutto. Stiamo tranquillamente aspettando che colui che sarà il responsabile, ci dica cosa ci sia da fare per questa sfortunata Africa, affidandoci alla Divina Provvidenza che ci ha sempre sostenuto nelle circostanze pericolose che abbiamo già passato.” 4 1 Aldo Gilli Storia dell’Istituto missionario Comboniano 1881-1885 p. 10. 2 Suor Elisa Pezzi, L’Istituto Pie Marie della Nigrizia 1881 – 1901, p. 6 3 A. Gilli ib. p. 9 4 A. Gilli ib. p. 6 69
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LE VICISSITUDINI DELL’ISTITUTO<br />
PARTE TERZA<br />
Gli Istituti dal 1881 al 2003<br />
CAPITOLO PRIMO<br />
Dal 1881 al 1898<br />
Le Reazioni all’interno dell’Istituto alla morte di Comboni.<br />
La morte repentina del Fondatore degli Istituti per le Missioni Africane, Mons. Daniele Comboni,<br />
afflisse e portò sconforto a tutti.<br />
Rimanevano due iniziative ancora problematiche – gli Istituti a Verona e al Cairo e il Vicariato<br />
dell’Africa Centrale. Per continuare, gli Istituti di Verona avevano personale sul luogo, Madre<br />
Maria Bollezzoli per le Suore e Padre Giuseppe Sembiante per i Padri e Fratelli.<br />
La prima reazione degli Istituti fu una ferma determinazione di continuare. P. Sembiante<br />
scrisse a Roma in questi termini:<br />
“È desiderio di molti qui a Verona che le Missioni ed i nostri Istituti, che devono la loro<br />
esistenza al vescovo Comboni, la cui morte non può essere sufficientemente rimpianta, siano<br />
preservati come monumento a quel distinto scomparso” 1 .<br />
Madre Bollezzoli scrisse alle Sorelle che si trovavano nelle Missioni:<br />
“Siate forti e non scoraggiatevi. Non perdetevi d’animo, ma mantenete il vostro coraggio e<br />
continuate senza timore nel campo che la Divina Provvidenza vi ha affidato. Non guardate<br />
indietro ma andate avanti con passo sicuro sulle orme del vostro magnifico Padre.<br />
Ascoltate le sue grida dalla cima della montagna che egli ha già raggiunto: Avanti!<br />
Avanti!” (lettere circolare 18 ottobre 1881) 2<br />
Dello stesso tono erano i sentimenti espressi dai Missionari in Africa. P. Bonomi, Vicario<br />
Generale, scrisse a p. Sembiante dal Delen il 7 novembre:<br />
“La notizia è giunta a noi solo ieri. Più che impauriti ci ha lasciato sbigottiti, Non possiamo<br />
credere che sia successo, e non abbiamo idea di quello che potrà succedere alla nostra<br />
sfortunata missione. La notizia ci ha trovati totalmente impreparati. Ma tutti noi in<br />
Khartoum, El – Obeid, e fra i Nubiani, benché tutti noi ne abbiamo sentito la perdita,<br />
siamo fermamente determinati di continuare con la nostra santa impresa con la forza che<br />
Dio voglia darci e con la Sua Grazia. Saremmo forse indegni di produrre magnifici frutti,<br />
ma siamo sempre disposti a soffrire per Gesù Cristo e la sua gloria. Sono certo che questi<br />
sono i sentimenti di tutti come dissero nelle loro lettere 3 .”<br />
“Il Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale è stato saggiamente affidato all’Istituto di<br />
Verona, ed è da là che assistenza, conforto, e supporto ci giungerà di modo che l’opera<br />
che Comboni, si potrebbe dire, ha fondato e alla quale ha dato inizio, possa continuare. ….<br />
Chiedo gentilmente di esprimere questi nostri sentimenti a Sua Eminenza, Cardinale di<br />
Canossa, di modo che egli non fraintenda il silenzio che abbiamo tenuto <strong>fino</strong> ad ora<br />
significhi che siamo scoraggiati, o anche peggio che siamo inclini a abbandonare tutto.<br />
Stiamo tranquillamente aspettando che colui che sarà il responsabile, ci dica cosa ci sia da<br />
fare per questa sfortunata Africa, affidandoci alla Divina Provvidenza che ci ha sempre<br />
sostenuto nelle circostanze pericolose che abbiamo già passato.” 4<br />
1 Aldo Gilli <strong>Storia</strong> dell’Istituto missionario Comboniano 1881-1885 p. 10.<br />
2 Suor Elisa Pezzi, L’Istituto Pie Marie della Nigrizia 1881 – 1901, p. 6<br />
3 A. Gilli ib. p. 9<br />
4 A. Gilli ib. p. 6<br />
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