Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Con i suoi missionari<br />
“Grazie al Dio delle misericordie, il mio Vicariato e le sue Opere camminano secondo lo<br />
spirito di Gesù Cristo,, e si riesce a fare non poco bene, ma molto, malgrado enormi<br />
difficoltà, e croci che mi vengono da chi dovrebbe cagionarmi invece consolazioni. Ma le<br />
opere di Dio sono sempre state così. Confidato in Dio, io vo’ innanzi nella mia via,<br />
contento di morire per Gesù e per la Nigrizia.” (Daniele Comboni Messaggi, n° 72; Scritti,<br />
n° 6956)<br />
Questa conversazione fra Comboni e Padre Losi è caratteristica:<br />
“Mio figlio, scrivi quello che vuoi contro di me a Sua Eminenza; scrivi a Roma, a<br />
Propaganda, ed al Papa, che sono un furfante meritevole del patibolo ecc. Ma ti perdonerò<br />
sempre e ti amerò sempre. Se rimani nella missione e converti e salvi i miei diletti Nuba<br />
per me, sarai sempre il mio caro figlio, e ti benedirò <strong>fino</strong> a quando morirò.”<br />
Famoso per le sofferenze che dovette sopportare con i Camilliani e principalmente con padre<br />
Carcereri il quale chiese ai suoi Superiori di denunciarlo a Propaganda Fide; Comboni non si<br />
difese fin quando non fu convocato dalla stessa. Il fatto che fu completamente scagionato di<br />
tutto quanto era stato accusato è evidenziato dal fatto di essere stato nominato Vescovo da<br />
Propaganda Fide non molto tempo dopo.<br />
Matrimonio mistico<br />
Il seguente brano è talmente caratteristico che può essere considerato un matrimonio mistico<br />
di Comboni con Croci che dovette portare nel corso della Sua vita:<br />
“Vedrà l’Eminenza Vostra che anche in questa nuova burrasca, il nemico dell’umana salute<br />
cercò d farmi del male; e comprenderà che sono tante le tempeste che mi opprimono, e<br />
che è un miracolo se potrò resistere al peso di tante croci. Ma io mi sento talmente pieno<br />
di forza e di coraggio e di confidenza in Dio e nella B. Vergine Maria, che sono sicuro di<br />
superar tutto, e di prepararmi ad altre croci più grandi per l’avvenire. Già vedo e<br />
comprendo che la “Croce” mi è talmente amica, e mi è sempre sì vicina, che l’ho eletta da<br />
qualche tempo per mia Sposa indivisibile ed eterna. E colla Croce per “isposa” diletta e<br />
maestra sapientissima di prudenza e sagacità, con Maria mia “Madre” carissima, e con<br />
Gesù mio “tutto”, non temo, o Eminentissimo Principe, né le procelle di Roma, né le<br />
tempeste di Egitto, né i torbidi di Verona, né le nuvole di Lione e Parigi; e certo a passo<br />
lento e sicuro camminando sulle spine arriverò ad iniziare stabilmente e piantare l’Opera<br />
ideata della rigenerazione della Nigrizia centrale, che tutti hanno abbandonata e che è<br />
l’opera più difficile e scabrosa dell’apostolato cattolico.” (Daniele Comboni Messaggi, n°<br />
224; Scritti, n° 1709-10)<br />
Desiderio per le Croci<br />
Comboni non solo accetta e accoglie le croci ma le desidera:<br />
“Frattanto avendo io sempre bramato le croci, come salutari e necessarie per l’incremento<br />
delle opere sante, ed il buon Gesù essendomi stato largo di queste malgrado la mia<br />
indegnità, sono lieto di adorare con piena rassegnazione le disposizioni della Provvidenza,<br />
che ha permesso l’ossequiato nostro Eminentissimo Card. Prefetto nella sua limpidezza<br />
recasse non lieve nocumento alle mie risorse.” (Daniele Comboni Messaggi, n° 225;<br />
Scritti, n° 1941)<br />
Desiderio di martirio<br />
Comboni desidera il martirio. Così scrive al Cardinale di Canossa:<br />
“Per carità promuova in Concilio la questione, e parli della Nigrizia, e della maniera di<br />
guadagnare a Cristo cento milioni di anime Negre; dica che non mancano mai nella Chiesa<br />
gli operai evangelici che sospirano al martirio come la più cara e soave ricompensa delle<br />
più ardue fatiche; e tutti noi quattro siamo tutti disposti di sostenere a piè fermo la morte<br />
col più atroce dei martiri anche per salvare un’anima sola della Nigrizia: per noi i calori<br />
dell’Africa sono come uno zeffiro in Italia al più buon Parroco veronese. Se poi il S. Padre,<br />
o il Concilio avessero ad alzare la voce in favore della Nigrizia, ed a rivolgersi ai cattolici<br />
etc … noi moriamo dalla consolazione.” (Daniele Comboni Messaggi, n°58; Scritti, n°<br />
2194)<br />
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