Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Le Regole – Commenti storici Nessun Istituto può esser approvato o operare in modo conforme senza Regole. Quindi, nel Rinnovamento dell’Istituto, Comboni dovette preparare delle Regole. Regole del 1871: Comboni le preparò consultando le Regole di altri istituti principalmente quelle dell’Istituto Pontificio per le Missioni Estere fondato a Milano da Mons. Marinoni nel 1850. Comboni le presentò al Cardinale di Canossa al quale non piacquero alcuni punti e chiese a Comboni di riscriverle. Non sappiamo esattamente quali fossero le Obiezioni del Cardinale di Canossa, ma considerando come erano state compilate le regole del 1872, possiamo dedurre che il cardinale le voleva più giuridiche e più brevi. Comboni le rielaborò e nel febbraio 1872 le presentò a Propaganda Fide. Quando nel 1874, P. Carcereri si recò a Roma,Comboni gli chiese di seguire il loro progresso presso Propaganda. Quello che doveva fare era di inserire nel testo le osservazioni del Consigliere di Propaganda o cambiare le Regole secondo quanto richiesto. Carcereri, invece, inserì diversi cambiamenti suoi personali che dettero l’impressione che fosse un testo totalmente nuovo. Propaganda consegnò le Regole ad un altro Consigliere, per ulteriore considerazione e questo ritardò la loro approvazione, tanto che Comboni morì senza che esse fossero ancora state approvate. Sembra che P. S. Carcereri, di riconosciuta mentalità completamente differente da quella di Comboni, volesse che le Missioni avessero legami molto più tenui con l’Istituto, secondo lo schema originario del Seminario per le missioni. Queste differenze che si fecero notare anche in altre situazioni, dettero vita alla “Controversia Camilliana” che ebbe effetti negativi sull’operato missionario del Vicariato e su Comboni stesso. Gli sviluppi dell’Istituto Quando Comboni partì alla volta dell’Africa (17 settembre 1872), l’Istituto aveva: - un eccellente Rettore, P. Antonio Squaranti il quale aveva ricevuto direttive ben precise per lo svolgimento del suo lavoro; - Regole ispirate; - Sufficienti fondi per operare; - il Consiglio permanente dell’Associazione del buon Pastore; - 5 missionari a Verona, 6 al Cairo 4 nel territorio; - Promozione delle vocazioni e internazionalità Anche dal territorio missionario Comboni continuò i suoi sforzi di animazione e quando tornò in Italia partecipò a celebrazioni caratteristiche e a pellegrinaggi, come quello del Crocefisso di Como e Piacenza dove presenziarono 14 Vescovi. Scrisse articoli per la stampa a Torino. Tenne una grande quantità di corrispondenza. Nel 1879 scrisse 700 lettere (solo 80 delle quali sono arrivate a noi), nel 1871 da gennaio a maggio soltanto, scrisse circa 1347 lettere Viaggiava per incontrare gente e si mise in contatto con altri Istituti anche all’estero: P. Jansens dell’Istituto del Verbo Divino in Belgio, personalità in Gran Bretagna ed America. Dal 15 maggio 1879 al 10 ottobre 1881 reclutò 40 candidati: 23 italiani, 17 di altre nazioni. Nuove case degli Istituti A Verona si potevano ospitare soltanto 20 persone e nel 1879 Comboni ne accettò 23. Prese in considerazione la possibilità aprire altre case in Austria, Francia e Siria, ma era troppo a corto di fondi per portare a termine simili progetti. La donazione di una casa a Sestri, Italia occidentale, andò a finire in niente. Contattò l’Ordine delle Stigmate ed anche i Gesuiti della Università del Libano, che accettarono candidati per studiare l’arabo. Alla fine, comunque, solo Daniele Sorur vi andò Nessun progresso in questo senso fu fatto data la mancanza di fondi e la morte di Comboni. Ulteriori difficoltà nell’Istituto Padre Antonio Squaranti, sacerdote della Diocesi di Verona era un buon Rettore. Nel 1877 chiese di raggiungere Comboni in Africa (dove morì nel novembre del 1878). 40

La responsabilità dell’Istituto fu data a P. Paolo Rossi delle Diocesi di Verona: era stato nelle missioni e era stato suo segretario dal 1874 al 1876. Comboni lo nominò Rettore provvisorio il 13 dicembre 1877. P. Rossi aveva solo 28 anni e non era all’altezza del compito specialmente per quanto concerneva l’aspetto finanziario. Sembra che per mandare avanti l’Istituito di Verona egli usasse le offerte per le missioni. Inoltre le accuse dei Camilliani nei confronti del Comboni cominciavano a circolare e a Verona. Dopo l’arrivo del Comboni in città (15 maggio 1879), in preda ad una grande depressione e temendo di aver perso la sua fiducia, P. Rossi si dimise (agosto-settembre 1879) senza avvisare Comboni, e tornò alla Diocesi di Verona. Alla ricerca di un nuovo Superiore, Comboni si mise in contatto con il Superiore Generale dei Gesuiti, il quale rispose che, benché fosse disposto ad aiutarlo non lo poteva fare in quel momento. Il Superiore Generale dell’ordine delle Stigmate inviò P. Sembianti, come incaricato provvisorio fino all’arrivo della persona designata dai Gesuiti e con l’intesa che avrebbe anche dato una mano anche per le Suore. Padre Giuseppe Sembianti (1880-1885) fu apprezzato dal Comboni come uomo pio e capace e lo invitò a tenersi in contatto con tutti i missionari scrivendo loro, ogni tanto, delle lettere. Lo descrisse come alquanto caparbio, pessimista e scrupoloso. Ciò non dimeno, si fidava di lui e gli scrisse molte lettere confidenziali e sincere; la sua amicizia fu di grande conforto per Comboni. P. Sembianti fu rettore fino a quando non subentrarono i Gesuiti nel 1885 dopo di che divenne responsabile per le finanze e l’economia dell’Istituto Religioso fino al 1896, quando ne diventò membro. Morì nel 1914 all’età di 78 anni nella nostra casa di Brescia dove era direttore spirituale. Statistiche Dal 1867 al 1881, 126 candidati si unirono all’Istituto: 73 sacerdoti, 53 laici, dei quali 90 italiani e 36 di altre nazionalità. Alla morte di Comboni 30 erano morti e 60 se ne erano andati. Alla data del 10 ottobre 1881, l’Istituto contava 35 membri dei quali 21 erano in missione e 14 a Verona. L’ISTITUTO DELLE PIE MADRI DELLA NIGRIZIA In seguito alla sua esperienza in Africa Comboni ritenne necessaria la presenza di Suore nelle missioni. Scrisse alla Società di Colonia che la loro presenza era “essenziale ed indispensabile”. Produsse un articolo e lo pubblicò nel 1878: “Sono stato nelle missioni con molti sacerdoti italiani e tedeschi, ma non avremmo ottenuto nessun risultato senza le Suore, e senza la grazia del Signore saremmo stati i pericolo noi stessi”. A completamento del suo Piano Comboni desiderava che il suo Istituto fosse affiancato da un altro per le donne. Ne aveva fatto menzione per iscritto nel 1867 al Cardinale Barnabò. “Assieme ad un Istituto per uomini, il Cardinale di Canossa ne ha avviato uno per donne”. Con questo Comboni faceva riferimento ad un piano del Vescovo Castellacci. Secondo le Visioni di Suor Teresa de Angelis, l’Istituto per Suore esposto da Comboni doveva essere fondato da Mons. Castellacci e Suor Teresa stessa, e avrebbe seguito le Regole dell’Ordine del Buon Pastore, del quale il Vescovo Castellaci e Suor Teresa sarebbero stati riconosciuti come Fondatori. A questo fine, il Vescovo Castellacci aveva accettato 12 ragazze africane istruite presso l’Istituto Mazza di Verona. Le istruiva con l’intenzione di dare avvio all’Istituto di Suore. Questo era un chiaro segno che Castellacci voleva prendere il posto di Comboni nel progetto delle Suore. Comboni però, non credeva nella Suora visionaria e lo zelo per l’Africa dimostrato dal prelato, per cui non riconobbe tale Istituto e reclamò le 12 ragazze africane. Il prelato creò molte difficoltà e rifiutò di cedere le ragazze le quali, provenivano dall’Istituto di Don Mazza. Intervenne i l Cardinale Barnabò e riuscì a disimpegnare nove ragazze; per le altre tre fu necessario l’intervento dello stesso Papa dato che Castellacci era Vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma. Come risultato della riunione dell’Associazione del Buon Pastore tenuta il 21 novembre 1871, il 1 gennaio 1872 Comboni fondò l’Istituto Religioso delle “Pie Madri della Nigrizia”. Il 12 gennaio 1872 Cardinale Canossa dette la sua approvazione ufficiale. La prima postulante accettata fu Maria Caspi e la seconda Maria Scandola. 41

Le Regole – Commenti storici<br />

Nessun Istituto può esser approvato o operare in modo conforme senza Regole. Quindi, nel<br />

Rinnovamento dell’Istituto, Comboni dovette preparare delle Regole.<br />

Regole del 1871: Comboni le preparò consultando le Regole di altri istituti principalmente<br />

quelle dell’Istituto Pontificio per le Missioni Estere fondato a Milano da Mons. Marinoni nel<br />

1850. Comboni le presentò al Cardinale di Canossa al quale non piacquero alcuni punti e chiese<br />

a Comboni di riscriverle. Non sappiamo esattamente quali fossero le Obiezioni del Cardinale di<br />

Canossa, ma considerando come erano state compilate le regole del 1872, possiamo dedurre<br />

che il cardinale le voleva più giuridiche e più brevi.<br />

Comboni le rielaborò e nel febbraio 1872 le presentò a Propaganda Fide.<br />

Quando nel 1874, P. Carcereri si recò a Roma,Comboni gli chiese di seguire il loro progresso<br />

presso Propaganda. Quello che doveva fare era di inserire nel testo le osservazioni del<br />

Consigliere di Propaganda o cambiare le Regole secondo quanto richiesto.<br />

Carcereri, invece, inserì diversi cambiamenti suoi personali che dettero l’impressione che fosse<br />

un testo totalmente nuovo. Propaganda consegnò le Regole ad un altro Consigliere, per<br />

ulteriore considerazione e questo ritardò la loro approvazione, tanto che Comboni morì senza<br />

che esse fossero ancora state approvate.<br />

Sembra che P. S. Carcereri, di riconosciuta mentalità completamente differente da quella di<br />

Comboni, volesse che le Missioni avessero legami molto più tenui con l’Istituto, secondo lo<br />

schema originario del Seminario per le missioni.<br />

Queste differenze che si fecero notare anche in altre situazioni, dettero vita alla “Controversia<br />

Camilliana” che ebbe effetti negativi sull’operato missionario del Vicariato e su Comboni stesso.<br />

Gli sviluppi dell’Istituto<br />

Quando Comboni partì alla volta dell’Africa (17 settembre 1872), l’Istituto aveva:<br />

- un eccellente Rettore, P. Antonio Squaranti il quale aveva ricevuto direttive ben precise per<br />

lo svolgimento del suo lavoro;<br />

- Regole ispirate;<br />

- Sufficienti fondi per operare;<br />

- il Consiglio permanente dell’Associazione del buon Pastore;<br />

- 5 missionari a Verona, 6 al Cairo 4 nel territorio;<br />

- Promozione delle vocazioni e internazionalità<br />

Anche dal territorio missionario Comboni continuò i suoi sforzi di animazione e quando tornò in<br />

Italia partecipò a celebrazioni caratteristiche e a pellegrinaggi, come quello del Crocefisso di<br />

Como e Piacenza dove presenziarono 14 Vescovi.<br />

Scrisse articoli per la stampa a Torino.<br />

Tenne una grande quantità di corrispondenza. Nel 1879 scrisse 700 lettere (solo 80 delle quali<br />

sono arrivate a noi), nel 1871 da gennaio a maggio soltanto, scrisse circa 1347 lettere<br />

Viaggiava per incontrare gente e si mise in contatto con altri Istituti anche all’estero: P.<br />

Jansens dell’Istituto del Verbo Divino in Belgio, personalità in Gran Bretagna ed America. Dal<br />

15 maggio 1879 al 10 ottobre 1881 reclutò 40 candidati: 23 italiani, 17 di altre nazioni.<br />

Nuove case degli Istituti<br />

A Verona si potevano ospitare soltanto 20 persone e nel 1879 Comboni ne accettò 23. Prese in<br />

considerazione la possibilità aprire altre case in Austria, Francia e Siria, ma era troppo a corto<br />

di fondi per portare a termine simili progetti. La donazione di una casa a Sestri, Italia<br />

occidentale, andò a finire in niente. Contattò l’Ordine delle Stigmate ed anche i Gesuiti della<br />

Università del Libano, che accettarono candidati per studiare l’arabo. Alla fine, comunque, solo<br />

Daniele Sorur vi andò Nessun progresso in questo senso fu fatto data la mancanza di fondi e la<br />

morte di Comboni.<br />

Ulteriori difficoltà nell’Istituto<br />

Padre Antonio Squaranti, sacerdote della Diocesi di Verona era un buon Rettore. Nel 1877<br />

chiese di raggiungere Comboni in Africa (dove morì nel novembre del 1878).<br />

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