Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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La “Novità” del Piano. Il “Progetto per la conversione dell’Africa” è presentato come “nuovo”. Questa caratteristica di “novità” appare molto chiaramente nel brano che segue. “L’esperienza ha quindi chiaramente dimostrato che il sistema adottato sino ad ora, mentre si è dimostrato utile per la conversione degli atei in altre parti del mondo, è tuttavia improponibile per la rigenerazione dell’interno africano”, e Comboni parla delle sua personale esperienza. L’originalità del progetto di Comboni è nell’urgenza e risoluzione con cui affronta un dilemma, la profondità del quale è illustrata dalle sue conseguenze: “La terribile idea di vedere la Chiesa sospendere, forse per molti secoli, il suo lavoro per così tanti milioni di anime che ancora languiscono nelle tenebre e l’ombra della morte”. La novità è anche il fatto che il Piano “Mi è apparso nella mente come un fulmine” Questo ci lascia sorpresi per la sua sovrannaturale originalità. Una lettera che scrisse da Roma al suo Superiore P. Nicola Mazza datata 20 ottobre 1864, eloquentemente rivela l’eccitazione dal quale nacque il “Nuovo Piano”: “Io credo che questo Piano sia opera di Dio, perché è sgorgato tutto d’un tratto il 15 settembre mentre stavo facendo il triduum alla Beata Margherita Maria Alacoque; e così il 18 settembre, il giorno in cui questa serva di Dio fu beatificata, il Cardinale Barnabò finì di leggere il mio Piano. Ci lavorai sopra per 60 ore consecutive”. “Fu la provvidenza a guidare la mia mente ed il mio cuore”. L’altro aspetto dell’originalità del Progetto consiste nel fatto che dall’ora in poi, la via che Comboni era chiamato a seguire era chiaramente segnata davanti a lui, la via per la quale sarebbe vissuto e morto donando tutto se stesso: “Nigrizia o morte!”. La rigenerazione dell’Africa non si raggiunge unicamente tramite l’istruzione del clero locale e con l’istituire strutture ecclesiastiche come Chiese, Parrocchie o Diocesi. Il punto d'arrivo è la radicale trasformazione dei valori culturali che non sono in contraddizione con il Vangelo. In questo Comboni condivide i punti di vista di altri missionari ma è molto più pratico avendo un chiaro progetto dell’integra promozione della persona umana. (vedere Gonzalez, Comboni: “En el Corazón de la Mission Africana” pagine 291-292) Indicativo è quanto Mazza scrisse al Cardinale Barnabò da Verona, 3 febbraio 1865 (vedere Mons. Grancelli, pagina 83): “A livello teologico, come dico, il progetto (il Piano di Comboni) mi piace, ma prevedo molte difficoltà ancora nel cercare di eseguirlo. Sentivo ed ancora sento di non esser assolutamente in grado di sconfiggerle e conquistare. Questa è la ragione per cui dissi a Padre Comboni che, da parte mia, non avrei osato promuovere tale impresa, ma che non avrei fermato lui dal farlo, in quanto non volevo oppormi a qualcosa per il quale lui si sentiva capace e entusiasta. Gli dissi di non agire come se avesse il mio incoraggiamento, ma piuttosto come se fosse separato ed indipendente da me. Se quest’opera dovesse iniziare, per grazia di Dio, io assieme al mio Istituto saremmo sempre pronti ad aiutare fin dove possibile...Tutto è possibile per Dio.. Questa è la ragione per cui Comboni non è più considerato membro del nostro Istituto” Il Piano, inoltre non si riferisce soltanto all’Africa Centrale, ma a tutto il continente; include un richiamo a tutta la Chiesa di sentire le sue responsabilità per la conversione degli africani “I più poveri e più abbandonati” e per il loro sviluppo integrale. Il “Postulato” Inviato al Concilio Vaticano I Con una lettera di accompagnamento Comboni spedì il documento che doveva essere discusso e avvallato dal primo Concilio Vaticano. Fu firmato da 71 vescovi, ma non poté essere discusso in quanto il Concilio fu interrotto. Riportiamo qui il “Postulato” stesso. Le ragioni date e l’entusiasmo nella presentazione che scaturisce dalla lettera di copertura si comprendono dal testo del Piano. “Postulato” al Sacro Concilio Ecumenico Vaticano per i Popoli dell’Africa Centrale: “I Padri sottoscritti, con grande umiltà e fervide suppliche, implorano il Sacro Concilio Ecumenico Vaticano che, mentre guarda con attenzione a tutto il mondo, impietosito dalle necessità di tutti, si degni di rivolgere almeno uno sguardo di compassione all’Africa Centrale. Essa infatti è oppressa da mali gravissimi, supera in estensione più di due volte la superficie di tutta l’Europa e abbraccia cento milioni e più di figli di Cam, cioè, la decima parte di tutta l’umanità”. 34

“L’Apostolato cattolico ha fatto ripetutamente in ogni tempo degli sforzi grandissimi per far entrare l’Africa nella vera Chiesa di Gesù Cristo. Infatti gran parte delle sue coste fu occupata da molti Vicariati e Prefetture Apostoliche e da alcune Diocesi. Ma il Centro dell’Africa è ancora quasi del tutto inesplorato e sconosciuto e, benché la Sacra Congregazione di Propaganda Fide, specialmente nei tempi più recenti abbia ravvivato la sua sollecitudine per tale causa, tuttavia queste regioni dell’Africa Centrale languiscono ancora quasi abbandonate nella loro miseria, senza Pastore, senza Apostoli, senza Chiesa e senza Fede.” “Di fronte a questa realtà, i Padri sottoscritti pregano con grande insistenza il Sacro concilio Ecumenico che si degni di persuadere i Vescovi, con una cortese esortazione e con un accordo, a procurare degni operai del Vangelo o qualunque altro aiuto a questa vigna abbandonata del Signore. E, se lo giudicherà opportuno, inviti con la sua solenne autorità tutto il mondo cattolico a soccorrerla, raccomandando la celeste e santa impresa e domandando l’aiuto efficace di tutto il popolo cristiano perché possa rifiorire” È di grande interesse notare con quanta passione Comboni scrive al Cardinale di Canossa su questo punto: “Spero di partire da Alessandria il 1° di marzo, ed all’8 sarò a Roma. Ora che si sta discutendo sugli Affari del Rito Orientale e quindi delle Missioni Cattoliche, non sarebbe la circostanza opportuna perché ella si mettesse d’accordo col Card. Barnabò e con Mons. Delegato per alzare la voce in Concilio in favore dell’Africa Centrale, di 100 milioni di Negri che giacciono sepolti nelle ombre della morte? Non sarebbe un affare di grande rilevanza il proporre e discutere sul modo di conquistare alla Chiesa la decima parte dell’Umanità, che tanti sforzi di 18 secoli non hanno potuto guadagnare a Cristo? Non sarebbe questo il momento di fare un colpo di stato, e d’invocare i lumi della Chiesa, e l’appoggio di tutti i cattolici del mondo rappresentati dai Vescovi del Concilio, per avere in poco tempo uomini e denaro da stringere d’assedio la Nigrizia? Ah! Monsignore e Padre mio! Mi sembra che sarebbe questo un argomento degno del Concilio. L’E. V. alzi la Voce e dica a Pio Nono: “Emitte, Beatissime Pater, vocem tuam, et renovabitur facies Africae”.(Parlate Beatissimo Padre, e il volto dell’Africa sarà rinnovato.) Una parola del Santo Padre in Concilio, un’adesione dei Vescovi, sì, tutti i cattolici del mondo presterebbero attenzione, e butterebbero quattrini per l’Africa, e sorgerebbero Apostoli per la Nigrizia. Si degni, Monsignore, di riflettere su questo pensiero, e abbia il coraggio di insistere, di pregare, di seccare tutti i R. mi Padri, e soprattutto il Cardinale Nostro Prefetto, e non li lasci fino a che non ha attenuto l’intento. La Sacra Famiglia, spero, farà questa grazia a me, ai miei compagni, ai nostri Istituti, che pregano per questo scopo quotidianamente.” (messaggio di Daniele Comboni n. 57) Conclusione Fu così quindi che Comboni realizzò la preghiera del moribondo P. Francesco Oliboni alla missione nella Santa Croce (26 marzo 1858) “Fratelli, io muoio, e sono felice di morire, perché questo è il volere di Dio; ma non dovete perdervi d’animo per questo; non lasciate che le vostre risoluzioni si offuschino, continuate il lavoro che avete cominciato anche se rimanesse solo uno di voi, non deve darsi per vinto e capitolare. Dio vuole la conversione degli africani Io muoio con questa certezza nel cuore” (Mons. Grancelli ib. P. 37). Alla celebrazione del centenario della morte del Cardinale Lavigerie, fondatore dei Missionari dell’Africa, (Padri Bianchi) nel 1992, P. François Renault (MA) scrisse nel suo libro che il Piano di Comboni probabilmente ebbe una decisiva influenza sulle imprese Missionarie del Cardinale Lavigerie. (1825-1892) Dopo aver spiegato il piano di Comboni e spiegato la ragione del suo motto “Salvare l’Africa con gli Africani”, l’autore fa riferimento all’incontro di Cardinale Lavigerie con Comboni a Parigi nel 1865. Poi scrive: “Il piano di Comboni fu approvato dalla Santa Sede ed egli visitò un certo numero di nazioni europee alla ricerca di comunità religiose disposte ad eseguirlo. Fu durante una di queste visite che incontrò Lavigerie a Parigi nel 1865. Come Vescovo di Nancy, Lavigerie 35

“L’Apostolato cattolico ha fatto ripetutamente in ogni tempo degli sforzi grandissimi per far<br />

entrare l’Africa nella vera Chiesa di Gesù Cristo. Infatti gran parte delle sue coste fu occupata<br />

da molti Vicariati e Prefetture Apostoliche e da alcune Diocesi. Ma il Centro dell’Africa è ancora<br />

quasi del tutto inesplorato e sconosciuto e, benché la Sacra Congregazione di Propaganda Fide,<br />

specialmente nei tempi più recenti abbia ravvivato la sua sollecitudine per tale causa, tuttavia<br />

queste regioni dell’Africa Centrale languiscono ancora quasi abbandonate nella loro miseria,<br />

senza Pastore, senza Apostoli, senza Chiesa e senza Fede.”<br />

“Di fronte a questa realtà, i Padri sottoscritti pregano con grande insistenza il Sacro concilio<br />

Ecumenico che si degni di persuadere i Vescovi, con una cortese esortazione e con un accordo,<br />

a procurare degni operai del Vangelo o qualunque altro aiuto a questa vigna abbandonata del<br />

Signore. E, se lo giudicherà opportuno, inviti con la sua solenne autorità tutto il mondo<br />

cattolico a soccorrerla, raccomandando la celeste e santa impresa e domandando l’aiuto<br />

efficace di tutto il popolo cristiano perché possa rifiorire”<br />

È di grande interesse notare con quanta passione Comboni scrive al Cardinale di Canossa su<br />

questo punto:<br />

“Spero di partire da Alessandria il 1° di marzo, ed all’8 sarò a Roma. Ora che si sta discutendo<br />

sugli Affari del Rito Orientale e quindi delle Missioni Cattoliche, non sarebbe la circostanza<br />

opportuna perché ella si mettesse d’accordo col Card. Barnabò e con Mons. Delegato per alzare<br />

la voce in Concilio in favore dell’Africa Centrale, di 100 milioni di Negri che giacciono sepolti<br />

nelle ombre della morte? Non sarebbe un affare di grande rilevanza il proporre e discutere sul<br />

modo di conquistare alla Chiesa la decima parte dell’Umanità, che tanti sforzi di 18 secoli non<br />

hanno potuto guadagnare a Cristo? Non sarebbe questo il momento di fare un colpo di stato, e<br />

d’invocare i lumi della Chiesa, e l’appoggio di tutti i cattolici del mondo rappresentati dai<br />

Vescovi del Concilio, per avere in poco tempo uomini e denaro da stringere d’assedio la<br />

Nigrizia?<br />

Ah! Monsignore e Padre mio! Mi sembra che sarebbe questo un argomento degno del Concilio.<br />

L’E. V. alzi la Voce e dica a Pio Nono: “Emitte, Beatissime Pater, vocem tuam, et renovabitur<br />

facies Africae”.(Parlate Beatissimo Padre, e il volto dell’Africa sarà rinnovato.)<br />

Una parola del Santo Padre in Concilio, un’adesione dei Vescovi, sì, tutti i cattolici del mondo<br />

presterebbero attenzione, e butterebbero quattrini per l’Africa, e sorgerebbero Apostoli per la<br />

Nigrizia.<br />

Si degni, Monsignore, di riflettere su questo pensiero, e abbia il coraggio di insistere, di<br />

pregare, di seccare tutti i R. mi Padri, e soprattutto il Cardinale Nostro Prefetto, e non li lasci<br />

<strong>fino</strong> a che non ha attenuto l’intento. La Sacra Famiglia, spero, farà questa grazia a me, ai miei<br />

compagni, ai nostri Istituti, che pregano per questo scopo quotidianamente.” (messaggio di<br />

Daniele Comboni n. 57)<br />

Conclusione<br />

Fu così quindi che Comboni realizzò la preghiera del moribondo P. Francesco Oliboni alla<br />

missione nella Santa Croce (26 marzo 1858)<br />

“Fratelli, io muoio, e sono felice di morire, perché questo è il volere di Dio; ma non dovete<br />

perdervi d’animo per questo; non lasciate che le vostre risoluzioni si offuschino, continuate<br />

il lavoro che avete cominciato anche se rimanesse solo uno di voi, non deve darsi per<br />

vinto e capitolare. Dio vuole la conversione degli africani Io muoio con questa certezza nel<br />

cuore”<br />

(Mons. Grancelli ib. P. 37).<br />

Alla celebrazione del centenario della morte del Cardinale Lavigerie, fondatore dei Missionari<br />

dell’Africa, (Padri Bianchi) nel 1992, P. François Renault (MA) scrisse nel suo libro che il Piano<br />

di Comboni probabilmente ebbe una decisiva influenza sulle imprese Missionarie del Cardinale<br />

Lavigerie. (1825-1892)<br />

Dopo aver spiegato il piano di Comboni e spiegato la ragione del suo motto “Salvare l’Africa<br />

con gli Africani”, l’autore fa riferimento all’incontro di Cardinale Lavigerie con Comboni a Parigi<br />

nel 1865. Poi scrive:<br />

“Il piano di Comboni fu approvato dalla Santa Sede ed egli visitò un certo numero di<br />

nazioni europee alla ricerca di comunità religiose disposte ad eseguirlo. Fu durante una di<br />

queste visite che incontrò Lavigerie a Parigi nel 1865. Come Vescovo di Nancy, Lavigerie<br />

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