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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Non molto tempo dopo iniziò a soffrire di forti attacchi di febbre i quali spesso lo portavano<br />

vicino alla morte e dovette quindi tornare a Verona nel giugno del 1859.<br />

Dal 1860 al 1864<br />

Questo periodo fu di riflessione e analisi, di pensieri ricorrenti della sua esperienza missionaria<br />

e delle molte morti che avvenivano, dell’apparente impossibilità per gli europei di vivere e<br />

lavorare nell’Africa Centrale. Fu a causa della sua disponibilità alle missioni che Don Mazza<br />

dette a Comboni il compito (26 settembre 1860) di andare ad Aden a riscattare alcuni schiavi<br />

neri per portarli poi a Verona dove sarebbero stati accolti nei Collegi Africani che facevano<br />

parte dell’istituto. Passando da Roma (20 dicembre 1860) ebbe la sua prima udienza con Papa<br />

Pio IX. Il colloquio fu molto breve e Comboni gli chiese di benedire gli Istituti di Verona e<br />

naturalmente quelli africani. Lasciò il Papa con grande pace nel cuore.<br />

Arrivò ad Aden (12 gennaio 1861) e dopo molte tediose formalità poté finalmente partire il 2<br />

febbraio con sette bambini africani. Ebbe molte difficoltà in Egitto per il loro imbarco verso<br />

l’Europa, ma alla fine ce la fece. Queste difficoltà erano dovute al fatto che la schiavitù era<br />

stata di recente abolita: perciò Comboni dovette provare che non portava quei ragazzi verso la<br />

schiavitù. Arrivò a Verona il 18 marzo dove fece tutto il possibile per ché i ragazzi fossero<br />

accolti nel migliore dei modi.<br />

Fu nominato Vice Rettore dei Collegi Africani appartenenti all’Istituto Mazza (18 marzo). E<br />

lavorò nell’istruzione degli africani per tre anni.<br />

Data la sua posizione, ebbe occasione di recarsi in Germania dove prese contatti con la<br />

“Società di Colonia” istituita per il riscatto e cura dei bambini africani schiavi. Tutti i contatti avuti e<br />

riflessioni fatte durante quel periodo maturarono la sua vocazione all’Apostolato africano.<br />

Fu infatti, nel 1864, mentre pregava sulla tomba di S. Pietro a Roma (15 settembre) all’inizio<br />

del Triduum in preparazione alla beatificazione di Santa Maria Margherita Alacoque, che<br />

concepì il suo “Piano per la Rigenerazione dell’Africa” che immediatamente presentò al Prefetto<br />

di Propaganda, Cardinale Alessandro Barnabò il 18 settembre, il giorno della beatificazione di<br />

Santa Maria Margherita, d a Pio IX il giorno successivo. Su suggerimento del Cardinale<br />

Barnabò, intraprese un viaggio attraverso l’Europa (Ottobre) per promuovere le missioni.<br />

Passando da Torino pubblicò (dicembre) la prima edizione italiana del “Piano”.<br />

Dal 1864 al 1872<br />

Dopo l’ispirata concezione del Piano, Comboni ritenne di aver ricevuto da Dio la responsabilità<br />

delle missioni africane. Si recò in tutta Europa, Francia, Germania, Inghilterra, per promuovere<br />

la sua opera e chiedere assistenza finanziaria.<br />

Questo periodo di grandi successi ebbe anche il suo lato oscuro. Mentre era all’estero c’era<br />

stato il tentativo di espellerlo dall’Istituto Mazza. Con il cuore pesante Comboni si affrettò a<br />

tornare a Verona<br />

(giugno 1865) dove si ritrovò con P. Mazza il quale lo accolse come un figlio e lo mandò a<br />

Roma (25 giugno). Là, a nome dell’Istituto doveva chiedere una missione in Africa.<br />

Nella ricerca di una missione per l’Istituto, Comboni tenne presente che il Vicariato dell’Africa<br />

Centrale era stato affidato ai Francescani responsabili del Vicariato d’Egitto. Si mise in contatto<br />

con il Superiore Generale dei Francescani il quale gli suggerì di parlare con P. Ludovico di<br />

Casoria. Comboni e P. Ludovico andarono a Roma presso Propaganda Fide per discutere il<br />

problema. Furono fatti i seguenti suggerimenti<br />

- Il territori ad est del Nilo dall’Egitto all’Equatore confinando con l’Etiopia all’Istituto di Don<br />

Mazza;<br />

- Il territori a ovest del Nilo <strong>fino</strong> all’equatore e senza limiti ad ovest, ai Francescani.<br />

Sembra che a P. Ludovico la divisione non andasse a genio, ed il viaggio <strong>fino</strong> a Scellal di<br />

Comboni e il Padre non approdò a nulla.<br />

Nel 1866, inoltre, Padre Tomba, successore di P. Mazza, ufficialmente declinò di prendere<br />

alcuna responsabilità per la parte a loro assegnata. Si rese comunque disponibile a mettere a<br />

disposizione di Comboni alcune ragazze educate a Verona.<br />

Comboni, non si disperò: si ricordò delle parole di P. Oliboni sul suo letto di morte: “Se solo<br />

uno di voi restasse, esso continuerà la missione”.<br />

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