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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Tutto ciò che faceva unito al grande zelo che mostrava, derivavano dalla sua vita di preghiera<br />

e meditazione. Anche se avesse dedicato lunghe ore al suo lavoro quotidiano o avesse dovuto<br />

viaggiare a lungo, egli trovava sempre il tempo da dedicare due o tre ore alla preghiera.<br />

Suonava e cantava con l’entusiasmo di un bambino; fu sempre fedele alla preghiera comune e<br />

le devozioni. Il suo studio e la sua camera erano pieni di libri, molti dei quali sulla meditazione,<br />

la spiritualità, il misticismo e le vite dei santi.<br />

Vale la pena ricordare che la sua profonda vita spirituale lo portò ad essere eletto Presidente<br />

della Commissione per la “ Santificazione della Chiesa” nella Conferenza Episcopale (assieme a<br />

quella delle missioni, ovviamente).<br />

Fu sempre fedele alla giornata mensile di ritiro spirituale, alla confessione settimanale e alle<br />

devozioni dei Missionari Comboniani. Di lui fu detto che era il più “Comboniano” di tutti i<br />

Comboniani e più religioso di tutti gli altri religiosi. Maneggiava grandi somme di danaro, ma visse<br />

sempre poveramente, dipendendo dagli altri, senza un soldo in tasca; per sè non comprava mai<br />

niente. La obbedienza alla “Chiesa “ (le decisioni della Conferenza Episcopale e quelle della Santa<br />

Sede) fu completa, <strong>fino</strong> ai minimi dettagli.<br />

Era stimato internazionalmente per il suo lavoro ed i suoi scritti. Fu molto apprezzato dalla Chiesa<br />

ecuadoriana perché, senza diventare estremista, fu coraggioso nella sua difesa dei Diritti Umani,<br />

nella promozione delle culture, nel suo servizio ai poveri. Era molto amato nel suo Vicariato, la<br />

gente si rivolgeva a lui come pastore e padre, i sacerdoti sapevano di essere compresi e<br />

apprezzati, le Suore sapevano che riconosceva il loro valore. Rispettava ed amava i personaggi<br />

politici e le autorità, sempre alla ricerca di una cooperazione positiva per il bene del popolo, anche<br />

se a volte non era facile trattare con loro. Nel suoi articoli e discorsi, criticava aspramente la<br />

corruzione e il modo in cui la provincia di Esmeraldas veniva trascurata, propendeva per i più<br />

poveri e abbandonati.<br />

Dopo tre interventi addominali per tumore, Mons. Bartolucci morì a Quito il 10 febbraio 1995.<br />

FRATEL AUGUST CAGOL (1879 –1977) Un gentiluomo educato dai valori cristiani. Nella sua<br />

Omelia al funerale di Frate Cagol, P. Geog Klose, ex Superiore Generale del MFSC disse:<br />

“‘La mia casa è il mondo’, sembra che abbia detto suo padre di se stesso: queste parole<br />

possiamo applicarle anche a Fratel Cagol. Questo suo desiderio di andare per il mondo deve<br />

averlo ereditato da suo padre, ingegnere delle ferrovie. I diversi impegni di lavoro lo portavano<br />

a viaggiare in giro per la Germania e il resto dell’Europa per cui la sua famiglia non ebbe mai<br />

una residenza stabile. La vita del nostro compianto confratello è stata alquanto simile. “<br />

Fratel August Cagol nacque a Darfeld, nella Diocesi di Münster, Germania settentrionale, il 6<br />

marzo 1879. Il 17 luglio 1900, entrò come postulante nella Herz-Jesu-Missionhaus Milland<br />

(Bressanone). Dopo un mese, inizio il suo noviziato. L’8 settembre due anni dopo, prese i voti<br />

perpetui com’era d’uso allora. Aveva 23 anni.<br />

Per professione era giardiniere, ma sin dall’inizio delle sua vita religiosa mostrò una sua particolare<br />

caratteristica: la sua disponibilità e talento a fare qualsiasi cosa ci fosse bisogno di fare. Madre<br />

natura lo aveva largamente dotato, era pure molto intelligente, quindi sapeva fare molte cose. Era<br />

capace di fare il cuoco, il giardiniere, l’economo, il segretario del vescovo, l’editore della rivista<br />

missionaria di allora, “ Stern der Niger” (Stella dei Negri). Durante la sua lunga vita come religioso,<br />

i suoi incarichi sia in patria che nelle missioni furono molteplici. In qualsiasi situazione, si trovava<br />

sempre a suo agio.<br />

La sua attività di segretario del suo ex maestro dei Novizi Mons. Geyer, per lunghi anni dal<br />

1904 al 1915 e anche durante un breve periodo in seguito, devono averlo molto influenzato.<br />

Fino alla fine egli non dimenticò mai mons. Geyer. Alcuni giorni prima della sua morte, quando<br />

non era più in grado di pensare chiaramente, scambiò uno dei nostri confratelli che era andato<br />

a trovarlo per il vescovo Geyer.<br />

Fratel Cagol entrò nella nostra Congregazione molti anni prima che si dividesse. Fu uno degli<br />

ultimi membri della Congregazione tedesca a lavorare nelle Missioni del Sudan. Se fosse<br />

vissuto altri due anni avrebbe visto la riunificazione dopo la divisione avvenuta nel 1923. Era,<br />

in ogni caso, presente a Ellwangen quando i Capitoli dei due Istituti decisero di riunirsi. Fu<br />

sentito esclamare “ O felix culpa”, tanto era felice della riunione.<br />

Dopo aver svolto i suoi compiti come segretario del Vescovo Geyer nel 1916 tornò in Europa e<br />

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