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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Altri punti che sono riaffermati o sottolineati<br />

La riflessione teologica (il giudicare) deve basarsi sulla conoscenza (il vedere) della realtà della<br />

nostra gente che domanda giustizia, libertà e il rispetto dei loro diritti fondamentali (40).<br />

L’essere Discepolo di Cristo deve essere vissuto in modo autentico e nutrito dal Vangelo, ma<br />

non dobbiamo dimenticare le dimensioni politiche e sociali del messaggio nello spirito della<br />

comunione e della partecipazione con i nostri fedeli (48).<br />

Dare la preferenza all’assistenza dei giovani latino-americani che sembrano condannati a<br />

vivere senza i benefici propri della giovinezza.<br />

La promozione della donna all’interno della Chiesa stia a cuore a tutti: questo deve portare ad<br />

un maggior loro coinvolgimento a pianificare il lavoro pastorale che il clero condivide con loro.<br />

Gli Indio e gli Afro-Americani<br />

Tutti gli agenti pastorali devono dedicarsi ai gruppi di indios e di afro-americani: essi vengono<br />

tenuti ai margini della civiltà e vivono in condizioni disumane. Essi devono essere considerati i<br />

più poveri fra i poveri (34). Una evangelizzazione adeguata deve arrivare anche a loro, nessun<br />

gruppo deve essere dimenticato dagli agenti pastorali. (365).<br />

I nostri confratelli in particolare quelli del Brasile e dell’Ecuador, se ne occuparono con vivo<br />

impegno. Alcuni di loro hanno fatto delle ricerche sulla loro storia, i loro costumi e tradizioni.<br />

Commenti<br />

I documenti di Puebla, ed in seguito quelli di Santo Domingo del 1993 non parlano affatto della<br />

“TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE “. Quello che adesso prevale è il termine “ Teologia dell’Azione<br />

Pastorale” che non è molto diversa dalla così detta “Teologia Contestuale” per quanto concerne la<br />

metodologia.<br />

Alcuni TEOLOGI DELLA LIBERAZIONE seguono l’analisi di dividere gli esseri umani fra gli oppressi e<br />

gli oppressori. L’analisi di Gesù nel capitolo 26 di S. Matteo divide gli esseri umani fra coloro<br />

che amano il prossimo e coloro che non lo amano. Difatti, quando l’oppresso prende il posto<br />

dell’oppressore e libera per amore, egli continuerà ad amare. Altrimenti, egli stesso. diventerà<br />

un oppressore, come tutti i liberatori che hanno liberato attraverso la violenza e l’odio. Quasi<br />

tutti i leader marxisti leninisti dal liberatore Lenin a Stalin a Mao-Tse –Tung, a Polpot, a Fidel<br />

Castro, Menghistu, Samora Machel ed altri ancora fecero esattamente così.<br />

I veri liberatori come Gandhi e Martin Luther King non odiavano, non usavano violenza,. E’ vero,<br />

essi stessi morirono, ma salvarono milioni di persone che sarebbero altrimenti morti nella violenza<br />

che genera altra violenza e perpetua odio e vendetta. (Il Rwanda ne è un classico esempio).<br />

L’OPZIONE PER I POVERI può essere meglio identificata come l’opzione per gli impotenti, per<br />

chiarire che il povero non è soltanto colui che è economicamente povero, ma tutti coloro che<br />

subiscono ingiustizie, che vengono discriminati, gli innocenti ingiustamente condannati dai<br />

tribunali civili o militari languiscono in prigione. Fra di loro possiamo trovare gente agiata, ma<br />

che è impotente come i malati o gli incurabili.<br />

Come per dare aiuto ai poveri ci rivolgiamo ai ricchi, così per gli impotenti ci rivolgiamo ai<br />

potenti. Non è questione di compromettere i nostri principi, e neanche mettersi dalla loro parte<br />

o usufruire dei loro benefici: questo è successo in passato e può succedere ancora adesso. Non<br />

dobbiamo dare questa impressione oggi, ma come Comboni, per l’amore dei poveri e<br />

impotenti, ci avviciniamo ai ricchi e potenti per cercare di dar loro l’opportunità di fare del bene<br />

che il Signore può ricompensare con la conversione e la salvezza. Gesù venne per i peccatori<br />

sia ricchi che poveri. Dobbiamo interessarci anche dei ricchi affinché possiamo aiutarli ad<br />

accettare il dono della conversione a Gesù, la vera ricchezza per tutti.<br />

Testimoni<br />

MONS. RINO CARLESI: un uomo povero per i poveri. Pistoia 1922 – Verona 1999, Vescovo di<br />

Balsas (1967-1999)<br />

Mons. Carlesi che prese i voti perpetui nel 1946 fu ordinato sacerdote il 31 maggio 1947. Il suo<br />

sogno era di diventare missionario in Africa e così durante gli anni del corso di teologia iniziò<br />

ad imparare l’inglese. I Superiori, però, lo mandarono in Portogallo e da lì in Brasile.<br />

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