Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Data la scarsa opinione che i vescovi avevano dei mozambicani, al momento dell’indipendenza si trovavano nel paese solo 27 sacerdoti diocesani. La Santa Sede, però fu in grado di scegliere fra di loro i nuovi vescovi ed arcivescovi. Burundi 2 Tutti e undici i nostri confratelli furono deportati nel 1977 assieme a 4 missionari volontari laici. Altri confratelli erano già partiti. La loro espulsione fu annunciata alla radio. Furono dichiarati “ persona non grata“ sui documenti d’espulsione. L’attrito con il governo ebbe inizio con il massacro del popolo Hutu nel 1972, quando furono uccise 250.000 persone dal governo Tutsi. I nostri missionari che lavoravano e vivevano fra gli Hutu, non potevano, giustamente, accettare questo massacro, né il silenzio dei loro Vescovi. Il pretesto per la loro espulsione fu un articolo pubblicato in una delle nostre riviste contro I. Bagaza, l’allora presidente. Nuove aperture Kenya (1971) Il Capitolo del 1969 aveva prospettato (vedere Boll. N. 90 p. 27) e affidato alla Direzione Generale, il compito di aprire non appena possibile, una nuova missione in territorio anglofono. Gli eventi in Uganda e l’esistenza di diversi territori di prima evangelizzazione in Kenya suggerirono questa scelta. Furono assunti degli impegni nella Diocesi di Eldoret alla fine del 1971. Gli abitanti erano 1.500.000 dei quali circa 80.000 cattolici. Il 90% della popolazione era pagana. Si sperava che i missionari di St. Patrick’s Society Kalteegan presenti nella Diocesi accettassero in cambio un impegno in Karamoja, ma non fu così. Comunque iniziammo con 6 comunità su due direttive: Kampala – Nairobi – Mombasa;- Uganda-Nairobi – Addis Abeba. Seguimmo questa strada supponendo che la strada Nairobi – Moyale sarebbe poi stata asfaltata, come fu asfaltata Moyale (Etiopia), Addis Abeba. Nel 1974 c’erano già 16 comunità con 40 confratelli e il Kenya fu eretta regione. Malawi (1974) I Confratelli del Mozambico avevano ripetutamente chiesto di avere il vicino Malawi come alternativa. Vi furono aperte quattro missioni nel 1974 nella Arcidiocesi di Blantyre vicino alla frontiera con il Mozambico, inclusa una a Gambula sulla strada che va da Nampula a Tete. Diventò una Delegazione nel 1977 e Regione nel 1979. Furono aperte altre due missioni nel 1978 nella vicina Diocesi di Chadisa (Zambia) dove parlano la stessa lingua, il Chichewa, parlata nel Malawi. Quest’apertura fu provvidenziale negli anni a venire quando migliaia di profughi fuggirono nel Malawi dal Mozambico, seguiti dai nostri missionari Sacerdoti, Fratelli e Suore. Rondonia (Brasile) Considerando che le vocazioni locali, sia diocesane che religiose erano in aumento nel Sud del Brasile, e che l’Amazonia stava aprendosi ad immigrati dalla regione dell’Espìritu Santo dove stavamo già operando, assumemmo nuovi impegni in Amazonia (Stato di Rondonia) nella Diocesi di Porto Velho con la fondazione della missione di Cacoal nel 1974. Gli Indios del Messico Ricordandoci che siamo per i più poveri ed abbandonati, e avvalendoci del fatto che Baja California poteva offrire alcuni confratelli, assumemmo alcuni impegni fra gli Indios del Messico meridionale. Furno aperte due missioni nella Diocesi di Tuxtepec (Stato dell’Oaxaca) Ojitlan nel 1972 e Siltepec nel 1974. 2 Vedere Bollettino n. 118 244
Costa Rica (1979) Forti delle molte vocazioni e della pace permanente in Costa Rica, prendemmo un nuovo impegno pastorale a Limon, maggio del 1979, mentre un centro per la promozione vocazionale fu aperto a San José la capitale, nel febbraio del 1979 (vedere Boll. N. 123) Fu altresì notato che nessun altro Istituto Missionario era presente in quel paese e che sia le autorità civili che quelle religiose erano favorevoli alla nostra presenza. Sud Sudan Dopo l’espulsione di tutti i missionari europei dal Sud Sudan, vi rimasero tre confratelli sudanesi. A seguito di forti pressioni da parte nostra, fu permesso a quattro fratelli non sudanesi di tornarci nel 1976. Alla fine del 1979 alcuni sacerdoti ebbero il permesso di rientrare ad insegnare in alcune scuole. Erano presenti 11 confratelli nel territorio. L’erezione di nuove Regioni Il Capitolo del 1969 aveva chiesto al Consiglio Generale di rafforzare i piccoli gruppi preesistenti per facilitare lo scambio del personale, l’identità Comboniana e il grande aiuto dato alle diocesi dove eravamo presenti. La strategia seguita, ove possibile era di aprire nuove missioni in nazioni confinanti, dove si parlava la stessa lingua come era successo per il Malawi. In questo modo, qualora altri missionari fossero espulsi da una nazione, potevano andare a lavorare nel paese vicino senza troppe difficoltà. Le seguenti Regioni approfittarono di questa Direttiva: ZAIRE (eretta nel 1972) nel 1971 – 25 confratelli che lavoravano in 6 missioni nel 1979 – 63 confratelli che lavoravano in 13 missioni TOGO (eretta nel 1976) nel 1971 – 18 confratelli che lavoravano in 6 missioni nel 1979 – 37 confratelli che lavoravano in 11 missioni REPUBBLICA CENTRO AFRICANA (aperta per rifugiati sudanesi nel 1966; eretta il 22 dicembre 1975) nel 1971 – 16 confratelli in 4 comunità nel 1979 – 39 confratelli in 11 comunità ETIOPIA unita all’Egitto fino al Capitolo del 1969: eretta a Regione il 25 settembre 1969. nel 1971 – 39 confratelli in 9 missioni nel 1979 – 58 confratelli in 12 missioni Metodologia e Identità Missionaria – Capitolo del 1975 Nonostante le difficoltà create dalle nuove tendenze, il nostro Istituto sia nella sua politica che nella sua identità rimase sostanzialmente stabile. Ad una riunione tenuta a Birmingham, Inghilterra, nel 1972 per tutti gli istituti che lavoravano in territori missionari noi eravamo fortemente a favore della necessità che gli istituti missionari continuassero nelle loro attività come sempre. Sapevamo, tuttavia, che eravamo entrati in una nuova era missionaria dove molte nuove tendenze dovevano essere affrontate ed eventualmente accettate assieme alle Chiese: Universale e particolari. Queste nuove tendenze furono trattate nel loro insieme nel Capitolo del 1975. Il documento principale del Capitolo del 1975 Il Documento principale del Capitolo del 1975 fu “I Missionari Comboniani nella Missione Odierna”. Il documento chiaramente testimonia “ Sentiamo la necessità di confermare le dimensioni fondamentali del nostro lavoro missionario per far sì che diventi una vera 245
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Costa Rica (1979)<br />
Forti delle molte vocazioni e della pace permanente in Costa Rica, prendemmo un nuovo<br />
impegno pastorale a Limon, maggio del 1979, mentre un centro per la promozione vocazionale<br />
fu aperto a San José la capitale, nel febbraio del 1979 (vedere Boll. N. 123)<br />
Fu altresì notato che nessun altro Istituto Missionario era presente in quel paese e che sia le<br />
autorità civili che quelle religiose erano favorevoli alla nostra presenza.<br />
Sud Sudan<br />
Dopo l’espulsione di tutti i missionari europei dal Sud Sudan, vi rimasero tre confratelli<br />
sudanesi. A seguito di forti pressioni da parte nostra, fu permesso a quattro fratelli non<br />
sudanesi di tornarci nel 1976. Alla fine del 1979 alcuni sacerdoti ebbero il permesso di<br />
rientrare ad insegnare in alcune scuole. Erano presenti 11 confratelli nel territorio.<br />
L’erezione di nuove Regioni<br />
Il Capitolo del 1969 aveva chiesto al Consiglio Generale di rafforzare i piccoli gruppi<br />
preesistenti per facilitare lo scambio del personale, l’identità Comboniana e il grande aiuto dato<br />
alle diocesi dove eravamo presenti.<br />
La strategia seguita, ove possibile era di aprire nuove missioni in nazioni confinanti, dove si<br />
parlava la stessa lingua come era successo per il Malawi.<br />
In questo modo, qualora altri missionari fossero espulsi da una nazione, potevano andare a<br />
lavorare nel paese vicino senza troppe difficoltà.<br />
Le seguenti Regioni approfittarono di questa Direttiva:<br />
ZAIRE (eretta nel 1972)<br />
nel 1971 – 25 confratelli che lavoravano in 6 missioni<br />
nel 1979 – 63 confratelli che lavoravano in 13 missioni<br />
TOGO (eretta nel 1976)<br />
nel 1971 – 18 confratelli che lavoravano in 6 missioni<br />
nel 1979 – 37 confratelli che lavoravano in 11 missioni<br />
REPUBBLICA CENTRO AFRICANA<br />
(aperta per rifugiati sudanesi nel 1966; eretta il 22 dicembre 1975)<br />
nel 1971 – 16 confratelli in 4 comunità<br />
nel 1979 – 39 confratelli in 11 comunità<br />
ETIOPIA unita all’Egitto <strong>fino</strong> al Capitolo del 1969: eretta a Regione il 25 settembre 1969.<br />
nel 1971 – 39 confratelli in 9 missioni<br />
nel 1979 – 58 confratelli in 12 missioni<br />
Metodologia e Identità Missionaria – Capitolo del 1975<br />
Nonostante le difficoltà create dalle nuove tendenze, il nostro Istituto sia nella sua politica che nella<br />
sua identità rimase sostanzialmente stabile. Ad una riunione tenuta a Birmingham, Inghilterra, nel<br />
1972 per tutti gli istituti che lavoravano in territori missionari noi eravamo fortemente a favore<br />
della necessità che gli istituti missionari continuassero nelle loro attività come sempre. Sapevamo,<br />
tuttavia, che eravamo entrati in una nuova era missionaria dove molte nuove tendenze dovevano<br />
essere affrontate ed eventualmente accettate assieme alle Chiese: Universale e particolari. Queste<br />
nuove tendenze furono trattate nel loro insieme nel Capitolo del 1975.<br />
Il documento principale del Capitolo del 1975<br />
Il Documento principale del Capitolo del 1975 fu “I Missionari Comboniani nella Missione<br />
Odierna”. Il documento chiaramente testimonia “ Sentiamo la necessità di confermare le<br />
dimensioni fondamentali del nostro lavoro missionario per far sì che diventi una vera<br />
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