Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Direttori e Ratio<br />
Le nuove strutture e le nuove metodologie necessitavano una revisione dei Direttori e Carte di<br />
lavoro per le istituzioni formative, sia a livello centrale sia ai livelli nazionali. Il lavoro iniziò ma<br />
proseguì alquanto lentamente in quanto doveva essere definito da un’esperienza di vita da<br />
parte dei candidati e formatori che dovevano affrontare le nuove tendenze dei giovani e della<br />
società circostante. Questo lavoro portò alla pubblicazione, in seguito della “ Ratio<br />
Fondamentalis Istitutionis et Studiorum” pubblicato nel 1991.<br />
Centri di Animazione missionaria<br />
Anche i centri di animazione missionaria dovettero essere revisionati. Furono così aperti centri<br />
per giovani il cui scopo principale era la promozione vocazionale, in quanto la crisi nei Seminari<br />
minori era già iniziata.<br />
L’apertura di strutture di animazione e formazione in Africa<br />
L’unica casa di formazione di base in Africa era il Seminario minore di Decameré in Eritrea<br />
aperto nel 1963. Con una o due eccezioni tutti i candidati al Noviziato, anche quelli provenienti<br />
dal Sudan o Uganda venivano mandati in Europa, principalmente in Italia. L’esperimento, nel<br />
suo insieme, però, non ebbe molto successo.<br />
P. Todesco aveva intenzione nel 1957, di aprire un Noviziato in Uganda e il Vescovo Cesana<br />
offrì il terreno dove costruirlo. L’iniziativa, però, non venne mai attuata, inoltre neanche<br />
l’apertura di Seminari minori in declino in Europa, sembrava una cosa fattibile.<br />
La prima casa per il Postulato fu aperta a Kampala nel 1976, seguita dal Noviziato che<br />
accoglieva candidati da altre nazioni anglofone. Lo Zaire seguì a ruota con alcuni candidati<br />
fratelli postulanti a Kisangani i quali in seguito fecero il loro Noviziato, nello stesso luogo<br />
(1980).<br />
Come far fronte alla continuazione della crisi nell’Istituto<br />
Nonostante fosse stata identificata la causa del massiccio esodo e aver trovato rimedi, la crisi<br />
continuò. Questo era comunque normale in quanto i rimedi non erano ancora stati attuati.<br />
L’eliminazione delle vecchie tendenze continuava mentre l’introduzione dei nuovi principi e<br />
relative attività stentavano a prendere piede. Dobbiamo anche aggiungere che non tutti i<br />
formatori erano all’altezza degli standard richiesti, non tutti erano in grado di bilanciare<br />
l’antitesi al passato con le nuove inclinazioni della società. La fusione del nuovo ed il vecchio<br />
può essere sintetizzata nelle seguenti affermazioni:<br />
I formatori ed i Superiori dovevano continuare a richiedere il massimo dai loro candidati ma<br />
con il massimo rispetto. Il passato era caratterizzato dalla richiesta del massimo sforzo, <strong>fino</strong> ad<br />
arrivare a coartare la libertà delle persone. In questo periodo invece, prevaleva il massimo<br />
rispetto dell’individuo a scapito delle esigenze della comunità e della formazione. Restrizioni e<br />
sacrifici non venivano pensati come condivisione del Mistero Pasquale dal Giovedì Santo alla<br />
Domenica di Pasqua.<br />
Nelle relazioni con gli altri prevaleva il principio di spontaneità mal interpretata invece del<br />
salutare principio di “sincerità”, come se la natura e le attività umane non fossero influenzate<br />
dalla debolezza dataci dal peccato originale: il naturalismo ed il razionalismo spesso<br />
prevalevano contro quelli che erano gli “autentici valori sovrannaturali” ed i princìpi della<br />
nostra fede come dai Vangeli e dalle tradizioni della Chiesa. (Cf. Rom.7:14-20; 12: 1-12; Gal<br />
5:17) Forse furono ignorati i consigli di San Paolo:” Per me niente è proibito, ma non tutto<br />
aiuta a far crescere l’edificio. Nessuno deve cercare di avvantaggiarsi, bensì avvantaggiare gli<br />
altri” (1 Cor. 10: 23-25). Il testo latino è più conciso: “ Omnia licent, sed non omnia oportent”.<br />
Dobbiamo aggiungere che la pratica di dedicare un’ora alla preghiera personale non era molto<br />
seguita. Quando fece la sua relazione al Consiglio Generale del 1975, il Superiore Generale<br />
disse che dalle esperienze fatte nelle sue visite a tutte le comunità non più del 20 %<br />
praticavano questa norma, per la maggior parte fratelli di una certa età.<br />
Dobbiamo inoltre aggiungere che alcuni confratelli provenienti da Seminari ed alcune vocazioni<br />
tardive non avevano percepito il nostro servizio di Missionari Comboniani come espressione<br />
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