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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Quella gente che non aveva ancora avuto niente a che fare con i trafficanti e mercanti divenne<br />

ben presto amica dei missionari; P. Vinco scrisse dei Bari: “Iniziavo ad essere tenuto in grande<br />

considerazione; parlavano bene di me in tutte le occasioni mi trattavano con il più grande<br />

rispetto e mi consultavano riguardo ai loro affari, sia pubblici che privati. Arrivarono sino a<br />

chiamarmi Jouc, il nome di uno dei loro dei”.<br />

A loro annunciò tutto il Vangelo, così che il viaggiatore francese Lejean scrisse di lui nel 1860:<br />

“P. Vinco era il tipo perfetto di missionario nel Sudan … era avventuroso, impavido, sereno, ed<br />

un eccellete tiratore; era tenuto in grande considerazione dai Bari la di cui lingua parlava<br />

correntemente”. (vedere Hill, P.7).<br />

Per Comboni, la Croce, soprattutto, è la garanzia di vera testimonianza, il contrassegno del<br />

vero apostolo: quando i missionari lavorano per gli africani, e sono perseguitati per averli<br />

difesi, allora sono come Cristo. Nel mentre soffrono e muoiono, essi rendono Cristo<br />

eminentemente presente e portano la salvezza, rendendo accettabili tutte le traversie che<br />

devono essere sopportate da Cristo per il Suo Corpo, la Chiesa (Col 1: 24). È un onore essere<br />

stati prescelti per essere apostoli fra questo popolo, il più derelitto della terra. L’ora della sua<br />

salvezza è finalmente giunta; è un privilegio morire nel portare a termine questa missione.<br />

Una contro testimonianza<br />

Ed in quanto missione significa essenzialmente testimonianza, una delle grandi problematiche<br />

che i missionari nel Sudan dovettero combattere fu la contro testimonianza di una presenza<br />

sfruttatrice di esteri, presenza totalmente diversa da quella dei missionari con la quale però i<br />

missionari venivano associati, I mercanti d’avorio, con i quali i missionari dovevano viaggiare, i<br />

trafficanti di schiavi che avevano preceduti i missionari e che avevano rivoltato le popolazioni<br />

locali contro tutti gli stranieri. Interi territori furono del tutto abbandonati dai primi missionari<br />

perché tali individui li avevano preceduti. Essere scambiati per agenti governativi, o emissari di<br />

qualche potenza straniera, o trafficanti, era una maledizione costantemente in agguato per i<br />

missionari (vedere Hill, pagine 81-82, 74-75).<br />

I missionari fecero fatica a convincere la gente che non erano come i mercanti che mettevano<br />

a fuoco e fiamme le loro terre in cerca di avorio e schiavi. I mercanti non amavano i<br />

missionari, li tenevano costantemente sotto sorveglianza e a volte li insultavano brutalmente. I<br />

missionari non erano ben accetti e si cercava di mettere gli indigeni contro di loro. Vico<br />

raccontò di un turco che aveva fatto visita ad un capo locale di notte dicendogli che i missionari<br />

“erano dei maghi che avrebbero fatto sì che la pioggia non cadesse sulle loro terre, privandoli<br />

dei loro raccolti e pascoli, e quando fossero rimasti a corto di cibo gli uomini bianchi si<br />

sarebbero cibati dei loro figli” (vedere Hill 73, 88-89).<br />

Ulteriori difficoltà’<br />

Le condizioni erano terribili, specialmente quando i missionari si inoltravano in terre dove non<br />

erano conosciuti, o dove si combattevano guerre intestine. Essi dipendevano essenzialmente<br />

dai loro ospiti per cibo e se c’erano carestie anch’essi pativano la fame (vedere Hill, pagine 88-<br />

89).<br />

“Avevo già fatto un po’ di strada quando vidi delle donne che prendevano acqua da un pozzo.<br />

Siccome avevo una tremenda sete, mi avvicinai a loro, e nelle loro lingua chiesi di darmi da<br />

bere in scambio di qualche perlina. Non avevo neanche pronunciato queste parole che mi<br />

fissarono e velocemente si incamminarono verso le loro capanne. I miei compagni ed io<br />

gridammo, ma inutilmente, e l’unico risultato delle nostre urla fu che avevamo ancora più sete.<br />

Tormentato dalla sete, mi riposavo ogni tanto all’ombra degli alberi, e continuammo il nostro<br />

viaggio in questo modo” (Diario di P. A. Vinco, vedere Hill, pag. 81).<br />

Oltre alla vita austera che avevano scelto, essi si ammalavano a causa dell’acqua sporca che<br />

bevevano e delle punture delle zanzare. Il chinino che prendevano regolarmente fluidificava il<br />

loro sangue.<br />

Dal punto di vista religioso, le popolazioni locali in particolare non gradivano una religione che<br />

insegnava il perdono e la monogamia. Knoblecher si era reso conto che la gente andava alla<br />

missione più per ottenere aiuti materiali immediati che per motivi religiosi o il desiderio di<br />

imparare. Nonostante tutto, i missionari fondarono quattro missioni, battezzarono circa 100<br />

persone (sia adulti che bambini), tradussero nella lingua locale alcuni brani della Bibbia e<br />

prepararono dei semplici catechismi.<br />

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