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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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P. MARCO VEDOVATO (25/4/30-19/10/68) Egli apparteneva alla nuova comunità della Parrocchia<br />

di Pastos Bon, a circa sessanta miglia da Balsas nel Maranhão, Brasile Settentrionale.<br />

La sera di sabato 19 ottobre, 1968, tornando da una visita ad una cappella, era molto stanco e<br />

decise di fermarsi a riposare a Mirador. Era molto nervoso e si stancava facilmente in quel<br />

periodo, difatti, il mese seguente sarebbe tornato in Italia per un periodo di ferie. In una casa<br />

vicina stavano dando una festa che durava ormai da molte ore. Verso le 11.30 di sera, il<br />

missionario non potendo chiudere occhio, si alzò ed andò a chiedere di fare meno rumore. Egli<br />

pensò che tutto sarebbe finito lì e si voltò per tornare a letto. In quel momento, un giovane di<br />

vent’anni, che suonava la fisarmonica, gli sparò ripetutamente dei colpi di pistola ai reni. Il<br />

sacerdote cadde. Fu portato in una farmacia poco lontano ma morì venti minuti più tardi.<br />

Testimoni<br />

MONS. PIETRO VILLA: Un vero figlio del Sacro Cuore <strong>fino</strong> alla morte. Milano 18/1/1889 –<br />

Roma 13/11/1960.<br />

Fu ordinato prete il 10 giugno 1911. Durante la Prima Guerra Mondiale fu chiamato alle armi<br />

dove restò per quattro anni come tenente, guadagnandosi anche una medaglia. Alla fine della<br />

guerra tornò alla sua parrocchia, ma solo per tre anni, perché il Signore lo aveva chiamato alla<br />

vita missionaria. Prese i primi voti nel 1923 e nel 1926 fu mandato nel Sudan.<br />

A Khartoum egli mise in piedi la Procura Centrale, fondò il Comboni College e acquistò la<br />

famosa barca “Pio IX” che dette un servizio incommensurabile a tutti i missionari.<br />

Fu nominato Assistente Generale al Capitolo del 1931. Nel 1935 fu richiamato alle armi e<br />

nominato Tenente Cappellano a Mogadishu. Nel 1937 fu nominato Prefetto Apostolico di<br />

Gondar (Etiopia) dove si dedicò immediatamente al lavoro pionieristico guadagnando<br />

l’ammirazione sia dei Copti che dei Mussulmani. In poco tempo scuole-cappelle furono costruite<br />

in diverse località dove gli indigeni vivevano senza nessun conforto religioso. Tali promettenti<br />

attività terminarono con i bombardamenti e le espulsioni della Seconda Guerra Mondiale. Mons.<br />

Villa fu deportato a Saganeiti (Eritrea) nel 1942 e un anno più tardi tornò in Italia nella vana<br />

speranza di poter di nuovo ottenere un visto per ritornare di nuovo in Etiopia.<br />

Dopo un periodo di servizio presso la Curia di Roma per gli Affari Copti ed Etiopici, Mons. Villa il 1°<br />

maggio 1946 fu consacrato Vescovo Ausiliare del Cardinale Tisserant per la diocesi suburbana di<br />

Porto e Santa Rufina. Con lui, la Sacra Congregazione delle Chiese Orientali fu in grado di portare<br />

avanti molti lavori indispensabili per la vita religiosa nella diocesi, in Italia, in Grecia, in Egitto, ecc.<br />

Benché vivesse una vita povera e reclusa, era molto richiesto per la sua rettitudine, la sua<br />

passione per il lavoro, e la sua esperienza. Fu Vice Presidente dell’associazione Nazionale per<br />

l’aiuto ai Missionari e Grande Priore dell’Ordine del Sacro Sepolcro.<br />

Finì i suoi giorni in un’umile stanzetta di un istituto religioso. Morì il 13 novembre 1969. Il suo<br />

funerale fu veramente impressionante sia per la quantità che la qualità dei partecipanti.<br />

A causa del suo ufficio visse per molti anni al di fuori della comunità, ma come molti altri<br />

Vescovi Comboniani rimase attaccato all’Istituto. Faceva spesso visita alla nostra comunità<br />

romana di San Pancrazio<br />

(allora l’unica a Roma), si considerava parte di essa e non mancava mai alle nostre festività.<br />

Poco prima della sua morte confidò ad uno dei nostri padri che, siccome la sua salute stava<br />

peggiorando, stava pensando di ritirarsi ed andare a vivere in una delle case dell’Istituto. Gli fu<br />

detto che egli era il Diacono di S. Carlo al Corso, a Roma e che il suo posto era là. Egli però<br />

aggiunse che tale carica non era abbastanza importante da tenerlo fuori dalle case dell’Istituto<br />

e che “Il mio posto è là. Sono sempre un figlio del Sacro Cuore.”<br />

P. ERNESTO FIRISIN: il padre della Parola. Gorizia 5/1/1887 – Mupoi 25/8/1961<br />

Il filosofo Nietzsche fece una raccomandazione ai sacerdoti:<br />

“Voi stampate Bibbie e predicate, scrivete molto, ma a meno ché la Bibbia non sia scritta sui<br />

vostri volti, non riuscirete mai”<br />

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