Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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ingiusto, tortura e imprigionamento di p. Gabriele Dwatuka, il quale in seguito diventò Vescovo<br />
di Rumbek.<br />
Aveva i suoi difetti, come tutti, era impetuoso e il fatto che perdeva la pazienza facilmente non<br />
lo rendeva simpatico. Ma quello che compensava queste manchevolezze del tutto umane – e<br />
non molto frequenti – erano la sua dedizione e sincerità e il suo generoso riconoscimento dei<br />
meriti dei suoi collaboratori. Quando il Papa gli mandò una lettera per il suo Giubileo, egli ne<br />
fece delle copie che mandò ai suoi collaboratori con una lettera di copertura di suo pugno:<br />
“Queste espressioni lusinghiere si rivolgono a tutti i sacerdoti, Fratelli e Suore la cui<br />
meravigliosa collaborazione ha prodotto tali eccellenti risultati nella nostra prefettura di Mupoi.<br />
Ho ringraziato il S. Padre a nome di tutti i missionari.”<br />
Alcuni potrebbero pensare che a causa di tutti i viaggi che faceva per cercare offerte per la<br />
gente del Sudan egli avesse perso il contatto con l’Istituto. Egli però, rimaneva sempre in<br />
contatto epistolare con i Superiori. Sue erano le relazioni che venivano inoltrate a Propaganda<br />
Fide. In risposta ad una lettera scrittagli da p. <strong>Agostoni</strong> il quale chiedeva cosa ne pensasse del<br />
referendum per la Riunione con i confratelli di lingua tedesca, egli rispose il 10/10/1976:<br />
“Per quanto mi riguarda questa scissione è sempre stata un mistero. Ricordo che nel 1923<br />
avevo appena ricevuto la veste talare, quando venimmo a sapere della divisione dalla rivista<br />
“Nigrizia” durante la lettura nel refettorio. Francamente, visto che ero nuovo, la cosa non fece<br />
una buona impressione, Al termine del pasto il Padre maestro ci disse di non parlare fra di noi<br />
della faccenda. Pensai che cose simili succedevano anche in altri istituti … Ho votato per la<br />
Riunione.”<br />
Il 29 maggio 1966, fu consacrato vescovo con il compito specifico di occuparsi dei profughi<br />
sudanesi che allora erano ben 175.000; per questo motivo si spostò nella Repubblica<br />
Centrafricana.<br />
Il suo impegno per il Sudan non ebbe mai fine. Passò i suoi ultimi anni a Verona dove morì il<br />
21 settembre 1998.<br />
MONS. ANGELO TARANTINO: un amico e un grande iniziatore di scuole. Portogruaro (VE)<br />
08/04/1908 – Arua – Uganda 15/04/1990.<br />
Dopo 27 anni di apostolato fra la gente della tribù Lango, fu nominato Vescovo di Arua (1959-<br />
1984). Nel 1984 dette le sue dimissioni rimanendo comunque ad Arua <strong>fino</strong> alla sua morte.<br />
I missionari che operavano in Uganda allora, erano consci della grande necessità di sviluppare<br />
il sistema educativo sia per l’evangelizzazione sia per l’avanzamento sociale del popolo<br />
ugandese. P. Tarantino conosceva a fondo il problema e non si dette pace finché non fu in<br />
grado di aprire una rete di scuole in tutto il territorio Lango. Nel campo educativo era capace di<br />
fare miracoli.<br />
I missionari beneficiarono di tutto questo lavoro al momento dell’indipendenza, in quanto allora<br />
molti cattolici istruiti e qualificati furono in grado di entrare nell’arena politica.<br />
Egli amava il contatto umano – gli insegnanti lo stimavano molto, nonostante a volte venissero<br />
rimproverati. Aveva una buona parola di incoraggiamento per tutti. Insisté sul fatto che i<br />
catechisti dovessero insegnare il catechismo anche se a volte non ne fossero all’altezza. Gli<br />
piaceva chiacchierare con gli anziani per poter conoscere i loro usi e costumi. Aveva imparato<br />
la loro lingua alla perfezione facendosi un grande bagaglio etnologico. Scrisse diversi articoli<br />
sull’argomento e sia le autorità locali che britanniche lo stimavano.<br />
Il suo compito come supervisore delle scuole cattoliche locali lo portava spesso in contatto con<br />
funzionari governativi che aiutava con la sua sagacia e conoscenza profonda della popolazione<br />
locale.<br />
Gli veniva spesso chiesto di tenere lezioni di lingua locale ai funzionari britannici appena<br />
arrivati. Quando si trattava di sapere come trattare la gente, si rivolgevano a lui e non ci<br />
furono mai problemi seri nel distretto.<br />
Alcuni missionari criticarono la sua amicizia con le autorità, sia coi capi tradizionali che con le<br />
autorità governative, ma non lo faceva per interesse personale, né compromise mai i suoi<br />
principi sul progresso della Chiesa, nonostante ambedue le autorità, locali e coloniali, fossero<br />
protestanti.<br />
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