Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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1932, per ben 58 anni, a parte alcune brevi vacanze. Morì ad Arua il 15 aprile 1990. P. Todesco, nella sua relazione sull’Uganda in occasione del Capitolo del 1959 disse (vedere Boll. N. 5a p. 32): DIOCESI DI GULU: “La diocesi di Gulu, in Uganda, durante questo sessennio non ebbe sosta alcuna nella sua attività apostolica e nel suo lavoro di penetrazione cattolica. In questi sei anni il numero dei cristiani ha avuto un aumento di quasi 130.000 anime. Le opere continuano a moltiplicarsi in tutti i settori: stazioni, chiese, scuole, ospedali, case di maternità, centri di arte e mestieri, Istituti religiosi maschili e femminili nativi, seminari ecc. La cristianità di 346.000 cattolici è assistita da 108 sacerdoti, compresi i 18 sacerdoti indigeni.” DIOCESI DI ARUA: “Lo sviluppo meraviglioso ottenuto in questi anni nella diocesi di Gulu ci consigliò di presentare a Propaganda Fide la proposta di una divisione di territorio. In questi ultimi mesi avemmo la soddisfazione di vedere realizzato anche questo desiderio da lungo tempo atteso. Il S. Padre si degnava di erigere la nuova diocesi di Arua e di nominare un nostro confratello a primo Vescovo della fiorente Missione. Questa divisione porterà grandi vantaggi nel campo dell’apostolato e grande sollievo e respiro al Vescovo di Gulu e a tutti i Missionari di quella zona.” Due pubblicazioni ebbero un ruolo decisivo per la formazione religiosa, sociale e politica della nostra gente: LOBO MEWA (La Nostra Terra) nel 1952 uscivano 18.000 copie (12.000 a Luo e 5.000 a Lugbara) e LEADERSHIP nel 1956 per la formazione di leader cristiani e di apostoli laici organizzati. Mozambico Non viene segnalato nessun cambiamento degno di nota, ma il lavoro di evangelizzazione procedeva bene con l’aiuto di catechisti che non sempre erano ben preparati. I Missionari si occupano anche delle scuole che sono molto efficaci (vedere Boll. N. 51 pagine 96-97). Vescovi MONS: DOMENICO FERRARA: una vita di altruismo. Zeme Lomellina (PV) 11/07/1905 – Verona 21/09/1998. Nel 1930 gli fu detto che sarebbe andato nel Bahr-el-Ghazal, Sudan, ma prima lavorò a Juba, Bahr-el-Gebel, e poi a Mupoi, Wau e Raffili, accumulando, così un bagaglio di esperienze enormi su luoghi e razze differenti. Scelto per andare negli Stati Uniti, dove si stava preparando lo stabilirsi del nostro Istituto, gli fu affidata la cura pastorale della Parrocchia della Holy Trinity a Cincinnati nell’Ohio, una specie di “Africa al di la dell’Oceano” per via della massiccia presenza di gente di colore. Un particolare iniziativa pastorale - che fu notata dal Delegato Apostolico, Amleto Cicognani, e che egli incoraggiò - era la formazione di cori, composti inizialmente di sola gente di colore. Padre Domenico aveva insegnato musica nelle scuole e una volta aveva confidato ad una suora: “Quand’ero più giovane presi lezioni di canto e pensavo ad una carriera nell’Opera o Musica Classica… ma avrebbe interferito con la mia vocazione di sacerdote e missionario. Ora, comunque, la mia passione è di grande aiuto nell’insegnamento della musica e canto nel mio ministero pastorale.” Il coro divenne famoso in tutta la città, che non solo riempiva la Chiesa tutte le domeniche, ma fece accorrere coloro che di norma non si recavano in Chiesa. Nel 1949, fu nominato Prefetto Apostolico di Mupoi, dove fu calorosamente accolto senza presagire quante difficoltà e tribolazioni avrebbe dovuto affrontare con le autorità mussulmane. Come il Vescovo Mason, così anch’egli dovette difendere i diritti dei cattolici e dei missionari. Arrivò a far arrivare un avvocato da Khartoum per lottare contro le autorità per un arresto 188
ingiusto, tortura e imprigionamento di p. Gabriele Dwatuka, il quale in seguito diventò Vescovo di Rumbek. Aveva i suoi difetti, come tutti, era impetuoso e il fatto che perdeva la pazienza facilmente non lo rendeva simpatico. Ma quello che compensava queste manchevolezze del tutto umane – e non molto frequenti – erano la sua dedizione e sincerità e il suo generoso riconoscimento dei meriti dei suoi collaboratori. Quando il Papa gli mandò una lettera per il suo Giubileo, egli ne fece delle copie che mandò ai suoi collaboratori con una lettera di copertura di suo pugno: “Queste espressioni lusinghiere si rivolgono a tutti i sacerdoti, Fratelli e Suore la cui meravigliosa collaborazione ha prodotto tali eccellenti risultati nella nostra prefettura di Mupoi. Ho ringraziato il S. Padre a nome di tutti i missionari.” Alcuni potrebbero pensare che a causa di tutti i viaggi che faceva per cercare offerte per la gente del Sudan egli avesse perso il contatto con l’Istituto. Egli però, rimaneva sempre in contatto epistolare con i Superiori. Sue erano le relazioni che venivano inoltrate a Propaganda Fide. In risposta ad una lettera scrittagli da p. Agostoni il quale chiedeva cosa ne pensasse del referendum per la Riunione con i confratelli di lingua tedesca, egli rispose il 10/10/1976: “Per quanto mi riguarda questa scissione è sempre stata un mistero. Ricordo che nel 1923 avevo appena ricevuto la veste talare, quando venimmo a sapere della divisione dalla rivista “Nigrizia” durante la lettura nel refettorio. Francamente, visto che ero nuovo, la cosa non fece una buona impressione, Al termine del pasto il Padre maestro ci disse di non parlare fra di noi della faccenda. Pensai che cose simili succedevano anche in altri istituti … Ho votato per la Riunione.” Il 29 maggio 1966, fu consacrato vescovo con il compito specifico di occuparsi dei profughi sudanesi che allora erano ben 175.000; per questo motivo si spostò nella Repubblica Centrafricana. Il suo impegno per il Sudan non ebbe mai fine. Passò i suoi ultimi anni a Verona dove morì il 21 settembre 1998. MONS. ANGELO TARANTINO: un amico e un grande iniziatore di scuole. Portogruaro (VE) 08/04/1908 – Arua – Uganda 15/04/1990. Dopo 27 anni di apostolato fra la gente della tribù Lango, fu nominato Vescovo di Arua (1959- 1984). Nel 1984 dette le sue dimissioni rimanendo comunque ad Arua fino alla sua morte. I missionari che operavano in Uganda allora, erano consci della grande necessità di sviluppare il sistema educativo sia per l’evangelizzazione sia per l’avanzamento sociale del popolo ugandese. P. Tarantino conosceva a fondo il problema e non si dette pace finché non fu in grado di aprire una rete di scuole in tutto il territorio Lango. Nel campo educativo era capace di fare miracoli. I missionari beneficiarono di tutto questo lavoro al momento dell’indipendenza, in quanto allora molti cattolici istruiti e qualificati furono in grado di entrare nell’arena politica. Egli amava il contatto umano – gli insegnanti lo stimavano molto, nonostante a volte venissero rimproverati. Aveva una buona parola di incoraggiamento per tutti. Insisté sul fatto che i catechisti dovessero insegnare il catechismo anche se a volte non ne fossero all’altezza. Gli piaceva chiacchierare con gli anziani per poter conoscere i loro usi e costumi. Aveva imparato la loro lingua alla perfezione facendosi un grande bagaglio etnologico. Scrisse diversi articoli sull’argomento e sia le autorità locali che britanniche lo stimavano. Il suo compito come supervisore delle scuole cattoliche locali lo portava spesso in contatto con funzionari governativi che aiutava con la sua sagacia e conoscenza profonda della popolazione locale. Gli veniva spesso chiesto di tenere lezioni di lingua locale ai funzionari britannici appena arrivati. Quando si trattava di sapere come trattare la gente, si rivolgevano a lui e non ci furono mai problemi seri nel distretto. Alcuni missionari criticarono la sua amicizia con le autorità, sia coi capi tradizionali che con le autorità governative, ma non lo faceva per interesse personale, né compromise mai i suoi principi sul progresso della Chiesa, nonostante ambedue le autorità, locali e coloniali, fossero protestanti. 189
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P. Todesco, nella sua relazione sull’Uganda in occasione del Capitolo del 1959 disse (vedere<br />
Boll. N. 5a p. 32):<br />
DIOCESI DI GULU: “La diocesi di Gulu, in Uganda, durante questo sessennio non ebbe sosta<br />
alcuna nella sua attività apostolica e nel suo lavoro di penetrazione cattolica. In questi sei anni<br />
il numero dei cristiani ha avuto un aumento di quasi 130.000 anime.<br />
Le opere continuano a moltiplicarsi in tutti i settori: stazioni, chiese, scuole, ospedali, case di<br />
maternità, centri di arte e mestieri, Istituti religiosi maschili e femminili nativi, seminari ecc.<br />
La cristianità di 346.000 cattolici è assistita da 108 sacerdoti, compresi i 18 sacerdoti indigeni.”<br />
DIOCESI DI ARUA: “Lo sviluppo meraviglioso ottenuto in questi anni nella diocesi di Gulu ci<br />
consigliò di presentare a Propaganda Fide la proposta di una divisione di territorio. In questi<br />
ultimi mesi avemmo la soddisfazione di vedere realizzato anche questo desiderio da lungo<br />
tempo atteso. Il S. Padre si degnava di erigere la nuova diocesi di Arua e di nominare un<br />
nostro confratello a primo Vescovo della fiorente Missione.<br />
Questa divisione porterà grandi vantaggi nel campo dell’apostolato e grande sollievo e respiro<br />
al Vescovo di Gulu e a tutti i Missionari di quella zona.”<br />
Due pubblicazioni ebbero un ruolo decisivo per la formazione religiosa, sociale e politica della<br />
nostra gente: LOBO MEWA (La Nostra Terra) nel 1952 uscivano 18.000 copie (12.000 a Luo e<br />
5.000 a Lugbara) e LEADERSHIP nel 1956 per la formazione di leader cristiani e di apostoli laici<br />
organizzati.<br />
Mozambico<br />
Non viene segnalato nessun cambiamento degno di nota, ma il lavoro di evangelizzazione<br />
procedeva bene con l’aiuto di catechisti che non sempre erano ben preparati. I Missionari si<br />
occupano anche delle scuole che sono molto efficaci (vedere Boll. N. 51 pagine 96-97).<br />
Vescovi<br />
MONS: DOMENICO FERRARA: una vita di altruismo. Zeme Lomellina (PV) 11/07/1905 –<br />
Verona 21/09/1998.<br />
Nel 1930 gli fu detto che sarebbe andato nel Bahr-el-Ghazal, Sudan, ma prima lavorò a Juba,<br />
Bahr-el-Gebel, e poi a Mupoi, Wau e Raffili, accumulando, così un bagaglio di esperienze<br />
enormi su luoghi e razze differenti. Scelto per andare negli Stati Uniti, dove si stava<br />
preparando lo stabilirsi del nostro Istituto, gli fu affidata la cura pastorale della Parrocchia della<br />
Holy Trinity a Cincinnati nell’Ohio, una specie di “Africa al di la dell’Oceano” per via della<br />
massiccia presenza di gente di colore.<br />
Un particolare iniziativa pastorale - che fu notata dal Delegato Apostolico, Amleto Cicognani, e<br />
che egli incoraggiò - era la formazione di cori, composti inizialmente di sola gente di colore.<br />
Padre Domenico aveva insegnato musica nelle scuole e una volta aveva confidato ad una<br />
suora:<br />
“Quand’ero più giovane presi lezioni di canto e pensavo ad una carriera nell’Opera o Musica<br />
Classica… ma avrebbe interferito con la mia vocazione di sacerdote e missionario. Ora,<br />
comunque, la mia passione è di grande aiuto nell’insegnamento della musica e canto nel mio<br />
ministero pastorale.”<br />
Il coro divenne famoso in tutta la città, che non solo riempiva la Chiesa tutte le domeniche, ma<br />
fece accorrere coloro che di norma non si recavano in Chiesa.<br />
Nel 1949, fu nominato Prefetto Apostolico di Mupoi, dove fu calorosamente accolto senza<br />
presagire quante difficoltà e tribolazioni avrebbe dovuto affrontare con le autorità<br />
mussulmane.<br />
Come il Vescovo Mason, così anch’egli dovette difendere i diritti dei cattolici e dei missionari.<br />
Arrivò a far arrivare un avvocato da Khartoum per lottare contro le autorità per un arresto<br />
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