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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Ecco alcuni stralci.<br />

“Mi resi presto conto che l’entusiasmo iniziale suscitato dalla visita nei seminari non era<br />

sufficiente. I seminaristi avevano bisogno dell’opportunità di meditare e di ricordare spesso<br />

quelle verità fondamentali che li avevano colpiti e che facevano loro bene.<br />

Fu così che durante le vacanze estive del 1956 decisi di raccogliere tutti i miei seminari e<br />

meditazioni in un libro esclusivamente per i seminaristi chiamato “Da Mihi Animas” (Dammi le<br />

Anime). Fu scritto nello stile che era in voga allora, usando il metodo Ignaziano di meditazione,<br />

con preludi, tre punti, riflessioni e proposte…<br />

La sua accoglienza nei seminari andò al di là delle mie aspettative. Nel 1957 ci fu un’edizione<br />

riveduta di “Da Mihi Animas” che conteneva tutti i temi espressi nel “Fidei Donum” di Pio XII.<br />

Seguirono diverse ristampe ed edizioni ed il libro circolava in quasi tutti i seminari raccogliendo<br />

vocazioni.<br />

Furono fatte delle traduzioni con titoli leggermente diversi “La Mas Noble Aventura” – La più<br />

Nobile Avventura, “Si quieres, …sigueme – Se vuoi, …seguimi”.<br />

Il frutto di questa animazione intensa nei seminari italiani si evince dal fatto che ci furono<br />

annualmente circa 25-30 novizi in più per la filosofia e la teologia e dobbiamo renderne grazie<br />

a Dio!”.<br />

Il segreto del suo successo non furono soltanto i viaggi e la sua dedizione totale al compito da<br />

svolgere ma lo stesso contenuto delle sue conferenze:<br />

“C’erano, è vero, le Encicliche di Benedetto XV, Pio XI, e Pio XII, ma chi le conosceva? Era<br />

necessario diffondere la conoscenza del loro contenuto durante le mie conferenze.<br />

La chiara, documentata, ed esemplificata conoscenza dei grandi problemi e temi missionari<br />

suscitarono grande entusiasmo ovunque e molti seminaristi meditarono sulla possibilità di una<br />

scelta missionaria.”<br />

L’esempio è più istruttivo della parola. Il Padre era convinto che il metodo e contenuto<br />

dell’animazione e promozione potevano dare frutti. In Messico, nonostante la povertà del luogo<br />

egli migliorò le vendite di “Esquila Missional” che arrivarono a 23.000 copie. Non tutti i<br />

missionari erano d’accordo con lui e scrisse:<br />

“La vicenda della rivista non finì con un fallimento, anzi, fu provvidenziale nella formazione<br />

della coscienza missionaria e strumentale nell’aumento di vocazioni missionarie per molti<br />

istituti non solo il nostro. Oggi ne sono tutti convinti!”<br />

Egli fece in Spagna quello che aveva fatto in Messico; anche qui osò presentare “Mundo Negro”<br />

che arrivò a pubblicare 25.000 copie. Era consapevole della mancanza di fondi ma scrisse:<br />

“Questa difficoltà non mi dissuase. La fede e l’esperienza mi avevano insegnato che la<br />

Provvidenza non ci avrebbe lasciato soli al momento giusto, ma sarebbe venuta in nostro aiuto<br />

nei modi più impensati. Credo fermamente che pubblicare una rivista missionaria (come<br />

avevamo il dovere di fare) non richiedeva capitale; questo sarebbe arrivato con la rivista. E<br />

così fu.<br />

Come diceva un santo “Non evitiamo il buon lavoro solo perché non abbiamo i mezzi per farlo.<br />

Questi non mancheranno se ci applichiamo al nostro compito con fede!”.<br />

Per diversi anni, dall’ora, facevamo una novena mensile a San Giuseppe, dal 10 al 19 di ogni<br />

mese chiedendo in particolare:<br />

a. La crescita del nostro spirito religioso.<br />

b.Vocazioni numerose e integre.<br />

c. I mezzi economici per portare a termine le nostre iniziative.<br />

La Provvidenza rispose alle sue preghiere. Durante il secondo anno di pubblicazione della<br />

rivista, c’erano 18.999 abbonati, il terzo anno 25.000. Ne venivano però stampate 50.000<br />

copie. In seguito furono pubblicati degli opuscoli che sarebbero stati l’inizio delle “Ediciones<br />

Combonianas”. Nel 1985 le “Ediciones Combonianas” contavano 85 titoli.<br />

Il successo delle riviste di p. Farè era dovuto anche al loro approccio: missionarie ed africane,<br />

moderatamente comboniane, formative in special modo di una buona coscienza missionaria. La<br />

popolarità dei Missionari Comboniani crebbe grazie alle riviste ed il loro fondatore poté fondare<br />

case e riempirle di candidati.<br />

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