Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Il resto della popolazione vive nelle aziende isolate, e per le quali l’assistenza e l’istruzione costituisce un problema difficile. In passato la vita religiosa della popolazione si riduceva al battesimo, dove si poteva, la cresima e una serie di atti esterni di culto, processioni e riti a carattere superstizioso. Le case della gente sono piene di immagini religiose e di litri d’acqua benedetta e di candele. Non si conosce quasi affatto la vita sacramentale. I matrimoni religiosi non arrivano al 10% e le persone che ricevono la prima Comunione fuori di Esmeraldas sono il 2%. Partecipano volentieri a processioni e cerimonie esterne, veglie notturne in preparazione a feste di Santi e commemorazioni funebri, con veglie che ordinariamente degenerano in orge solenni. Eppure c’è un fondo di buono, un anelito al bene, sul quale si può lavorare con risultati ottimi.” Con decreto datato il 17 aprile 1957, la prefettura fu eretta a Vicariato e l’Amministratore Apostolico fu eletto Vescovo Titolare di Cauno e Vicario Apostolico. Fondatori: Messico, Brasile Settentrionale, Ecuador, Brasile Meridionale, Spagna. PADRE ELIO SASSELLA: “Homo Dei “era la sua massima.. Talamona, Sondrio 15/08/1910 Rebbio 25/11/1970. Fu durante un corso di Esercizi Spirituali a Rho (Milano) nel luglio 1936 che nell’anima di p. Sassella maturò l’idea che aveva ponderato per anni, di diventare missionario. Dopo lunghe preghiere e consigli egli decise di diventare missionario Comboniano. Il vescovo. Mons. Macchi, benché ben disposto verso la missione, non fu molto felice di lasciare andare p. Elio. Egli avrebbe preferito che finisse i suoi studi a Roma con un dottorato. Ma già il giovane sacerdote aveva le ali ai piedi. E non sopportava ritardi che riteneva non necessari. Perciò, nel settembre del 1936 con la benedizione del Vescovo, egli entrò nel Noviziato di Venegono. Quando scoppiò la guerra, p. Sassella divenne cappellano degli Alpini fino al 1942. Nel 1947, il Superiore generale lo mise a capo della nuova missione a Bajia California (Messico). Nell’aprile del 1948 era a La Paz ad aprire la nuova missione. Con intelligenza e senso di realismo, egli vide con chiarezza l’opportunità che il Messico stava dando all’Istituto dal punto di vista di animazione e promozione missionaria. Aprì un centro a Città del Messico e ritenne Sahuayo un luogo adatto a diventare il primo seminario Comboniano del Messico. A Bajia California iniziò a pubblicare una rivista, la quale, benché non avesse molte pagine era agile e molto leggibile. Chiamata “ADELANTE” che fu la base per “ESQUILA MISIONAL”. Nel 1957 egli partì per l’Africa assegnato al Seminario di Lacor nell’Uganda come professore. Egli non si rifiutò di insegnare, ma la sua vera passione era il ministero, specialmente portato per le confessioni ed i sermoni. Questa era la fiamma che lo faceva andare avanti: rendersi utile al limite delle sue capacità. Uno dei suoi collaboratori con lui sin dall’inizio di Bajia California dice di lui: “Un uomo semplice come un fanciullo. Buono come il pane, straordinariamente intelligente. Di indole buona, ma quando si trattava della Gloria di Dio, il bene delle anime, la perfezione religiosa sua e dei suoi confratelli, egli diventava intransigente e non lo si poteva imbrogliare in nessun modo”. A volte si arrabbiava moltissimo, ma subito dopo riacquistava pace ed armonia. Fino alla fine fu ossessionato dalla massima “Homo Dei” (Uomo di Dio), che ogni sacerdote e missionario dovrebbe incarnare; egli, tenacemente, fece sempre del suo meglio per viverla. MONS. DIEGO PARODI: sacerdote del popolo. Linarolo,(PV) 08/10/1916 – Ischia (NA) 09/1/1983. A seguito della richiesta del S. Padre, l’Istituto accettò di mandare alcuni confratelli in Brasile nel 1952. Fu così che l’8 maggio il primo gruppo di missionari Comboniani si misero in viaggio da Viseu per lo stato di Maranhão, guidati da p. Parodi. 180
Quando arrivarono a Balsas una cittadina di 5.000 anime dimenticate per così dire da Dio, p. Parodi e la sua “truppa” si dedicarono anima e corpo all’evangelizzazione e sviluppo umano. Dopo soli tre anni, lezioni di catechismo, la frequenza alla liturgia, l’Azione cattolica, settimane sociali, e tante altre attività si svolgevano e moltiplicavano nell’intero territorio. Nella missione di Balsas c’erano officine meccaniche e laboratori di falegnameria, una segheria, una fornace che produceva mattoni, un ospedale… Il risultato fu talmente sorprendente che nell’agosto del 1955, Balsas fu elevata a Prelatura Apostolica con p. Parodi come Amministratore. Il nuovo quasi vescovo partì in quarta: fondò diverse nuove parrocchie, un centro per insegnanti, il Collegio Pio X, il CAER (Centro Educativo Sociale e Rurale). Balsas diventò una Prelatura il 21 giugno 1959, e mons. Parodi Il suo Vescovo. Nel 1962 mons. Parodi ebbe la grande gioia di aprire il seminario e nel 1966 celebrò il primo Congresso Eucaristico di Balsas. Poco dopo, lasciò il Brasile per presenziare all’ultima sessione del Concilio Vaticano II e non tornò mai più in Brasile. La sua salute cagionevole e la visione della Chiesa che ne dava il Concilio lo convinsero a farsi da parte. Nel 1966 tornò in Italia per sempre. Fu dapprima nominato Amministratore Apostolico della città di Gubbio e Città di Castello, fu poi mandato a Napoli come Ausiliare e infine ad Ischia come Vescovo. Morì inaspettatamente nel sonno il 9 gennaio 1983. Al suo arrivo a Balsas p. Parodi assisté un povero vecchio del quale abbiamo già parlato, che divenne il simbolo della sua gente e del lavoro che svolgevano i missionari. La gente era contenta degli sforzi dei missionari per migliorare il loro standard di vita ed anche le autorità cittadine non furono da meno: “Preferiamo dare sussidi a voi piuttosto che ai Prefetti o ai Governatori perché sappiamo che qualsiasi aiuto che voi ricevete va alla povera gente”, disse il ministro socialista Neiva Monera. Tuttavia fra i sacerdoti, alcuni obiettavano che lo sviluppo umano fosse un segno del capitalismo, mentre la gente comune non la vedeva allo stesso modo. Inoltre, se qualcosa doveva cambiare dopo il Concilio Vaticano II, doveva essere fatto a poco a poco, fornendo anche un’alternativa per far sì che la povera gente non perdesse il suo lavoro. Il Vescovo Parodi, già minato nella salute non volle raccogliere la sfida e dette le dimissioni. Amava i suoi collaboratori, ma riteneva di seguire i suoi principi. Alcuni pensavano che il suo stile amministrativo fosse alquanto autoritario. Altri, amichevole ma energico. Il vescovo Parodi non era contro i cambiamenti. P. Sirigatti, uno dei suoi collaboratori, organizzò, col permesso del Vescovo, l’interno del Maranhão, un’area immensa totalmente abbandonata. Iniziò il CAER o Centro per il Social Welfare e l’Istruzione della gente di campagna, per l’impiego di donne come insegnanti nei villaggi. Gli elogi alla sua umanità non furono pochi. Ecco alcune testimonianze di missionari: “Nel suo diario scriveva la data di nascita di tutti i confratelli e tutti potevano contare su un suo biglietto d’auguri per il loro compleanno. Condivideva intensamente le loro gioie e dolori. Se ci fossero momenti di tensione fra di noi era sempre presente con grande attenzione e gentilezza.” Un altro missionario scrisse: “Era capace di incoraggiare i confratelli quando avevano difficoltà e di animarli sempre con ottimismo. Voleva bene ai confratelli prediligendo quelli di animo buono e che si adoperavano per il bene della missione. Voleva che tutti si sentissero completamente realizzati in quello che facevano. Aveva una buona parola per tutti, e diffondeva il buon odore di Cristo anche fra gli anticlericali.” MONS. ANGELO BARBISOTTI: una motrice che trascinava anche gli altri. Osio Sotto (BG) 31/10/1904 – Limones (Esmeraldas) 16/11/1972. Nel 1931, p. Barbisotti fu mandato nel Bahr-el-Gebel (Sudan) presso il seminario di Okaru, dove si dedicò all’insegnamento per sedici anni. Le sue capacità e il suo ottimo lavoro furono apprezzati da tutti, e contribuirono a salvare le nostre scuole quando non erano viste di buon occhio dagli inglesi. Il Vescovo Barbisotti era di natura impulsiva e a volte imprevedibile. Questa era la sua maggiore difficoltà, e allo stesso tempo la sua motrice spirituale. 181
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Quando arrivarono a Balsas una cittadina di 5.000 anime dimenticate per così dire da Dio, p.<br />
Parodi e la sua “truppa” si dedicarono anima e corpo all’evangelizzazione e sviluppo umano.<br />
Dopo soli tre anni, lezioni di catechismo, la frequenza alla liturgia, l’Azione cattolica, settimane<br />
sociali, e tante altre attività si svolgevano e moltiplicavano nell’intero territorio. Nella missione<br />
di Balsas c’erano officine meccaniche e laboratori di falegnameria, una segheria, una fornace<br />
che produceva mattoni, un ospedale… Il risultato fu talmente sorprendente che nell’agosto del<br />
1955, Balsas fu elevata a Prelatura Apostolica con p. Parodi come Amministratore.<br />
Il nuovo quasi vescovo partì in quarta: fondò diverse nuove parrocchie, un centro per<br />
insegnanti, il Collegio Pio X, il CAER (Centro Educativo Sociale e Rurale). Balsas diventò una<br />
Prelatura il 21 giugno 1959, e mons. Parodi Il suo Vescovo.<br />
Nel 1962 mons. Parodi ebbe la grande gioia di aprire il seminario e nel 1966 celebrò il primo<br />
Congresso Eucaristico di Balsas. Poco dopo, lasciò il Brasile per presenziare all’ultima sessione<br />
del Concilio Vaticano II e non tornò mai più in Brasile. La sua salute cagionevole e la visione<br />
della Chiesa che ne dava il Concilio lo convinsero a farsi da parte.<br />
Nel 1966 tornò in Italia per sempre. Fu dapprima nominato Amministratore Apostolico della<br />
città di Gubbio e Città di Castello, fu poi mandato a Napoli come Ausiliare e infine ad Ischia<br />
come Vescovo. Morì inaspettatamente nel sonno il 9 gennaio 1983.<br />
Al suo arrivo a Balsas p. Parodi assisté un povero vecchio del quale abbiamo già parlato, che<br />
divenne il simbolo della sua gente e del lavoro che svolgevano i missionari. La gente era<br />
contenta degli sforzi dei missionari per migliorare il loro standard di vita ed anche le autorità<br />
cittadine non furono da meno: “Preferiamo dare sussidi a voi piuttosto che ai Prefetti o ai<br />
Governatori perché sappiamo che qualsiasi aiuto che voi ricevete va alla povera gente”, disse il<br />
ministro socialista Neiva Monera.<br />
Tuttavia fra i sacerdoti, alcuni obiettavano che lo sviluppo umano fosse un segno del<br />
capitalismo, mentre la gente comune non la vedeva allo stesso modo. Inoltre, se qualcosa<br />
doveva cambiare dopo il Concilio Vaticano II, doveva essere fatto a poco a poco, fornendo<br />
anche un’alternativa per far sì che la povera gente non perdesse il suo lavoro.<br />
Il Vescovo Parodi, già minato nella salute non volle raccogliere la sfida e dette le dimissioni.<br />
Amava i suoi collaboratori, ma riteneva di seguire i suoi principi. Alcuni pensavano che il suo<br />
stile amministrativo fosse alquanto autoritario. Altri, amichevole ma energico.<br />
Il vescovo Parodi non era contro i cambiamenti. P. Sirigatti, uno dei suoi collaboratori,<br />
organizzò, col permesso del Vescovo, l’interno del Maranhão, un’area immensa totalmente<br />
abbandonata. Iniziò il CAER o Centro per il Social Welfare e l’Istruzione della gente di<br />
campagna, per l’impiego di donne come insegnanti nei villaggi.<br />
Gli elogi alla sua umanità non furono pochi. Ecco alcune testimonianze di missionari:<br />
“Nel suo diario scriveva la data di nascita di tutti i confratelli e tutti potevano contare su un suo<br />
biglietto d’auguri per il loro compleanno. Condivideva intensamente le loro gioie e dolori. Se ci<br />
fossero momenti di tensione fra di noi era sempre presente con grande attenzione e<br />
gentilezza.”<br />
Un altro missionario scrisse:<br />
“Era capace di incoraggiare i confratelli quando avevano difficoltà e di animarli sempre con<br />
ottimismo. Voleva bene ai confratelli prediligendo quelli di animo buono e che si adoperavano<br />
per il bene della missione. Voleva che tutti si sentissero completamente realizzati in quello che<br />
facevano. Aveva una buona parola per tutti, e diffondeva il buon odore di Cristo anche fra gli<br />
anticlericali.”<br />
MONS. ANGELO BARBISOTTI: una motrice che trascinava anche gli altri. Osio Sotto (BG)<br />
31/10/1904 – Limones (Esmeraldas) 16/11/1972.<br />
Nel 1931, p. Barbisotti fu mandato nel Bahr-el-Gebel (Sudan) presso il seminario di Okaru,<br />
dove si dedicò all’insegnamento per sedici anni. Le sue capacità e il suo ottimo lavoro furono<br />
apprezzati da tutti, e contribuirono a salvare le nostre scuole quando non erano viste di buon<br />
occhio dagli inglesi.<br />
Il Vescovo Barbisotti era di natura impulsiva e a volte imprevedibile. Questa era la sua<br />
maggiore difficoltà, e allo stesso tempo la sua motrice spirituale.<br />
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