Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Apertura nel Mozambico (1947)<br />
Andando a Roma dove sarebbe stato nominato cardinale, Mons. C.T. De Gouveia, arcivescovo di<br />
Lorenço Marques (Maputo) si fermò a Khartoum. Rimase piacevolmente impressionato dal lavoro<br />
dei nostri missionari, tanto che tramite la Segreteria di Stato, invitò l’Istituto a lavorare nella<br />
diocesi di Nampula (Mozambico Settentrionale). P. G. Zambonardi che fu mandato a fare un<br />
sopralluogo, nella sua relazione scrisse che i due terzi della popolazione seguivano le religioni<br />
tradizionali, la maggior parte dei restanti erano musulmani e di cattolici ce ne erano ben pochi.<br />
L’offerta comunque fu accettata anche perché i Superiori temevano che i missionari italiani non<br />
avrebbero più ottenuto il permesso di lavorare nelle colonie britanniche a causa della guerra<br />
appena finita.<br />
L’apertura del “Comboni College” in Asmara (1947)<br />
L’alto standard del Collegio diede ai Comboniani, rappresentati da P. Armido Gasparini, un’<br />
ottima reputazione in tutta l’Etiopia. Più tardi sarà ben accolto come Vicario Apostolico di<br />
Awasa nel Sidamo date la sua fama ed esperienza.<br />
Particolari difficoltà nel Sudan ed in Uganda.<br />
Queste difficoltà sorgevano dal fatto che la nostra missione di Kodok si trovava alla frontiera<br />
con l’Etiopia, Le stesse difficoltà colpirono anche il Bahr-El-Gebel e l’Uganda, poco lontane.<br />
L’Etiopia era occupata dall’Italia, perciò i missionari che operavano nelle Colonie Britanniche<br />
non erano visti di buon occhio.<br />
Missio sui Juris di Kodok. Tutti i nostri missionari dovettero abbandonare le missioni e le<br />
numerose tombe dei nostri Sacerdoti, Fratelli e Suore. Il territorio fu affidato alla Society of St,<br />
Josef (Mill Hill) di fondazione inglese, con Decreto della Santa Sede del 4/8/1938.<br />
Prefettura di Bahr-el-Gebel. Questa Prefettura stava per fare la stessa fine di Kodok, ma negoziati<br />
fra il “Colonial Office” e la Santa Sede portarono a cambiare solo il responsabile della Missione. P.<br />
Zambonardi dette le dimissioni, ed il suo posto fu dato ad un missionario di origine non italiana, p.<br />
Sera<strong>fino</strong> Turtkovic, dell’Erzegovina che morì in un incidente motociclistico mentre viaggiava da Lira<br />
a Gulu nel luglio del 1938. Gli succedette p. Stefano Mlakic, bosniaco, dal 21 ottobre 1938.<br />
Residenza coatta. Durante la Seconda Guerra Mondiale, tutti i nostri missionari furono trasferiti<br />
dall’Uganda Settentrionale all’Uganda meridionale. I Sacerdoti ed i Fratelli furono trasferiti al<br />
Seminario maggiore di Katigondo, nella Diocesi di Masaka. Le Suore Comboniane in due diversi<br />
luoghi: alcune nel convento di un Istituto locale, le Piccole Suore di San Francesco, a<br />
Nkokonjeru, nel Vicariato di Kampala; altre, in una scuola-convitto per ragazze a Nkozi, nel<br />
Vicariato di Rubaga. Alcuni Padri Bianchi furono mandati a sostituire i nostri dal giugno del<br />
1940 al dicembre del 1941. Le suore non furono sostituite. Questo fu un periodo di grande<br />
sofferenza per il Vescovo Mons. Angelo Negri a causa di incomprensioni con p. Hughes, Padre<br />
Bianco, che era il responsabile della situazione ma che andò oltre nell’esercizio dei suoi compiti<br />
Per due anni, dal settembre del 1940 all’agosto del 1942, tutti i missionari del Bahr-el-Gebel<br />
furono confinati in sole tre missioni.<br />
Ritiro dall’Etiopia<br />
All’inizio del 1942, gli inglesi aiutati dagli “Ascari”locali cacciarono le truppe italiane ed<br />
entrarono nel territorio di Gondar. Mons. Villa, assieme a tutti i missionari furono deportati a<br />
Saganeiti in Eritrea il 15 febbraio 1942. Un anno più tardi, nell’agosto del 1943, mons. Villa ed<br />
alcuni altri rientrarono in Italia. Mons. Villa lavorò presso la Sacra Congregazione delle Chiese<br />
Orientali e nel 1946 diventò Vescovo Ausiliare di Subiaco (nei pressi di Roma), nella Diocesi di<br />
Porto e Santa Ruffina. Morì il 13 novembre 1960.<br />
I nostri Primi Martiri.<br />
Molti nostri missionari morirono in Africa, ma <strong>fino</strong> al 1941 nessuno di loro era morto per morte<br />
violenta causata da africani.<br />
P. DELAI ALFREDO (1913-1941) fu il primo a morire vittima della guerra e quello che riteneva il<br />
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