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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Il Vescovo di Cincinnati Mons. Nicholas, gli riservò un grande privilegio: nel 1943 scrisse a tutte le<br />

scuole di Cincinnati chiedendo che venisse accolto p. Accorsi con la speranza che potesse<br />

assicurarsi dei baldi giovani pronti a dedicare la loro vita completamente all’Apostolato nel suo<br />

Istituto.<br />

Dal 1947 fu l’incaricato delle “Pubbliche Relazioni”dell’Istituto ed ebbe un ruolo chiave nella<br />

fondazione di diverse case. La capacità con cui riusciva a comunicare con gli altri e la sua<br />

eloquenza lo misero in contatto con un grande numero di persone. Raccontava la sua<br />

esperienza missionaria con grande capacità.<br />

Dopo un periodo alquanto infelice come Provinciale in Italia dal 1964 al 1969, p. Accorsi tornò<br />

definitivamente negli Stati Uniti per dedicarsi alla animazione missionaria. Predicò 36 Giornate<br />

Missionarie in un anno quando, data la sua età, avrebbe dovuto riposarsi di più. La sua salute<br />

peggiorò.<br />

Morì a Montclair il 12 gennaio 1978 e fu sepolto a Monroe, nel Michigan. Il Vescovo Ausiliare di<br />

Newark, J. Francis presenziò al suo funerale per dargli ìl suo ultimo saluto. Questo Vescovo di<br />

colore era un dono del Sacro Cuore al quale p. Accorsi era devotissimo e rappresentava gli<br />

Afro-Americani per i quali aveva lavorato per così tanti anni.<br />

L’autore di “Defining Mission”(I Missionari Comboniani nell’America Settentrionale di Patricia<br />

Durchoz, University Press of America, 199) commenta così p. Accorsi:<br />

“Il Mistero di Accorsi. I missionari Comboniani che lo conoscevano, dipingono un quadro<br />

alquanto buio di Accorsi. Dichiarano che viveva una vita estremamente ascetica, e aveva<br />

un’aria di saccente quando sacerdoti più giovani chiedevano consiglio. Parlava solo quando lo<br />

riteneva necessario ed anche allora era spesso caustico e critico.<br />

I laici dipingono un quadro totalmente differente di lui. Ricordano i loro figli che gli andavano<br />

incontro per ascoltare le sue storie e lo ricordano devoto al suo Istituto: così infatti si<br />

manifestava a casa loro, con le loro famiglie. Quando si intrecciano questi due punti di vista,<br />

quello dei missionari, e quello dei laici, Accorsi ci appare sia coraggioso che acuto; generoso<br />

verso le missioni,ma richiedente il massimo da se stesso e dai suoi confratelli; arguto e<br />

amabile in pubblico, ma brusco con i confratelli. I documenti risalenti ai tempi di quando era in<br />

seminario e i primi tempi nelle missioni dimostrano un Accorsi molto più complesso di quanto<br />

molti si aspetterebbero.”(id p. 18-19)<br />

“E per finire, dal 1949 <strong>fino</strong> a quando dette le dimissioni da Provinciale nel 1959, il ruolo di<br />

Accorsi fu fondamentale per la crescita dell’Istituto nell’America del Nord. Mise le fondamenta<br />

sulle quali altri potevano costruire. Benché dedito alle missioni africane e alla rigorosa<br />

interpretazione delle regole dell’Istituto e la sua spiritualità, sviluppò una profonda stima della<br />

cultura americana e la generosità della sua gente. La guida di Accorsi, gli guadagna il titolo di<br />

“Fondatore”della Provincia Nord Americana. “(id p. 151-174)<br />

P. GIOVANNI COTTA: un pioniere di grande talento. Mortara (Pavia 17/1/1883 – Arco<br />

(Trento) 26/10/76.<br />

Era una di quelle persone nate per sfondare: ciò non significa che non fosse in grado di far<br />

funzionare le cose, solo per indicare la sua determinazione ad affrontare e superare difficoltà<br />

nonostante le solite frustrazioni.<br />

Voleva entrare nell’Istituto, ma i suoi genitori erano contrari. Dopo aver ricevuto una lettera<br />

positiva da Verona, rispose con la seguente lettera:<br />

“Mi trovo nel seminario teologico di Milano, ma Dio volendo, solo per poco tempo. Chiederò<br />

consigli domani e manderò una lettera a mio padre. Cercherò di persuaderlo in tutti modi. Me<br />

lo ha dettato il Sacro Cuore.. Dopo un paio di giorni mobiliterò tutti i sacerdoti della mia<br />

parrocchia che mio padre apprezza, e dei quali parla sempre con rispetto. Questo sarà l’ultimo<br />

assalto. Spero che il Sacro Cuore illumini sia mio padre che me stesso. Sono sicuro dell’esito<br />

positivo. Voglio dirVi che entro venti giorni scriverò per dire che sono pronto… e verrò. Verrò<br />

colmo di gioia, di buona volontà, di pecche, ma mi auguro che avrete pietà di me.”<br />

Era una di quelle persone che non accettava un “No”come risposta. Suo padre dovette dare il suo<br />

consenso: “Io personalmente ho negato il mio consenso diverse volte, ma non ho ottenuto il<br />

risultato che speravo”, disse il padre. P. Cotta fu uno dei primi ad andare in Inghilterra ad imparare<br />

l’inglese (1904), ed imparò la lingua talmente bene che sembrava la sua madrelingua.<br />

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