Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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tra i sacerdoti e missionari più giovani, ovunque si trovino. È vero che la salvezza non è solo nella Chiesa Cattolica, ma Gesù Cristo non venne solo per salvare le nostre anime, ma per darci i mezzi per addolcire il lavoro che porta alla nostra salvezza come la Chiesa ed i Sette Sacramenti che non sono comuni a tutte le Chiese o Religioni. Ognuno dei Sacramenti ci da una grazia speciale per rendere attivo il significato del sacramento. Il Battesimo ci dà la Grazia Santificante che include i doni di Fede, Speranza e Carità; i sette doni dello Spirito Santo e le Virtù Cardinali. Il Sacerdozio ed il matrimonio: la vita del sacerdote e quella famigliare al giorno d’oggi sono talmente difficili da affrontare, che la Grazia Sacramentale è particolarmente necessaria. Questo è quello che Gesù intendeva quando disse: “Mi è stata data ogni autorità in cielo ed in terra. Perciò andate e fate discepoli in ogni nazione, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo insegnando a tutti ad eseguire tutto quanto vi ho ordinato” (Matt. 28:20). Le scuole missionarie “La fondazione di scuole missionarie era parte integrale della politica pastorale nel Sud Africa: arrivare ai genitori attraverso i bambini. I genitori, fra l’altro erano contenti che i loro figli ricevessero una buona educazione. Questa politica ebbe molto successo, anche se ci furono alcuni battesimi proprio a causa della scuola, i quanto la legge prescriveva che solo cattolici battezzati potessero frequentare le nostre scuole. Nel 1953 fu passate la legge “Bantu Education Act”, ma i Vescovi decisero di continuare comunque nella loro politica aprendo scuole private. Fu istituito un fondo ad hoc che diede più di un milione di Rand. Chiesero a tutti gli insegnanti di lavorare per uno stipendio più basso di quello governativo, e lo fecero per un po’ di tempo, ma il governo sistematicamente metteva in atto la sua politica. Furono chiuse molte scuole per via della legge “Group Area Act”e tutto ad un tratto ci si ritrovava con scuole vuote perché la gente doveva andare a vivere altrove. Un ulteriore “aiuto”, si fa per dire, venne dagli agricoltori che si rifiutavano di dare il permesso ai loro “bambini”di frequentare le nostre scuole. Gi ispettori scolastici sostenevano questo punto di vista e incoraggiavano gli agricoltori ad aprire delle piccole scuole “Perché il livello “standard 2”è più che sufficiente per i bambini neri.”Un ulteriore problema veniva dal fatto che si dovevano togliere i “punti neri”nelle aree bianche; avendo forti ripercussioni negative per i collegi convitto. Nel 1967 si dovette chiudere Maria Trost. Tuttavia quello che veramente fu il colpo di grazia per le scuole cattoliche fu il rifiuto da parte del governo di riconoscere i collegi cattolici per la formazione dei maestri, ossia l’istruzione para-universitaria per insegnanti di fede cattolica, come quelli di Inkamana e Mariannhill, che dovettero chiudere. La mancanza di fondi significò che gli insegnanti non potevano più essere pagati. I Vescovi dovevano quindi prendere una decisone: chiudere del tutto o dare al governo le loro scuole. Forse dobbiamo ringraziare Dio che la Chiesa non è, adesso, coinvolta nella crisi scolastica in atto” (Nefzger p. 201). Raramente s’insegna religione ai bambini ed adolescenti nelle scuole. Quello che prevale oggi, in quanto più fattibile, è l’insegnamento religioso impartito ai bambini prima o dopo la S. Messa, o durante la settimana. Le nostre Missioni e l’Apartheid All’arrivo dei nostri missionari in Sud Africa nel 1923, la Chiesa Cattolica aveva due aree di lavoro: La Chiesa dei “Settlers”, principalmente per i bianchi, e la “Chiesa Missionaria che si dedicava alla “gente di colore” o neri. Questa situazione si aggravò nel 1947 dopo che fu passata la legge sull’apartheid, ed il razzismo si insinuò in ogni aspetto della vita sociale e istituzionale. I bianchi non potevano intrattenersi in nessun modo con la gente di colore se non come padrone-servo. Anche le Chiese risentirono di questo stato di cose e benché la Chiesa Cattolica non fosse in nessun modo razzista, alcuni cattolici ed anche alcuni sacerdoti tendevano ad esserlo. I nostri missionari si erano recati in Sud Africa essenzialmente per gli africani e per “deformazione professionale” tendevano a lavorare per e con la gente di colore, senza però dimenticarsi dei bianchi, facendo anche visite nelle loro case. Cercarono in tutti i modi di ottenere i permessi necessari per recarsi nei raggruppamenti riservati 154

ai neri (township). Dovettero accettare di subire minacce e rappresaglie da parte delle forze di polizia. Questo succedeva in special modo quando la Chiesa Cattolica, avendo iniziato a mandare forti messaggi anti-apartheid, iniziò ad essere coinvolta con i neri nella lotta contro le leggi vigenti. Il nostro particolare coinvolgimento nella lotta contro l’apartheid era di permettere riunioni di sindacalisti e di altre organizzazioni di incontrarsi, in contrasto con la legge fatta dai bianchi, all’interno delle missioni. I nostri missionari venivano spesso minacciati dalle forze di sicurezza governative le quali tentarono, per esempio, di dar fuoco e riuscendoci nel secondo tentativo, al salone parrocchiale di Witbank. Organizzazioni diocesane cattoliche come le associazioni di giovani lavoratori e di studenti, e Commissioni di Giustizia e Pace, guidavano la lotta contro l’apartheid. Fu fondata l’Organizzazione Urbana Ecumenica “Diakonia” ispirata dal Vescovo di Durban, mons. Denis Eugene Hurley (OMI), che fu sempre fortemente coinvolta nella lotta contro l’apartheid. I nostri missionari, si adoperavano per aiutare il Vescovo Hurley nei suoi sforzi, Si deve comunque dire che quello che mancava nel passato in Sud Africa nell’insieme, e in questo includiamo i nostri missionari, era la coscientizzazione della gente secondo la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica. Nel 1987 il Vescovo Hurley scrisse: “La nostra più evidente debolezza come Chiesa è di non aver promosso un’educazione sociale della nostra gente nel senso Cristiano del termine e capire i gravi problemi culturali ed economici del nostro paese. Non siamo stati profetici in questo. Non abbiamo veramente evangelizzato.”(da The Catholic Church in Contemporary Southern Africa “di Brian & Denis – Cluster Publications.p. 159) Ciò nonostante, il primo documento sulla necessità di coinvolgimento fu il “Call to Conscience” (Chiamata alla Coscienza). Il tema principale della pubblicazione era “Di fare quanto in nostro potere nel creare una società Cristiana che fosse giusta, stabile e in pace con se stessa nella nostra nazione.” Il significato di tale affermazione era il fatto di non considerare più soltanto i diritti umani in senso astratto, ma una più chiara articolazione dei problemi sociali e politici che influenzavano la gente e dei quali, adesso,si preoccupava la Chiesa. Questi includevano la ridistribuzione della ricchezza, il lavora migratorio, la mancanza di disponibilità di istruzione superiore per la gente di colore, il diritto dei neri di organizzarsi in sindacati dei lavoratori, l’imprigionamento e l’esilio di coloro i cui punti di vista non erano quelli del governo. Dobbiamo far notare, qui, che molta della saggezza tradizionale africana in questo momento promuoveva la separazione della vita religiosa da quella sociale. La religione doveva essere relegata alla dimensione “spirituale”della gente e non immischiarsi con il sociale. In questo documento, tale posizione venne fermamente rifiutata dai leader della Chiesa (id. pagine 159-160). Perù Padre Andrès Thorwarth, fu nominato Superiore Regionale ma continuò a risiedere a Cerro de Pasco fino al 1976.Nel 1978, si celebrò il quarto anniversario della presenza dei nostri missionari nel Perù. In quell’occasione l’assemblea Pan-Americana degli Animatori Missionari fu fissata da celebrarsi in occasione della visita dei due Superiori Generali, p. Tarciso Agostoni e p. George Klose. Nel 1979, furono pubblicati i primi numeri delle riviste preparate e stampate in Perù “Esquila Missional”e “Aguiluchos”. Problemi Pastorali Come per tutti i paesi emergenti, uno dei problemi più grossi era la formazione dei giovani. Tramite i mezzi moderni di comunicazione sociale, il modello di vita occidentale stava invadendo i paesi del terzo mondo. Gli africani, in particolare, non si rendevano conto del veleno sociale che veniva iniettato nelle loro menti. C’era bisogno di scuole cattoliche sotto la direzione di uno o due sacerdoti. P. Jakob Wellenzohn sentì la necessità di formare gruppi per giovani nelle parrocchie di Ulcamayo e Carfuemayo. Questi ebbero successo e presero piede altrove. Erano principalmente per giovani e ragazzi. P. Josef Schmidpeter fondò le società Kolping per il coinvolgimento dei laici per la formazione cristiana, umana e professionale di uomini donne e bambini. 155

tra i sacerdoti e missionari più giovani, ovunque si trovino. È vero che la salvezza non è solo<br />

nella Chiesa Cattolica, ma Gesù Cristo non venne solo per salvare le nostre anime, ma per<br />

darci i mezzi per addolcire il lavoro che porta alla nostra salvezza come la Chiesa ed i Sette<br />

Sacramenti che non sono comuni a tutte le Chiese o Religioni. Ognuno dei Sacramenti ci da<br />

una grazia speciale per rendere attivo il significato del sacramento.<br />

Il Battesimo ci dà la Grazia Santificante che include i doni di Fede, Speranza e Carità; i sette<br />

doni dello Spirito Santo e le Virtù Cardinali. Il Sacerdozio ed il matrimonio: la vita del<br />

sacerdote e quella famigliare al giorno d’oggi sono talmente difficili da affrontare, che la Grazia<br />

Sacramentale è particolarmente necessaria.<br />

Questo è quello che Gesù intendeva quando disse:<br />

“Mi è stata data ogni autorità in cielo ed in terra.<br />

Perciò andate e fate discepoli in ogni nazione, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e<br />

dello Spirito Santo insegnando a tutti ad eseguire tutto quanto vi ho ordinato” (Matt. 28:20).<br />

Le scuole missionarie<br />

“La fondazione di scuole missionarie era parte integrale della politica pastorale nel Sud Africa:<br />

arrivare ai genitori attraverso i bambini. I genitori, fra l’altro erano contenti che i loro figli<br />

ricevessero una buona educazione. Questa politica ebbe molto successo, anche se ci furono<br />

alcuni battesimi proprio a causa della scuola, i quanto la legge prescriveva che solo cattolici<br />

battezzati potessero frequentare le nostre scuole. Nel 1953 fu passate la legge “Bantu<br />

Education Act”, ma i Vescovi decisero di continuare comunque nella loro politica aprendo<br />

scuole private. Fu istituito un fondo ad hoc che diede più di un milione di Rand. Chiesero a tutti<br />

gli insegnanti di lavorare per uno stipendio più basso di quello governativo, e lo fecero per un<br />

po’ di tempo, ma il governo sistematicamente metteva in atto la sua politica.<br />

Furono chiuse molte scuole per via della legge “Group Area Act”e tutto ad un tratto ci si<br />

ritrovava con scuole vuote perché la gente doveva andare a vivere altrove.<br />

Un ulteriore “aiuto”, si fa per dire, venne dagli agricoltori che si rifiutavano di dare il permesso ai<br />

loro “bambini”di frequentare le nostre scuole. Gi ispettori scolastici sostenevano questo punto di<br />

vista e incoraggiavano gli agricoltori ad aprire delle piccole scuole “Perché il livello “standard 2”è<br />

più che sufficiente per i bambini neri.”Un ulteriore problema veniva dal fatto che si dovevano<br />

togliere i “punti neri”nelle aree bianche; avendo forti ripercussioni negative per i collegi convitto.<br />

Nel 1967 si dovette chiudere Maria Trost. Tuttavia quello che veramente fu il colpo di grazia per le<br />

scuole cattoliche fu il rifiuto da parte del governo di riconoscere i collegi cattolici per la formazione<br />

dei maestri, ossia l’istruzione para-universitaria per insegnanti di fede cattolica, come quelli di<br />

Inkamana e Mariannhill, che dovettero chiudere. La mancanza di fondi significò che gli insegnanti<br />

non potevano più essere pagati. I Vescovi dovevano quindi prendere una decisone: chiudere del<br />

tutto o dare al governo le loro scuole. Forse dobbiamo ringraziare Dio che la Chiesa non è, adesso,<br />

coinvolta nella crisi scolastica in atto” (Nefzger p. 201).<br />

Raramente s’insegna religione ai bambini ed adolescenti nelle scuole. Quello che prevale oggi,<br />

in quanto più fattibile, è l’insegnamento religioso impartito ai bambini prima o dopo la S.<br />

Messa, o durante la settimana.<br />

Le nostre Missioni e l’Apartheid<br />

All’arrivo dei nostri missionari in Sud Africa nel 1923, la Chiesa Cattolica aveva due aree di lavoro:<br />

La Chiesa dei “Settlers”, principalmente per i bianchi, e la “Chiesa Missionaria che si dedicava alla<br />

“gente di colore” o neri. Questa situazione si aggravò nel 1947 dopo che fu passata la legge<br />

sull’apartheid, ed il razzismo si insinuò in ogni aspetto della vita sociale e istituzionale. I bianchi<br />

non potevano intrattenersi in nessun modo con la gente di colore se non come padrone-servo.<br />

Anche le Chiese risentirono di questo stato di cose e benché la Chiesa Cattolica non fosse in<br />

nessun modo razzista, alcuni cattolici ed anche alcuni sacerdoti tendevano ad esserlo.<br />

I nostri missionari si erano recati in Sud Africa essenzialmente per gli africani e per<br />

“deformazione professionale” tendevano a lavorare per e con la gente di colore, senza però<br />

dimenticarsi dei bianchi, facendo anche visite nelle loro case.<br />

Cercarono in tutti i modi di ottenere i permessi necessari per recarsi nei raggruppamenti riservati<br />

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