Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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del 1979 p. Klose, Superiore Generale, fece notare che non si stava dando ai documenti la dovuta attenzione. Una delle ragioni era che i 21 membri del Capitolo che avrebbero dovuto contribuire all’approfondimento dei documenti non volevano rielaborali. Un’altra ragione era che, in vista della Riunione, molti pensavano che i documenti fossero provvisori. Dopo tutto, l’attenzione di tutti era inchiodata sulla questione della Riunione e dopo il 1975 le comunità si concentrarono nello studio del progetto delle costituzioni per gli Istituti riunificati. Alcuni punti importanti. Dopo il Capitolo furono dibattuti, in special modo alcuni punti di natura spirituale: I. Per quanto riguarda il rinnovamento missionario: i confratelli che rimanevano in patria si presero più responsabilità per far conoscere il lavoro missionario nelle chiese locali, sia lavorando come missionari esperti nelle diocesi, sia predicando giornate missionarie. Molti confratelli partirono per le missioni per la prima volta: dal 1973 al 1979 partirono dei 31 professi: 13 sacerdoti, 12 Fratelli e 6 scolastici. II. Fu sottolineata la fraterna carità, alla quale siamo comunque già impegnati dal fatto che siamo Cristiani. III. Semplicità nella comunione dei beni, che, in generale, era migliorata durante i sei anni precedenti. IV. La responsabilità di ogni confratello per la promozione vocazionale che dovremmo sempre tenere presente, senza, tuttavia, scoraggiarci. Innovazioni nell’organizzazione L’istituzione di Segretariati: il segretariato per la formazione il segretariato per il lavoro missionario il segretariato per le finanze e l’amministrazione Esperienze formative per i novizi al di fuori della casa del noviziato, sia in una delle nostre comunità che nelle varie attività pastorali. Il Consiglio dei Fratelli: oltre che a completare il processo di perfetta uguaglianza di diritti fra i Sacerdoti ed i Fratelli, fu istituito un Consiglio Consultativo dei Fratelli che sarebbe stato direttamente responsabile alla Direzione Generale. Si doveva riunire almeno una volta all’anno, nonché nominare e trasferire i Fratelli. I Documenti Capitolari contengono un’intera sezione riguardante i Fratelli, con direttive chiare per la loro preparazione in vista delle missioni, con l’impegno prioritario di dedicarsi all’insegnamento di arti e mestieri alla popolazione locale. Inoltre il documento enfatizzava: La priorità del lavoro missionario. La necessità di far ruotare il personale. La formazione continua. La specializzazione in vista di insegnare nei seminari in terra di missione e del lavoro pastorale. L’approfondimento della vita e del carisma del Comboni. La promozione delle vocazioni. Gli scolastici di Bamberga iniziarono a sentirsi alquanto a disagio nel loro scolasticato. Tutti erano a conoscenza dei cambiamenti del 1968. Alcuni continuarono i loro studi teologici a Wurberg, altri a Rogensberg. Durante il semestre 1971-72, due scolastici e due postulanti si recarono al collegio internazionale “Canisianum”, diretto dai Gesuiti. Si aggregarono sotto la guida di un esperto padre Gesuita. Nel frattempo alcuni teologi FSCJ si unirono al collegio sotto la direzione di un Sacerdote di una casa appartenente al collegio. Fu solo una soluzione temporanea, in quanto l’Istituto acquistò una sua casa ad Innsbruck sulla Amraserseestrasse, dove lo scolasticato si trova tuttora. Alcuni novizi avrebbero voluto studiare teologia in Sud Africa, ma andarono anche loro ad Innsbruck. 152

Apertura nel Kenya Padre Uhl andò in Kenya per insegnare Filosofia nel Seminario nazionale per due anni. Fratelli per Gilgil nel 1974. Furono nominati dei Fratelli per fondare un Villaggio Politecnico a Gilgil nella Diocesi di Nakuru. I Fratelli si recarono in Tanzania a studiare la lingua Kiswahili e nel 1975 tornarono per costruire il villaggio. Era il 1975. Nel 1978 poterono aprire la scuola e le officine per insegnare falegnameria, meccanica e la lavorazione della pietra. La vendita dei manufatti, si trattava principalmente di arredamento che poteva aumentare le entrate finanziare. A volte la gestione del villaggio lasciava a desiderare per cui fu lasciato e consegnato alla diocesi. La Seconda Casa dell’Istituto Miraflores a Lima Nell’ottobre 1978 fu aperta una nuova casa per l’animazione missionaria. Terza casa dell’Istituto a Lima (Aprile 1979) Siccome la promozione vocazionale attraeva giovani ci fu bisogno di acquistare una nuova casa a Lima come postulato e per la promozione vocazionale. Un movimento fu fondato come associazione laica. L’idea fu di aggregare uomini laici alle nostre comunità. Molti fecero domanda ma pochi avevano un vero spirito missionario. Era un esperimento da valutare con calma. Crisi negli Istituti (vedere il Capitolo XIV) Come in tutti gli Istituti ecclesiastici del tempo, anche nel nostro Istituto sorsero diversi problemi. Il problema finanziario sorse principalmente per i Fratelli, per l’eventuale facilitazione al loro inserimento nella società. Questo era ritenuto necessario di modo che si sentissero completamente liberi di restare nell’Istituto o di andarsene. Il Consiglio Generale stava già aiutando alcuni Fratelli che avevano lasciato l’Istituto e quindi non vedeva la necessità di ottemperare a tale richiesta. Fu scelta un’assicurazione sociale statale. Per beneficiarne, era necessario pagare una somma annuale. Tuttavia in seguito la provincia fece un’assicurazione privata. Nel maggio del 1977, il Consiglio Generale ebbe un’udienza privata con Papa Paolo VI per parlare con il Santo Padre dei problemi più urgenti come la Riunione e le difficoltà che incontravano nel campo dell’Apostolato in luoghi come il Sud Africa. Il Papa li accolse calorosamente e benedisse il loro lavoro. Sviluppi nelle Missioni Sud Africa In questo periodo e negli anni successivi, piuttosto che aprire nuove missioni, l’attenzione dei missionari era volta a riconsiderare la metodologia seguita nel passato. Dovettero cambiare i loro metodi pastorali tradizionali in quanto le politiche governative avevano apportato cambiamenti nella società. “I catechisti erano molto richiesti, ma questa politica dovette essere abbandonata per mancanza di finanziamenti. Il declino delle vocazioni fece sì che si dovesse fare sempre più affidamento sui fedeli come i leader delle comunità locali. Venne introdotto ogni sorta di ministero, come, ad esempio catechisti volontari addestrati: fu fondato l’Istituto Lumko che si occupò di questo compito. Tutte queste evoluzioni portarono a sviluppare il metodo pastorale chiamato “Piccole Comunità Cristiane”. Negli ultimi anni c’è stato un forte declino nei battesimi, confessioni e matrimoni. In generale questo avvenne per tutte le Chiese: “Siamo tutti una sola famiglia con nomi diversi”. Penso che dovremo affrontare le nuove sfide, cioè come rendere la Chiesa di nuovo attraente, oltre che alle scuole e gli ospedali” (Nefzger, p. 200). Alcuni osservatori sostengono che questo modo di fare, cioè di non più convertire, non è nuovo 153

Apertura nel Kenya<br />

Padre Uhl andò in Kenya per insegnare Filosofia nel Seminario nazionale per due anni.<br />

Fratelli per Gilgil nel 1974. Furono nominati dei Fratelli per fondare un Villaggio Politecnico a<br />

Gilgil nella Diocesi di Nakuru. I Fratelli si recarono in Tanzania a studiare la lingua Kiswahili e<br />

nel 1975 tornarono per costruire il villaggio. Era il 1975. Nel 1978 poterono aprire la scuola e<br />

le officine per insegnare falegnameria, meccanica e la lavorazione della pietra.<br />

La vendita dei manufatti, si trattava principalmente di arredamento che poteva aumentare le<br />

entrate finanziare. A volte la gestione del villaggio lasciava a desiderare per cui fu lasciato e<br />

consegnato alla diocesi.<br />

La Seconda Casa dell’Istituto Miraflores a Lima<br />

Nell’ottobre 1978 fu aperta una nuova casa per l’animazione missionaria.<br />

Terza casa dell’Istituto a Lima (Aprile 1979)<br />

Siccome la promozione vocazionale attraeva giovani ci fu bisogno di acquistare una nuova casa<br />

a Lima come postulato e per la promozione vocazionale.<br />

Un movimento fu fondato come associazione laica.<br />

L’idea fu di aggregare uomini laici alle nostre comunità. Molti fecero domanda ma pochi<br />

avevano un vero spirito missionario. Era un esperimento da valutare con calma.<br />

Crisi negli Istituti (vedere il Capitolo XIV)<br />

Come in tutti gli Istituti ecclesiastici del tempo, anche nel nostro Istituto sorsero diversi<br />

problemi. Il problema finanziario sorse principalmente per i Fratelli, per l’eventuale facilitazione<br />

al loro inserimento nella società. Questo era ritenuto necessario di modo che si sentissero<br />

completamente liberi di restare nell’Istituto o di andarsene. Il Consiglio Generale stava già<br />

aiutando alcuni Fratelli che avevano lasciato l’Istituto e quindi non vedeva la necessità di<br />

ottemperare a tale richiesta. Fu scelta un’assicurazione sociale statale. Per beneficiarne, era<br />

necessario pagare una somma annuale. Tuttavia in seguito la provincia fece un’assicurazione<br />

privata.<br />

Nel maggio del 1977, il Consiglio Generale ebbe un’udienza privata con Papa Paolo VI per<br />

parlare con il Santo Padre dei problemi più urgenti come la Riunione e le difficoltà che<br />

incontravano nel campo dell’Apostolato in luoghi come il Sud Africa. Il Papa li accolse<br />

calorosamente e benedisse il loro lavoro.<br />

Sviluppi nelle Missioni<br />

Sud Africa<br />

In questo periodo e negli anni successivi, piuttosto che aprire nuove missioni, l’attenzione dei<br />

missionari era volta a riconsiderare la metodologia seguita nel passato. Dovettero cambiare i loro<br />

metodi pastorali tradizionali in quanto le politiche governative avevano apportato cambiamenti<br />

nella società.<br />

“I catechisti erano molto richiesti, ma questa politica dovette essere abbandonata per<br />

mancanza di finanziamenti. Il declino delle vocazioni fece sì che si dovesse fare sempre più<br />

affidamento sui fedeli come i leader delle comunità locali.<br />

Venne introdotto ogni sorta di ministero, come, ad esempio catechisti volontari addestrati: fu<br />

fondato l’Istituto Lumko che si occupò di questo compito. Tutte queste evoluzioni portarono a<br />

sviluppare il metodo pastorale chiamato “Piccole Comunità Cristiane”.<br />

Negli ultimi anni c’è stato un forte declino nei battesimi, confessioni e matrimoni. In generale<br />

questo avvenne per tutte le Chiese: “Siamo tutti una sola famiglia con nomi diversi”. Penso<br />

che dovremo affrontare le nuove sfide, cioè come rendere la Chiesa di nuovo attraente, oltre<br />

che alle scuole e gli ospedali” (Nefzger, p. 200).<br />

Alcuni osservatori sostengono che questo modo di fare, cioè di non più convertire, non è nuovo<br />

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