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Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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mese di ottobre, la festività del santo Rosario. Fu sepolto nella cattedrale.<br />

Dopo il funerale quando tutti i dignitari se ne erano ormai andati, i cattolici neri si trattennero<br />

per lungo tempo sulla sua tomba cantando “O hamba kahle, sihlobo sethu”(Vai in pace sei<br />

stato nostro amico). L’arcivescovo Denis Hurley di Durban, suo grande amico presenziando al<br />

rito funebre, guardò i neri radunati per quel triste rito e disse: “Guardate, il loro amore e la<br />

loro devozione è la sua ricompensa”.<br />

MONS ANTON REITERER: sempre alla ricerca del Cuore di Gesù. Hafling 25/2/1908 -<br />

Middelburg (Sud Africa) 20/2/2000.<br />

Come Vescovo fece molto lavoro pionieristico nel campo pastorale, nell’istruzione, chiese,<br />

conventi, centri per catechisti, scuole, collegi, ospedali, fattorie ecc. Durante gli anni difficili<br />

dell’Apartheid fece di tutto per guidare le chiese locali attraverso il mare tempestoso, si recava<br />

personalmente negli uffici governativi di Pretoria per ottenere visti d’ingresso per i missionari e<br />

non se ne andava finché non avesse ottenuto ciò che voleva. Visitava le stazioni missionarie<br />

una volta al mese, incoraggiava i suoi collaboratori che erano spesso amareggiati e delusi nel<br />

loro duro lavoro di evangelizzazione.<br />

Il Vescovo Anton era molto cordiale e aperto, in special modo con coloro che portavano avanti<br />

il lavoro pastorale nella diocesi e con i suoi confratelli Comboniani. Le visite alle stazioni<br />

missionarie mensili erano parte integrale dei suoi impegni. Si risentiva se qualcuno di sua<br />

conoscenza passava da Witbank senza andare a salutarlo. I confratelli passavano dalla porta<br />

posteriore e non dovevano andare all’entrata principale a suonare il campanello. Non era mai<br />

necessario fissare un appuntamento per parlargli, neanche se si aveva bisogno di un letto per<br />

la notte.<br />

Mons. Reiterer presenziò a tutte e quattro le sessioni del Vaticano II (1962-1965). Anche se<br />

non fu tra quelli che introducevano cambiamenti, li accoglieva in modo positivo. Nella sua<br />

diocesi diede vita a molte iniziative di rinnovo che divennero un esempio per altre diocesi da<br />

seguire, a questo proposito ricordiamo l’istituzione di Piccole Comunità Cristiane in alcune<br />

grosse parrocchie.<br />

Devoto e fedele seguace di Comboni, condivideva la sua spiritualità nell’amore per il Cuore di<br />

Gesù e la Croce. La sua fede era veramente profonda. Durante le sue visite alle stazioni<br />

missionarie, sostava sempre per prima cosa in chiesa, fermamente convinto com’era che Gesù<br />

Cristo è il Signore e che la luce ed il coraggio scaturiscono da Lui. Durante tutta la sua vita ha<br />

sempre dimostrato di appartenere alla Famiglia Comboniana. Si univa sempre ai confratelli per<br />

le celebrazioni e festività della comunità. Questa apertura era radicata nel suo immenso amore<br />

per il Sacro Cuore. Egli spiegava “il nostro amore per ognuno dei membri della comunità..<br />

amore genuino, preoccupazione reale, vera generosità, interesse reale l’uno nell’altro, il<br />

desiderio di dare se stesso agli altri… Dobbiamo lavorare e pregare che l’amore che Dio ci<br />

dimostra diventi l’amore di ognuno di noi per l’altro nella famiglia e nella comunità”.<br />

La croce non gli era estranea. Ebbe delle esperienze amare, opposizioni, fu ferito ed<br />

abbandonato. Sopportava tutto pazientemente, con perseveranza e con spirito di perdono, ed<br />

affidamento in Dio.<br />

Il SESTO CAPITOLO GENERALE<br />

Mellatz: 25 luglio – 3 agosto 1961 ed il periodo dal 1961 al 1967<br />

Il Capitolo<br />

La Celebrazione<br />

Parteciparono quindici Capitolari: i padri Richard Lechner, Johann Deisenbeck, Anton<br />

Baumgart, Karl Mönch, Vinzenz Kirchler, Stefan Lintermann (Segretario Generale), Alfred<br />

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