Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf

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Si dedicò, inoltre alla composizione di Messe ed inni per le celebrazioni liturgiche; più importante di tutti i suoi talenti, comunque fu la sua attività sacerdotale. Quando morì si stava preparando a celebrare la liturgia, che continuò dinanzi al trono di Dio. La reazione dei missionari austriaci e tedeschi Come abbiamo già accennato, la maggior parte dei missionari tedeschi e austriaci non erano favorevoli alla divisione. a. Non reagirono malamente all’imposizione della separazione e sempre si considerarono una continuazione dell’Istituto missionario fondato dal Beato Comboni, fortificati spiritualmente dal cambiamento del 1887. b. Continuarono a lavorare in Africa il campo di Apostolato scelto dal Comboni. c. Mantenendo il Sacro Cuore nel loro nome, essi mostrarono la loro fedeltà al carisma del Comboni, cioè, la sua profonda spiritualità Questa triplice fedeltà a Comboni fu avvantaggiata dal fatto che loro possedevano la biografia di Comboni scritta dal Vescovo Geyer. La trasmissione di questa fedeltà facilitò, più avanti, la riunione dei due istituti. Difatti, i Figli del Sacro Cuore avevano per la prima volta, discusso sulla personalità di Comboni nel loro Capitolo del 1969, capitolo che istituì la commissione per studiare la possibile Riunione. La situazione il giorno della separazione Lo stato del personale al momento della separazione – 27 luglio 1923 Padri: 26 dei quali 15 in Europa e 11 nelle Missioni Fratelli professi: 22 del quali 14 in Europa e 8 nelle Missioni Studenti Novizi: 7 Studenti Postulanti: 0 Fratelli Novizi: 8 Aspirati Fratelli: 1 Seminaristi: 36 del quali 15 a Brixen e 21 a Josefstal Postulanti Fratelli: 9 – tutti a Josefstal Case esistenti in Europa al momento della divisione La casa di Milland, vicino a Brixen dal 1899 La casa di Messendorf vicino a Graz dal 1909 La casa di Josefstal vicino a Schrezheim, dal 1920 Le riviste missionarie “STERN DER NEGER” (Stella dei neri) e “WERK DER ERLOSERS” (Opera del Redentore) erano già state introdotte nei territori di lingua tedesca già prima della separazione. STERN aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1898 e cessò nel 1966, quando venne pubblicato per la prima volta “KONTINENTE” rivista missionaria unica per gli Istituti Missionari in Germania. Nuovo campo di apostolato Transvaal Orientale del Sud Africa Il Vicariato del Sud Africa aveva il suo centro nel Natal. Fu affidato agli Oblati di Maria Immacolata (OMI). La parte orientale del territorio aveva il suo centro in Natal che era la sede del Vicariato Apostolico. La parte Nord Orientale del Sud Africa si chiamava Provincia del Transvaal e comprendeva il Parco Kruger ai confini con il Mozambico. Per richiesta della Chiesa Olandese Riformata, era in vigore una legge che proibiva qualsiasi altra religione nel Transvaal. Questa legge venne abrogata nel 1871. Fra i cercatori d’oro e i minatori c’era un buon numero di cattolici. Il vescovo Jolivet (OMI) arrivò a Barbeton dal Natal nel 1886 e vi costruì la prima chiesa. Durante il 1886 la provincia del Natal fu eretta Prefettura Apostolica con Prefetto mons. Schloch. Una delle prime cose che fece fu di invitare le Suore Orsoline olandesi per aprire una scuola ed un convento a Barbeton, ma nel 1897 esse se ne andarono per recarsi a Johannesburg. 126

1. Un giorno della primavera del 1921, il Vescovo Geyer andò alla Congregazione di Propaganda Fide, a Roma ad informare i Superiori della sua paura che i Missionari tedeschi ed austriaci non potessero far ritorno a Khartoum. Questo, come abbiamo avuto modo di vedere, per causa della Prima Guerra Mondiale, combattuta dai tedeschi e vinta dalla Gran Bretagna che aveva in mano il Sudan. Durante questa riunione, Propaganda disse a mons. Geyer che erano stati richiesti dei Missionari per recarsi in Sud Africa. La richiesta era stata fatta dal Vescovo Charles Cox (OMI) Vicario Apostolico del Vicariato del Transvaal, il quale desiderava scindere il Transvaal Orientale dal suo grande Vicariato. Sembra che in quell’occasione Propaganda offrì al Vescovo Geyer la nuova Prefettura, ma questi non accettò. Mons. Cox si impegnava per i visti dei nuovi Missionari di nazionalità tedesca ed austriaca. 2. Il 18 marzo 1922, il Cardinale Van Rossum, informò i missionari austriaci e tedeschi che i loro visti erano pronti. La decisione di separare i due istituti era stata già presa il 27 novembre 1922 sebbene non comunicata. La Prefettura Apostolica di Lydenburg, Transvaal Orientale fu eretta e affidata ai missionari tedeschi il 12 marzo 1923, prima della pubblicazione della separazione, che ebbe luogo il 27 luglio 1923.P. Daniel Kauczor fu nominato Prefetto Apostolico della nuova prefettura di Lydenburg. 3. 17 settembre 1923: benché ansiosi di partire per il nuovo campo di apostolato, fu solo in questa data che i nostri missionari riuscirono a partire da Khartoum e arrivare al Cairo il 21 dello stesso mese: nove sacerdoti e dieci fratelli per il Transvaal. La maggior parte di essi si trovavano nelle missioni ancora prima dello scoppio della guerra, ma non tornarono in Europa, preferendo recarsi direttamente in Sud Africa. 4. Il 5 gennaio 1924: I seguenti Missionari arrivarono a Lourenço Marques, (adesso Maputo): mons. Daniel Kauczor (Tedesco-polacco). I padri Joseph Klassert (tedesco), ed Alois Ipfelkofer (tedesco).Gli altri missionari continuarono il loro viaggio verso Durban o Johannesburg. I padri Joseph Angerer (austriaco), Bernard Zorn (tedesco), Karl Fischer (cecoslovacco), Joseph Musar (iugoslavo), Stephen Berger (austriaco), Hugo Ille (cecoslovacco), e i fratelli Karl Schimd (tedesco), Raphael Kolenic (iugoslavo), Karl Klodt (tedesco), Joseph Huber (austriaco), Alexander Cygan (polacco). Giunti a Johannesburg, presentarono le loro credenziali al Vescovo Cox il quale diede loro i documenti ufficiali e la facoltà di prendere possesso della Prefettura di Lydenburg. Mons. Kauczor prese possesso della sua sede, seguito anche da p. Ipfelkofer. P. Klassert, superiore del gruppo andò a Witbank, mentre p. Musar diventò Superiore ad interim di “Maria Trost”. Il territorio dove fu istituita la missione di Maria Trost era una fattoria acquistata dalla prefettura Apostolica e registrata con il nome di “Missione cattolica Maria Trost” Questo nome fu dato per ricordare un famoso santuario con lo stesso nome che si trova in Austria. 5. Le prime difficoltà (cfr. p. K. Nefzger pagine 7.8) a) La fondazione della Missione: una congregazione di suore “Le Suore di Loreto” era arrivata a Lydenburg nel 1893. Benché esse vi avessero aperto una scuola, non erano ben viste a causa della loro religione. Anche con la presenza di un sacerdote, questa situazione permase fino all’arrivo dei nostri missionari nel 1924. Era allora difficile per i cattolici trovare luoghi dove aprire missioni. L’ostacolo fu raggirato con l’acquisto di fattorie e l’apertura di scuole. b) Imparare la lingua locale: alcuni missionari come p. J. Angerer e B. Zorn,rimasero a Mariannhill per imparare lo zulù, alcuni altri pensarono che l’inglese che avevano imparato a Khartoum fosse sufficiente. Questo provocò sentimenti di frustrazione. Comunque, lo zulù non era la sola lingua parlata nella nuova prefettura, anche le lingue Nguni erano presenti. Questo rese più facile imparare lo Xhosa, lo Swazi, e il Ndebbele, ma solo due missionari conoscevano lo zulù. c) La solitudine del gruppo: uno dei vantaggi di un Istituto Missionario è la continuità della metodologia dell’Apostolato. Questo non accadde per i nostri missionari nel Transvaal. È vero che c’era un solo sacerdote residente, un certo p. A. Van Hecke (OMI), ma all’arrivo dei nostri pionieri questi se ne andò. Coloro che erano stati a Mariannhill cercarono di mettere in pratica ciò che vi avevano imparato anche se la situazione della comunità cattolica di Mariannhill era alquanto differente da quella del Transvaal orientale. 127

1. Un giorno della primavera del 1921, il Vescovo Geyer andò alla Congregazione di<br />

Propaganda Fide, a Roma ad informare i Superiori della sua paura che i Missionari tedeschi ed<br />

austriaci non potessero far ritorno a Khartoum. Questo, come abbiamo avuto modo di vedere,<br />

per causa della Prima Guerra Mondiale, combattuta dai tedeschi e vinta dalla Gran Bretagna<br />

che aveva in mano il Sudan.<br />

Durante questa riunione, Propaganda disse a mons. Geyer che erano stati richiesti dei<br />

Missionari per recarsi in Sud Africa. La richiesta era stata fatta dal Vescovo Charles Cox (OMI)<br />

Vicario Apostolico del Vicariato del Transvaal, il quale desiderava scindere il Transvaal<br />

Orientale dal suo grande Vicariato. Sembra che in quell’occasione Propaganda offrì al Vescovo<br />

Geyer la nuova Prefettura, ma questi non accettò.<br />

Mons. Cox si impegnava per i visti dei nuovi Missionari di nazionalità tedesca ed austriaca.<br />

2. Il 18 marzo 1922, il Cardinale Van Rossum, informò i missionari austriaci e tedeschi che i<br />

loro visti erano pronti. La decisione di separare i due istituti era stata già presa il 27 novembre<br />

1922 sebbene non comunicata. La Prefettura Apostolica di Lydenburg, Transvaal Orientale fu<br />

eretta e affidata ai missionari tedeschi il 12 marzo 1923, prima della pubblicazione della<br />

separazione, che ebbe luogo il 27 luglio 1923.P. Daniel Kauczor fu nominato Prefetto Apostolico<br />

della nuova prefettura di Lydenburg.<br />

3. 17 settembre 1923: benché ansiosi di partire per il nuovo campo di apostolato, fu solo in<br />

questa data che i nostri missionari riuscirono a partire da Khartoum e arrivare al Cairo il 21<br />

dello stesso mese: nove sacerdoti e dieci fratelli per il Transvaal. La maggior parte di essi si<br />

trovavano nelle missioni ancora prima dello scoppio della guerra, ma non tornarono in Europa,<br />

preferendo recarsi direttamente in Sud Africa.<br />

4. Il 5 gennaio 1924: I seguenti Missionari arrivarono a Lourenço Marques, (adesso Maputo):<br />

mons. Daniel Kauczor (Tedesco-polacco). I padri Joseph Klassert (tedesco), ed Alois Ipfelkofer<br />

(tedesco).Gli altri missionari continuarono il loro viaggio verso Durban o Johannesburg. I padri<br />

Joseph Angerer (austriaco), Bernard Zorn (tedesco), Karl Fischer (cecoslovacco), Joseph Musar<br />

(iugoslavo), Stephen Berger (austriaco), Hugo Ille (cecoslovacco), e i fratelli Karl Schimd<br />

(tedesco), Raphael Kolenic (iugoslavo), Karl Klodt (tedesco), Joseph Huber (austriaco), Alexander<br />

Cygan (polacco). Giunti a Johannesburg, presentarono le loro credenziali al Vescovo Cox il quale<br />

diede loro i documenti ufficiali e la facoltà di prendere possesso della Prefettura di Lydenburg.<br />

Mons. Kauczor prese possesso della sua sede, seguito anche da p. Ipfelkofer. P. Klassert, superiore<br />

del gruppo andò a Witbank, mentre p. Musar diventò Superiore ad interim di “Maria Trost”. Il<br />

territorio dove fu istituita la missione di Maria Trost era una fattoria acquistata dalla prefettura<br />

Apostolica e registrata con il nome di “Missione cattolica Maria Trost” Questo nome fu dato per<br />

ricordare un famoso santuario con lo stesso nome che si trova in Austria.<br />

5. Le prime difficoltà (cfr. p. K. Nefzger pagine 7.8)<br />

a) La fondazione della Missione: una congregazione di suore “Le Suore di Loreto” era arrivata a<br />

Lydenburg nel 1893. Benché esse vi avessero aperto una scuola, non erano ben viste a causa<br />

della loro religione. Anche con la presenza di un sacerdote, questa situazione permase <strong>fino</strong><br />

all’arrivo dei nostri missionari nel 1924. Era allora difficile per i cattolici trovare luoghi dove<br />

aprire missioni. L’ostacolo fu raggirato con l’acquisto di fattorie e l’apertura di scuole.<br />

b) Imparare la lingua locale: alcuni missionari come p. J. Angerer e B. Zorn,rimasero a<br />

Mariannhill per imparare lo zulù, alcuni altri pensarono che l’inglese che avevano imparato a<br />

Khartoum fosse sufficiente.<br />

Questo provocò sentimenti di frustrazione. Comunque, lo zulù non era la sola lingua parlata<br />

nella nuova prefettura, anche le lingue Nguni erano presenti. Questo rese più facile imparare lo<br />

Xhosa, lo Swazi, e il Ndebbele, ma solo due missionari conoscevano lo zulù.<br />

c) La solitudine del gruppo: uno dei vantaggi di un Istituto Missionario è la continuità della<br />

metodologia dell’Apostolato. Questo non accadde per i nostri missionari nel Transvaal. È vero<br />

che c’era un solo sacerdote residente, un certo p. A. Van Hecke (OMI), ma all’arrivo dei nostri<br />

pionieri questi se ne andò. Coloro che erano stati a Mariannhill cercarono di mettere in pratica<br />

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