Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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Il Primo Millennio. CAPITOLO SECONDO Cristianità nella Valle del Nilo Durante le persecuzioni del Terzo Secolo (Decio 250, Diocleziano 289-305) molti Cristiani si rifugiarono nell’Egitto Meridionale. Per loro deve essere stato facile prendere contatti con gli abitanti della Nubia che vivevano fra Assouan e Khartoum. Atanasio, Vescovo di Alessandria dal 328 al 372, creò un vescovado a File a Sud di Assouan: conosciamo i nomi di sei Vescovi i quali occuparono la Sede fra il 325 ed il 543. La crescita della Cristianità nella Nubia è dovuta all’influenza di Costantinopoli: nell’anno 529 l’imperatore romano Giustiniano, voleva mandarvi missionari. Sua moglie, Teodora, seguace dell’eresia Monofisita, lo anticipò e mandò il suo sacerdote, Giuliano, con un messaggio per il Governatore dell’Egitto Superiore. In questo messaggio lo minacciò di morte qualora permettesse il messaggero dell’imperatore di arrivare per primo nella Nubia (Regno di Nobatia). Nel 580 DC l’intera Nubia era apparentemente Cristiana: il Re di Soba (Khartoum) scrisse in quell’anno al Re di Dongola: “Cristo è con noi”. Non è chiaro come ebbe luogo una così massiccia conversione, ma scavi archeologici effettuati nel 1960 nel deserto della Nubia suggeriscono che i Re di Nobatia (Nord), Makuria (Centro) e Alodia (Khartoum e le terre a sud di essa) furono convertiti per primi, poi seguiti dalla loro popolazione. Le stesse scoperte archeologiche indicano una presenza Cristiana che durò un millennio fra il sesto ed il sedicesimo secolo. Furono trovate chiese costruite in uno stile tipico. Degna di nota fra queste chiese è la Cattedrale di Faras che si trovava a circa 300 km a sud di Assouan, con conventi, tombe con simboli Cristiani, 160 affreschi, 800 iscrizioni in lingue differenti (greco, copto, nubiano, arabo). Nella Cattedrale di Faras fu trovata una lista con i nomi di 27 Vescovi. Quando questi Cristiani nubiani vennero in contatto con i musulmani provenienti da Nord, furono gradatamente assorbiti dalla loro religione, come accadde in Nord Africa, come abbiamo già avuto modo di vedere. Una delle ragioni di questo dissolvimento è anche dovuta al fatto che i sacerdoti erano forniti dall’Egitto e non fu fatto nessuno sforzo di preparare gli indigeni al sacerdozio. La cultura locale, comunque mantiene alcuni usi e costumi che derivano dalla passata storia Cristiana (vedere Vantini, “Christianity in the Sudan”, pagine 206-208). Gli Esploratori europei alla ricerca delle Montagne della Luna. Claudius Ptolemy, un geografo del Secondo Secolo di Alessandria d’Egitto, era convinto che esistessero le “Montagne della Luna” le cui nevi nutrivano il lago dal quale sorgeva il Nilo. Non esiste nessun riscontro storico, tuttavia, che altri, a parte gli abitanti locali, abbia visto questa favolosa montagna e le sorgenti del Nilo fino al secolo diciannovesimo. Alcuni ritenevano che le sorgenti del Nilo si trovassero sul Lago No nel Chad o nell’Etiopia Sud Ovest. Verso la fine del 18° secolo, il desiderio di esplorare l’interno dell’Africa divenne impellente per svariate ragioni: il commercio, la politica, curiosità, o soltanto spirito d’avventura. Possiamo suddividere questo periodo in tre fasi: - 1788-1848. Un certo numero di associazioni furono formate, come quella di Sir Joseph Banks “per promuovere la scoperta delle parti interne dell’Africa”; o Società geografiche come quella di Parigi (1821), Berlino (1828), di Francoforte 1836) Pietroburgo (1845), Vienna(1856). Circa 500 esploratori persero la vita cercando di portare a termine queste esplorazioni, e per di più con scarsi risultati. - 1848-1880. La maggior parte delle esplorazioni che ebbero successo furono portate a termine da gente come Livingstone, Stanley, Grant, Speke, ed altri inclusi i nostri stessi missionari fra i quali P. Angelo Vinco e P. Ignatius Knoblecher. - 1880. Le potenze Coloniali europee fanno di tutto per potere controllare il continente. Nel 1884 le più potenti nazioni europee ad una conferenza che ebbe luogo a Berlino divisero l’Africa in sfere d’interesse che ognuna avrebbe controllato. Uno degli obiettivi più ambiti erano le sorgenti del Nilo. 12
Il Vicariato dell’Africa Centrale Il tentativo di raggiungere l’Africa Centrale In seguito a queste ricerche, anche all’interno della Chiesa cattolica si cominciò a parlare della necessità di portare il messaggio liberatore del Vangelo nel cuore dell’Africa. Vi abitavano 100 milioni di persone, si diceva, sfruttate da schiavisti e mercanti d’avorio Nel 1844 un prete maltese si interessò alla regione: Annetto Casolani era Canonico della Cattedrale della Valletta che aveva viaggiato molto nei paesi arabi e si teneva informato su tutto quello che riguardava le esplorazioni, grazie alla sua conoscenza della lingua araba ed i contatti che aveva con le varie Associazioni britanniche. Dopo aver letto il libro scritto da I. Pallme “Viaggi nel Kordofan”, impressionato dalla crescita dell’influenza islamica fra i neri del Sudan occidentale, egli scrisse alla Congregazione di Propaganda Fide suggerendo di mandare una missione nell’Africa Centrale per contrastare l’avanzata islamica e con essa la schiavitù. Korfodan e Sennaar erano giù perduti, ma non era troppo tardi per i Nubani, il Kodoro e gli Shilluk, sempre ché ci si muovesse con tempestività. Casolani aveva solo vaghe nozioni sull’ assetto del territorio ma suggerì di partire da Tripoli procedendo poi per Ghadames, il Lago Chad e Timbuktu. Chiunque sarebbe stato a capo di questa spedizione avrebbe dovuto “indossare abiti poco appariscenti, non portare simboli religiosi e far in modo che nessuno indovinasse quale era il suo vero scopo” (Questi suggerimenti si basavano sulle indicazioni che I. Pallme aveva dato agli austriaci.) Il Cardinale Prefetto di Propaganda si interessò alla cosa, ed avendo richiesto dal Canonico Casolani ulteriori informazioni sulla missione, chiese al Prefetto Apostolico di Tripoli, in Libia, che cosa ne pensasse della proposta. Il Prefetto Apostolico approvò il piano e suggerì Timbuktu come base della missione. Avendo sentito dire che anche l’arcivescovo Anglicano di Gibilterra si apprestava a mandare una missione da Tripoli nell’Africa Centrale, Propaganda Fide, il 26 gennaio 1846, istituì, senza ulteriori indugi, il Vicariato dell’Africa Centrale. Confinava con i territori ecclesiastici di Tripoli ed Egitto a Nord, la Prefettura d’Abissinia ad est, si arrampicava su per le Montagne della Luna a Sud e arrivava fino al regno della Guinea ad Ovest. La frase “Il deserto e la così detta Africa Centrale” alla quale si fa riferimento si trovavano grosso modo fra i paralleli 8 e 16 ed i meridiani 4 e 15 ed includevano quelle che oggi sono Sudan, Uganda, Kenya, Tanzania, Burundi, Ruanda, la Repubblica Centro Africana, Nigeria e parti del Congo, Libia, Algeria, e Cameroon. Il Vescovo A. Casolani Il Canonico Casolani fu la scelta ovvia per Propaganda Fide come responsabile della missione. Quando ne fu informato, la sua prima reazione fu di dire che lui non era l’uomo adatto a questo lavoro. A seguito di ulteriori pressioni, accettò, ma aggiunse che se doveva guidare la spedizione voleva essere assistito da Gesuiti. IL Superiore Generale dei Gesuiti, però declinò l’invito a partecipare al progetto dicendo di non avere né mezzi né uomini sufficienti, e soprattutto perché credeva che una Missione nell’Africa Centrale non avesse nessuna possibilità di successo. Ad ogni modo, disse, prima di prendere una decisione in merito, si doveva prima mandare una spedizione per vedere se la cosa fosse fattibile. Solo per quest’ultimo scopo era pronto ad offrire P. Maximillian Ryllo, a quel tempo Rettore del Collegio di Propaganda Fide. Il 30 marzo 1846 Propaganda Fide elesse il Canonico Casolani a capo del nuovo Vicariato, contrariamente a quanto era di solito fare – e cioè affidare un territorio ad un Prefetto Apostolico, e, solo in un secondo temo quando la comunità Cattolica era già di una certa consistenza, ad un Vicario Apostolico, Vescovo. – fu immediatamente consacrato Vescovo, di modo che potesse avere ampi poteri decisionali senza dover continuamente far riferimento a Propaganda Fide. Il 24 maggio 1846 Casolani fu consacrato vescovo, gli fu chiesto di reclutare volontari da portare con se nella sua missione e di partire entro la prima settimana di gennaio 1847. A marzo del 1847 Casolani si trovava ancora a Malta (nonostante le continue pressioni da Propaganda Fide di mettersi in viaggio per Khartoum), cercando di fondare a Malta un 13
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Il Primo Millennio.<br />
CAPITOLO SECONDO<br />
Cristianità nella Valle del Nilo<br />
Durante le persecuzioni del Terzo Secolo (Decio 250, Diocleziano 289-305) molti Cristiani si<br />
rifugiarono nell’Egitto Meridionale. Per loro deve essere stato facile prendere contatti con gli<br />
abitanti della Nubia che vivevano fra Assouan e Khartoum. Atanasio, Vescovo di Alessandria<br />
dal 328 al 372, creò un vescovado a File a Sud di Assouan: conosciamo i nomi di sei Vescovi i<br />
quali occuparono la Sede fra il 325 ed il 543.<br />
La crescita della Cristianità nella Nubia è dovuta all’influenza di Costantinopoli: nell’anno 529<br />
l’imperatore romano Giustiniano, voleva mandarvi missionari. Sua moglie, Teodora, seguace<br />
dell’eresia Monofisita, lo anticipò e mandò il suo sacerdote, Giuliano, con un messaggio per il<br />
Governatore dell’Egitto Superiore. In questo messaggio lo minacciò di morte qualora<br />
permettesse il messaggero dell’imperatore di arrivare per primo nella Nubia (Regno di<br />
Nobatia).<br />
Nel 580 DC l’intera Nubia era apparentemente Cristiana: il Re di Soba (Khartoum) scrisse in<br />
quell’anno al Re di Dongola: “Cristo è con noi”. Non è chiaro come ebbe luogo una così<br />
massiccia conversione, ma scavi archeologici effettuati nel 1960 nel deserto della Nubia<br />
suggeriscono che i Re di Nobatia (Nord), Makuria (Centro) e Alodia (Khartoum e le terre a sud<br />
di essa) furono convertiti per primi, poi seguiti dalla loro popolazione.<br />
Le stesse scoperte archeologiche indicano una presenza Cristiana che durò un millennio fra il<br />
sesto ed il sedicesimo secolo. Furono trovate chiese costruite in uno stile tipico. Degna di nota<br />
fra queste chiese è la Cattedrale di Faras che si trovava a circa 300 km a sud di Assouan, con<br />
conventi, tombe con simboli Cristiani, 160 affreschi, 800 iscrizioni in lingue differenti (greco,<br />
copto, nubiano, arabo). Nella Cattedrale di Faras fu trovata una lista con i nomi di 27 Vescovi.<br />
Quando questi Cristiani nubiani vennero in contatto con i musulmani provenienti da Nord,<br />
furono gradatamente assorbiti dalla loro religione, come accadde in Nord Africa, come abbiamo<br />
già avuto modo di vedere. Una delle ragioni di questo dissolvimento è anche dovuta al fatto<br />
che i sacerdoti erano forniti dall’Egitto e non fu fatto nessuno sforzo di preparare gli indigeni al<br />
sacerdozio. La cultura locale, comunque mantiene alcuni usi e costumi che derivano dalla<br />
passata storia Cristiana (vedere Vantini, “Christianity in the Sudan”, pagine 206-208).<br />
Gli Esploratori europei alla ricerca delle Montagne della Luna.<br />
Claudius Ptolemy, un geografo del Secondo Secolo di Alessandria d’Egitto, era convinto che<br />
esistessero le “Montagne della Luna” le cui nevi nutrivano il lago dal quale sorgeva il Nilo. Non<br />
esiste nessun riscontro storico, tuttavia, che altri, a parte gli abitanti locali, abbia visto questa<br />
favolosa montagna e le sorgenti del Nilo <strong>fino</strong> al secolo diciannovesimo.<br />
Alcuni ritenevano che le sorgenti del Nilo si trovassero sul Lago No nel Chad o nell’Etiopia Sud<br />
Ovest.<br />
Verso la fine del 18° secolo, il desiderio di esplorare l’interno dell’Africa divenne impellente per<br />
svariate ragioni: il commercio, la politica, curiosità, o soltanto spirito d’avventura. Possiamo<br />
suddividere questo periodo in tre fasi:<br />
- 1788-1848. Un certo numero di associazioni furono formate, come quella di Sir Joseph<br />
Banks “per promuovere la scoperta delle parti interne dell’Africa”; o Società geografiche<br />
come quella di Parigi (1821), Berlino (1828), di Francoforte 1836) Pietroburgo (1845),<br />
Vienna(1856). Circa 500 esploratori persero la vita cercando di portare a termine queste<br />
esplorazioni, e per di più con scarsi risultati.<br />
- 1848-1880. La maggior parte delle esplorazioni che ebbero successo furono portate a<br />
termine da gente come Livingstone, Stanley, Grant, Speke, ed altri inclusi i nostri stessi<br />
missionari fra i quali P. Angelo Vinco e P. Ignatius Knoblecher.<br />
- 1880. Le potenze Coloniali europee fanno di tutto per potere controllare il continente. Nel<br />
1884 le più potenti nazioni europee ad una conferenza che ebbe luogo a Berlino divisero<br />
l’Africa in sfere d’interesse che ognuna avrebbe controllato. Uno degli obiettivi più ambiti<br />
erano le sorgenti del Nilo.<br />
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