Agostoni 1 - Storia dell'Istituto fino 1979.pdf
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“Lotta contro la povertà cambiando il tuo modo di vivere” (id) L’ultimo, ma non meno importante capitolo della lettera, riguarda il missionario e la sua spiritualità: - Questa spiritualità deve essere caratterizzata da una vita di completa docilità verso lo Spirito (87) - Iniziare la comunione con Cristo, il nostro modello di “Colui che fu mandato” (88) - Amando la Chiesa e l’Umanità; una spiritualità contrassegnata da carità apostolica, un amore ardente per le anime e per la Chiesa come fu per Cristo (89) - Santità “una chiamata alla missione deriva da una chiamata alla Santità. Il vero missionario è un santo” (90) Infine il Papa affida il missionario alla mediazione di Maria che è totalmente orientata verso Cristo(92) NB: 1. Fare proseliti o proporre le Buone Nuove che portino alla conversione di una persona, è sbagliato se la conversione è in qualche modo imposta sia fisicamente che moralmente. “La Chiesa – scrive il Papa – propone, non impone” (n. 39) C’è imposizione morale quando il Vangelo viene proposto tramite lusinghe, inganni, danaro, cultura o la promozione nella vita sociale o politica. Per evitare qualsiasi interpretazione errata nel fare proseliti, il Papa insiste sul fatto che la vera conversione è opera dello Spirito Santo, il quale è l’agente primario della missione e che è presente ed attivo in ogni luogo e tempo. (Ch. III, 21-30) 2. Ho scelto di sottolineare dei punti controversi della lettera in quanto ritengo sia necessario conoscere il magisterium ordinarium della Chiesa sia che ci piaccia o no. LA RISPOSTA DEI MISSIONARI COMBONIANI Preparazione dei Catechisti Non c’era bisogno che Papa Benedetto XV insistesse sul ruolo e l’importanza dei catechisti. Il successo della penetrazione Missionaria nei territori a noi affidati è dovuto principalmente al semplice e generoso lavoro dei catechisti. Essi hanno stabilità, conoscono la lingua e la mentalità della gente. Avamposti, cappelle e Centri Eucaristici sono affidati a loro. I loro compiti sono i seguenti: - Essi dirigono l’assemblea domenicale, durante la quale possono essere nella condizione di spiegare le letture della liturgia. - Sono responsabili dell’insegnamento ai bambini e ai catecumeni; - In casi di emergenze, possono battezzare ed esaminare i candidati al matrimonio. - Visitano i malati e assistono i moribondi; - Possono presenziare a funerali para - liturgici: - Curano gli interessi delle parrocchie e tengono aggiornati i registri; - Tengono informati i missionari su ciò che accade. Spesso viene loro chiesto di gestire delle piccole scuole in campagna dove ai ragazzi viene insegnato il Catechismo oltre che a leggere e scrivere. Di recente è stato loro permesso di distribuire la Santa Comunione nei Centri Eucaristici che essi custodiscono. All’Inizio dell’Evangelizzazione non c’era molto bisogno di incoraggiare i catechisti a diffondere la fede. Nell’Uganda, per esempio, alcuni catechisti operavano nel nostro territorio da soli ancora prima del nostro arrivo. In una regione dell’Uganda del Sud, Kigezi, la Chiesa cattolica fu fondata dal catechista Joanna Kitagame con l’aiuto di un impiegato del Governo, Joanna Sebalijia. Abbiamo visto come catechisti dell’Uganda meridionale di origine e lingua Bantu si recarono nel nord del paese fra gente di origine etnica e lingua differenti. I più conosciuti fra di loro furono Lajari Bagenda, Martino Misoke, Mama Cecilia e Mama Pudenziana. Abbiamo avuto dei martiri come Daudi Okelo e Jildo Irwa fra gli Acholi, come abbiamo già detto. Anche di recente fra il 1985 e il 1995, catechisti ugandesi rimasero ai loro posti 106
nonostante ripetute vessazioni nei loro confronti, 67 di loro, furono anche uccisi. Nei primi mesi del 1913 p. Beduschi dette vita ad una vera e propria scuola per catechisti che fu portata avanti da p. Fornasa. Adesso di scuole per catechisti ce ne sono diverse. Quando il Vescovo Geyer si recò in Uganda rimase colpito dal lavoro svolto dai catechisti. Nel suo rapporto a Propaganda Fide, nel 1919, Mons. Stoppani, Vicario Apostolico del Bahr–el-Ghazal fu lieto di riferire che la metodologia di usare i Catechisti era stata finalmente capita e che veniva promossa in quasi tutte le missioni. Più tardi, negli anni venti, scuole per Catechisti furono fondate dai nostri missionari nel Sudan. Nel 1922, il primo Congresso dei Catechisti si tenne nell'Uganda con notevole successo dovuto principalmente all’entusiasmo di Martino Musoke di Gulu, di Aleni di Moyo e di un santo uomo di Kitgum, Jakobo Kinyang. Attualmente scuole per catechisti si trovano in tutte le località dove ci sono missioni e tutti noi missionari apprezziamo molto il loro lavoro. La loro remunerazione è ancora discussa; in alcuni posti non vengono addirittura paganti, in altri la comunità locale decide quanto dar loro, ed in altri luoghi vengono pagati con un salario fisso. Ogni anno Propaganda Fide stanzia una certa somma per le diocesi che sono ancora legati ad essa per la preparazione ed il mantenimento del Catechisti. Preparazione per il sacerdozio, I primi due sacerdoti diocesani dopo p. Daniel Sorur, furono ordinati il giorno di Natale del 1938. I padri Donasyano Bala e John Ongom furono ordinati nella cattedrale di Gulu dal Vescovo A. Negri. P. Vignato che li aveva accolti nel Seminario minore, presenziò alla cerimonia. Fedeli al motto di Comboni “Salvare l’Africa con gli africani”, i nostri missionari iniziarono ad istruire giovani per il sacerdozio sin dai primi anni della loro permanenza in quei territori. - Nel 1920 p. Bernabè iniziò ad istruire due ragazzi a Wau, ma nessuno dei due ce la fece. Nel 1929 p. E. Mason si prese cura di cinque ragazzi della scuola media fra i quali si trovava il futuro Vescovo Ireneo Dud il quale dal 1930 seguì le lezioni di latino. Il 21 dicembre 1944 egli fu il primo sacerdote proveniente dal Sudan ad essere ordinato e nel 1955 il primo Vescovo delle nostre missioni. - Nel 1924 Mons. Vignato mandò cinque ragazzi al Seminario minore di Nyenga, nella diocesi di Kampala che era affidata ai padri di Mill Hill. Nel 1927 p. Vignato tenne i seminaristi presso di se a Gulu. - Nel 1928 a Okaru (Juba orientale) p. Todesco divenne il primo rettore del Seminario minore della Prefettura di Bahr–el-Gebel che era stato fondato da p. Zambonardi. - Nel 1932 a Gulu iniziò un corso di filosofia e nel 1936 uno di teologia. - Nel 1933 a Bussere nel Bahr-el-Ghazal, fu aperto il Seminario minore, con l’intenzione di aprirne poi un Seminario maggiore nel 1939. - Nel 1937/39 un grande Seminario viene fondato a Lacor vicino a Gulu che fu il Seminario minore dell’Uganda e maggiore per il Sudan e per l’Uganda. - Nel giugno del 1940 quando tutti i nostri padri erano agli arresti domiciliari a Katigongo. nella Diocesi di Masaka (Uganda meridionale) il Seminario di Lacor fu preso dal governo inglese e trasformato in ospedale per i soldati. I seminaristi furono trasferiti ad Arua e poi al Seminario maggiore di Lodonga. A cinque missionari fu revocato il decreto d’arresto domiciliare per permettere loro di continuare l’insegnamento ai seminaristi. Entro il 1944 tutti i seminaristi poterono tornare a Lacor. - Nel 1947 il Seminario minore dell’Uganda fu trasferito a Okaru, ma i seminaristi tornarono a Lacor nel 1948. - Nel 1956 il Seminario maggiore inter - vicariale per il Sudan fu aperto a Tore sulla strada che da Yei porta a Meridi. Dopo l’espulsione dei missionari, il Seminario fu trasferito a Rejaf. Gli attacchi da parte dei soldati governativi costrinse i seminaristi a darsi alla macchia per una settimana per poi arrivare al Seminario di Lacor nell’Uganda. Nel 1968 unirono tutti i Seminari maggiori dell’Uganda per formare i nuovi Seminari nazionali: Katigongo (Uganda meridionale) per lo studio della filosofia e Ggaba vicino a Kampala per lo studio della teologia. I seminaristi sudanesi tornarono in Sudan, dove sono tutt’ora. 107
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L’ultimo, ma non meno importante capitolo della lettera, riguarda il missionario e la sua<br />
spiritualità:<br />
- Questa spiritualità deve essere caratterizzata da una vita di completa docilità verso lo<br />
Spirito (87)<br />
- Iniziare la comunione con Cristo, il nostro modello di “Colui che fu mandato” (88)<br />
- Amando la Chiesa e l’Umanità; una spiritualità contrassegnata da carità apostolica, un<br />
amore ardente per le anime e per la Chiesa come fu per Cristo (89)<br />
- Santità “una chiamata alla missione deriva da una chiamata alla Santità. Il vero missionario<br />
è un santo” (90)<br />
Infine il Papa affida il missionario alla mediazione di Maria che è totalmente orientata verso<br />
Cristo(92)<br />
NB:<br />
1. Fare proseliti o proporre le Buone Nuove che portino alla conversione di una persona, è<br />
sbagliato se la conversione è in qualche modo imposta sia fisicamente che moralmente.<br />
“La Chiesa – scrive il Papa – propone, non impone” (n. 39)<br />
C’è imposizione morale quando il Vangelo viene proposto tramite lusinghe, inganni, danaro, cultura<br />
o la promozione nella vita sociale o politica. Per evitare qualsiasi interpretazione errata nel fare<br />
proseliti, il Papa insiste sul fatto che la vera conversione è opera dello Spirito Santo, il quale è<br />
l’agente primario della missione e che è presente ed attivo in ogni luogo e tempo. (Ch. III, 21-30)<br />
2. Ho scelto di sottolineare dei punti controversi della lettera in quanto ritengo sia necessario<br />
conoscere il magisterium ordinarium della Chiesa sia che ci piaccia o no.<br />
LA RISPOSTA DEI MISSIONARI COMBONIANI<br />
Preparazione dei Catechisti<br />
Non c’era bisogno che Papa Benedetto XV insistesse sul ruolo e l’importanza dei catechisti. Il<br />
successo della penetrazione Missionaria nei territori a noi affidati è dovuto principalmente al<br />
semplice e generoso lavoro dei catechisti. Essi hanno stabilità, conoscono la lingua e la<br />
mentalità della gente. Avamposti, cappelle e Centri Eucaristici sono affidati a loro.<br />
I loro compiti sono i seguenti:<br />
- Essi dirigono l’assemblea domenicale, durante la quale possono essere nella condizione di<br />
spiegare le letture della liturgia.<br />
- Sono responsabili dell’insegnamento ai bambini e ai catecumeni;<br />
- In casi di emergenze, possono battezzare ed esaminare i candidati al matrimonio.<br />
- Visitano i malati e assistono i moribondi;<br />
- Possono presenziare a funerali para - liturgici:<br />
- Curano gli interessi delle parrocchie e tengono aggiornati i registri;<br />
- Tengono informati i missionari su ciò che accade.<br />
Spesso viene loro chiesto di gestire delle piccole scuole in campagna dove ai ragazzi viene<br />
insegnato il Catechismo oltre che a leggere e scrivere.<br />
Di recente è stato loro permesso di distribuire la Santa Comunione nei Centri Eucaristici che<br />
essi custodiscono.<br />
All’Inizio dell’Evangelizzazione non c’era molto bisogno di incoraggiare i catechisti a diffondere<br />
la fede. Nell’Uganda, per esempio, alcuni catechisti operavano nel nostro territorio da soli<br />
ancora prima del nostro arrivo. In una regione dell’Uganda del Sud, Kigezi, la Chiesa cattolica<br />
fu fondata dal catechista Joanna Kitagame con l’aiuto di un impiegato del Governo, Joanna<br />
Sebalijia.<br />
Abbiamo visto come catechisti dell’Uganda meridionale di origine e lingua Bantu si recarono nel<br />
nord del paese fra gente di origine etnica e lingua differenti. I più conosciuti fra di loro furono<br />
Lajari Bagenda, Martino Misoke, Mama Cecilia e Mama Pudenziana.<br />
Abbiamo avuto dei martiri come Daudi Okelo e Jildo Irwa fra gli Acholi, come abbiamo già<br />
detto. Anche di recente fra il 1985 e il 1995, catechisti ugandesi rimasero ai loro posti<br />
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