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Guarda la rivista in PDF - Daniele Montenegro, Aikido Aikikai

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che gli sono vic<strong>in</strong>i e dei familiari lontani,ma <strong>in</strong>flessibile<br />

verso se stesso e spietato verso un nemico che conosce<br />

[6] rispetta e forse ammira. La sua lezione di vita, e di<br />

dignitosa tenuta di fronte al<strong>la</strong> morte, suona <strong>in</strong> contrasto<br />

con l’ateniese Tirteo [7] («è bello morire per <strong>la</strong> patria<br />

cadendo tra i combattenti del<strong>la</strong> prima fi<strong>la</strong>») o del <strong>la</strong>t<strong>in</strong>o<br />

Orazio [8] («dulce et decorum est pro patria mori »)<br />

che pure confessa di avere abbandonato le file e lo<br />

Nel vaso Chigi, di scuo<strong>la</strong> cor<strong>in</strong>zia e databile <strong>in</strong>torno al<br />

650 a.C., conservato al Museo di Valle Giulia <strong>in</strong> Roma,<br />

l'artista raffigura due schiere di guerrieri che si<br />

scontrano, mentre un f<strong>la</strong>utista ritma l'assalto del<strong>la</strong><br />

schiera di s<strong>in</strong>istra. Secondo <strong>la</strong> leggenda un oracolo<br />

aveva prescritto agli spartani di affrontare <strong>la</strong> rivolta<br />

dei messeni al comando di un ateniese. Da Atene venne<br />

<strong>Aikido</strong><br />

scudo durante <strong>la</strong> battaglia di Filippi. Kuribayashi non<br />

cade nel<strong>la</strong> retorica del<strong>la</strong> “bel<strong>la</strong> morte” che tanto spazio<br />

ebbe <strong>in</strong> ogni parte ed <strong>in</strong> ogni tempo. Accetta per dovere<br />

e a mal<strong>in</strong>cuore il suo dest<strong>in</strong>o di eroe. D’altra parte le<br />

atrocità del<strong>la</strong> guerra moderna non sono assolutamente<br />

paragonabili a quelle, che pure ci sono state e che non<br />

dobbiamo dimenticare, del<strong>la</strong> guerra c<strong>la</strong>ssica a misura<br />

di uomo.<br />

<strong>in</strong>viato un uomo piccolo e c<strong>la</strong>udicante, dall'aspetto<br />

<strong>in</strong>significante, e gli spartani <strong>in</strong>izialmente pensarono ad<br />

un affronto ateniese. Quell'uomo era il poeta Tirteo,<br />

che con i suoi poemi guerreschi <strong>in</strong>fiammò gli animi<br />

degli spartani conducendoli al<strong>la</strong> vittoria, e che <strong>in</strong>trodusse<br />

l'usanza di marciare <strong>in</strong> battaglia al suono trionfale di<br />

un f<strong>la</strong>uto.<br />

[6] Aveva soggiornato per servizio negli Stati Uniti dal 1928 al 1930 ed <strong>in</strong> Canada dal 1931 al 1933<br />

[7] Secondo <strong>la</strong> leggenda Tirteo era un maestro di scuo<strong>la</strong> ateniese, c<strong>la</strong>udicante e dal fisico m<strong>in</strong>uto, che durante <strong>la</strong><br />

seconda guerra messenica (VII secolo a.C.) venne <strong>in</strong>viato da Atene <strong>in</strong> soccorso a Sparta, dopo un responso<br />

dell’oracolo di Delfi. Furono i canti di Tirteo che esaltando i guerrieri spartani li portarono al<strong>la</strong> vittoria.<br />

[8] Qu<strong>in</strong>to Orazio F<strong>la</strong>cco, nato a Venosa e tra i massimi esponenti del<strong>la</strong> poesia <strong>la</strong>t<strong>in</strong>a, visse nel I secolo a.C. e<br />

prese parte come tribuno militare al<strong>la</strong> battaglia di Filippi tra le file degli assass<strong>in</strong>i di Cesare: Bruto e Cassio. E’<br />

presumibilmente un espediente poetico quello cui ricorse confessando di avere abbandonato le fi<strong>la</strong> e lo scudo,<br />

essendo improbabile che un ufficiale superiore di legione si trovasse <strong>in</strong>quadrato tra i fanti di prima l<strong>in</strong>ea. Si tratta<br />

certamente di un omaggio ad Archiloco, poeta greco del VII secolo a.C., che delle armi aveva fatto professione<br />

e che canta <strong>in</strong> un suo giambo: "Qualcuno dei Sai si vanta del mio scudo, che presso un cespuglio - arma gloriosa<br />

- <strong>la</strong>sciai non volendo. Ma salvai <strong>la</strong> mia vita. Quello scudo, che importa? Vada <strong>in</strong> malora. Un altro ne acquisterò,<br />

non meno bello." Orazio è affettuosamente ricordato dal suo protettore Augusto, l'ex nemico di Filippi, come un<br />

uomo piccolo e p<strong>in</strong>gue, di aspetto tuttaltro che marziale. Morì a 56 anni (ricordiamo che i <strong>la</strong>t<strong>in</strong>i, come i giapponesi,<br />

consideravano critiche le età multiple di 7), <strong>la</strong>sciando come cifra <strong>in</strong>terpretativa del suo pensiero e delle sue<br />

ambizioni il famoso detto "carpe diem": afferra il giorno, l'attimo, non <strong>la</strong>sciare che <strong>la</strong> vita ti sfugga senza che tu<br />

te ne renda conto e vivi <strong>in</strong>tensamente.<br />

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