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Guarda la rivista in PDF - Daniele Montenegro, Aikido Aikikai

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<strong>Aikido</strong><br />

Non c’è perciò nessun bisogno di importare i manufatti e <strong>la</strong> corruzione che lo accompagnavano di<strong>la</strong>garono, <strong>la</strong><br />

di barbari stranieri <strong>in</strong> cambio dei nostri prodotti”.<br />

Proseguiva dicendo che tuttavia se il té, <strong>la</strong> seta e <strong>la</strong><br />

porcel<strong>la</strong>na che <strong>la</strong> C<strong>in</strong>a produceva erano di assoluta<br />

necessità per gli <strong>in</strong>glesi e gli altri europei, permetteva<br />

volentieri che andassero ad acquistarli a Canton, come<br />

già facevano.<br />

Bertrand Russell (pensatore <strong>in</strong>glese; 1872 – 1970), <strong>in</strong><br />

un libro scritto nel 1922 dopo una visita <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a, dice<br />

di questa lettera: “Ciò che vorrei far <strong>in</strong>tendere, è che<br />

nessuno potrà comprendere <strong>la</strong> C<strong>in</strong>a f<strong>in</strong>ché considererà<br />

assurdo questo documento”. Ma si torni al<strong>la</strong> questione<br />

posta poco sopra. Peffer Nathaniel nel<strong>la</strong> sua Storia del<br />

mondo moderno: l’estremo oriente (tradotto <strong>in</strong> italiano<br />

nel 1962 e pubblicato da Feltr<strong>in</strong>elli) porge questi<br />

<strong>in</strong>terrogativi per entrare <strong>in</strong> argomento: “Ha una nazione<br />

il diritto morale di iso<strong>la</strong>rsi dal mondo? Le risorse naturali<br />

sono esclusiva proprietà di quanti si trovano a nascere<br />

<strong>in</strong> un paese che ne è ricco, per cui è giusto che siano<br />

negate a tutti gli altri, anche se costoro <strong>in</strong>tendono ripagare<br />

quanto ricevono? Il mondo e l’umanità non sono una<br />

so<strong>la</strong> cosa? Non è giusto che tutti godano del<strong>la</strong> generosità<br />

del<strong>la</strong> natura spartendo equamente e di buon accordo i<br />

suoi beni? O si deve permettere ad una razza o ad una<br />

nazione di comportarsi egoisticamente?” Ed anche se<br />

<strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio potrebbe essere giusto non negare<br />

<strong>la</strong> libertà di commercio, tuttavia ci si dovrebbe anche<br />

chiedere quale sia il prodotto che s’<strong>in</strong>tende commerciare.<br />

Gli <strong>in</strong>glesi e tutti gli altri stranieri consideravano il<br />

problema sotto l’aspetto del puro e semplice diritto di<br />

commercio; i c<strong>in</strong>esi, <strong>in</strong>vece, si opponevano al diritto di<br />

commerciare l’oppio (Chissà come reagirebbero oggi<br />

i governanti dell’Italia o del<strong>la</strong> Germania o del<strong>la</strong> Gran<br />

Bretagna –ma non solo- se gli afgani volessero vendere<br />

loro l’oppio, <strong>in</strong> nome del<strong>la</strong> libertà di commercio?). La<br />

storia del traffico dell’oppio è lunga. L’oppio era noto<br />

da secoli ai c<strong>in</strong>esi che lo utilizzavano per scopi<br />

terapeutici, ma furono i bianchi occidentali ad <strong>in</strong>trodurre<br />

<strong>in</strong> C<strong>in</strong>a l’abitud<strong>in</strong>e di usarlo come droga. Già nel 1729<br />

venne promulgato il primo editto imperiale che<br />

prevedeva pene severe contro <strong>la</strong> vendita del<strong>la</strong> droga e<br />

<strong>la</strong> conduzione di locali per fumatori d’oppio. Nel 1830,<br />

quando il commercio divenne sfrenato e il contrabbando<br />

situazione si fece <strong>in</strong>sostenibile. Si verificarono diversi<br />

<strong>in</strong>cidenti tra occidentali e c<strong>in</strong>esi. In uno di questi un<br />

c<strong>in</strong>ese venne ucciso da mar<strong>in</strong>ai <strong>in</strong>glesi. I c<strong>in</strong>esi, che<br />

pretendevano <strong>la</strong> consegna dei mar<strong>in</strong>ai, passarono<br />

all’azione <strong>in</strong>viando alcune loro imbarcazioni. Le navi<br />

<strong>in</strong>glesi aprirono il fuoco, affondando o disperdendo le<br />

piccole giunche munite di armi leggere. Aveva così<br />

<strong>in</strong>izio <strong>la</strong> storia moderna dell’estremo oriente. La guerra<br />

anglo-c<strong>in</strong>ese o guerra dell’oppio (1840 -1842), fu una<br />

guerra solo per modo di dire. Non ci fu molto da<br />

combattere: i c<strong>in</strong>esi erano armati solo del<strong>la</strong> loro<br />

<strong>in</strong>dignazione per <strong>la</strong> questione dell’oppio, del<strong>la</strong> loro<br />

irritazione verso lo straniero e dell’ignoranza del<strong>la</strong> forza<br />

militare nemica. Non mancavano però di coraggio; e<br />

ne diedero dimostrazioni <strong>in</strong>negabili. In alcuni porti del<strong>la</strong><br />

costa, i presìdi c<strong>in</strong>esi combatterono s<strong>in</strong>o all’ultimo<br />

uomo, e talvolta uccisero moglie e figli per evitare che<br />

cadessero nelle mani dello straniero. La C<strong>in</strong>a capitolò<br />

e accettò le condizioni capestro imposte dalle potenze<br />

v<strong>in</strong>citrici. Le grandi potenze d’allora (Gran Bretagna,<br />

Stati Uniti d’America, Francia, Austria, Belgio,<br />

Norvegia, Svezia, Spagna, Russia, Giappone ed Italia)<br />

una dopo l’altra, negli anni, ritagliarono ciascuna una<br />

fetta di impero. Prese <strong>in</strong>izio nel 1898 il dramma del<strong>la</strong><br />

C<strong>in</strong>a con <strong>la</strong> cosiddetta ‘Riforma dei cento giorni’. Il<br />

giovane imperatore Kwang-Hsu com<strong>in</strong>ciò a promulgare<br />

editti,uno dopo l’altro; e, editto dopo editto, l’<strong>in</strong>tera<br />

società e civiltà c<strong>in</strong>ese vennero mutate. Le motivazioni<br />

di questa rivoluzione erano state chiarite <strong>in</strong> uno dei<br />

primi editti: non c’entrava il desiderio di ristrutturare<br />

<strong>la</strong> società c<strong>in</strong>ese per le sue mancanze, ma <strong>la</strong> necessità<br />

di rafforzar<strong>la</strong> contro le aggressioni dall’esterno che<br />

diventavano sempre pié robuste. Gli attacchi al<strong>la</strong><br />

sovranità c<strong>in</strong>ese e l’apparente imm<strong>in</strong>enza del<br />

soggiogamento e del<strong>la</strong> spartizione del<strong>la</strong> C<strong>in</strong>a fra le<br />

grandi potenze, ebbero ripercussioni sull’<strong>in</strong>tero paese:<br />

che si stava agitando ed assumeva un atteggiamento<br />

sempre pié xenofobo. Il prodotto pié diretto di questa<br />

disperazione fu appunto quello che venne chiamato <strong>la</strong><br />

ribellione dei Boxer. Fu una guerra tra il mondo moderno,<br />

rivoluzionario, dom<strong>in</strong>ato dall’immenso valore assegnato<br />

al denaro ed agli <strong>in</strong>teressi materiali –da una parte- ed<br />

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