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Guarda la rivista in PDF - Daniele Montenegro, Aikido Aikikai

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gli accadimenti: quel<strong>la</strong> di fato o dest<strong>in</strong>o....<br />

La dottr<strong>in</strong>a ortodossa riconosce l’esistenza di una catena<br />

di cause con <strong>la</strong> quale tutti gli eventi sono collegati tra<br />

loro <strong>in</strong> una rigorosa successione. Per dir<strong>la</strong> con san<br />

Tommaso d’Aqu<strong>in</strong>o: ‘il dest<strong>in</strong>o giace nelle cause create’<br />

(nel senso che se aprendo <strong>la</strong> mano viene <strong>la</strong>sciata <strong>la</strong> presa<br />

che trattiene un sasso, quest’ultimo per <strong>la</strong> forza di gravità,<br />

cioè per una causa creata, non può far altro che cadere<br />

<strong>in</strong> basso e mai salire verso l’alto); o con le parole<br />

dell’is<strong>la</strong>mico Rumi: ‘ogni sforzo non è una lotta contro<br />

il dest<strong>in</strong>o, poiché è il dest<strong>in</strong>o stesso che ha posto questo<br />

sforzo su di noi’.<br />

La stessa dottr<strong>in</strong>a vale per il buddismo, il quale <strong>in</strong>siste<br />

sull’operazione <strong>in</strong>fallibile delle cause almeno quanto<br />

san Tommaso (l’idea di non-causazione essendo per i<br />

buddisti un’eresia); e allo stesso tempo <strong>in</strong>segna che c’è<br />

un qualcosa che ‘deve essere fatto’ e che affermare una<br />

necessità causale non assolve affatto l’uomo dal dover<br />

fare una scelta responsabile tra ‘ciò che deve essere<br />

fatto’ e ‘ciò che non deve essere fatto’: affermare quel<br />

che precede –vale a dire che esiste una possibilità di<br />

scelta- significa predicare l’esistenza di una libera<br />

volontà. La dottr<strong>in</strong>a del dest<strong>in</strong>o e del<strong>la</strong> libera volontà<br />

si fonda sul fatto che ci sono due <strong>in</strong> noi, uno fatalmente<br />

determ<strong>in</strong>ato (<strong>la</strong> psiche) e l’altro libero (lo spirito). La<br />

catena del dest<strong>in</strong>o –a cui è v<strong>in</strong>co<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> psiche- non può<br />

essere <strong>in</strong> alcun modo spezzata, ma ciascuno può sfuggire<br />

ad essa divenendone lo spettatore e non più <strong>la</strong> sua vittima<br />

–ovvero abbandonando per quanto possibile o meglio<br />

<strong>la</strong>sciando morire <strong>la</strong> psiche ed identificandosi con lo<br />

spirito. Questa concezione ovviamente non ammette <strong>la</strong><br />

possibilità di <strong>in</strong>giustizia: solo radicandosi su questa<br />

certezza, Ernst Junger ha potuto par<strong>la</strong>re di una<br />

dimensione religiosa del<strong>la</strong> guerra.<br />

E’ ora opportuno tornare a Culti settàri di combattenti,<br />

solo per fissare l’attenzione sull’ultimo capitolo del<br />

libro che si sta recensendo (non essendoci tempo, spazio<br />

e voglia per par<strong>la</strong>re con ampiezza del resto del libro):<br />

ultimo capitolo che tratta <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re di una società<br />

segreta c<strong>in</strong>ese denom<strong>in</strong>ata ‘Pugni del<strong>la</strong> retta armonia’.<br />

In tutta <strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> C<strong>in</strong>a, numerosissime sono le<br />

società segrete che possono essere ricordate: <strong>la</strong> loro<br />

nascita era per lo più causata da un f<strong>in</strong>e preciso che,<br />

<strong>Aikido</strong><br />

una volta raggiunto, ne determ<strong>in</strong>ava lo scioglimento,<br />

qualora non fossero state distrutte prima dai loro nemici<br />

(molte ebbero f<strong>in</strong>alità patriottiche, <strong>in</strong>tese a rovesciare<br />

1900- Boxer<br />

gli imperatori manciù<br />

ed a restaurare un<br />

governo c<strong>in</strong>ese). Nel<br />

settembre del 1898 si<br />

formò nel nord del<br />

paese una sorta di<br />

amalgama di tali<br />

società, l’i ho chuan,<br />

che vale appunto<br />

“Pugni del<strong>la</strong> retta<br />

armonia “ mentre gli<br />

stranieri tradussero<br />

quegli ideogrammi, più<br />

semplicemente, con il<br />

term<strong>in</strong>e Boxers, poiché i membri di questa<br />

organizzazione si impegnavano <strong>in</strong> una sorta di danza<br />

rituale –così dicevano gli occidentali (si trattava, molto<br />

probabilmente, degli esercizi di t’ai-chi ch’uan praticati<br />

da soli)- danza che, tra l’altro, avrebbe dovuto dar loro<br />

l’immortalità (sempre secondo gli occidentali, mentre<br />

<strong>in</strong> accordo con <strong>la</strong> concezione taoista attraverso esercizi<br />

respiratori e g<strong>in</strong>nici è possibile prolungare <strong>la</strong> vita, ma<br />

non certo evitare <strong>la</strong> morte; <strong>in</strong> altre parole, i praticanti<br />

avrebbero potuto ottenere so<strong>la</strong>mente <strong>la</strong> longevità).<br />

Ad onor del vero, i Boxers pretendevano di diventare<br />

impenetrabili alle pallottole, dopo una partico<strong>la</strong>re<br />

cerimonia che era celebrata nel<strong>la</strong> spianata dove<br />

praticavano il t’ai-chi ch’uan. “Una specifica magia<br />

–scrive Paul Elliott- era <strong>in</strong>segnata al potenziale<br />

combattente; il quale poteva imparar<strong>la</strong> correttamente <strong>in</strong><br />

un solo giorno, ma poteva anche aver bisogno di mesi.<br />

…...In un preciso momento di una data giornata, il<br />

candidato si impegnava <strong>in</strong> alcuni esercizi speciali,<br />

mentre recitava per tre volte una formu<strong>la</strong> magica per<br />

diventare <strong>in</strong>vulnerabile, sperando che uno spirito entrasse<br />

<strong>in</strong> lui e ne possedesse il corpo mortale. Se tutto fosse<br />

andato bene, l’uomo sarebbe entrato <strong>in</strong> uno stato che<br />

ricorda gli accessi di convulsioni, emettendo schiuma<br />

dal<strong>la</strong> bocca, storcendo e ruotando gli occhi, e .... gridando<br />

al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e ‘Il dio discende [<strong>in</strong> me]! Da quel momento<br />

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