Guarda la rivista in PDF - Daniele Montenegro, Aikido Aikikai
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<strong>Aikido</strong><br />
C’è solo violenza nel<strong>la</strong> guerra o è presente,<br />
nascosto, pure qualcos’altro?<br />
La ricerca delle motivazioni, anche religiose, del<strong>la</strong><br />
guerra non è un fatto marg<strong>in</strong>ale nel<strong>la</strong> storia dell’umanità:<br />
dal più lontano passato f<strong>in</strong>o ai giorni nostri; il pacifismo<br />
ad oltranza è <strong>in</strong>vece una caratteristica solo dell’epoca<br />
attuale e costituisce un’eccezione nel<strong>la</strong> mentalità, nel<strong>la</strong><br />
cultura e nel<strong>la</strong> storia di ogni civiltà. Per <strong>la</strong> verità, nel<br />
tempo presente affiorano nuove<br />
forme di guerra santa, imposte e<br />
scatenate da società che –per loro<br />
propria def<strong>in</strong>izione- non possono che<br />
essere buone perché portatrici di<br />
valori degni di stima e di lode: pace,<br />
giustizia, libertà, dignità del<strong>la</strong> persona<br />
umana, democrazia; e si tratta<br />
ovviamente di guerre dirette contro nemici che di<br />
necessità <strong>in</strong>carnano il male: nemici <strong>la</strong> cui soppressione,<br />
come direbbe san Bernardo di Chiaravalle, non è<br />
omicidio (cioè, l’uccisione di uom<strong>in</strong>i per opera di<br />
uom<strong>in</strong>i) ma semmai malicidio (vale a dire, distruzione<br />
del male, dell’<strong>in</strong>iquità, del peccato). Un libro <strong>in</strong>glese,<br />
G<strong>in</strong>o Amiconi Dion<strong>in</strong>o Giangrande<br />
di non recente<br />
pubblicazione, affronta<br />
<strong>in</strong> parte questo<br />
problema da un punto<br />
di vista storico: si tratta<br />
di Culti settàri di<br />
combattenti. Storia di<br />
organizzazioni<br />
magiche, mistiche ed<br />
omicide (Paul Elliott<br />
(1995) Warriors Cults.<br />
A History of Magical,<br />
Mystical and<br />
Murderous Organizations, B<strong>la</strong>ndford, Londra), che si<br />
va qui a presentare ed a commentare.<br />
Innanzi tutto, cosa <strong>in</strong>tende l’autore del libro con <strong>la</strong><br />
paro<strong>la</strong> culto (cult)? Ecco l’illustrazione che ne offre.<br />
Un culto è: un <strong>in</strong>sieme di credenze a fondamento di<br />
una fede; che sono abbracciate da una m<strong>in</strong>oranza di<br />
persone; le quali ultime osservano pratiche ed<br />
<strong>in</strong>segnamenti <strong>in</strong> qualche misura segrete; ovverosia,<br />
questi <strong>in</strong>segnamenti vengono sve<strong>la</strong>ti solo a coloro che<br />
sono stati <strong>in</strong>iziati per partecipare a quelle pratiche.<br />
Qualcuno potrebbe non essere soddisfatto di questa<br />
def<strong>in</strong>izione, che –a onor del vero- accoglie però <strong>la</strong><br />
massima parte delle organizzazioni, non sempre settàrie,<br />
descritte nel libro. Tuttavia, non viene chiarito <strong>in</strong> alcuna<br />
parte il significato che l’autore attribuisce ad altre due<br />
parole che potrebbero essere fra<strong>in</strong>tese: magia e mistica.<br />
Peraltro, <strong>la</strong> concezione che è racchiusa nel term<strong>in</strong>e culto<br />
trova un ulteriore<br />
approfondimento:<br />
“Ciascun culto ha un<br />
punto focale, che può<br />
essere: <strong>la</strong> gratificazione<br />
del piacere, come <strong>in</strong><br />
alcuni culti <strong>in</strong>glesi<br />
durante il regno del<strong>la</strong> reg<strong>in</strong>a Vittoria [ma anche prima:<br />
ad esempio, nei settecenteschi Clubs del fuoco<br />
dell’<strong>in</strong>ferno (Hell-fire clubs) di Londra, i cui<br />
frequentatori, arbitri d’eleganza, imposero il culto del<strong>la</strong><br />
carne, del<strong>la</strong> morte e del diavolo]; oppure <strong>la</strong> devozione<br />
austera ed un po’ <strong>in</strong>fantile degli Hare Krishna [devoti,<br />
per lo più occidentali, che apparvero nelle nostre città<br />
negli anni Sessanta, danzando e cantando il mantra Hare<br />
Krishna, accompagnandosi con tamburi e cembali,<br />
vestendo sari colorati e vendendo <strong>la</strong> Bhagavad Gita];<br />
o lo spiritualismo che caratterizzò i teosofisti<br />
[probabilmente l’autore qui si riferisce all’organizzazione<br />
denom<strong>in</strong>ata ‘Società teosofica’, nel<strong>la</strong> quale –agli <strong>in</strong>izi-<br />
si possono riconoscere almeno due periodi pr<strong>in</strong>cipali:<br />
quello <strong>in</strong> cui <strong>la</strong> direzione fu affidata al<strong>la</strong> signora B<strong>la</strong>vatski<br />
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