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Guarda la rivista in PDF - Daniele Montenegro, Aikido Aikikai

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<strong>in</strong> vassoio) paro<strong>la</strong> ancor oggi usata <strong>in</strong> Giappone. Si<br />

apprezzava esporre nel<strong>la</strong> stanza del tè delle pietre nel<br />

tokonoma e molti grandi maestri del<strong>la</strong> cerimonia del tè<br />

svilupparono questa arte seguendo i loro concetti artistici.<br />

I più celebri Murata Juko (1423-1502), Sen no Rikyu<br />

(1522-1591), Ray Sanyo (1770-1835).<br />

Documenti dell’uso ed apprezzamento delle pietre si<br />

trovano <strong>in</strong> numerosi dip<strong>in</strong>ti. Ad esempio il paravento<br />

nanban del<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del 16° secolo mostra l’arrivo di<br />

Europei, portoghesi, di cui uno reca <strong>in</strong> dono pietre e<br />

nel centro del dip<strong>in</strong>to “Intrattenimenti <strong>in</strong> una casa di<br />

piacere” è rappresentata una composizione di bonsai,<br />

pietre e bambù . Sono giunte f<strong>in</strong>o a noi alcune antiche<br />

pietre, che sono considerate tesori nazionali, e sono<br />

conservate <strong>in</strong> musei e templi. I suiseki antichi più noti<br />

sono:<br />

Yume no Ukihashi – il ponte galleggiante sui sogni<br />

Si dice che questa pietra provenga dal Monte Chang<br />

N<strong>in</strong>g <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a e che sia appartenuta all’imperatore<br />

Godaigo (1288-1339) E’ esposta <strong>in</strong> un doban<br />

(orig<strong>in</strong>ariamente bruciatore di <strong>in</strong>censo <strong>in</strong> bronzo) e nel<strong>la</strong><br />

parte sottostante del<strong>la</strong> pietra è scritto il nome <strong>in</strong> <strong>la</strong>cca<br />

vermiglia, si dice per mano dell’imperatore stesso. La<br />

tradizione vuole che il centro del<strong>la</strong> base sia sollevato<br />

<strong>in</strong> modo che due tre pezzi di carta pass<strong>in</strong>o sotto, da qui<br />

il nome di “ponte”. Questa celebre pietra è<br />

permanentemente esposta nel Museo delle Arti<br />

Tokugawa di Nagoya.<br />

Yume no Ukihashi<br />

(dal sito <strong>in</strong>ternet del Museo Tokugawa)<br />

Sue no Matsuyama - il monte del p<strong>in</strong>o eterno<br />

Il nome di questa pietra compare per <strong>la</strong> prima volta <strong>in</strong><br />

una poesia scritta nel 1485, un Waka (poema di 31<br />

sil<strong>la</strong>be) <strong>in</strong> cui una donna prometteva il suo amore “Se<br />

il mio cuore ti <strong>la</strong>sciasse e io fossi tentata di divertirmi<br />

<strong>in</strong> giro, le onde del mare <strong>in</strong>ghiottirebbero Sue no<br />

Matsuyama”. Sembra <strong>in</strong>oltre che Oda Nobunaga, grande<br />

collezionista, abbia ceduto Sue no matsuyama unitamente<br />

ad una preziosa tazza da té <strong>in</strong> cambio del<strong>la</strong> fortezza di<br />

Ishiyama (che sorgeva dove ora c’è il castello di Osaka).<br />

Come scambio non c’è male, vero? Io credo che avrei<br />

tenuto il castello… e voi?<br />

<strong>Aikido</strong><br />

Yamato Murayama Gunzan -<br />

Tra i grandi personaggi del<strong>la</strong> storia del suiseki spicca<br />

Ray Sanyo (1790-1832). Studioso di kanji e poeta,<br />

divenne celebre tra gli appassionati di pietre, perché si<br />

dice passasse gli ultimi anni del<strong>la</strong> vita <strong>in</strong> un luogo<br />

r<strong>in</strong>omato, immerso nelle bellezze del<strong>la</strong> natura. Faceva<br />

raccogliere pietre nel fiume Kamo dalle fioraie di Ohara.<br />

Acquistava poi dalle “ragazze dei fiori” quelle che<br />

gradiva e le poneva vic<strong>in</strong>e a casa. Si narra che ne<br />

raccolse più di trecentomi<strong>la</strong> ma nel tempo le selezionò<br />

tenendone solo qualche cent<strong>in</strong>aio. Di queste una<br />

c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a sono arrivate ai nostri giorni e solo una<br />

qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a sono considerate meiseki (pietre capo<strong>la</strong>voro).<br />

Anche Sen no Rikyu, il grande maestro di cerimonia<br />

del té, fu un grande collezionista e diffuse l’usanza di<br />

esporre <strong>in</strong> modo formale i suiseki nel<strong>la</strong> casa del té. Ai<br />

suoi tempi i suiseki raggiunsero delle valutazioni folli,<br />

si par<strong>la</strong> anche di circa 3000 kan che ora potrebbero<br />

ritenersi 280.000$ (leggete bene tutti gli zeri…).<br />

Ovviamente l’elenco non è esaustivo, per di più <strong>la</strong><br />

raccolta teoricamente può avvenire <strong>in</strong> qualsiasi posto,<br />

ma se si desiderano pietre da collezione o pregiate è<br />

meglio affidarsi ai ricercatori che sanno come e dove<br />

è più possibile trovarle. Sono pregiate quelle trovate su<br />

coste rocciose o nei fiumi o sulle montagne dove però<br />

<strong>la</strong> ricerca è più difficile, mentre nelle zone sedimentarie<br />

sono forse più frequenti ma meno pregiate perchè <strong>la</strong><br />

stratificazione le rende più fragili.<br />

Le rocce sedimentarie risultano meno pregiate perché<br />

essendo più facili da model<strong>la</strong>re da parte degli agenti<br />

naturali non riescono a raggiungere <strong>la</strong> pat<strong>in</strong>a di quelle<br />

più dure che può formarsi solo col tempo. La pietra<br />

deve avere una certa durezza che viene considerata<br />

<strong>in</strong>clusa nel<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> di Mohs riferita al<strong>la</strong> durezza dei<br />

metalli (che va da 1 per il talco a 10 per il diamante).<br />

Nel caso dei suiseki deve essere compresa nell’<strong>in</strong>tervallo<br />

tra 4,5 e 7. Le pietre più dure sono quelle di maggior<br />

valore perché garantiscono una maggior durata nel<br />

tempo qu<strong>in</strong>di acquisiscono una pat<strong>in</strong>a più <strong>in</strong>tensa.<br />

Quanto possono essere grandi queste pietre? Non è<br />

semplice def<strong>in</strong>ire i criteri selettivi per le dimensioni ma<br />

<strong>in</strong> via approssimativa si può dire che un suiseki non<br />

dovrebbe essere così pesante da non poter essere<br />

sollevato da una persona so<strong>la</strong>, (non dovrebbero superare<br />

i 50 cm. <strong>in</strong> altezza,45 di <strong>la</strong>rghezza e 25 di profondità,<br />

perché <strong>in</strong> caso contrario viene considerata una pietra<br />

da giard<strong>in</strong>i, cioè un niwaishi). Ovviamente i suiseki non<br />

devono essere neppure troppo piccoli tipo gioiello o<br />

ciondolo, ma possono essere abbastanza piccoli da<br />

essere c<strong>la</strong>ssificati come suiseki m<strong>in</strong>iatura ( alti 4-8 cm<br />

e <strong>la</strong>rghi 8-10).<br />

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