Giornalino 75 - Alpini Carvico
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Annuale di informazione del Gruppo <strong>Alpini</strong> di <strong>Carvico</strong> (BG), Via Predazzi - Anno IV<br />
Numero speciale per il <strong>75</strong>° Anniversario di Fondazione - Chiuso il 25 maggio 2007<br />
CARVICO, <strong>75</strong> ANNI ALPINI<br />
L<br />
a nostra storia (mi ci metto anch’io, alpino cambiaghese<br />
di nascita ma ormai carvichese d’adozione)<br />
iniziò domenica 6 marzo 1932 con una<br />
grande giornata di festa alla quale si unì larga parte<br />
della popolazione del paese. Alle finestre delle case il<br />
tricolore sventolava gioiosamente per salutare la costituzione<br />
del gruppo alpini. Le manifestazioni presero le<br />
mosse dalla cerimonia religiosa e dalla benedizione del<br />
<strong>Carvico</strong> 1952 - 20° anniversario di fondazione<br />
(foto di Giovanni Rota, <strong>Carvico</strong>)<br />
nuovo gagliardetto impartita da don Angelo Pedrinelli.<br />
La parola passò quindi alle autorità per i discorsi ufficiali.<br />
Al termine degli interventi oratori, si compose il corteo<br />
con in testa la fanfara di Ponte San Pietro che, attraversando<br />
le vie del paese, giunse davanti al Monumento ai<br />
Caduti. Qui fu deposta una magnifica corona di fiori in<br />
ricordo delle Penne Mozze della Grande Guerra e tutti<br />
(segue a pag. 5)
GRUPPO ALPINI CARVICO<br />
<strong>Carvico</strong> 8 luglio 2007<br />
FESTA ALPINA<br />
<strong>75</strong>° Anniversario di Fondazione<br />
2° RADUNO ZONA 4 ISOLA NORD<br />
Gruppi facenti parte della Zona 4
Sono particolarmente lieto di portarvi il<br />
cordiale saluto di tutte le Penne Nere<br />
bergamasche in occasione delle manifestazioni<br />
per il <strong>75</strong>° di fondazione del<br />
Gruppo e raduno della Zona Isola<br />
Nord.<br />
A voi infatti mi lega una lunga conoscenza ed amicizia<br />
che risale all’allora capo gruppo Gustavo Turani,<br />
indimenticabile alpino, reduce di Russia.<br />
Raggiungete ora un traguardo davvero importante e<br />
ricco di significato perché dimostra come gli <strong>Alpini</strong><br />
abbiano sempre rappresentato un sicuro ed affidabile<br />
punto di riferimento per la popolazione e le Istituzioni,<br />
pronti nelle opere di solidarietà e nel tenere fede ai<br />
nostri ideali alpini.<br />
La splendida Sede rappresenta poi un vero fiore all’occhiello<br />
di cui tutti potete andare giustamente fieri.<br />
Con questa storia, sono certo che proseguirete il<br />
vostro cammino con determinazione e serenità, orgogliosi<br />
di essere <strong>Alpini</strong> della forte Sezione di Bergamo.<br />
A tutti voi, complimenti, auguri ed una fraterna stretta<br />
di mano da parte del vostro Presidente.<br />
Antonio Sarti<br />
Carissimi <strong>Alpini</strong> di <strong>Carvico</strong>,<br />
sono particolarmente lieto di porgervi il mio<br />
più cordiale ed affettuoso saluto in occasione<br />
dei vostri importanti festeggiamenti<br />
del <strong>75</strong>° Anniversario di fondazione e del 2°<br />
Raduno della Zona 4.<br />
E’ un grande momento di festa per riproporre i nostri principi<br />
di solidarietà, generosità ed umiltà, per rimanere fedeli<br />
alla nostra storia ed alle nostre belle tradizioni.<br />
Rammentate che il nostro raduno è un rito per ricordare,<br />
tramandare, tenere vivo il nostro passato e per stare insieme.<br />
Colgo l’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento al<br />
capogruppo Lanfranco Turani e a tutti i suoi alpini ed amici,<br />
sempre pronti a collaborare, aiutare e sostenere la Parrocchia,<br />
il Comune, la Sede Sezionale.<br />
Con l’augurio di una giornata indimenticabile nel ricordo dei<br />
propri caduti e fondatori e di tutti gli alpini che hanno vissuto<br />
un’intensa vita associativa di Gruppo, a tutti voi giunga<br />
l’auspicio che questa grande manifestazione alpina sia un<br />
incontro tra vecchi e nuovi amici, per rafforzare lo spirito di<br />
amicizia e simpatia che da sempre ci contraddistingue.<br />
Certo di una grande riuscita, porgo un grande ringraziamento<br />
a tutti voi e una stretta di mano alpina.<br />
W GLI ALPINI.<br />
Giovanni Locatelli<br />
Cari <strong>Alpini</strong> di <strong>Carvico</strong>,<br />
da tempo sono a conoscenza del vostro<br />
impegno nell’allestire nel modo più dignitoso<br />
il <strong>75</strong>° anno di fondazione, unito al raduno dei<br />
gruppi alpini della Zona 4 “Isola Nord”.<br />
Per tale occasione è con vero piacere che porgo il mio più<br />
caloroso saluto al capogruppo Lanfranco Turani, ai suoi<br />
alpini e alle loro famiglie.<br />
Mi unisco a voi in questa importante ricorrenza per rendere<br />
un doveroso tributo ai soci fondatori, ai reduci, ai caduti ed a<br />
tutti coloro che hanno prestato servizio con impegno e passione.<br />
La vostra storia si identifica nel costante impegno, nel sapersi<br />
spendere per gli altri e nel condividere le sofferenze di<br />
coloro che chiedono aiuto, azioni meritevoli di grande apprezzamento,<br />
che fanno scaturire l’affetto e la gratitudine di<br />
chi vi sta accanto.<br />
Continuate, cari alpini, ad operare con serenità ed onestà,<br />
meritandovi come sempre la stima e la simpatia di tutti coloro<br />
che vi osservano e vi vogliono bene.<br />
Nell’augurare il pieno successo della vostra iniziativa, occasione<br />
per rivivere grandi ed indimenticabili emozioni, rinnovo<br />
i sentimenti di profonda amicizia ed invio a tutti i miei più<br />
affettuosi saluti.<br />
Umberto Riceputi<br />
Con grande gioia festeggiamo l’ambi-<br />
to traguardo del <strong>75</strong>° anniversario di<br />
fondazione del nostro Gruppo. Nella<br />
felice occasione rivolgo i più vivi rin-<br />
graziamenti a tutti coloro che hanno contribuito per la<br />
realizzazione di questo avvenimento e a quanti si<br />
sono prodigati, senza risparmio di tempo e di ener-<br />
gie, nelle attività che abbiamo svolte nel corso degli<br />
anni.<br />
Un pensiero e un ricordo doveroso per chi ci ha pre-<br />
ceduto. I nostri veci hanno tracciato il sentiero che<br />
porta al rifugio sicuro, ci hanno lasciato un indirizzo di<br />
fraternità da seguire e rispettare in ogni momento.<br />
Possa il Gruppo <strong>Alpini</strong> di <strong>Carvico</strong> progredire e festeg-<br />
giare nuovamente una ricorrenza come questa.<br />
W GLI ALPINI!<br />
Lanfranco Turani
Il <strong>75</strong>° anniversario della fondazione della sezione<br />
gruppo <strong>Alpini</strong> di <strong>Carvico</strong> costituisce un’occasione<br />
preziosa per esprimere, in qualità di Sindaco, il mio augurio a coloro<br />
che nel prossimo mese di luglio festeggeranno questo traguardo stori-<br />
co. Il loro cammino, segnato da sacrifici e solidarietà durante eventi<br />
bellici, è cambiato radicalmente negli anni, l’aspetto militare si è trasfor-<br />
mato in impegno civile e sociale sempre profuso con notevole entusia-<br />
smo.<br />
Protagonista discreto ma efficace, il gruppo <strong>Alpini</strong> ha operato nel nostro<br />
territorio in modi e forme differenti con costanza e abnegazione: lodevo-<br />
le è il loro impegno nella cura dell’ambiente, esempio concreto in un’e-<br />
poca dove l’impegno ecologico diventa sempre più indispensabile ma<br />
spesso arenato dal consumismo; costante e attiva è la loro disponibilità<br />
per la promozione di attività varie nel nostro paese attraverso la Prote-<br />
zione Civile, negli anni più recenti. Sono sotto gli occhi di tutti alcune<br />
delle opere da loro realizzate con grande sacrifico e gratuità: le capan-<br />
ne natalizie costruite con costanza nella piazza del nostro paese, richia-<br />
mo ai veri valori del Natale nella loro artistica essenzialità; il restauro<br />
della Chiesa di Santa Maria davanti alla quale si erge il monumento<br />
all’Alpino; la realizzazione della attuale sede, fiore all’occhiello del no-<br />
stro gruppo <strong>Alpini</strong>, una delle più belle sedi della Lombardia.<br />
La gratuita generosità del loro impegno si è espressa anche in circo-<br />
stanze drammatiche, in primo luogo partecipando agli interventi di rico-<br />
struzione dopo il terremoto del Friuli ed altre ancora.<br />
Però ciò che più conta di tutte queste opere e per cui dobbiamo essere<br />
loro grati non è tanto l’aspetto materiale, ma, in una società come quel-<br />
la attuale che fatica a ricordare e riconoscere i propri valori, l’essere<br />
stati espressione concreta di questi ultimi, portandoli avanti sempre con<br />
ottimismo.<br />
Questa ricorrenza è molto importante perchè dimostra la solidità e la<br />
solidarietà di gruppo, eterogeneo nelle età dei suoi componenti, il cui<br />
linguaggio comune sono determinati ideali: in un mondo in cui questi<br />
ultimi scarseggiano e le generazioni faticano a capirsi, il gruppo <strong>Alpini</strong><br />
dà la sua risposta e il suo esempio: per comprendersi non sono neces-<br />
sarie molte cose, basta la cordialità sincera e l’aiuto reciproco.<br />
Stringiamoci quindi attorno a questo gruppo per dire grazie per quello<br />
che hanno rappresentato e che tuttora saldamente rappresentano nella<br />
nostra comunità di <strong>Carvico</strong>.<br />
Dott. Attilio Bolognini<br />
Il gruppo alpini di <strong>Carvico</strong> fu fondato<br />
nel 1932. Anche dopo aver<br />
superato il traguardo dei <strong>75</strong> anni,<br />
il Gruppo continua ad incrementare il numero<br />
dei suoi iscritti a testimonianza di un sempre<br />
vivo ed anzi crescente attaccamento alla Penna,<br />
malgrado i tempi nei quali ogni simpatia<br />
per quel che sa di esercito viene guardato<br />
come espressione di insano militarismo e di<br />
anacronistico amor di Patria.<br />
Evidentemente, invece, il comportamento<br />
degli alpini, in tutte le sue manifestazioni,<br />
riesce a convincere che si tratta di un’associazione<br />
che, pur coltivando il culto del passato,<br />
vive nel suo tempo, condividendone i problemi<br />
e i drammi non solo a parole, ma con i<br />
fatti.<br />
E di opere realizzate dagli alpini, qui a <strong>Carvico</strong>,<br />
ce ne sono tante e parlano da sé e riscuotono<br />
una sincera gratitudine che non si spegne<br />
e che fa da linfa per tante forme di volontariato<br />
locale.<br />
E intanto gli anni passano, nuove energie<br />
giovanili di amici e simpatizzanti si affiancano<br />
ai “veci”.<br />
Proprio per questo, anche se ridimensionato,<br />
il Gruppo durerà nel tempo mantenendo vivo<br />
tutto il patrimonio di idee e di valori propri<br />
della nostra associazione.<br />
don Galdino Beretta<br />
Giuseppe Bonacina e Mario Chiappa<br />
(foto di Rosalba Bonacina, <strong>Carvico</strong>)
sostarono per un minuto di raccoglimento. Seguì<br />
infine un ottimo banchetto a cui parteciparono in<br />
concordia e allegria tutti gli alpini presenti. Parecchi<br />
i gruppi rappresentati, della Valle San Martino,<br />
dell’Isola ed altri: Pontida, Cisano Bergamasco,<br />
Zogno, Brembate Sotto, Ponte San Pietro, Bergamo,<br />
Caprino Bergamasco, Ambivere, Mapello,<br />
Paladina. Questo è, in breve, il racconto della<br />
giornata della fondazione ufficiale del Gruppo<br />
tratto dalle cronache dell’epoca. Per la verità, fin<br />
dal dicembre 1929, gli alpini di <strong>Carvico</strong> si erano<br />
ritrovati nell’osteria di un socio (ol Ciprio) ed avevano<br />
dato vita alla libera associazione dei veterani<br />
della I Guerra Mondiale, seguendo l’esempio che<br />
da Milano, con la nascita dell’A.N.A. nel 1919, si<br />
andava diffondendo in tutta Italia. Da quel lontano<br />
1932 sono passati <strong>75</strong> anni, è un traguardo prestigioso,<br />
del quale siamo sinceramente orgogliosi.<br />
Raccontare questi <strong>75</strong> anni è un po’ come rivivere<br />
la storia della nostra gente attraverso i grandi avvenimenti<br />
del ‘900. Nei tumultuosi eventi del secolo<br />
scorso, noi alpini abbiamo sempre cercato di<br />
proporci come un rifugio sicuro nella tormenta.<br />
Forti delle nostre tradizioni, con umiltà e sacrificio,<br />
ci siamo guadagnati la simpatia di tanti che vedono<br />
in noi quelli che “fanno” senza mai pensare al<br />
proprio tornaconto. Sui primi anni di vita del Gruppo<br />
non abbiamo molte notizie. Le informazioni<br />
diventano invece più numerose dalla II Guerra<br />
Mondiale, grazie ai racconti dei veci, in quella<br />
tradizione orale tanto cara alle truppe alpine. Con<br />
lo scoppio della guerra, tra la fine del 1939 e la<br />
primavera del 1940, scattò in Italia la mobilitazione<br />
generale e anche gli alpini di <strong>Carvico</strong> vennero<br />
chiamati a compiere il loro dovere sui principali<br />
fronti europei. Prima la breve campagna contro la<br />
Francia (11-25 giugno 1940) lungo una linea che<br />
andava dalla Valle d’Aosta fino quasi al mare di<br />
Ventimiglia. Successivamente, dall’autunno 1940<br />
all’aprile 1941 l’assurda aggressione alla Grecia, a<br />
cui avremmo dovuto in breve tempo “spezzare le<br />
reni”. Infine, la follia della campagna di Russia<br />
(luglio 1942–marzo 1943) terminata con una disastrosa<br />
ritirata nella quale persero la vita o rimasero<br />
dispersi oltre 80.000 soldati italiani. Per quel<br />
che riguarda le Penne Nere di <strong>Carvico</strong>, dobbiamo<br />
necessariamente fare riferimento al dislocamento<br />
della divisione Tridentina, poiché la maggior parte<br />
di essi era in forza al battaglione Tirano, in seno al<br />
5° Reggimento <strong>Alpini</strong>. Sul fronte occidentale contro<br />
la Francia l’unità era schierata nella zona del<br />
Monte Bianco e non fu grandemente impegnata,<br />
come pure il resto dell’esercito italiano, in quello<br />
strano, rapido conflitto. Ben diversa fu la solfa in<br />
Grecia, dove il numero delle divisioni messo in<br />
campo dai greci era notevolmente superiore a<br />
quello degli italiani. Nel gelo di quelle montagne<br />
Ritagli di stampa<br />
“L’Eco di Bergamo” del 5-3-1932<br />
“L’Alpino” n. 22 dell’ 1-12-1929<br />
“Lo Scarpone Orobico” ottobre 1929<br />
“Lo Scarpone Orobico” dicembre 1929
Il Gruppo nel 1933<br />
Rossi Giuseppe<br />
all’epoca erano compresi<br />
gli iscritti di Sotto il Monte<br />
Giovanni XXIII e di Villa d’Adda<br />
(i nomi degli alpini di <strong>Carvico</strong> in rosso)<br />
(rilevazioni da una fotografia fornita da Marino Magni, <strong>Carvico</strong>)<br />
Mazzoleni Michele Paggi Pietro Bolognini Giuseppe Cattaneo Luigi<br />
Turani Emilio<br />
Antonietti Giovanni<br />
Carissimi Giovanni<br />
Comi Battista Colzani Costantino Mazzoleni Giovanni Locateli Guglielmo Perico Alfredo Biffi Antonio<br />
Tetti Valentino Bissola Alessandro Foglieni Luigi Ravasio Francesco Bolognini Rinaldo Bernardi Angelo<br />
Molina Riccardo Ravasio Giacomo Carissimi Girolamo Chiappa Carlo Dadi Emilio Magni Daniele<br />
Turani Ambrogio Centurelli Giulio Ragazzi Giacomo Carissimi Giuseppe Panzeri Antonio Viscardi Giovanni<br />
Viscardi Costante Papini Luciano Airoldi Giovanni Rocca Luigi Cavalli Mario Magni Giuseppe
imbiancate, la pioggia trasformava i sentieri in acquitrini.<br />
I muli delle salumerie (come qualche reduce scherzosamente<br />
chiama le salmerie) sprofondavano nel fango<br />
fino al ventre e non riuscivano a passare. Di conseguenza,<br />
spesso gli alpini erano costretti a fare la corvée<br />
portandosi sulle spalle i rifornimenti di viveri e di munizioni<br />
per le prime linee. A metà novembre 1940 i greci<br />
scatenarono una poderosa controffensiva e rischiammo<br />
di essere ricacciati in Adriatico. Solo l’intervento dei<br />
tedeschi evitò il disastro. Il battaglione Tirano fu impegnato<br />
nell’alta Val Kamenice e sui monti Kug, Pupatit,<br />
Gori I Topit e Shkalles. Nelle ultime fasi della guerra,<br />
all’inseguimento dei greci in ritirata, arrivò fino al ponte<br />
di Perati pochi giorni prima della firma dell’armistizio<br />
avvenuta il 23 aprile 1941. Il ponte semidistrutto richiamava<br />
alla memoria il sacrificio della Julia e quando calò<br />
la sera, attorno ai fuochi, gli alpini cantavano: “SUL<br />
PONTE DI PERATI, BANDIERA NERA….. E’ IL LUTTO<br />
Lettera dal fronte<br />
DELLA JULIA CHE VA ALLA GUERRA!.....”. Questo<br />
cantavano gli alpini della Tridentina. Per la Tridentina la<br />
guerra si era fermata al Guri I Topit. (1) Rientrati in Italia,<br />
nell’estate dell’anno successivo (1942), gli alpini vennero<br />
chiamati alla prova più dura. Le tre divisioni alpine<br />
Tridentina, Julia e Cuneense erano destinate a raggiungere<br />
le montagne del Caucaso. Ma non vi arrivarono<br />
mai perché furono dirottate in pianura e si attestarono<br />
lungo la riva occidentale del Don, con la Tridentina a<br />
nord dello schieramento italiano. I primi mesi trascorsero<br />
abbastanza pigramente impegnati nella costruzione<br />
di rifugi e trincee in una guerra che pareva essere solo<br />
di posizione. Durante quel breve periodo di calma relativa<br />
gli alpini seppero avvicinarsi alle popolazioni locali<br />
con spirito amichevole, tanto che molti tra di loro riusciranno<br />
poi a salvarsi proprio grazie all’aiuto dei contadini<br />
e delle donne russe. “Italianski Karasciò!” (Italiani brava<br />
gente!) dicevano per distinguere gli italiani buoni e affa-<br />
Per gentile concessione della famiglia pubblichiamo la<br />
lettera che l’alpino Gerolamo Rota (a destra in una foto<br />
fornita dal nipote Massimo Rota) inviò ai genitori pochi mesi<br />
prima di partire per la Russia da dove, purtroppo, non<br />
tornò, risultando disperso a Nikolajewka il 26 gennaio 1943.
ili dai tedeschi che in terra di Russia lasciarono invece<br />
ricordi di stragi e devastazioni. Ma la pacchia stava<br />
finendo. Dopo i successi conseguiti a novembre nella<br />
zona di Stalingrado, i russi cominciarono ad ammassare<br />
di fronte alle nostre linee una quantità enorme di<br />
uomini e di mezzi e a metà dicembre 1942 sferrarono<br />
una gigantesca offensiva. Passarono il Don gelato con i<br />
carri armati e, dilagando da sud, stavano prendendo<br />
alle spalle gli alpini ancora schierati sul fiume. La Julia<br />
fu allora spostata più a sud, oltre la Cuneense, per tentare<br />
di chiudere le brecce che si erano aperte nei settori<br />
delle divisioni di fanteria Cosseria, Pasubio e Ravenna.<br />
Doveva “mantenere le posizioni” per coprire la ritirata<br />
delle truppe tedesche e degli altri reparti italiani. In quei<br />
24 giorni per ritornare<br />
dalla Russia a <strong>Carvico</strong><br />
Dai documenti forniti dal figlio Ferruccio la ricostruzione del<br />
viaggio di 24 giorni (dal 10-9-45 al 3-10-45) compiuto<br />
dall’alpino Guido Rota (a destra in una foto del 1937) per<br />
ritornare dal campo di prigionia in Russia a <strong>Carvico</strong>.<br />
(Ricerche geografiche del nipote Guido Rota e di Alessio Codalli,<br />
cartografia di Maurizio Angeloni, <strong>Carvico</strong>)<br />
Trasferimento dal campo<br />
tedesco IB/PR di Prostken in Polonia al<br />
campo russo 362 di Sluzk nell’attuale<br />
Bielorussia.<br />
Viaggio di ritorno, il 30-9-45<br />
a S.Valentin in Austria il passaggio dai<br />
russi agli americani, il 3-10-45 alle ore 8<br />
giungeva finalmente a <strong>Carvico</strong><br />
giorni la Julia e la contigua Cuneense furono investite<br />
dall’urto impressionante dell’esercito russo e subirono<br />
perdite tali da far ritenere le due unità quasi completamente<br />
distrutte. Per le difficoltà nelle comunicazioni, ai<br />
superstiti non giunse l’importante informazione di puntare<br />
su Nikolajewka e si diressero verso Waluiki. Qui, in<br />
una città ormai saldamente in mano russa, furono catturati<br />
e condotti nei campi di prigionia lungo le tristemente<br />
famose strade del “davai”. La Tridentina, posizionata<br />
più a nord, beneficiò del sacrificio delle due eroiche<br />
divisioni, almeno fino a quando i russi non sfondarono<br />
anche nel suo settore. Giunse allora il terribile 17 gennaio<br />
1943 “ol dè de Sant’Antone a zic ure del dopomesdè<br />
“ (ricorda ancora oggi Giovanni Mangili) quando fu
dato l’ordine di abbandonare tutto e scappare. Subito gli<br />
alpini si misero a correre nella direzione opposta a quella<br />
da cui provenivano i russi, con la neve che in certi<br />
punti arrivava alla coscia e rallentava notevolmente i<br />
movimenti. Molti cadevano per la fatica o per le raffiche<br />
delle armi russe. Nessuno però intendeva fermarsi. Con<br />
il cuore in gola e con gli occhi lucidi di compassione<br />
bisognava alzare la gamba, passare sopra gli amici a<br />
terra che chiedevano aiuto e correre, scappare. A Podgornoje,<br />
appena dietro la prima linea, c’era un grande<br />
magazzino della Tridentina dove i nostri veci riuscirono<br />
miracolosamente a prendere almeno il minimo indispensabile<br />
per poter sopravvivere. Il Doro prese dello<br />
zucchero per sostenersi durante la marcia, il Mangil si<br />
unse bene i piedi con l’anticongelante e mise due paia<br />
di calze molto spesse. Gli alpini di <strong>Carvico</strong> camminavano<br />
nella lunga fila di sbandati, trovando rifugio nelle<br />
povere isbe che incontravano sul loro percorso. Spesso<br />
vennero a contatto con i russi. Scororib, Postojalyi,<br />
Sheliakino, Warwarowka, Nikitowka e Arnautowo le<br />
principali località in cui furono costretti a combattere per<br />
rompere l’accerchiamento. Ad Arnautowo il battaglione<br />
Tirano era ridotto a due soli comandanti di compagnia e<br />
a circa 150 uomini. Qui il Doro fu testimone di uno degli<br />
episodi più commoventi e conosciuti della campagna di<br />
Russia. In forza alla 46 a compagnia del Tirano, era nel<br />
piccolo gruppo di alpini che accompagnava la slitta su<br />
cui giaceva, ferito all’addome e ormai morente, il Capitano<br />
M.O.V.M. Giuseppe Grandi. Nella notte tra il 25 e il<br />
26 gennaio 1943, ormai in vista di Nikolajewka, il capitano<br />
capì che non avrebbe potuto farcela ma fino all’ultimo<br />
cercò di tenere alto il morale dei suoi alpini. Chiamò<br />
attorno a sé gli ultimi rimasti e insieme si misero a<br />
cantare: “IL CAPITAN DELLA COMPAGNIA L’E’ SI<br />
FERITO E STA PER MORIR…..”. Il Doro cantava come<br />
voleva il suo capitano (con il quale, per la verità, non<br />
Villa d’Almè (BG) 2005 - 60° anniversario della fine della II Guerra Mondiale<br />
Accompagnati dal capo gruppo, i partecipanti alla guerra ricevono una pergamena ricordo<br />
da sinistra: Severino Donadoni, Severino Perico, Cirillo Isidoro Rota,<br />
Lanfranco Turani (capo gruppo) e Giovanni Mangili<br />
(foto di Giovanni Mangili, <strong>Carvico</strong>)<br />
Nikolajewka (oggi Livenka) 1984<br />
Il tunnel della ferrovia come fu rivisto da<br />
Gustavo Turani in occasione di un viaggio<br />
(foto di Lanfranco Turani, <strong>Carvico</strong>)<br />
aveva un buon rapporto) e il canto, nel gelo della steppa,<br />
sembrava voler salutare l’alba del gran giorno. Dopo<br />
centinaia di chilometri percorsi per uscire dalla sacca,<br />
erano arrivati a Nikolajewka, l’ultimo ostacolo sulla<br />
via della libertà. Sul terrapieno che dava alla stazione<br />
ferroviaria si assieparono forse 40.000 soldati (italiani,<br />
tedeschi, ungheresi, rumeni) quasi senza armi, affamati<br />
e congelati. Fu allora che il Gen. Luigi Riverberi, comandante<br />
della Tridentina, intuì che quella era l’ultima<br />
possibilità di uscire vivi dalla Russia. Dalla torretta di un<br />
autoblindo tedesco, raccolse a sé lo spirito dei suoi<br />
alpini e, al grido di “TRIDENTINA AVANTI!”, li guidò<br />
sotto il tunnel della ferrovia, oltre la morte, ad una vita<br />
nuova. Fu il gesto estremo di uomini disperati ma ancora<br />
coraggiosi e per il cappellano della Tridentina don<br />
Carlo Gnocchi “Dio fu con loro, ma gli alpini furono degni<br />
di Dio”. Dalla sterminata bibliografia dei reduci di<br />
Russia quella domanda ricorrente, quasi ossessiva, che<br />
il bresciano Giuanin del Vestù rivolgeva al sergente<br />
Mario Rigoni Stern ogni volta che si incontravano:<br />
Cap. Giuseppe Grandi<br />
M.O.V.M. Arnautowo 26-1-43<br />
n. Limone Piemonte (CN)<br />
il 20-2-1914<br />
m. Arnautowo 26-1-43<br />
Comandante la 46 a compagnia<br />
del battaglione Tirano<br />
(foto da “L’Alpino” aprile 2007)
AGAZZI Francesco Stefano 1901-1986<br />
BISSOLA Alessandro “Sandrì” 1909-1969<br />
CAVENATI Silvio 1911-1972 Battaglione Tirano Grecia<br />
COMI Virgilio 1911-1969 Battaglione Tirano Russia<br />
MANGILI Angelo 1911-1978 Battaglione Tirano Grecia, Russia e prigionia<br />
COMI Vittorio Mario 1912-1989 Battaglione Tirano Francia<br />
RONCALLI Virginio “Angelo” 1912-1969 Battaglione Tirano<br />
TURANI Lino Aldo “Gustavo” 1912-1995 Gruppo Valcamonica Francia, Russia e prigionia<br />
PANZERI Giulio Alberto 1912-1944 Battaglione Tirano Francia e Grecia<br />
PIANELLI Antonio Mario 1913-1981 Battaglione Tirano Francia, Grecia e Russia<br />
PANZERI Luigi 1913-1990 Battaglione Tirano Francia, Grecia e prigionia<br />
RAVASIO Giuseppe 1914-1996 Battaglione Tirano Francia, Grecia e prigionia<br />
LOCATELLI Vittorio 1915-1984 Battaglione Tirano Francia, Grecia, Russia e prigionia<br />
LOCATELLI Tarcisio Enrico 1915-1980 Battaglione Tirano Francia e Grecia<br />
BIFFI Virgilio 1915-1977 Gruppo Bergamo Grecia<br />
PIANELLI Alessandro 1915-1985 Gruppo Bergamo Grecia<br />
BOLOGNINI Angelo Mario 1915-1985 Battaglione Tirano Francia e Grecia<br />
BOLOGNINI Geremia 1915-2001 Battaglione Intra Francia e Grecia<br />
PANZERI Vittorio 1915-1957 Battaglione Tirano Francia e Grecia<br />
CHIAPPA Mario 1916-1985 5° Reggim. <strong>Alpini</strong> Francia e Grecia<br />
ROTA Guido Leone 1916-1976 Battaglione Tirano Francia, Grecia, Russia e prigionia<br />
ROTA Gerolamo 1916-1943 Battaglione Tirano disperso in Russia (Nikolajevka 26-1-43)<br />
BONACINA Giuseppe 1916-1946 5° Reggim. <strong>Alpini</strong> Francia e Grecia<br />
ZEPPI Natalino 1916-1964 Battaglione Tirano<br />
DONADONI Riccardo “Pietro” 1917-1994 Battaglione Tirano Francia, Grecia, Russia e prigionia<br />
TEOLDI Tullio 1917-1992 Gruppo Bergamo Grecia<br />
CISANI Vittorio 1917-1997 Battaglione Vestone Francia, Grecia e prigionia<br />
MAGNI Giacomo “Candido” 1918-1943 Battagl. Val Chiese disperso in Russia (Nikolajevka 26-1-43)<br />
BONANOMI Mario “Marino” 1919-2002 5° Reggim. <strong>Alpini</strong> Francia, Grecia e Russia<br />
ROTA Cirillo Isidoro “Doro” 1919 Battaglione Tirano Francia, Grecia, Russia e prigionia<br />
MANGILI Giovanni 1920 Battaglione Tirano Francia, Grecia, Russia e prigionia<br />
LOCATELLI Clemente 1920-1986 5° Reggim. <strong>Alpini</strong> Russia<br />
ZONCA Leonardo 1922-1976 6° Reggim. <strong>Alpini</strong><br />
GUARNAROLI Primo 1923-1983 Battaglione Tirano prigionia<br />
PERICO Severino 1923 Battaglione Tirano prigionia<br />
LOCATELI Martino 1923-1983 Battaglione Tirano prigionia<br />
MANGILI Pietro “Piero” 1923-2006 Battaglione Tirano<br />
RAVASIO Francesco 1923-1967 6° Reggim. <strong>Alpini</strong><br />
MAZZOLENI Antonio 1924-1988 Battaglione Tirano<br />
CHIAPPA Maurilio 1924-2002 Battaglione Tirano prigionia<br />
RIVA Giuseppe Alessandro M. 1924-1993 Battaglione Tirano prigionia<br />
RIVA Carlo 1924-1999 Battaglione Trento<br />
CATTANEO Tarcisio 1924-1993 Artiglieria Alpina<br />
BONACINA Edoardo 1924-1998 Battaglione Tirano prigionia<br />
DONADONI Severino 1925 Gruppo Aosta<br />
PIANELLI Aldo 1925-2007 Gruppo Bergamo<br />
Fonti: Archivio di Stato in Bergamo, Comune di <strong>Carvico</strong> e ricordi.<br />
(Un ringraziamento particolare per la preziosa collaborazione offerta dai cortesi operatori dell’Archivio di Stato in Bergamo, dalle gentili<br />
addette all’anagrafe del Comune di <strong>Carvico</strong> e dal geom. Franco Ravasio di <strong>Carvico</strong>)
“Sergentmagiù, ghe rivarem a bàita?”. (2) Purtroppo, come<br />
per il povero Giuanin, anche per gli alpini di <strong>Carvico</strong><br />
la risposta è negativa: due dei nostri giovani “iè piö riàc<br />
a bàita”. Gerolamo Rota (1916) del battaglione Tirano e<br />
Giacomo Magni (1918) del battaglione Val Chiese risultano<br />
dispersi a Nikolajewka il 26-1-1943. Accanto a loro,<br />
<strong>Carvico</strong> piange altri suoi figli, non alpini, che pagarono<br />
con la vita l’assurdità della guerra. Rimasti nell’inferno<br />
bianco, mancano all’abbraccio delle famiglie: Arrigo<br />
Farina (1920) 4° Gruppo Lanciafiamme, disperso; Santo<br />
Zeppi (1922) 278° Ftr. Div. Vicenza, disperso; Giovanni<br />
Pirola (1915) 278° Ftr. Div. Vicenza, disperso; Angelo<br />
Ravasio, disperso; Luigi Ravasio (1922) 278° Ftr. Div.<br />
Vicenza, morto in prigionia il 27-2-43 nel campo 81 di<br />
Krinovaje, Russia; Umberto Ravasio (1912) CC.NN.<br />
Gruppo Leonessa, morto in prigionia il 17-3-43 nel campo<br />
56 di Miciuriusk, Russia. A tutti loro, ai reduci ormai<br />
andati avanti e a quelli per fortuna ancora tra noi, vada<br />
per sempre la nostra più sincera e profonda gratitudine.<br />
Completato il rientro degli scampati dalla Russia, la<br />
guerra non era ancora finita. Altre sofferenze attendevano<br />
gli alpini di <strong>Carvico</strong>. Essi non sapevano che di lì a<br />
pochi mesi sarebbero diventati degli I.M.I. (Internati<br />
Militari Italiani). Venne l’8 settembre 1943, il giorno del<br />
caos. “In caserma non si sa più che pesci prendere: chi<br />
scappa, chi si mette in borghese, chi si strappa i gradi,<br />
chi si improvvisa oratore da comizio ed arringa i propri<br />
compagni di sventura..…”. (3) I tedeschi intanto si avvicinavano<br />
e catturavano intere guarnigioni, deportandole<br />
in Germania. Parecchi gli alpini di <strong>Carvico</strong> finiti nei campi<br />
di lavoro militari. Qualcuno di loro, confuso inizialmen-<br />
Roma 1968 - 41 a adunata nazionale<br />
(foto di Giovanni Rota, <strong>Carvico</strong>)<br />
<strong>Carvico</strong> 1957 - Festa alpina all’asilo vecchio<br />
(foto di Giovanni Rota, <strong>Carvico</strong>)<br />
te tra i civili, fu addirittura avviato al campo di sterminio<br />
e conobbe l’orrore di Mauthausen. Solo dopo qualche<br />
settimana fu riconosciuto come prigioniero di guerra e<br />
trasferito in un campo di lavoro militare, dove riuscì almeno<br />
a sottrarsi alla “soluzione finale”. I campi di lavoro<br />
erano sparsi un po’ ovunque nell’Europa conquistata dai<br />
tedeschi. Dalle notizie che abbiamo potuto raccogliere<br />
risulta che Cirillo Isidoro Rota era a Krems in Austria,<br />
Gustavo Turani, Guido Rota e Pietro Donadoni a Prostken<br />
in Polonia, Severino Perico a Stablack nell’attuale<br />
Russia, quindi in un campo vicino a Bonn e poi ancora a<br />
Lehrte nei pressi di Hannover. Emblematico è il caso di<br />
Guido Rota che, liberato dai russi nel campo tedesco in<br />
Polonia di Prostken, fu trasferito nel campo russo di<br />
Slukz. Dagli “appunti di viaggio” forniti dal figlio Ferruccio<br />
abbiamo potuto ricostruire il tragitto di 24 giorni di<br />
strada ferrata compiuto per arrivare a casa attraversando<br />
la Bielorussia, l’Ucraina, l’Ungheria, l’Austria, la Ger-<br />
<strong>Carvico</strong> 1973<br />
La signora Odilia Pirola, vedova del capo gruppo<br />
Alessandro Bissola, è madrina alla inaugurazione<br />
della chiesa di Santa Maria e del Monumento all’Alpino<br />
(foto di Ilario Bissola, Visso, MC)
mania e poi nuovamente l’Austria. Dopo tanto<br />
dolore, finalmente, il 25 aprile 1945 i cannoni<br />
cessarono di sparare, la guerra finì e venne la<br />
pace. Come in altre parti d’Italia, il rientro in<br />
paese dei reduci fu accompagnato da iniziali,<br />
isolate incomprensioni. Poi, alla fine, divenne<br />
chiaro per tutti che i militari che stavano tornando<br />
a casa non avevano avuto la possibilità di<br />
scegliere: erano stati costretti a partire per una<br />
guerra non voluta ma solo mal sopportata. Dalle<br />
ceneri dei bombardamenti l’Italia risorge e diventa<br />
protagonista di un boom economico senza<br />
precedenti. Tutti quelli che possono fuggono<br />
dalle campagne e si trasformano in operai, impiegati,<br />
artigiani, professionisti, imprenditori.<br />
Lentamente anche <strong>Carvico</strong> abbandona l’antica<br />
dimensione di borgo agricolo e si converte in<br />
importante polo di attività economiche. Il centro<br />
abitato si amplia, giungono nuove possibilità di<br />
lavoro e un diffuso grado di benessere coinvolge<br />
un sempre maggior numero di famiglie. Ancora<br />
una volta gli alpini fanno la loro parte. Si<br />
dedicano intensamente alle moderne attività<br />
dettate dal nuovo corso economico, senza tuttavia<br />
dimenticare la propria vocazione di serietà,<br />
impegno e solidarietà. E’ con tale spirito che<br />
offrono con slancio ed entusiasmo il loro aiuto in<br />
favore delle popolazioni del Friuli così duramente<br />
colpite dal disastroso terremoto del 1976.<br />
L’intervento di ricostruzione a Gemona, effettuato<br />
interamente con mezzi ed equipaggiamenti<br />
propri, deve essere interpretato nel segno della<br />
testimonianza alpina del “donare vuol dire amare”.<br />
Ma già dal 1974 gli alpini di <strong>Carvico</strong> stavano<br />
aderendo con passione a due progetti di solidarietà<br />
proposti dalla Sezione A.N.A. di Bergamo:<br />
la costruzione a Endine Gaiano di una casa<br />
comune per diversamente abili e a Redona di<br />
una casa di riposo per anziani. Con il desiderio<br />
di portare aiuto a persone anziane o meno fortunate,<br />
il Gruppo contribuisce alle iniziative attraverso<br />
la raccolta di fondi e fornendo manodopera<br />
volontaria. Tra il 1972 e il 1973 gli alpini<br />
Gemona (UD) 1976<br />
Gli alpini di <strong>Carvico</strong> partecipano alla ricostruzione del Friuli<br />
Giuseppe Rossi<br />
(1886-1947)<br />
Alessandro Bissola<br />
(1909-1969)<br />
Gustavo Turani<br />
(1912-1995)<br />
I CAPI GRUPPO<br />
1932<br />
1946<br />
1951<br />
1960<br />
1964<br />
1995<br />
Francesco Biffi<br />
(1900-1969)<br />
Cipriano Papini<br />
(1891-1964)<br />
Lanfranco Turani<br />
(1937)
istrutturano per la prima volta la chiesetta di Santa<br />
Maria (fino agli anni ’30 dedicata a Santa Elisabetta),<br />
che da allora diventa la “chiesetta degli alpini”. Nel 1978<br />
i volontari alpini collaborano ai lavori di restauro della<br />
Chiesa parrocchiale. Mentre gli anni passano, il Gruppo<br />
si consolida sempre più organizzandosi e raccordandosi<br />
con gli enti di intervento e assistenza che nel frattempo<br />
vengono istituiti. Il 1983 vede la costituzione del<br />
nucleo di protezione civile che negli anni successivi<br />
parteciperà a numerosi interventi. Nel 1984, con gli altri<br />
gruppi dell’Isola, viene donata una autolettiga alla Croce<br />
Rossa di Ponte San Pietro e a Bonate Sotto vengono<br />
realizzate le relative autorimesse. Dal 1986 al 1988<br />
ancora i volontari all’opera per ristrutturare un cascinale<br />
a Palazzolo sull’Oglio da destinare a centro per il recupero<br />
di tossicodipendenti. Nel 1987 viene effettuato un<br />
intervento in occasione dell’alluvione in Valle Brambana,<br />
a San Pellegrino e a Mezzoldo. Nel 1992, con materiale<br />
di recupero, gli alpini costruiscono la casetta per i<br />
giochi dei bambini presso la locale scuola materna. Nel<br />
1994 una squadra di volontari presta la sua opera in<br />
soccorso delle popolazioni alluvionate di Alessandria.<br />
Dal 1973 al 2002 gli alpini provvedono alla costruzione<br />
della capanna di Natale. E’ un incarico che, purtroppo,<br />
abbiamo dovuto lasciare ma che è stato subito raccolto<br />
da un gruppo di giovani volonterosi. Ad essi va tutto il<br />
nostro apprezzamento per aver saputo tenere in vita<br />
una tradizione tanto gradita alla popolazione del paese.<br />
Intanto tra gli iscritti si rafforza uno spirito di corpo, pregio<br />
e vanto degli alpini. Nell’ardore di quei giorni, sotto<br />
Bonate Sotto (BG) 1984<br />
Consegna dell’autolettiga alla Croce Rossa di Ponte San Pietro<br />
la sapiente direzione del capo gruppo reduce di Russia<br />
Gustavo Turani, si pongono audacemente le basi per la<br />
realizzazione dell’opera più significativa di tutta la nostra<br />
storia: la costruzione della sede sociale. Purtroppo<br />
il Cav. Turani è andato avanti prima della inaugurazione,<br />
avvenuta nel 1998, dell’opera che costituisce il nostro<br />
fiore all’occhiello e che qualcuno considera la più<br />
bella sede di gruppo d’Italia. Non ho avuto il piacere di<br />
conoscere personalmente il Gustavo, ma dai racconti<br />
che ho sentito mi sono fatto l’idea di un uomo buono,<br />
giusto, quasi un padre, che sapeva trascinare senza<br />
mai stancare. Sono le qualità con cui convince e coinvolge<br />
i suoi alpini in una impresa della quale nessuno<br />
riusciva a vedere la fine. Per ricordare il magnifico alpino<br />
quale Gustavo è stato, le Penne Nere di <strong>Carvico</strong><br />
<strong>Carvico</strong> 1982 - 50° anniversario di fondazione (foto di Lanfranco Turani)
IL TESSERAMENTO<br />
(dal 1937 al 1954 dati non disponibili)<br />
1930<br />
1931<br />
1932<br />
1933<br />
1934<br />
1935<br />
1936<br />
1955<br />
1956<br />
1957<br />
1958<br />
1959<br />
1960<br />
1961<br />
1962<br />
1963<br />
1964<br />
1965<br />
1966<br />
1967<br />
1968<br />
1969<br />
1970<br />
1971<br />
1972<br />
1973<br />
1974<br />
19<strong>75</strong><br />
1976<br />
1977<br />
1978<br />
1979<br />
1980<br />
1981<br />
1982<br />
1983<br />
1984<br />
1985<br />
1986<br />
1987<br />
1988<br />
1989<br />
1990<br />
1991<br />
1992<br />
1993<br />
1994<br />
1995<br />
1996<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
1<br />
1<br />
7<br />
8<br />
11<br />
10<br />
11<br />
11<br />
14<br />
15<br />
17<br />
22<br />
24<br />
26<br />
28<br />
32<br />
35<br />
36<br />
37<br />
38<br />
40<br />
41<br />
41<br />
41<br />
43<br />
46<br />
49<br />
47<br />
51<br />
69<br />
60<br />
52<br />
39<br />
30<br />
25<br />
20<br />
42<br />
51<br />
55<br />
53<br />
52<br />
47<br />
41<br />
45<br />
50<br />
54<br />
52<br />
58<br />
66<br />
67<br />
69<br />
78<br />
91<br />
103<br />
<strong>Alpini</strong><br />
Amici<br />
126<br />
130<br />
130<br />
134<br />
137<br />
139<br />
136<br />
130<br />
135<br />
135<br />
134<br />
131<br />
130<br />
133<br />
131<br />
133<br />
136<br />
133<br />
141<br />
142<br />
143<br />
137<br />
141<br />
140<br />
140<br />
141<br />
139<br />
136<br />
136<br />
138<br />
140<br />
137<br />
137<br />
138<br />
137<br />
Il Gruppo nel 2007 diviso per fasce di età<br />
oltre 80 anni<br />
da 71 a 80<br />
anni<br />
da 61 a 70<br />
anni<br />
da 51 a 60<br />
anni<br />
da 41 a 50<br />
anni<br />
da 31 a 40<br />
anni<br />
meno di 30<br />
anni<br />
1<br />
1<br />
5<br />
5<br />
6<br />
9<br />
10<br />
12<br />
16<br />
18<br />
19<br />
22<br />
<strong>Alpini</strong><br />
Amici<br />
32<br />
32
hanno voluto dedicargli la sede sociale<br />
chiamandola “Ca Turani”. Un<br />
edificio di simili dimensioni e con una<br />
architettura così particolare poteva<br />
sorgere solo con la collaborazione<br />
coraggiosa e determinata di tanti<br />
alpini ed amici. Dalla progettazione<br />
fino alla costruzione, numerosi addetti<br />
si sono avvicendati nel cantiere e vi<br />
hanno dedicato ogni ora possibile del<br />
loro tempo libero, rinunciando a ferie<br />
e festività. Non finiremo mai di ringraziarli<br />
per l’enorme mole di lavoro<br />
svolto in quegli anni. Nel 2003 la<br />
seconda profonda ristrutturazione della chiesetta di<br />
Santa Maria. Nel 2004, sul viale di accesso alla Chiesa<br />
parrocchiale, viene eretto un arco di trionfo in occasione<br />
dell’arrivo in paese del nuovo parroco. Vi sono poi altre<br />
attività, forse minori rispetto a quelle sin qui citate, ma<br />
che tengono impegnati i nostri volontari (e volontarie)<br />
praticamente in ogni periodo dell’anno. Si tratta essenzialmente<br />
della collaborazione che prestiamo ad altri<br />
sodalizi locali in occasione di varie ricorrenze: festa del<br />
paese, dell’oratorio, nel parco comunale , di Santa Barbara,<br />
di San Rocco, ecc. Ai nostri giorni il Gruppo ha<br />
una sua fisionomia ben definita all’interno della associazione<br />
di appartenenza e siamo sempre pronti ad andare<br />
dove ci chiamano per portare aiuto e sostegno. Non so<br />
se il gruppo alpini di <strong>Carvico</strong> arriverà a festeggiare un<br />
altro <strong>75</strong>° anniversario di fondazione. Di una cosa però<br />
Reggio Emilia 1988<br />
Esercitazione della Protezione Civile<br />
<strong>Carvico</strong> 1992 - 60° anniversario di fondazione<br />
sono certo: finché ci sarà anche un<br />
solo alpino, il suo compito sarà di<br />
trasmettere i sentimenti più profondi<br />
della nostra tradizione: sacrificio,<br />
impegno, solidarietà, i fatti prima<br />
delle parole, rispetto della parola<br />
data, diritti ma accompagnati dal<br />
compimento dei doveri. Siamo come<br />
una grande famiglia in cui ci stimiamo<br />
l’uno con l’altro e nella quale<br />
siamo sicuri di poterci fidare gli uni<br />
degli altri. Sentiamo il piacere di ritrovarci,<br />
di raccontare e di rievocare i<br />
tempi passati. Nel nostro cuore serbiamo<br />
perenne memoria degli amici che sono andati<br />
avanti. Sono qualità umane (forse prima ancora che<br />
alpine) tramandate da vecio a bocia e a <strong>Carvico</strong> sono<br />
ben visibili perché quasi in ogni casa c’è un alpino.<br />
Dobbiamo provare ad essere la parte onesta e generosa<br />
di questa nostra società, con impegno e serietà.<br />
Dobbiamo essere d’esempio per le nuove generazioni,<br />
affinché quelli che verranno dopo di noi possano dire<br />
ancora una volta: “Alpin fa grado”. (4)<br />
Silvio Riva<br />
1) Dal sito internet del battaglione Tirano e dai ricordi del Doro<br />
(2) “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern – Einaudi Editore,<br />
Torino<br />
(3) “<strong>Alpini</strong> si nasce” di Manus - Cavallotti Editori, Milano – pag. 137<br />
(4) Pensieri in libertà ispirati dalla prefazione dell’autore de “La ritirata<br />
di Russia” di Egisto Corradi – Nordpress Edizioni, Chiari (BS)
CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI<br />
Venerdì, 6 luglio 2007:<br />
apertura della manifestazioni presso il campo “ex Tamburello” in Via Aldo serata animata<br />
dalla “TANIA BAND”, funziona servizio bar e cucina (con specialità alla griglia)<br />
Sabato, 7 luglio 2007:<br />
Serata dedicata ai cori alpini con il “CORO C.A.I.” di Besana Brianza ed il “CORO LA<br />
BAITA” di Carate Brianza con il Maestro (Alpino) Giuseppe PIROLA , funziona servizio<br />
bar e cucina (con specialità alla griglia)<br />
Domenica, 8 luglio 2007:<br />
ore 9.00 ammassamento presso il Parco Serraglio (Via Predazzi)<br />
ore 10.00 inizio sfilata per le vie del paese con la Fanfara di VALLECAMONICA<br />
(Pianeogno - BS) e il corpo bandistico di CHIGNOLO D’ISOLA, posa di corone<br />
al Monumento ai Caduti e al Monumento dell’Alpino<br />
ore 11.00 Santa Messa al campo presso la sede alpina di “Ca’ Turani”<br />
ore 12.30 pranzo alpino presso il campo “ex Tamburello” (indispensabile il BUONO<br />
PASTO) - RANCIO GRATIS PER GLI ALFIERI<br />
Nel pomeriggio concerto della Fanfara di VALLECAMONICA, la serata sarà allietata dal<br />
complesso “LE VOCI DEL CUORE”, funziona servizio bar e cucina (specialità alla griglia)<br />
Lunedì, 9 luglio 2007:<br />
serata musicale con “DORIANO”, funziona servizio bar e cucina (specialità alla griglia)<br />
Martedì, 10 luglio 2007:<br />
serata musicale con “ROSOLINO”, funziona servizio bar e cucina (specialità alla griglia)<br />
Mercoledì, 11 luglio 2007:<br />
serata danzante con “EMILIANO E LA VIA DEL LISCIO”, funziona servizio bar e cucina<br />
(con specialità alla griglia)<br />
Giovedì, 12 luglio 2007:<br />
serata con “GIAN E LA BAND”, funziona servizio bar e cucina (specialità alla griglia)<br />
Venerdì, 13 luglio 2007:<br />
serata musicale con “IVAN E KATIA”, funziona servizio bar e cucina (con specialità alla<br />
griglia)<br />
Sabato, 14 luglio 2007:<br />
serata con il complesso “ALTA QUOTA”, funziona servizio bar e cucina (con specialità<br />
alla griglia)<br />
Domenica, 15 luglio 2007:<br />
serata musicale con “ROSOLINO”, funziona servizio bar e cucina (specialità alla griglia)