DIOCESI DI TERNI NARNI E AMELIA SEMINARIO VESCOVILE DI ...
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Progetto P 277<br />
Nome File 277RC02-00<br />
Rev. 00 Dicembre 2010<br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
Via F. Fellini, 14 SAN GEMINI (TR)<br />
P.IVA 01285600555<br />
<strong><strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong> <strong>NARNI</strong> E <strong>AMELIA</strong><br />
<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong> <strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong><br />
OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO DEL<br />
PALAZZO VICI IN STRONCONE (TR)<br />
CALCOLI DELLE STRUTTURE:<br />
PROGETTO ESECUTIVO<br />
- RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA<br />
- RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI<br />
- RELAZIONE SUI MATERIALI<br />
- RELAZIONE <strong>DI</strong> CALCOLO DELLE STRUTTURE<br />
IL PROGETTISTA<br />
Ing. Antonio PUXEDDU
<strong><strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>DI</strong><br />
<strong>TERNI</strong> <strong>NARNI</strong> E <strong>AMELIA</strong><br />
<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong><br />
<strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong><br />
IN<strong>DI</strong>CE<br />
1. RELAZIONE TECNICA-ILLUSTRATIVA<br />
1.1 Periodo di riferimento per l’azione sismica<br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
Via F. Fellini,14 SAN GEMINI (TR)<br />
Tel. 0744.302930- fax. 0744.302568<br />
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OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO <strong>DI</strong> PALAZZO VICI IN STRONCONE -<br />
<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
2. REALAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI<br />
3. RELAZIONE SUI MATERIALI<br />
4. RELAZIONE <strong>DI</strong> CALCOLO DELLE STRUTTURE<br />
4.1 Norme di progetto<br />
4.2 Analisi dei carichi<br />
4.2.1. Carichi permanenti<br />
4.2.2. Carichi accidentali<br />
4.2.3. Spinte del terreno<br />
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277RC02.doc<br />
4.3 Calcolo e verifica delle strutture in muratura, della struttura di copertura in<br />
ALLEGATI:<br />
acciaio, delle nuove strutture in c.a.<br />
ALLEGATO I: CALCOLO E VERIFICA DELLE STRUTTURE: MODELLO <strong>DI</strong><br />
CALCOLO (1): SITUAZIONE <strong>DI</strong> PROGETTO<br />
ALLEGATO II: CALCOLO E VERIFICA DELLE STRUTTURE: MODELLO <strong>DI</strong><br />
CALCOLO (2): STATO <strong>DI</strong> FATTO<br />
0 Emesso per Approvazione Dic. 2010 Cioccoloni Puxeddu Puxeddu<br />
REV. DESCRIZIONE DATA REDAT. VERIF. VISTO
<strong><strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>DI</strong><br />
<strong>TERNI</strong> <strong>NARNI</strong> E <strong>AMELIA</strong><br />
<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong><br />
<strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong><br />
1. RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA<br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
Via F. Fellini,14 SAN GEMINI (TR)<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
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La presente relazione tecnica ha lo scopo di illustrare le caratteristiche strutturali di un<br />
intervento che prevede il consolidamento e il riadattamento di “Palazzo Vici” sito in Stroncone<br />
(Terni), di proprietà della Curia Vescovile di Terni, Narni Amelia.<br />
L’edificio, come spesso accade negli edifici monumentali dei centri storici, nelle<br />
trasformazioni avvenute non ha più un’unica proprietà, ed in particolare è in parte di proprietà della<br />
Curia Vescovile di Terni, Narni Amelia, per alcune porzioni significative e ben individuabili, e di<br />
alcuni privati soprattutto per quanto riguarda i piani alti sul lato di via Vici che sono stati trasformati<br />
in appartamenti; l’intervento di cui in epigrafe interesserà solo le porzioni di proprietà della curia<br />
vescovile che sono contraddistinte da numerose sub-particelle del fabbricato individuato al catasto<br />
del Comune di Stroncone al foglio n° 22 particella 42.<br />
Per le caratteristiche architettoniche del fabbricato si rinvia alla relazione appositamente<br />
redatta, che accompagna il progetto; se ne riassumono di seguito le linee principali:<br />
<strong><strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>DI</strong><br />
<strong>TERNI</strong> <strong>NARNI</strong> E <strong>AMELIA</strong><br />
<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong><br />
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Sulla base dei risultati di una quanto più possibile attenta analisi è stato elaborato un con-<br />
veniente studio di Restauro e Miglioramento statico, rivolto a calibrare una serie di interventi per<br />
conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di<br />
opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne con-<br />
sentano una destinazione d’uso compatibile, quale quella di residenza per studenti.<br />
Nelle sue linee generali il restauro prevede la valorizzazione degli aspetti architettonici ori-<br />
ginali e la salvaguardia degli elementi di particolare valore stilistico, interni ed esterni, nel rispetto<br />
dei caratteri peculiari dell’organismo, pur cercando di soddisfare quanto più possibile le esigenze<br />
dell’utenza sotto il profilo delle quantità di spazi e della loro destinazione d’uso. Pertanto è stata<br />
realizzata la schedatura di tutti i locali di proprietà della Curia, con la quale vengono descritte e fo-<br />
tografate le finiture di ogni ambiente, con particolare riguardo delle coperture a volta o degli im-<br />
palcati dei soffitti.<br />
la città:<br />
Alle varie quote vengono riproposti i quattro accessi storici che relazionano l’edificio con<br />
- l’ingresso principale del piano terra (scheda n. 23), direttamente da Via Vici, che porta ad un<br />
sobrio e raffinato vano di accesso ed alla composta scala (schede n. 22 e 24), posizionata sul pi-<br />
ano a lato dell’ingresso, che collega i vari livelli,<br />
- i tre ingressi del primo piano seminterrato che, da Via di Porta Nova, servono direttamente la<br />
Chiesa (scheda n. 19) e il lato Sud del Palazzo (scheda n. 11) e, dallo slargo pubblico di atte-<br />
stamento del vicolo che giunge da Via Vici, il lato Nord (scheda n. 30).<br />
I tre piani sono percorsi per tutta la loro lunghezza da tre corridoi che, sui due lati, servono<br />
direttamente le varie stanze.<br />
Il corridoio del primo piano seminterrato (scheda n. 90) presenta i caratteri propri delle<br />
strade urbane, soprattutto per quanto riguarda gli accessi delle stanze di monte. Appare verosimi-<br />
le di aver ritrovato l’antica strada che correva lungo la fortificazione delle mura cittadine e che<br />
qui si interrompe e devia prima della Chiesa del Convento. Ricordando le memorie storiche, ri-<br />
portate in premessa, si è già saputo infatti che fin dal 1567 il popolo di Stroncone decideva di:<br />
- costruire un Convento per le monache,<br />
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- demolire le mura,<br />
- allargare lo spazio per la cresciuta comunità,<br />
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- disegnare il nuovo circuito delle mura e delle strade.<br />
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Le anomalie tra le mappe Gregoriane e quelle catastali, citate in premessa, e la presenza di<br />
murature, sistematicamente degradanti nell’orto del Convento, potrebbe far pensare che qui è ini-<br />
ziato l’abbattimento delle mura e l’allargamento dello spazio cittadino.<br />
La scala principale, di pietra (scheda n. 22 e 24), dovrà essere smontata e rimontata per uni-<br />
formarla alla normativa vigente.<br />
La caratteristica piccola scala circolare di pietra (scheda n. 12) che collega i 3 piani originari<br />
abitati (primo – terra – seminterrato) verrà mantenuta come vero e proprio reperto da ammirare:<br />
per assolvere alla necessità della seconda scala, ne è stata realizzata una leggera esterna in ferro<br />
che serve tutti i quattro piani più propriamente destinati alla residenza. Ai 4 livelli, (secondo, pri-<br />
mo, terra e I° seminterrato) la continuazione del corridoio fino alla scala esterna è resa possibile<br />
dalla particolare distribuzione delle tramezzature.<br />
I vani del quarto livello (sottotetto), nel progetto sono utilizzati come camere – studio su due<br />
livelli (soppalcati), che superano largamente le altezze minime fissate dall’art. 34 L. R. n. 1/2004.<br />
Alla stessa normativa si fa riferimento per il rapporto tra superfici utili e pareti finestrate.<br />
Un accurato studio è stato dedicato al posizionamento dell’ascensore, ubicato in modo da<br />
non invadere le altre proprietà e riuscire comunque a servire tutti i livelli del complesso fino al III°<br />
piano seminterrato, quello dell’orto, risolvendo così i problemi dei “diversamente abili” in partico-<br />
lare e della meccanizzazione verticale dei percorsi in generale.<br />
Naturalmente, in tutti i piani, le varie stanze saranno utilizzate per le destinazioni più perti-<br />
nenti e manterranno la loro originaria dimensione, la rilettura completa dei vani, dei pavimenti,<br />
delle volte e dei soffitti lignei, (con il restauro delle rare parti dipinte).<br />
L’indipendenza e la funzionalità di tutte le camere – studio è soddisfatta dalla presenza di<br />
servizi igienici a propria disposizione. Le camere contengono tanti letti quanti ne consente la nor-<br />
mativa vigente.<br />
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I pavimenti originari delle varie stanze del Palazzo si ipotizza che fossero, per conformazio-<br />
ne e materiale, conformi a quelli di cotto presenti nel solo piano primo. La pavimentazione degli<br />
altri piani è andata perduta e sostituita con materiali scadenti o addirittura provvisori.<br />
I pochi pavimenti originari rimasti saranno smontati per realizzare tutte le opere necessarie<br />
di consolidamento e di restauro e riutilizzti negli spazi di maggiore pregio.<br />
Tutti gli altri pavimenti verranno sostituiti con materiale di cotto simile all’originale, (come<br />
ad esempio quello prodotto a Castel Viscardo).<br />
Ove necessario i livelli delle varie stanze saranno tutti rimodellati di pochi centimetri per<br />
permetterne l’uso ai diversamente abili.<br />
Progetto.<br />
Le quote di calpestio attuali e di progetto sono riportate nelle tavole dello Stato di Fatto e di<br />
Nel caso del livello del quarto piano che comporta lo spostamento dei solai di alcuni vani<br />
(entro il limite di cm. 70) ci si dovrà comportare come definito nella parte della relazione destinata<br />
alle linee di indirizzo del consolidamento.<br />
Tutti gli interventi murari sono evidenziati nelle tavole di progetto, e contestualmente preci-<br />
sate le destinazioni d’uso.<br />
da parete.<br />
Per riproporre un’illuminazione adeguata i vari ambienti saranno dotati di lampade da terra o<br />
I prospetti esterni del Palazzo, fatta eccezione per la demolizione dei pochi episodi descritti<br />
come fastidiosi e per la realizzazione delle opere necessarie al consolidamento statico, non subi-<br />
scono modifiche e mantengono il loro attuale aspetto, salvo il ripristino di mostre, cornici e davan-<br />
zali mancanti, ma segnalati dal rilievo e dalla documentazione fotografica.<br />
Le grandi tamponature del loggiato sottotetto, saranno dotate di infissi in ferro e vetro e ri-<br />
proporranno il ritmo fortemente ombreggiato del vano-vuoto originario.<br />
I tetti e le coperture presentano grosse anomalie e imbarcamento delle travature e notevoli<br />
dislivelli delle falde.<br />
Nella realizzazione del tetto si opererà, regolarizzando e mantenendo l’andamento delle fal-<br />
de attuali, dotando le murature di cordolature di cemento armato da 40 cm.<br />
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plesso.<br />
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Si mantiene così, ovviamente restaurato a perfetta regola d’arte, l’aspetto dell’intero com-<br />
Gli infissi esterni sono stati oggetto di un approfondito esame. Non disponendo di alcun e-<br />
lemento originario o di rilievo e presentando le aperture una superficie di illuminazione normal-<br />
mente non rilevante, si è ipotizzato di usare infissi ad unica anta - vasanta con vetro antinfortuni-<br />
stico o vetro-camera.<br />
Per gli infissi interni, ove possibile si ipotizza il restauro delle poche porte originarie esisten-<br />
ti, opportunamente restaurate, e di realizzare le nuove porte a copia di quelle meritevoli di restau-<br />
ro.<br />
Il piano più interessante è quello del primo seminterrato, caratterizzato dall’antico percorso<br />
viario stradale e da una cucina (scheda n. 17), fortemente caratterizzata, conservata nel tempo e da<br />
conservare come rilevante fatto culturale.<br />
Sempre in questo piano si accede al grande loggiato del pozzo (scheda n. 19).<br />
Sul lato a monte sono presenti due grandi vani, ciechi molto alti, che trovano accesso solo da<br />
questo piano per il crollo del solaio intermedio.<br />
Questo vasto sistema della strada: la cucina, il loggiato con il pozzo, i grandi vani ciechi (il-<br />
luminati ed areati da bocche di lupo) o di accesso, compreso il corridoio – strada dovranno forma-<br />
re quel grande spazio di relazione, continuo e multifunzionale: il grande soggiorno, la grande “cu-<br />
cina di Fratta” destinata alla vita di relazione, allo studio, agli incontri. Questo grande spazio è rea-<br />
lizzato sempre nel rispetto della normativa citata e per aumentarne la capacità e la polivalenza, sa-<br />
ranno realizzate le uniche aperture previste dal progetto nelle sole murature trasversali, conforme-<br />
mente a quanto previsto nelle linee di indirizzo del consolidamento statico.<br />
I locali per le apparecchiature tecniche troveranno posto nel terrazzamento esistente nel III°<br />
piano seminterrato, che coincide con il locale citato nella premessa e visualizzato nella mappa del<br />
Catasto Urbano.<br />
L’edificio sarà dotato dei seguenti nuovi impianti.<br />
Impianto di forza motrice, illuminazione normale e di emergenza.<br />
Impianto di segnalazione telefonica e di segnalazione dati.<br />
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Distribuzione elettrica realizzata con quadri elettrici e apparecchiature di protezione per so-<br />
vratensione e cortocircuiti.<br />
Impianto di riscaldamento centralizzato a zone con radiatori in ghisa e caldaie a condensa-<br />
zione con temperatura dell’acqua calda in mandata variabile in base alla temperatura esterna.<br />
chiesta.<br />
Le caldaie utilizzate poste in cascata entreranno in funzione in base alla potenza termica ri-<br />
Impianto di produzione di acqua calda sanitaria costituito da due bollitori da 1000 litri cia-<br />
scuno alimentati dalle suddette caldaie in cascata.<br />
Impianto idrico sanitario dotato di una rete di distribuzione dell’acqua calda, fredda e ricir-<br />
colo capace di servire tutti i servizi igienici e le cucine indicati nel progetto architettonico.<br />
L’impianto sarà dotato di un’autoclave e come serbatoio di prima raccolta si utilizzerà parte<br />
della riserva idrica antincendio ricavata dall’attuale cisterna presente.<br />
Impianto idrico antincendio con un gruppo di pressurizzazione costituito da motopompa ed<br />
elettropompa capace di servire n° 18 idranti UNI 45.<br />
La riserva idrica antincendio come suddetto sarà ricavata dall’attuale cisterna esistente.<br />
Impianto di smaltimento acque luride ed un impianto di ventilazione per tutti i bagni non do-<br />
tati di finestre esterne>>.<br />
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE<br />
Il complesso edilizio di Palazzo Vici è costituito dall’insieme strutturale dei fabbricati che<br />
sorgono lungo il limite nord est dell’abitato storico di Stroncone, appoggiandosi sul versante<br />
roccioso che in modo più o meno scosceso degrada verso valle, tra via Vici e le mura civiche.<br />
Tale complesso, che sul lato di monte (lungo via Vici) ha non più di tre piani fuori-terra,<br />
sul fronte di valle ha ben cinque livelli, di cui due costruiti controterra, oltre ad essere sopraele-<br />
vato di alcuni metri rispetto alla fondazione del paramento di valle impostata alla quota del<br />
giardino di pertinenza (tra il fabbricato e le mura cittadine).<br />
L’evoluzione storica del Palazzo lascia intravedere, anche in assenza di una organica<br />
campagna di saggi, disomogeneità strutturali tra corpi di fabbrica realizzati in epoche successi-<br />
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ve, per lo più con tipologia a schiera sviluppatasi intorno ad alcuni corpi di fabbrica più impor-<br />
tanti, e diversità nella qualità e conservazione dei materiali impiegati.<br />
Sia dall’esame dei prospetti esterni ed interni, sia dalla distribuzione planimetrica, sia dal-<br />
la conformità allo sviluppo storico dell’abitato si evince lo sviluppo successivo dei corpi di<br />
fabbrica e il loro rimaneggiamento nel tempo: porte, finestre, archi murati discordanti con<br />
l’attuale divisione altimetrica; falsi allineamenti nei prospetti e nelle coperture, con probabili<br />
parziali sopraelevazioni; adattamento di solai e finestre per la trasformazione dall’impianto ori-<br />
ginario con le partizioni verticali della schiera cielo-terra all’impianto del palazzo (nel nostro<br />
caso Convento) avente divisioni prettamente orizzontali date dai piani.<br />
Inoltre l’osservazione della distribuzione planimetrica delle masse murarie, irregolarmen-<br />
te disposte, anche se a formare sempre maglie chiuse, consente di rilevare come l’edificio pre-<br />
senti una differente capacità resistente nelle varie parti.<br />
Tale considerazione è di non trascurabile rilevanza soprattutto in riferimento ad eventi si-<br />
smici che possono indurre danneggiamenti localizzati e/o crolli nelle parti più deboli, con sus-<br />
seguente estensione del danneggiamento anche ad elementi di per se stessi dotati di sufficiente<br />
capacità portante.<br />
I sopralluoghi hanno permesso di constatare che non sono visibili cedimenti fondali di<br />
qualche rilievo, soprattutto in virtù della stabilità del versante roccioso su cui è fondato il fab-<br />
bricato.<br />
Le pareti in elevazione sono costituite per lo più da “murature a sacco” di spessore varia-<br />
bile, aventi conci esterni più o meno squadrati e di dimensioni molto variabili, mentre i conci<br />
interni sono più piccoli piuttosto arrotondati; presentano, con poche eccezioni, discreto stato di<br />
conservazione lungo i prospetti verso via Vici ove sono state oggetto di maggiore manutenzione<br />
nel tempo; internamente presentano uno stato di conservazione variabile da buono a mediocre,<br />
a seconda della tipologia dei conci, ed epoca di costruzione, nonché della proprietà che ne ha<br />
curato la manutenzione: non mancano in ogni caso murature diffusamente e profondamente le-<br />
sionate; cattivo stato di manutenzione e grande disomogeneità presenta invece il maschio mura-<br />
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rio del prospetto verso valle, che, rivolto a nord, mostra evidenti anche i segni del deteriora-<br />
mento dovuto agli agenti atmosferici.<br />
In ogni caso, in sede di esecuzione dei lavori, sarà necessario verificare la consistenza<br />
delle malte e dei conci murari dei vari corpi di fabbrica, anche al fine di poter calibrare caso per<br />
caso l’entità degli interventi di consolidamento.<br />
Gli orizzontamenti presentano le seguenti tipologie:<br />
• Volte in pietra e/o laterizio ai piani interrati;<br />
• volte in laterizio dello spessore di una o due teste per lo più ubicate al piano terreno (quo-<br />
ta ingresso via Vici) e in copertura alla chiesa;<br />
• controvolte in laterizio sottostanti alle rampe della scala;<br />
• solai lignei a orditura semplice o doppia e tavolato o pianelle in laterizio (o tavelloni in-<br />
tonacati) sono presenti lungo i corridoi ai vari livelli;<br />
• solai lignei a doppia orditura e tavolato sono presenti ai piani seminterrati, primo e secon-<br />
do;<br />
• solai lignei a doppia orditura e tavolato o pianelle in laterizio con travi principali gene-<br />
ralmente cassettonate sono presenti ai piani terra primo e secondo;<br />
• alcuni solai sono stati ristrutturati con la sostituzione dell’orditura principale in legno con<br />
una tessitura di putrelle in acciaio, tavelloni in laterizio e riempimento con battuto alleg-<br />
gerito;<br />
• i solai di copertura sono lignei a doppia o tripla orditura con pianelle in laterizio; sono co-<br />
stituiti per lo più da travi principali in legno sottodimensionate e fortemente deformate,<br />
aventi talvolta anche schemi strutturali spingenti o semi-spingenti; presentano inoltre<br />
quasi tutti cattivo stato di manutenzione.<br />
Di certo le strutture verticali sono, o sono state, soggette a sforzi orizzontali significativi,<br />
in condizioni di regime stazionario e in occasione di eventi sismici, come sarà meglio specifica-<br />
to di seguito (con riferimento specifico al sisma del 1997).<br />
Una dimostrazione di tale affermazione risiede nello stato fessurativo di alcuni maschi ai<br />
piani alti disposti trasversalmente (controventi) ai prospetti longitudinale e nella non verticalità<br />
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di alcune facciate. Tale fatto evidentemente denota una deformazione dovuta alla spinta oriz-<br />
zontale originata da orizzontamenti comunque spingenti. A maggiore conferma di ciò sta anche<br />
la presenza di tiranti ben evidenti in varie zone, ma soprattutto sulle facciate longitudinali, in<br />
particolare nell’ala ovest del fabbricato.<br />
E’ da rilevare che tali tiranti non hanno disposizione regolare e sembrano posti in opera<br />
solo a seguito di danneggiamenti localizzati con la logica del tamponamento delle falle evidenti<br />
piuttosto che non quella di conferire omogenea capacità resistente al sistema orizzontamento-<br />
piedritto.<br />
Come già detto, i tetti delle varie parti dell’edificio rispecchiano lo sviluppo e le trasfor-<br />
mazioni edilizie cui il complesso è stato oggetto; sono infatti individuabili diverse porzioni che<br />
si distinguono, oltre che per la geometria e la quota anche per la tipologia costruttiva e per<br />
l’orditura, contribuendo delle volte alla spinta orizzontale.<br />
Nelle attuali sistemazioni alcune porzioni di tetto costituiscono un elemento di pericolo in<br />
quanto capace di originare spinte orizzontali e/o martellamenti in caso di eventi sismici, anche<br />
se non sono presenti marcati fuoripiombo in sommità, mentre, soprattutto sul lato di valle (in<br />
corrispondenza della proprietà vescovile, ove la copertura è spingente), sono rilevabili stati fes-<br />
surativi lungo i muri di spina.<br />
<strong>DI</strong>SSESTI IN ATTO<br />
L’edificio non manifesta segni che denotino immediati pericoli per la sua stabilità globale<br />
in condizioni statiche, mentre, come già accennato e meglio specificato di seguito, mostra una<br />
elevata vulnerabilità sismica sia per la natura delle sue strutture sia per alcuni particolari situa-<br />
zioni critiche, sia per lo stato di manutenzione in cui buona parte dell’opera versa, anche in se-<br />
guito al sisma del 1997. Infatti può ben affermarsi che l’edificio mostra urgente necessità di o-<br />
pere di rafforzamento e consolidamento.<br />
Nella stragrande maggioranza dei punti di osservazione la muratura si presenta come un<br />
agglomerato piuttosto caotico di elementi lapidei tenuti insieme più dalla forza di gravità e da-<br />
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gli attriti piuttosto che dal legante, che risulta essere completamente assente o praticamente<br />
polverizzato nei paramenti più antichi dei piani seminterrati.<br />
In modo particolare sarà da porre attenzione sui paramenti del prospetto di valle, che, co-<br />
me già accennato, presentano una notevole disomogeneità, una grave disgregazione dei materia-<br />
li, e numerosi capo-chiave di catene disposti irregolarmente, a testimoniare interventi atti a con-<br />
trastare dissesti remoti. Inoltre, essendo rivolto a nord, mostra evidenti anche i segni del dete-<br />
rioramento dovuto agli agenti atmosferici.<br />
Lesioni e distacchi di materiale e catene sono tuttavia presenti in maniera più o meno dif-<br />
fusa anche lungo gli altri prospetti; sono inoltre presenti alcune piccole lesioni in corrispon-<br />
denza degli spigoli interni dei paramenti a testimoniare spesso lo scarso o nullo ammorsamento<br />
delle murature.<br />
Infine come già accennato, ai piani alti, è leggibile uno stato fessurativo sui paramenti po-<br />
sti di spina al fabbricato da ricondursi alle spinte di alcuni orizzontamenti e soprattutto di una<br />
grande falda di copertura che ha una tipologia costruttiva spingente che allo stato attuale non è<br />
contrasta da alcun accorgimento statico.<br />
Oggetto di verifiche particolari dovranno essere la cisterna di acqua presente sul prospetto<br />
nord-est dell’edificio ed il sovrastante loggiato; infatti, benché non siano visibili lesioni e infil-<br />
trazioni di acqua dalla cisterna, considerata la sua profondità ed il volume d’acqua in esso con-<br />
tenuto si dovranno verificare le murature d’ambito con la pressione sia della spinta idrostatica,<br />
sia della spinta in condizioni dinamiche che si potrebbero ingenerare in occasione di forti eventi<br />
sismici; il sovrastante loggiato, inoltre, pur non presentando evidenti segni di sofferenza statica,<br />
ha copertura di tipo spingente, e lungo le imposte degli archi del loggiato è evidente la rimozio-<br />
ne di un incatenamento che collegava tutte le colonne tra loro ed ai paramenti di controventa-<br />
mento.<br />
Sottodimensionato risulta invece il loggiato, oggi in buona parte tamponato, che si svi-<br />
luppa al piano sottotetto dell’ala del fabbricato tuttora di proprietà della Curia Vescovile; infatti<br />
in tale zona il tetto, oltre ad essere spingente, appoggia su colonne in mattoni, di ridotte dimen-<br />
sioni in relazione alla luce ed interasse delle orditure principali portate, e mal ancorate sulle<br />
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murature sottostanti, ponendo il rischio di ingenerare cinematismi ribaltanti al piede delle co-<br />
lonne stesse, o spinte ortogonali sui paramenti sottostanti.<br />
Particolare attenzione dovrà essere riservata al cornicione che si estende sulla porzione di<br />
fabbricato tra via Vici e via Porta Nuova. Tale cornicione presenta un rilevante interesse archi-<br />
tettonico, sia sotto l’aspetto formale che sotto quello tecnologico; esso infatti è realizzato con<br />
voltine in foglio aggettanti a sbalzo incastrate nella muratura di appoggio delle travi lignee del<br />
tetto.<br />
E’ evidente che tale sistema costruttivo, elegante e raffinato, ha il difetto di avere scarse<br />
riserve di stabilità poiché è sufficiente un piccolo dissesto per indurre il crollo di alcuni conci o<br />
di un intero tratto, che risulta già piuttosto fessurato con lesioni diffuse che si sviluppano orto-<br />
gonalmente alle pareti del fabbricato.<br />
Alcune volte sono interessate da lesioni la cui natura è chiaramente riconducibile ad un<br />
dissesto in atto con la conseguenza di deformazioni non trascurabili che, seppure in casi spora-<br />
dici, sono “visibili” sia sulle volte stesse che sulle murature.<br />
La quasi totalità dei solai lignei presenta elementi principali e secondari sottodimensionati<br />
in relazione ai carichi e soprattutto alle luci tanto da avere richiesto nel tempo la posa in opera<br />
di sistemi integrativi, quali travi in ferro, atti a ridurre la elasticità invero eccessiva.<br />
Tutti gli orizzontamenti in legno sono inoltre fortemente ammalorati dal cattivo stato di<br />
manutenzione cui il fabbricato è stato tenuto in alcune sue parti. Infatti in molte aree<br />
dell’edificio si sono verificate notevoli e continue infiltrazioni di acqua piovana che hanno fini-<br />
to con il deteriorare irreparabilmente alcuni orizzontamenti, sia nelle orditure minori che quella<br />
principale, oltre ad aggravare lo stato fessurativo dei paramenti interessati. Tali infiltrazioni so-<br />
no avvenute dalle coperture del fabbricato con le sole eccezioni ove già oggetto di restauro (sa-<br />
crestia e pertinenze, ala sud ovest oggetto di sopraelevazione): pertanto tutte le coperture del<br />
corpo principale del fabbricato dovranno essere restaurate o interamente sostituite.<br />
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Come noto l’area appenninica della regione Umbria nel settembre 1997 è stata sede di<br />
numerosi eventi sismici susseguitesi fino alla primavera del 1998. Anche l’area di Stroncone,<br />
benchè in misura minore, ha subito notevoli danneggiamenti del patrimonio edilizio esistente,<br />
in particolare hanno subito danni molti fabbricati del centro storico; più gravosi in quei fabbri-<br />
cati ove le carenze strutturali intrinseche nella tipologia costruttiva e nella conservazione dei<br />
materiali si sono mostrate essere più marcate.<br />
Palazzo Vici rientra in questa categoria, infatti come già accennato precedentemente, la<br />
sua vulnerabilità è enfatizzata dalla disomogeneità delle diverse tipologie costruttive, dal diver-<br />
so stato di manutenzione delle strutture in elevazione e degli impalcati, nonché da disorganici<br />
interventi di consolidamento, eseguiti solo a tamponare delle crisi in atto, o su limitate porzioni<br />
per iniziativa dei singoli proprietari.<br />
Nell’ambito del quadro precedentemente descritto, devono essere infatti ricondotti agli<br />
eventi sismici del 1997 le lesioni e gli stati fessurativi presenti su molti maschi murari ai vari<br />
livelli, più marcati ai piani alti nei maschi disposti di spina alle pareti longitudinali soggette alle<br />
azioni spingenti delle coperture e dei solai; sulle stesse pareti longitudinali si sono rimarcati al-<br />
cuni fuori-piombo e si sono registrati molti distacchi di materiale in seguito ai citati eventi.<br />
Anche alcuni solai di piano così come la grande copertura in legno hanno subito scompo-<br />
sizioni delle tessiture principali e secondarie, mentre sulle volte presenti si sono rimarcate le ti-<br />
piche lesioni dovute alle rotazioni, non permanenti, dei maschi murari perimetrali intorno al<br />
proprio piede.<br />
Tali lesioni e sistemi fessurativi, descritti insieme al generale dissesto del fabbricato, so-<br />
no stati oggetto di rilievo e catalogati in apposite schede, così come previsto dalla Legge n. 61<br />
del 30/03/98.<br />
In base a quanto qui descritto e a quanto decritto relativamente ai dissesti in atto, si evince<br />
quanto sia necessario e urgente il consolidamento statico ed il restauro delle strutture del fab-<br />
bricato.<br />
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Infatti da un lato l’elevata vulnerabilità sismica può portare in caso di eventi tellurici, da<br />
ritenersi tutt’altro che improbabili, alla crisi di alcuni elementi strutturali necessari alla staticità<br />
ed all’equilibrio dell’opera con innesco di crolli locali anche importanti (maschi murari, coper-<br />
ture, solai, etc.), con ripercussioni su tutto il sistema strutturale, con conseguenze anche globali<br />
fino ad interessare tutto il fabbricato; dall’atro il precario stato di manutenzione, con numerose<br />
infiltrazioni di acqua meteorica dalle coperture, con distacchi di materiale da molti maschi mu-<br />
rari e con un diffuso stato fessurativo, oltre ad enfatizzare la vulnerabilità sismica, sta portando<br />
al progressivo ammaloramento delle strutture degli impalcati in legno del fabbricato, di cui al-<br />
cuni già tuttora non agibili, e delle strutture murarie, nonché di tutte le finiture, di cui molte di<br />
pregio, dell’intero edificio.<br />
LINEE <strong>DI</strong> IN<strong>DI</strong>RIZZO DEL CONSOLIDAMENTO<br />
Il caso sempre più frequente di recupero di edifici storici destinati a funzioni diverse da<br />
quelle originarie pone problemi di valutazione della stabilità dell’edificio che si sovrappongono<br />
a quelli di opportunità culturale e di adeguatezza dell’intervento sul piano progettuale.<br />
Obbiettivo primario degli interventi di consolidamento è l’adeguamento sismico delle<br />
strutture nel rispetto della tipologia costruttiva originaria e del pregio formale dell’architettura<br />
esistente, anche se è evidente che il rispetto della normativa da un lato e quello della conserva-<br />
zione delle caratteristiche precipue del bene dall’altro, sono a volte in contrasto obbligando il<br />
progettista all’adozione di soluzioni non sempre ortodosse.<br />
Nel caso di Palazzo Vici in particolare, elementi di dissesto caratterizzati da perdita di<br />
capacità portante di parti strutturali (vedi murature ed orizzontamenti lignei), in relazione al de-<br />
grado degli stessi ed alla destinazione d’uso dei locali, impongono parallelamente ad interventi<br />
di risanamento strutturale altri di consolidamento ed altri ancora di sostituzione.<br />
E’ il caso della copertura ove il degrado di elementi lignei, sottodimensionati e tessuti se-<br />
condo schemi sconvenienti, ancorché privi di pregio, ne impone la sostituzione pur nel rispetto<br />
tipologico.<br />
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Il progetto mette in risalto la necessità funzionale primaria che è quella della razionaliz-<br />
zazione dei percorsi, siano essi orizzontali o verticali, con inserimento di un nuovo corpo scala<br />
esterno al fabbricato e di un vano ascensore.<br />
A tale necessità va unita quella relativa al reperimento dei servizi che accanto alla dispo-<br />
sizione planimetrica, consentissero la conservazione della unicità degli spazi e l’individuazione<br />
di cavedi impiantistici idonei ad ospitare la ricca tecnologia che caratterizza l’attività recettiva.<br />
I principi adottati in fase di consolidamento avranno il fine di garantire la capacità statica<br />
del fabbricato in relazione alle sollecitazioni nello stato attuale e di progetto, e soprattutto di<br />
migliorare la sicurezza nei confronti di eventi sismici.<br />
In particolare il progetto di consolidamento mira all’eliminazione delle spinte in condi-<br />
zioni statiche e sismiche, al rinforzo delle strutture (verticali ed orizzontali) degradate e lesiona-<br />
te dal tempo o da eventi pregressi, a realizzare gli opportuni ammorsamenti, e quindi, in defini-<br />
tiva, a migliorare il comportamento complessivo della struttura, anche uniformandola nelle sue<br />
parti, pur nel rispetto delle tipologie edificatorie originarie.<br />
Murature<br />
Solo raramente si ricorre alla demolizione di muri significativi giacché, come detto in<br />
precedenza, ci si è imposti il rispetto della unicità degli spazi così come nati, contornato da<br />
quattro muri portanti, e delimitati in alto da volte o solai lignei omogeneamente distribuiti.<br />
Qualora non è tuttavia evitabile la demolizione alcune porzioni murarie, per l’apertura di<br />
nuovi vani di transito o per necessità distributive, prima di procedere alle demolizioni, saranno<br />
create delle cerchiature con profili in acciaio delle murature da smantellare, cioè inserendo veri<br />
e propri telai rigidi in grado di assorbire la ridistribuzione degli sforzi; inoltre, le murature re-<br />
sidue, destinate a sostenere tensioni significativamente superiori, verranno consolidate.<br />
Tale consolidamento sarà possibile ottenerlo con iniezioni generalizzate che precederanno<br />
la realizzazione di cucitura armate e cementate atte a conferire alle murature maggiore capacità<br />
resistente soprattutto al taglio e a pressoflessione.<br />
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Inoltre una serie di iniezioni localizzate al livello di imposta dei solai sarà realizzata per<br />
ridurre l’effetto di punzonamento del solaio stesso e per consentire il miglioramento delle am-<br />
morsature murature-orizzontamenti mediante sistemi di cuciture armate.<br />
Analoghi interventi saranno effettuati a livello di quegli impalcati (volte o copertura) do-<br />
ve si innescano spinte che hanno indotto sollecitazioni di presso-flessione nelle murature stesse.<br />
Con tali interventi di consolidamento delle murature a livello di impalcato sarà possibile<br />
inoltre migliorare le connessioni muratura-orizzontamenti ricorrendo all’uso di cuciture armate<br />
su murature preconsolidate, evitando il ricorso a cordolature in cls, che richiedono significative<br />
demolizioni o tagli a sezione, e che su murature con tipologia essenzialmente a sacco non ga-<br />
rantiscono una corretta distribuzione delle sollecitazioni nelle stesse murature.<br />
Solo raramente ed in presenza di paramenti che, per ragioni impiantistiche o architettoni-<br />
che, dovranno essere in qualche modo rastremati si procederà al consolidamento realizzando<br />
rinforzi con l’uso di intonaco armato.<br />
In generale, i paramenti maggiormente degradati, saranno ripristinati mediante rincoccia-<br />
tura degli elementi distaccati, chiusura delle lesioni, con tecnica “scuci e cuci”, o per mezzo di<br />
perfori armati, e ove necessario, consolidati con iniezioni diffuse.<br />
Orizzontamenti.<br />
Le volte portanti, ove necessario, saranno consolidate dall’estradosso previo svuotamen-<br />
to; verrà verificata la spinta sui muri d’ambito nonché migliorata la connessione, ed eventual-<br />
mente eliminata la spinta per mezzo di catene metalliche.<br />
Nei casi in cui superiormente alle volte (ad una testa) vi sia la presenza di travature in le-<br />
gno, queste saranno sostituite con travi composte legno-calcestruzzo capaci di sviluppare a pari-<br />
tà di dimensioni geometriche una superiore rigidità evitando l’interazione con la volta che per-<br />
tanto verrebbe sgravata di ogni compito strutturale.<br />
Quando tali travi lignee assolvono la funzione di catene verranno sostituite con tiranti in<br />
acciaio occulti contenuti nello spessore del riempimento in modo da ridurre l’ingombro geome-<br />
trico.<br />
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Per quanto attiene i solai lignei dipinti e non, essi saranno oggetto, in fase esecuzione dei<br />
lavori, di una campagna di saggi volta ad appurare l’essenza ed il livello di degrado al fine di<br />
valutare, caso per caso, la loro conservazione. Come si è già accennato le sezioni resistenti ri-<br />
sultano quasi sempre insufficienti e perciò la loro conservazione avverrà comunque a seguito di<br />
intervento di consolidamento sull’estradosso rendendo le travi collaboranti con le solette in cls<br />
(trave composta legno-calcestruzzo), oppure rinforzando le stesse sezioni lignee con profilati in<br />
acciaio, da disporre affianco alle sezioni esistenti.<br />
Quando tale operazione non sarà possibile per il degrado del materiale verrà mantenuto il<br />
cassettonato limitando la sostituzione alle travi degradate con altre in legno lamellare che reste-<br />
ranno comunque occultate, oppure disponendo i citati profili metallici di rinforzo all’interno<br />
dello stesso cassettone del rivestimento.<br />
Come già detto vi è la sporadica esigenza di abbassare qualche campo di solaio in legno<br />
del piano sottotetto onde uniformare le quote dei pavimenti anche e soprattutto in relazione alla<br />
eliminazione delle barriere architettoniche, e rendere possibile l’inserimento (in un futuro stral-<br />
cio di lavori) di alcuni piani soppalcati tra il pavimento e la copertura ove ne è prevista la sosti-<br />
tuzione integrale. Tale abbassamento non sarà superiore ai 70 cm e sarà effettuato recuperando<br />
totalmente, ove possibile, con gli accorgimenti citati, gli elementi strutturali originali.<br />
Da un punto di vista strettamente strutturale si può riassumere quanto segue:<br />
- l’edificio è sottoposto a vincolo monumentale ai sensi della legge 1089, pertanto secondo quanto<br />
contenuto al cap 8 delle NTC08, è consentito derogare dalle stesse NTC08, limitando gli<br />
interventi a quanto necessario per raggiungere un miglioramento statico delle strutture<br />
dell’edificio secondo quanto contenuto nelle cap 8 delle NTC08.<br />
- dalle indagini svolte sull’edifico può concludersi che il grado di confidenza raggiunto è<br />
equivalente al Livello di conoscenza LC1 che si intende raggiunto quando siano stati effettuati il<br />
rilievo geometrico, le verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate<br />
sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1.35.<br />
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- Per il Livello di conoscenza LC1, per ogni tipologia muraria, i valori medi dei parametri<br />
meccanici possono essere definiti come indicato al paragrafo 3 e di seguito:<br />
-Resistenze: i minimi degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 (v. Par. 3)<br />
-Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 (v. Par. 3)<br />
- Gli interventi strutturali interessano porzioni limitate dell’edificio, senza modificarne dal punto di<br />
vista sismico il comportamento complessivo. Le verifiche della sicurezza sono state quindi,<br />
concordemente al punto 8.3 delle NTC 08 e al punto C8.3 della circolare n°617/C.S.LL.PP.,<br />
eseguite per le sole porzione di struttura interessate dalle opere citate, o per i singoli rinforzi posti<br />
in opera, non costituendo le opere previste variazioni che possano influenzare il comportamento<br />
globale della struttura, anche perché visto l’elevato frazionamento in diverse proprietà<br />
dell’edificio è possibile intervenire solo in alcune porzioni; l’intervento rientra quindi nell’ambito<br />
degli interventi di “Riparazione o intervento locale” individuati al punto 8.4.3 delle NTC08.<br />
Si è comunque verificato che le condizioni di sicurezza post opera non risultassero più gravose<br />
rispetto alle condizioni ante opera, modellando per intero la struttura nelle due situazioni e<br />
confrontando gli indici di rischio sismico ante e post opera, che non risultano aggravati.<br />
Per quanto concerne la modellazione dell’edificio si rinvia al paragrafo 4 della presente.<br />
Gli interventi strutturali più significativi consistono in:<br />
- realizzazione di una nuova struttura a pareti in c.a. all’esterno della sagoma del fabbricato storico,<br />
mascherata dietro un muro di contenimento in pietra esistente, per la realizzazione dei locali<br />
tecnici antincendio, Centrale Termica, quadri elettrici;<br />
- interventi localizzati di rinforzo delle strutture murarie ove fortemente degradate con tecnica scuci<br />
e cuci o altrimenti con iniezioni armate e in presenza di significative riduzioni di sezione con<br />
inspessimento con blocchi portanti in laterizio o con intonaco armato;<br />
- rimozione e/o consolidamento con tecnica scuci e cuci delle canne fumarie;<br />
- chiusura delle nicchie esistenti e dei vani non necessari con tecnica scuci e cuci;<br />
- rinforzo o sostituzione degli architravi di porte e finestre degradati o sottodimensionati;<br />
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- esecuzione di cuciture armate a rinforzo delle murature a sacco per collegare i paramenti portanti<br />
nelle porzioni maggiormente sollecitate a seconda delle condizioni di carico e/o ove sono presenti<br />
rischi di ribaltamenti dei paramenti esterni;<br />
- consolidamento dall’estradosso dei solai lignei, con cassettoni o con pianelle a vista, mediante<br />
rinforzo con caldana armata, collegata alle travature principali e secondarie, di irrigidimento di<br />
piano opportunamente collegata con perforazioni armate lungo il perimetro dei singoli vani alle<br />
murature avendo cura di realizzare contestualmente delle cuciture armate sui paramenti con<br />
tipologia a sacco; talvolta quando possibile e necessario saranno inserite nuove travature in legno<br />
o acciaio in sostituzione di quelle ammalorate o si aggiungeranno elementi di rinforzo e rompi<br />
tratta;<br />
- rimozione e ricostruzione di una porzione di solaio del secondo piano, particolarmente ammalo<br />
rata, con abbassamento del livello di imposta dello stesso, con struttura in legno avente orditura di<br />
travi principali e morali, impalcato a pianelle, caldana collaborante in c.a. di irrigidimento di<br />
piano opportunamente collegata con perforazioni armate lungo il perimetro di ogni singolo vano;<br />
- realizzazione di un vano corsa per ascensore di collegamento di tutti i piani di proprietà con una<br />
struttura scatolare in c.a.; allo scopo di realizzare anche uno sbarco alla quota giardino di<br />
pertinenza il locale in cui sarà realizzato il vano dovrà essere sotto fondato con una struttura in<br />
c.a. di tipo scatolare con fondazione a quota giardino.<br />
- realizzazione di una scala interna tra piano primo e secondo nell’ala est del fabbricato in<br />
previsione della realizzazione di una nuova scala esterna di sicurezza;<br />
- realizzazione di nuove coperture in legno sui vani di proprietà, con struttura avente orditura di<br />
travi principali e morali, impalcato a pianelle, caldana collaborante in c.a. di irrigidimento di<br />
piano opportunamente collegata con perforazioni armate lungo il perimetro di ogni singolo vano,<br />
ove le stesse strutture risultano fortemente ammalorate (prospetto nord sull’ala est) o<br />
sottodimensionate;<br />
- rimozione completa della copertura in legno spingente del locale sottotetto del secondo piano<br />
presso l’ala nord-est del fabbricato (locale stenditoio) e delle murature perimetrali del vano sui<br />
lati sud ed est fino alla quota del nuovo solaio di piano opportunamente abbassato di quota;<br />
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- realizzazione di una nuova copertura con struttura portante in acciaio, impalcato in tavolato<br />
incrociato di legno multistrato, isolamento e ventilazione della falda e manto con coppi di<br />
recupero;<br />
- Tale struttura in acciaio sarà realizzata a portali aventi colonne spiccate dalle murature portanti<br />
del secondo piano e travi che sul lato sud saranno vincolate alle murature esistenti non demolite<br />
opportunamente consolidate; per l’eliminazione delle spinte in corrispondenza di ogni portale sarà<br />
posta in opera una travatura orizzontale rompi tratta vincolata alle colonne e alle murature di<br />
spina dell’edificio; tale struttura rompi tratta potrà eventualmente essere utilizzata in futuro per la<br />
realizzazione di una struttura soppalcata nel sottotetto dei vani interessati dalla nuova copertura;<br />
- Ricostruzione delle murature perimetrali del livello sottotetto con blocchi portanti antisismici tipo<br />
Poroton o equivalenti inglobando le citate colonne in acciaio dei portali, prevedendo le aperture<br />
riportate nel progetto architettonico.<br />
Per la descrizione più esaustiva degli interventi si rinvia agli elaborati grafici di progetto, al capitolato<br />
speciale d’appalto e al relativo computo metrico.<br />
1.1 PERIODO <strong>DI</strong> RIFERIMENTO PER L’AZIONE SISMICA<br />
Per quanto stabilito dalla OPCM N° 3274/2003 e dal DM 14.1.2008 il sito rientra in zona sismica di<br />
seconda categoria.<br />
La destinazione d’uso del fabbricato è quella di uffici senza previsione di affollamento, né funzioni<br />
pubbliche o strategiche importanti con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di<br />
calamità.<br />
VITA NOMINALE<br />
La vita nominale di un’opera strutturale VN è intesa come il numero di anni nel quale la struttura,<br />
purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata.<br />
La vita nominale dei diversi tipi di opere è quella riportata nella Tab. 2.4.I del DM 14/01/2008 :<br />
VN (in anni)<br />
- 1 Opere provvisorie – Opere provvisionali - Strutture in fase costruttiva ≤ 10<br />
- 2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni contenute o di importanza<br />
normale ≥ 50<br />
- 3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni o di importanza strategica<br />
≥ 100<br />
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CLASSE D’USO<br />
In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di operatività o<br />
di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi d’uso così definite:<br />
Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.<br />
Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per<br />
l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per<br />
l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe d’uso III o in Classe d’uso<br />
IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non<br />
provochi conseguenze rilevanti.<br />
Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose<br />
per l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui<br />
interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro<br />
eventuale collasso.<br />
Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla<br />
gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose<br />
per l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, “Norme<br />
funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari<br />
di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti<br />
ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente<br />
dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di<br />
energia elettrica.<br />
PERIODO <strong>DI</strong> RIFERIMENTO PER L’AZIONE SISMICA<br />
Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono valutate in relazione ad un periodo di riferimento<br />
VR che si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale VN per il coefficiente<br />
d’uso CU :<br />
VR =VN * CU<br />
Il valore del coefficiente d’uso CU è definito, al variare della classe d’uso, come mostrato in Tab.<br />
2.4.II del DM 14/01/2009:<br />
CLASSE D’USO I , COEFFICIENTE CU 0,7<br />
CLASSE D’USO II , COEFFICIENTE CU 1,0<br />
CLASSE D’USO III , COEFFICIENTE CU 1,5<br />
CLASSE D’USO IV , COEFFICIENTE CU 2,0<br />
Se VR ≤ 35 anni si pone comunque VR = 35 anni.<br />
Vista la destinazione d’uso indicata si ha:<br />
VN = 50 (2 Opere ordinarie), CU=1,0 Classe II<br />
da cui<br />
VR =VN * CU≥ 50 anni<br />
Per il calcolo dell’azione sismica si rinvia al paragrafo 4.2.2.<br />
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2 – RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI<br />
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PROGETTO:<br />
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Le osservazioni che seguono sono state elaborate in relazione a quanto richiesto dalla Legge n. 1086<br />
del 05/11/1971, dal D.M. 11/03/1988, dal D.M. 14/012008 e relative circolari. Trattandosi di un<br />
intervento di modesto rilievo strutturale, si è ritenuto sufficiente formulare un giudizio di fattibilità<br />
basato sull’ispezione dei luoghi, sulla raccolta dei dati e notizie, già in precedenza acquisiti.<br />
L’intervento in epigrafe consiste, come indicato al paragrafo precedente, in riparazioni ricostruzioni<br />
e sostituzioni di elementi strutturali localizzati e pertanto non modifica sostanzialemente il<br />
comportamento complessivo strutturale dell’insieme edilizio.<br />
L’intervento in oggetto non interesserà in alcun modo le fondazioni del fabbricato ed in<br />
particolare non si determineranno aumenti delle sollecitazioni massime indotte, in quanto la<br />
nuova copertura ed i nuovi solai avranno un peso complessivo non superiore a quelli<br />
precedentemente esistenti.<br />
Inoltre essendo il nuovo tetto realizzato secondo uno schema statico che non determina<br />
spinte laterali l’intervento non comporterà l’insorgere di azioni ribaltanti sulle murature e<br />
quindi fondazioni.<br />
Il comportamento della formazione geologica interessata dalle fondazioni può essere<br />
individuato dai seguenti parametri geotecnici tipici dell’area, desunti da esperienze limitrofe:<br />
Ghiaia Sabbiosa Addensata (strati superficiali):<br />
3<br />
φ = 35° ; γ = 1,<br />
85 t / m ;<br />
Formazione Scaglia Variegata (altrove):<br />
3<br />
φ = 30° ;<br />
γ = 2,<br />
3 t / m ;<br />
2<br />
Cu = 0, 0 Kg / cm ;<br />
2<br />
Cu = 4, 0 Kg / cm ;<br />
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,<br />
c =<br />
0, 5 Kg / cm<br />
In ogni caso le fondazioni del fabbricato raggiungono tutte le conformazioni di scaglia che costituisce<br />
il sottofondo dell’abitato di Stroncone, di elevatissime prestazioni geotecniche e che risultano stabili<br />
da un punto di vista gravitativo, come anche dimostrato dalla totale assenza sul fabbricato di segni di<br />
dissesti di tipo fondale.<br />
Per quanto sopra si può quindi concludere che non esistono evidenze geotecniche che<br />
sconsigliano la realizzazione degli interventi di ristrutturazione del fabbricato.<br />
2
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3 – RELAZIONE SU DOSAGGIO E QUALITÀ DEI MATERIALI<br />
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PROGETTO:<br />
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NOME FILE:<br />
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I materiali che verranno utilizzati per la realizzazione della ristrutturazione del fabbricato in e-<br />
pigrafe sono i seguenti:<br />
3.1 CEMENTO ARMATO<br />
Calcestruzzi<br />
Riferimenti: D.M. 14.01.2008, par. 11.2;<br />
Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale;<br />
UNI EN 206-1/2006;<br />
UNI 11104.<br />
Tipologia strutturale: Fondazioni<br />
Classe di resistenza necessaria ai fini statici: 30 N/mm 2 (300 daN/cm 2 )<br />
Condizioni ambientali: Strutture completamente interrate in terreno<br />
permeabile.<br />
Classe di esposizione: XC2<br />
Rapporto acqua/cemento max: 0.60<br />
Classe di consistenza: S3 (Plastica)<br />
Diametro massimo aggregati: 16 mm<br />
Tipologia strutturale: Elevazione<br />
Classe di resistenza necessaria ai fini statici: 30 N/mm 2 (300 daN/cm 2 )<br />
Condizioni ambientali: Strutture interne di edifici non industriali con<br />
umidità bassa.<br />
Classe di esposizione: XC2<br />
Rapporto acqua/cemento max: 0.60<br />
Classe di consistenza: S4 (Fluida) con Additivo Superfluidificante<br />
Diametro massimo aggregati: 16 mm<br />
Dosatura dei materiali.<br />
La dosatura dei materiali per ottenere Rck 300 (30) è orientativamente la seguente (per m 3 d’impasto).<br />
sabbia 0.4 m 3<br />
ghiaia 0.8 m 3<br />
acqua 150 litri<br />
cemento tipo 425 350 kg/m 3<br />
Qualità dei componenti<br />
La sabbia deve essere viva, con grani assortiti in grossezza da 0 a 3 mm, non proveniente da rocce in decomposizione,<br />
scricchiolante alla mano, pulita, priva di materie organiche, melmose, terrose e di salsedine.<br />
La ghiaia deve contenere elementi assortiti, di dimensioni fino a 16 mm, resistenti e non gelivi, non friabili, scevri di sostanze<br />
estranee, terra e salsedine. Le ghiaie sporche vanno accuratamente lavate. Anche il pietrisco proveniente da rocce<br />
compatte, non gessose né gelive, dovrà essere privo di impurità od elementi in decomposizione.<br />
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In definitiva gli inerti dovranno essere lavati ed esenti da corpi terrosi ed organici. Non sarà consentito assolutamente il<br />
misto di fiume. L’acqua da utilizzare per gli impasti dovrà essere potabile, priva di sali (cloruri e solfuri).<br />
Potranno essere impiegati additivi fluidificanti o superfluidificanti per contenere il rapporto acqua/cemento mantenendo la<br />
lavorabilità necessaria.<br />
Prescrizione per inerti<br />
Sabbia viva 0-7 mm, pulita, priva di materie organiche e terrose; sabbia fino a 30 mm (70mm per fondazioni), non geliva,<br />
lavata;pietrisco di roccia compatta.<br />
Assortimento granulometrico in composizione compresa tra le curve granulometriche sperimentali:<br />
− passante al vaglio di mm 16 = 100%<br />
− passante al vaglio di mm 8 = 88-60%<br />
− passante al vaglio di mm 4 = 78-36%<br />
− passante al vaglio di mm 2 = 62-21%<br />
− passante al vaglio di mm 1 = 49-12%<br />
− passante al vaglio di mm 0.25 = 18-3%<br />
Prescrizione per il disarmo<br />
Indicativamente: pilastri 3-4 giorni; solette modeste 10-12 giorni; travi, archi 24-25 giorni, mensole 28 giorni.<br />
Per ogni porzione di struttura, il disarmo non può essere eseguito se non previa autorizzazione della Direzione Lavori.<br />
Provini da prelevarsi in cantiere<br />
n° 2cubi di lato 15 cm;<br />
un prelievo ogni 100 mc<br />
σc28 >= 3* σc adm;<br />
Rck 28= Rm – 35 kg/cm 2 ;<br />
Rmin> Rck – 35 kg/cm 2<br />
Parametri caratteristici e tensioni limite per il metodo degli stati limite<br />
legenda:<br />
R ck f ck f cd f ctm u.m.<br />
300 249.0 141.1 11.9 [kg/cm 2 ]<br />
R ck f ck f cd f ctm u.m.<br />
30 24.90 14.11 1.19 [N/mm 2 ]<br />
• fck (resistenza cilindrica a compressione);<br />
fck = 0.83 Rck;<br />
• fcd (resistenza di calcolo a compressione);<br />
fcd = αcc*fck/γc<br />
• fctd (resistenza di calcolo a trazione);<br />
fctd = fctk/γc;<br />
fctk = 0.7*fctm;<br />
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Acciaio per C.A.<br />
(Rif. D.M. 14.01.2008, par. 11.3.2)<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
fctm = 0.30*fck 2/3 per classi ≤ C50/60<br />
fctm = 2.12*ln[1+fcm/10] per classi > C50/60<br />
Acciaio per C.A. B450C<br />
fyk tensione nominale di snervamento: ≥ 4580 kg/cm 2 (≥ 450 N/mm 2 )<br />
ftk tensione nominale di rottura: ≥ 5500 kg/cm 2 (≥ 540 N/mm 2 )<br />
ftd tensione di progetto a rottura: fyk / γS = fyk / 1.15 = 3980 kg/cm 2 (= 391<br />
L’acciaio dovrà rispettare i seguenti rapporti:<br />
f y / f yk < 1.35 f t / f y ≥ 1.15<br />
N/mm 2 )<br />
Diametro delle barre: 6 ≤ φ 40 mm.<br />
E’ ammesso l’uso di acciai forniti in rotoli per diametri ≤ 16 mm.<br />
Reti e tralicci con elementi base di diametro 6 ≤ φ 16 mm.<br />
Rapporto tra i diametri delle barre componenti reti e tralicci: φ min /φ max ≥ 0.6<br />
Pag. 26 / 54<br />
PROGETTO:<br />
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3.2 STRUTTURE IN ACCIAIO<br />
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Proprietà dei materiali per la fase di analisi strutturale<br />
Modulo Elastico: E = 2.100.000 kg/cm 2 (210.000 N/mm 2 )<br />
Coefficiente di Poisson: n = 0.3<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Modulo di elasticità trasversale: G = E / [2*(1+n)] (N/mm 2 )<br />
Coefficiente di espansione termica lineare: α = 12*10 -6 per °C -1 (per T < 100°C)<br />
Densità: ρ = 7850 kg/m 3<br />
Caratteristiche minime dei materiali<br />
DM 14/01/2008 - CNR10011 - UNI EN 10025-2<br />
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PROGETTO:<br />
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S235 S275 S355 S450<br />
tensione di rottura 360 N/mm 2 430 N/mm 2 510 N/mm 2 550 N/mm 2<br />
tensione di snervamento 235 N/mm 2 275 N/mm 2 355 N/mm 2 440 N/mm 2<br />
Bulloneria<br />
Nelle unioni con bulloni si assumono le seguenti resistenze di calcolo:<br />
legenda:<br />
CLASSE VITE ftb<br />
(N/mm 2 )<br />
STATO <strong>DI</strong> TENSIONE<br />
fyb<br />
(N/mm 2 )<br />
0 Emesso per Approvazione Dic. 2010 Cioccoloni Puxeddu Puxeddu<br />
REV. DESCRIZIONE DATA REDAT. VERIF. VISTO<br />
fk,N<br />
(N/mm 2 )<br />
fd,N<br />
(N/mm 2 )<br />
fd,V<br />
(N/mm 2 )<br />
4.6 400 240 240 240 170<br />
5.6 500 300 300 300 212<br />
6.8 600 480 360 360 255<br />
8.8 800 640 560 560 396<br />
10.9 1000 900 700 700 495
<strong><strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>DI</strong><br />
<strong>TERNI</strong> <strong>NARNI</strong> E <strong>AMELIA</strong><br />
<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong><br />
<strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong><br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
Via F. Fellini,14 SAN GEMINI (TR)<br />
Tel. 0744.302930- fax. 0744.302568<br />
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OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO <strong>DI</strong> PALAZZO VICI IN STRONCONE -<br />
<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
fk,N è assunto pari al minore dei due valori fk,N = 0.7 ft (fk,N = 0.6 ft per viti di classe<br />
6.8)<br />
fk,N = fy essendo ftb ed fyb le tensioni di rottura e di snervamento<br />
fd,N = fk,N = resistenza di calcolo a trazione<br />
fd,V = fk,N / √2 = resistenza di calcolo a taglio<br />
Pag. 28 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Saldature<br />
Su tutte le saldature dovrà essere eseguito un controllo visivo e dimensionale. Le saldature più importanti<br />
(ad esempio le saldature delle giunzioni flangiate) saranno controllate a mezzo di particelle magnetiche<br />
e/o ultrasuoni.<br />
Il filo di saldatura da utilizzare è di tipo IT-SG3 (Saldature ad alta resistenza, fino a 600N/mm2), ed<br />
ha le seguenti caratteristiche:<br />
Caratteristiche meccaniche: R=590N/mm 2 ; S=420N/mm 2 ; KV (20°C) = 50J<br />
Composizione chimica media: C = 0.08%; Mn =1.4%; Si = 0.8%; P = 0.02%; S = 0.02%.<br />
I saldatori utilizzati per la costruzione delle strutture dovranno essere certificati secondo la<br />
UNI EN 287/1.<br />
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REV. DESCRIZIONE DATA REDAT. VERIF. VISTO
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3.3 MURATURE NON CONSOLIDATE<br />
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PROGETTO:<br />
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NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Valori di riferimento dei parametri meccanici (minimi e massimi) e peso specifico medio per diverse<br />
tipologie di muratura, riferiti alle seguenti condizioni: malta di caratteristiche scarse, assenza di ricorsi<br />
(listature), paramenti semplicemente accostati o mal collegati, muratura non consolidata, tessitura<br />
(nel caso di elementi regolari) a regola d’arte; fm = resistenza media a compressione della muratura,<br />
τ0 = resistenza media a taglio della muratura, E = valore medio del modulo di elasticità normale, G =<br />
valore medio del modulo di elasticità tangenziale, w = peso specifico medio della muratura<br />
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3.4 MURATURE CONSOLIDATE<br />
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Pag. 30 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
In presenza di murature consolidate, o nel caso in cui si debba valutare la sicurezza dell’edificio rin-<br />
forzato, è possibile valutare le caratteristiche meccaniche per alcune tecniche di intervento, attraverso<br />
i coefficienti indicati in Tabella seguente, secondo le seguenti modalità:<br />
- consolidamento con iniezioni di miscele leganti: si applica il coefficiente indicato in tabella, diver-<br />
sificato per le varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (fm e τ0), sia ai moduli elastici (E e G);<br />
nel caso in cui la muratura originale fosse stata classificata con malta di buone caratteristiche, il<br />
suddetto coefficiente va applicato al valore di riferimento per malta di scadenti caratteristiche, in<br />
quanto il risultato ottenibile attraverso questa tecnica di consolidamento è, in prima approssima-<br />
zione, indipendente dalla qualità originaria della malta (in altre parole, nel caso di muratura con<br />
malta di buone caratteristiche, l’incremento di resistenza e rigidezza ottenibile è percentualmente<br />
inferiore);<br />
- consolidamento con intonaco armato: per definire parametri meccanici equivalenti è possibile ap-<br />
plicare il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri di re-<br />
sistenza (fm e τ0), sia ai moduli elastici (E e G); per i parametri di partenza della muratura non con-<br />
solidata non si applica il coefficiente relativo alla connessione trasversale, in quanto l’intonaco<br />
armato, se correttamente eseguito collegando con barre trasversali uncinate i nodi delle reti di ar-<br />
matura sulle due facce, realizza, tra le altre, anche questa funzione. Nei casi in cui le connessioni<br />
trasversali non soddisfino tale condizione, il coefficiente moltiplicativo dell’intonaco armato deve<br />
essere diviso per il coefficiente relativo alla connessione trasversale riportato in tabella;<br />
- consolidamento con diatoni artificiali: in questo caso si applica il coefficiente indicato per le mura-<br />
ture dotate di una buona connessione trasversale.<br />
I valori sopra indicati per le murature consolidate possono essere considerati come riferimento nel ca-<br />
so in cui non sia comprovata, con opportune indagini sperimentali, la reale efficacia dell’intervento e<br />
siano quindi misurati, con un adeguato numero di prove, i valori da adottarsi nel calcolo.<br />
Coefficienti correttivi dei parametri meccanici da applicarsi in presenza di: malta di caratteristiche buone o<br />
ottime; giunti sottili; ricorsi o listature; sistematiche connessioni trasversali; nucleo interno particolarmente<br />
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scadente e/o ampio; consolidamento con iniezioni di malta; consolidamento con intonaco armato.<br />
Pag. 31 / 54<br />
PROGETTO:<br />
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NOME FILE:<br />
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3.5 STRUTTURE IN LEGNO (SOLAIO <strong>DI</strong> PIANO E <strong>DI</strong> COPERTURA)<br />
Riferimenti:<br />
• D.M. 14.01.2008, par. 11.7<br />
Pag. 32 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
• CNR-DT 206/2007: Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di strutture in legno.<br />
Caratteristiche minime dei materiali impiegati per la costruzione delle strutture analizzate con la presente relazione.<br />
Classi di resistenza per legno di conifere e di pioppo.<br />
Valori<br />
Resistenze [MPa]<br />
C14 C16 C18 C20 C22 C24 C27 C30 C35 C40 C45 C50<br />
Flessione fm,k 14 16 18 20 22 24 27 30 35 40 45 50<br />
Trazione parallela<br />
alle fibre<br />
Trazione perpendicolare alla<br />
fibra<br />
Compressione par.<br />
alla fibra<br />
ft,0,k 8 10 11 12 13 14 16 18 21 24 37 30<br />
ft,90,k 0.4 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6<br />
fc,0,k 16 17 18 19 20 21 22 23 25 26 27 29<br />
Compressione perp. alla fibra fc,90,k 2.0 2.2 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9 3.1 3.2<br />
Taglio fv,k 1.7 1.8 2.0 2.2 2.4 2.5 2.8 3.0 3.4 3.8 3.8 3.8<br />
Medio parallelo alle fibre<br />
Caratteristico parallelo alle<br />
fibre<br />
Medio perpendicolare alle fibre<br />
Modulo di taglio medio<br />
E0,mea<br />
n<br />
Modulo Elastico [GPa]<br />
7 8 9 9.5 10 11 11.5 12 13 14 15 16<br />
E0,05 4.7 5.4 6.0 6.4 6.7 7.4 7.7 8.0 8.7 9.4 10.0 10.7<br />
E90,me<br />
an<br />
0.23 0.27 0.30 0.32 0.33 0.37 0.38 0.40 0.43 0.47 0.50 0.53<br />
Gmean 0.44 0.50 0.56 0.59 0.63 0.69 0.72 0.75 0.81 0.88 0.94 1.00<br />
Massa Volumica [kg/m 3 ]<br />
Massa volumica caratteristica ρk 290 310 320 330 340 350 370 380 400 420 440 460<br />
Massa volumica media ρm 350 370 380 390 410 420 450 460 480 500 520 550<br />
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Classi di resistenza per legno di latifoglie.<br />
Valori<br />
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Resistenze [MPa]<br />
Pag. 33 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
D30 D35 D40 D50 D60 D70<br />
Flessione fm,k 30 35 40 50 60 70<br />
Trazione parallela<br />
alle fibre<br />
ft,0,k 18 21 24 30 36 42<br />
Trazione perpendicolare alla fibra ft,90,k 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6<br />
Compressione par.<br />
alla fibra<br />
fc,0,k 23 25 26 29 32 34<br />
Compressione perp. alla fibra fc,90,k 8.0 8.4 8.8 9.7 10.5 13.5<br />
Taglio fv,k 3.0 3.4 3.8 4.6 5.6 6.0<br />
Modulo Elastico [GPa]<br />
Medio parallelo alle fibre E0,mean 10 10 11 14 17 20<br />
Caratteristico parallelo alle fibre E0,05 8.0 8.7 9.4 11.8 14.3 16.8<br />
Medio perpendicolare alle fibre E90,mean 0.64 0.69 0.75 0.93 1.13 1.33<br />
Modulo di taglio medio Gmean 0.60 0.65 0.70 0.88 1.06 1.23<br />
Massa Volumica [kg/m 3 ]<br />
Massa volumica caratteristica ρk 530 560 590 650 700 900<br />
Massa volumica media ρm 640 670 700 780 840 1080<br />
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4 - RELAZIONE <strong>DI</strong> CALCOLO<br />
4.1 - Norme Di Progetto<br />
Strutture<br />
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PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Legge 5 novembre 1971 N. 1086 - Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio<br />
armato normale e precompresso ed a struttura metallica.<br />
OPCM 3274 d.d. 20/03/2003 – “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione<br />
sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, e successive<br />
modifiche e integrazioni (OPCM 3431 03/05/05).<br />
Norme tecniche per le Costruzioni – D.M. 14/01/2008<br />
Circolare Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 2 Febbraio 2009 N. 617 C.S.Ll.PP.<br />
Istruzioni per l’applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni» di cui al DM 14 gennaio<br />
2008(GU n. 47 del 26-2-2009 - Suppl. Ordinario n.27)<br />
Norme di cui è consentita l’applicazione ai sensi del cap. 12 del D.M. 14 gennaio 2008:<br />
UNI EN 1990: 2004 - Eurocodice 1 – Criteri generali di progettazione strutturale.<br />
UNI ENV 1991-1-1: 2004; -1-2; 1-3; 1.5 ; UNI ENV 1991-2-4: 1997 - Azioni sulla struttura.<br />
Eurocodice 2 - Progettazione delle strutture in calcestruzzo.<br />
UNI ENV 1992-1-1 Parte 1-1:Regole generali e regole per gli edifici.<br />
Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture in acciaio.<br />
UNI ENV 1993-1-1 - Parte 1-1:Regole generali e regole per gli edifici.<br />
UNI EN 206-1/2001 - Calcestruzzo. Specificazioni, prestazioni, produzione e conformità.<br />
Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici – “Linee Guida sul calcestruzzo strutturale”<br />
–<br />
-C.N.R. UNI 10011 del giugno 1988<br />
Costruzioni in acciaio: istruzioni per il calcolo, l’esecuzione, il collaudo e la manutenzione;<br />
Carichi e sovraccarichi<br />
D.M. 16 gennaio 1996 – Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle<br />
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi<br />
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Pag. 35 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Circ. MIN.LL.PP. N.156AA.GG./STC del 4 luglio 1996 – Istruzioni per l’applicazione delle<br />
“Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e<br />
sovraccarichi” di cui al D.M. 16 gennaio 1996.<br />
Circ. Min. LL.PP. 10.4.1997, n. 65 - Istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche relative alle<br />
costruzioni in zone sismiche" di cui al D.M. 16 gennaio 1996<br />
Terreni e fondazioni<br />
D.M. 11 marzo 1988 – Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei<br />
pendii naturali e delle scA.R.P.A.te, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione,<br />
l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.<br />
Circ. MIN.LL.PP. N.30483 del 24 settembre 1988 - Istruzioni riguardanti le indagini sui terreni e<br />
sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scA.R.P.A.te, i criteri generali e le prescrizioni per<br />
la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre.<br />
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4.2 – Analisi dei Carichi<br />
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- Località: Stroncone (TR)<br />
- Regione: Umbria<br />
- Altitudine: aS = 450 m s.l.m.<br />
- Coordinate geografiche ED50: Lat (deg) 42,5006°; Long. (deg) 12,6639°<br />
(N 42° 30' 2"; E 12° 39' 50")<br />
4.2.1 – Carichi permanenti<br />
PESO PROPRIO ELEMENTI STRUTTURALI:<br />
Pag. 36 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Il Peso delle strutture portanti in cemento armato e carpenteria metallica verrà computato<br />
direttamente dal programma agli elementi finiti con cui si effettua il calcolo della struttura,<br />
considerando:<br />
peso specifico elementi in muratura in pietra γ= 2200 Kg/m 3<br />
peso specifico elementi in muratura in laterizio γ= 1800 Kg/m 3<br />
peso specifico elementi in c.a. γ= 2500 Kg/m 3<br />
peso specifico elementi in legno γ= 600 Kg/m 3<br />
peso specifico elementi in carpenteria metallica γ= 7850 Kg/m 3<br />
SOLAI INTERME<strong>DI</strong> IN LEGNO CONSOLIDATI O NUOVI<br />
(orditura principale e secondaria in legno e tavolato)<br />
Pavimento 40 Kg/m 2<br />
Massetto alleggerito 100 Kg/m 2<br />
Caldana in c.a. strutturale alleggerita 5 cm 80 Kg/m 2<br />
Tavolato in legno 4 cm 25 Kg/m 2<br />
Morali in legno 20 Kg/m 2<br />
Orditura secondaria in legno 20 Kg/m 2<br />
Orditura principale in legno 25 Kg/m2<br />
310 Kg/m 2<br />
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SOLAI CONSOLIDATI IN FERRO E LATERIZIO<br />
(putrelle e tavelloni)<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Pavimento 40 Kg/m 2<br />
Massetto alleggerito 100 Kg/m 2<br />
Peso proprio longarine 22 Kg/m 2<br />
Caldana in c.a. 4 cm (con rete fi 8 20x20) 70 Kg/m 2<br />
Riempimento in cls alleggerito e polistirolo 30 Kg/m 2<br />
Tavelloni cm 6 48 Kg/m 2<br />
Intonaco inferiore 20 Kg/m 2<br />
COPERTURE ESISTENTI IN LEGNO<br />
300 Kg/m 2<br />
Rivestimento in coppi 60 Kg/m 2<br />
Guaina ardesiata e isolamento 20 Kg/m 2<br />
Tavolato 3 cm 40 Kg/m 2<br />
Intelaiatura in legno 70 Kg/m 2<br />
NUOVE COPERTURE (in legno di castagno)<br />
190 Kg/m 2<br />
Rivestimento in coppi 60 Kg/m 2<br />
Guaina ardesiata e isolamento 20 Kg/m 2<br />
Soletta in c.a. strutturale alleggerita 4 cm 70 Kg/m 2<br />
Pianelle 3 cm 40 Kg/m 2<br />
Intelaiatura in legno 50 Kg/m 2<br />
240 Kg/m 2<br />
Pag. 37 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
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REV. DESCRIZIONE DATA REDAT. VERIF. VISTO
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<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong><br />
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- NUOVE COPERTURE (ACCIAIO E TAVOLATO)<br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
Via F. Fellini,14 SAN GEMINI (TR)<br />
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OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO <strong>DI</strong> PALAZZO VICI IN STRONCONE -<br />
<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Rivestimento in coppi 60 Kg/m 2<br />
Guaina ardesiata 20 Kg/m 2<br />
Isolamento del tipo tetto ventilato 10 cm 60 Kg/m 2<br />
Tavolato 3,5 cm 25 Kg/m 2<br />
Controsoffitto inferiore 40 Kg/m 2<br />
intelaiatura in acciaio calcolata dal programma di verifica.<br />
SOLAI IN ACCIAIO E TAVOLATO PER SOPPALCHI<br />
260 Kg/m 2<br />
Pavimento 40 Kg/m 2<br />
Massetto alleggerito 100 Kg/m 2<br />
Assito in legno sp 35 mm 25 Kg/m 2<br />
Intonaco o controsoffitto inferiore 30 Kg/m 2<br />
intelaiatura in acciaio calcolata dal programma di verifica.<br />
195 Kg/m 2<br />
Pag. 38 / 54<br />
PROGETTO:<br />
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4.2.2 – Carichi Variabili<br />
SISMA<br />
ZONA SISMICA <strong>DI</strong> II° CATEGORIA:<br />
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OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO <strong>DI</strong> PALAZZO VICI IN STRONCONE -<br />
<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
PERIODO <strong>DI</strong> RIFERIMENTO PER L’AZIONE SISMICA VR = 50 anni<br />
Dalla citata relazione geologica segue inoltre che il sito ha:<br />
CATEGORIA TOPOGRAFICA (ST=2) T2<br />
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PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Categoria Suolo: TIPO B: “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o<br />
terreni a grana fine molto consistenti, con spessori superiori a 30 m caratterizzati da graduale miglioramento<br />
delle proprietà meccaniche con la profondità e valori del VS30 compresi tra 360 m/s e<br />
800 m/s (ovvero NSPT30 > 50 nei terreni a grana grossa e Cu30> 250 kPa nei terreni a grana fina)<br />
”.<br />
Determinazione del Fattore di Struttura q0<br />
La struttura come premesso è in muratura e di tipo esistente con livello di conoscenza LC1;<br />
In piano copertura è presente una struttura intelaiata in acciaio costituita da portali di nuova realizzazione;<br />
SI ASSUME CLASSE <strong>DI</strong> DUTTILITA’: E<strong>DI</strong>FICO NON <strong>DI</strong>SSIPATIVO<br />
risulta inoltre:<br />
struttura regolare in pianta: NO<br />
struttura regolare in altezza: NO<br />
sia dotta quindi fattore di struttura: qo= 1,0<br />
In particolare dalle considerazioni fatte derivano le seguenti caratteristiche utilizzate per la<br />
modellazione eseguita:<br />
Metodo di analisi D.M. 14-01-08 (N.T.C.)<br />
Tipo di costruzione 2<br />
Vn 50<br />
Classe d'uso II<br />
Vr 50<br />
Tipo di analisi Lineare dinamica<br />
Località Lat (deg) 42,5006°; Long (deg) 12,6639°<br />
(N42° 30' 2"; E 12° 39' 50") ED50<br />
Zona sismica Zona 2<br />
Categoria del suolo B - roccia o terreni mediamente rigidi<br />
Categoria topografica T2<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Pag. 40 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Ss orizzontale SLD 1<br />
Tb orizzontale SLD 0.093 [s]<br />
Tc orizzontale SLD 0.28 [s]<br />
Td orizzontale SLD 1.876 [s]<br />
Ss orizzontale SLV 1<br />
Tb orizzontale SLV 0.106 [s]<br />
Tc orizzontale SLV 0.318 [s]<br />
Td orizzontale SLV 2.253 [s]<br />
Ss verticale 1<br />
Tb verticale 0.05 [s]<br />
Tc verticale 0.15 [s]<br />
Td verticale 1 [s]<br />
St 1.2<br />
PVr SLD (%) 63<br />
Tr SLD 50<br />
Ag/g SLD 0.069<br />
Fo SLD 2.496<br />
Tc* SLD 0.28<br />
PVr SLV (%) 10<br />
Tr SLV 475<br />
Ag/g SLV 0.1634<br />
Fo SLV 2.45<br />
Tc* SLV 0.318<br />
Smorzamento viscoso (%) 5<br />
Classe di duttilità Non dissipativa<br />
Rotazione del sisma 0 [deg]<br />
Quota dello '0' sismico 0 [cm]<br />
Regolarità in pianta No<br />
Regolarità in elevazione No<br />
Edificio acciaio Si<br />
Tipologia acciaio a) Strutture intelaiate q0=4.0<br />
Edificio muratura Si<br />
Tipologia muratura Costruzioni in muratura ordinaria<br />
q0=2.0*alfaU/alfa1<br />
alfaU/alfa1 muratura Costruzioni in muratura ordinaria ad un<br />
piano alfaU/alfa1=(1.0+1.4)/2<br />
Edificio esistente Si LC1<br />
Altezza costruzione 1190 [cm]<br />
C1 0.05<br />
T1 0.32 [s]<br />
Lambda SLD 0.85<br />
Lambda SLV 0.85<br />
Lambda verticale 1<br />
Numero modi 50<br />
Metodo di Ritz applicato<br />
Limite spostamenti interpiano 0.003<br />
Moltiplicatore sisma X per combinazioni di default 1<br />
Moltiplicatore sisma Y per combinazioni di default 1<br />
Fattore di struttura per sisma X 1<br />
Fattore di struttura per sisma Y 1<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Fattore di struttura per sisma Z 1<br />
Coefficiente di sicurezza portanza fondazioni superficiali 2.3<br />
Coefficiente di sicurezza scorrimento fondazioni superficiali 1.1<br />
Pag. 41 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Il calcolo della struttura sarà eseguito per mezzo di un’analisi modale dinamica lineare con spettro di<br />
risposta orizzontale secondo quanto disposto dal DM 14/01/2008:<br />
Tipo di spettro Spettro di risposta<br />
Spettro Spettro di risposta SLV e SLD<br />
Numero frequenze vedi fascicoli di calcolo<br />
Metodo combinazione CQC<br />
Accelerazioni spettrali<br />
Ind.vertice: Indice del valore.<br />
T: Periodo. [s]<br />
a/g: Accelerazione normalizzata ottenuta dividendo l'accelerazione per l'accelerazione di gravità. Il<br />
valore è adimensionale.<br />
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali SLD § 3.2.3.2.1 (3.2.4)<br />
Periodo<br />
Spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale SLD § 3.2.3.2.2 (3.2.10)<br />
Periodo<br />
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Pag. 42 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali SLV § 3.2.3.2.1 (3.2.4)<br />
Periodo<br />
Spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale SLV § 3.2.3.2.2 (3.2.10)<br />
Periodo<br />
Spettro di risposta di progetto in accelerazione delle componenti orizzontali SLD § 3.2.3.4<br />
Periodo<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Spettro di risposta di progetto in accelerazione della componente verticale SLD § 3.2.3.4<br />
Periodo<br />
Spettro di risposta di progetto in accelerazione della componente X SLV § 3.2.3.5<br />
Periodo<br />
Spettro di risposta di progetto in accelerazione della componente Y SLV § 3.2.3.5<br />
Periodo<br />
Pag. 43 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Spettro di risposta di progetto in accelerazione della componente verticale SLV § 3.2.3.5<br />
Periodo<br />
Pag. 44 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
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NEVE<br />
qs = carico della neve al suolo<br />
qs = µi x qsk x Ce x Ct<br />
µi = coefficiente di forma della copertura<br />
qsk = valore di riferimento del carico neve al suolo<br />
ZONA II, aS > 200 m s.l.m.<br />
Si assume classe di esposizione normale: Ce=1<br />
Si assume coefficiente termico: Ct=1<br />
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qsk = 0,85(1+ (as/481) 2 )= 1,59 KN/m 2<br />
Pag. 45 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
L’edificio ha copertura piana: secondo quanto previsto della DM 14/01/2008 par. 3.4.5 il coefficiente<br />
di forma assume il seguente valore massimo: µ1= 0,8; per cui il massimo valore assunto dal carico<br />
neve vale:<br />
VENTO<br />
Pf = pressione del vento<br />
Pf = qb x Ce x Cp x Cd<br />
Pres = pressione cinetica di riferimento<br />
ZONA 3°, as < a0 = 500 m s.l.m.<br />
qb =<br />
1<br />
2<br />
1<br />
2<br />
2<br />
2<br />
2<br />
ρ V = b ρ V = b,0<br />
Ce = coefficiente di esposizione<br />
Ce = coefficiente di esposizione<br />
altezza dell’edificio fuori tutto Z = 18,10<br />
qs = 1,59 x 0,80 = 1,27 KN/m 2<br />
1<br />
1,25 ⋅ 27 = 456 N/m<br />
2<br />
2<br />
classe di rugosità del terreno = B (Aree urbane, suburbane, industriali e boschive)<br />
ZONA 3, CAT. IV°:<br />
Zmin = 8 m Kr = 0,22 Z0 = 0,30 m<br />
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• per Z < Zmin<br />
Ce (Z) = Ce (Zmin) = Kr 2 Ct ln ( min Z<br />
da cui: Ce (Zmin) = 1,63<br />
• per Z > Zmin<br />
Ce (Z) = Kr 2 Z ⎡<br />
Ct ln ( ) ⎢7<br />
Z 0 ⎢⎣<br />
da cui Ce (Z=11,50) = 1,87<br />
da cui Ce (Z=15,00) = 2,07<br />
da cui Ce (Z=18,00) = 2,20<br />
Cp = coefficiente di forma<br />
⎛<br />
+ Ct ln<br />
⎜<br />
⎝<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
7 ln Z ⎡ ⎛ ⎞⎤<br />
⎢ + Ct ⎜ ⎟<br />
⎥<br />
⎢⎣ ⎝ ⎠⎥⎦<br />
Z 0<br />
) min<br />
Z0<br />
Z<br />
Z<br />
Elementi verticali sopravvento Cpe = 0,8<br />
Elementi verticali sottovento Cpi = 0,4<br />
Copertura falde: α = 0°< 20° Cpi = -0,4<br />
0<br />
⎞⎤<br />
⎟<br />
⎥<br />
⎠⎥⎦<br />
Cd = coefficiente dinamico: Si assume Cd = 1<br />
Per la pressione statica del vento si ottiene:<br />
• per Z < Zmin= 8,00 m<br />
Pf = +594,62 N/m 2 Elementi verticali sopravento<br />
Pf = -297,31 N/m 2 Elementi verticali sottovento<br />
• per Z = 11,50 m<br />
Pf = +682,18 N/m 2 Elementi verticali sopravento<br />
Pf = -341,90 N/m 2 Elementi verticali sottovento<br />
• per Z = 15,00 m<br />
Pf = +755,14 N/m 2 Elementi verticali sopravento<br />
Pf = -377,57 N/m 2 Elementi verticali sottovento e copertura<br />
• per Z = 18,00 m<br />
Pf = +802,56 N/m 2 Elementi verticali sopravento<br />
Pf = -401,28 N/m 2 Elementi verticali sottovento e copertura<br />
Pag. 46 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Nel modello di calcolo saranno applicati i relativi carichi lineari a quota delle travi di solaio, ottenuti<br />
moltiplicando i precedenti per la corrispondente altezza di interpiano (i), per le verifiche allo SLU.<br />
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<strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong><br />
SOVRACCARICO VARIABILE<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Sovraccarico ambienti non suscettibili di affollamento (cat. A-B1) 200 Kg/m 2<br />
Sovraccarico ambienti suscettibili di affollamento (cat. B2-C1) 300 Kg/m 2<br />
Sovraccarico per manutenzione coperture (cat. H1) 50 Kg/m 2<br />
Pag. 47 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
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4.2.3. -Spinte del Terreno<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
Pag. 48 / 54<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
La spinta del terreno sarà applicata alla sola nuova costruzione realizzata fuori dalla sagoma del<br />
fabbricato in muratura essendo per il fabbricato esistente la spinta del terreno sul lato di monte<br />
praticamente nulla essendo costruito direttamente a contatto della formazione di scaglia che<br />
costituisce il del versante del paese, la cui elevata coesione annulla le spinte sulla costruzione.<br />
Per il nuovo manufatto si considera la spinta del terreno che è presente sulla superficie esterna della<br />
parete del livello interrati; trascuriamo la spinta passiva sulle fondazioni.<br />
La spinta attiva si calcola con Rankine:<br />
Sq<br />
b<br />
St<br />
St = Ka γ t h Ka = coefficiente di spinta attiva<br />
γ t = peso specifico del terreno<br />
h = quota misurata dalla superficie<br />
Sq = Ka x q q = somma dei carichi distribuiti<br />
cos ( β ) cos ( β )<br />
Ka cos ( β ) .<br />
( )2<br />
cos ( β ) ( cos ( β ) ) 2<br />
q<br />
h<br />
( cos ( φ 1)<br />
) 2<br />
( cos ( φ 1)<br />
) 2<br />
St = spinte terreno<br />
Sq = spinta dovuta al carico distribuito q<br />
Ø1= angolo di attrito interno del terreno<br />
β=pendenza del terrapieno<br />
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Pag. 49 / 54<br />
Consideriamo un terreno di riporto: ϕ = 30°, β=0°, γ = 1800 Kg/m 3<br />
(rinterro di ciottoli e ghiaie) per cui: Ka = 0,33<br />
la componente orizzontale della spinta attiva è data dalla somma:<br />
PARETI H=3,00 con sovraccarico cat. B1 (area perimetrale a verde)<br />
q = 200+200 Kg/m 2<br />
da cui:<br />
Sq<br />
+<br />
Sq = 132,0 Kg/m 2<br />
St<br />
St = 0,33x3,00x1800=1782 Kg/m 2<br />
S min =132,0 Kg/m 2<br />
S max = 1914 Kg/m 2<br />
PROGETTO:<br />
P - 277<br />
NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
Tali spinte verranno considerate nel modello di calcolo delle strutture, che provvederà ad aggiungere<br />
l’aliquota sismica della spinta.<br />
=<br />
SMIN<br />
SMAX<br />
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REV. DESCRIZIONE DATA REDAT. VERIF. VISTO
<strong><strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>DI</strong><br />
<strong>TERNI</strong> <strong>NARNI</strong> E <strong>AMELIA</strong><br />
<strong>SEMINARIO</strong> <strong>VESCOVILE</strong><br />
<strong>DI</strong> <strong>TERNI</strong><br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
Via F. Fellini,14 SAN GEMINI (TR)<br />
Tel. 0744.302930- fax. 0744.302568<br />
P.IVA 01285600555<br />
OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO <strong>DI</strong> PALAZZO VICI IN STRONCONE -<br />
<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
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PROGETTO:<br />
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NOME FILE:<br />
277RC02.doc<br />
4.3 - Calcolo e Verifica delle strutture in muratura, in carpenteria a piano copertura e dei<br />
nuovi manufatti in c.a.<br />
La determinazione delle sollecitazioni nei vari elementi strutturali principali, fondazioni, murature<br />
portanti, strutture in c.a., carpenterie in legno o metalliche, etc,. nonché le relative verifiche sono state<br />
effettuate utilizzando il programma di calcolo automatico agli elementi finiti SISMICAD della<br />
Concrete s.r.l..<br />
Nei calcoli che seguono si è considerato il seguente livello di conoscenza per gli elementi delle<br />
strutture esistenti:<br />
Livello di conoscenza LC1 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo geometrico,<br />
verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate sulle proprietà dei<br />
materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1.35.<br />
Per il Livello di conoscenza LC1, per ogni tipologia muraria, i valori medi dei parametri meccanici<br />
possono essere definiti come segue:<br />
-Resistenze: i minimi degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1<br />
-Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1<br />
Si evidenzia all’uopo che gli interventi previsti (rifacimento copertura e ricostruzione scala esterna<br />
giuntata), come premesso, interessano porzioni limitate dell’edificio, senza modificarne dal punto di<br />
vista sismico il comportamento complessivo. Le verifiche della sicurezza sono state quindi,<br />
concordemente al punto 8.3 delle NTC 08 e al punto C8.3 della circolare n°617/C.S.LL.PP., eseguite<br />
per la sola porzione di struttura interessato dalle opere citate non costituendo le opere previste<br />
variazioni che possano influenzare il comportamento globale della struttura; l’intervento rientra<br />
quindi nell’ambito degli interventi di “Riparazione o intervento locale” individuati al punto 8.4.3<br />
delle NTC08.<br />
Si è comunque verificato che le condizioni di sicurezza post opera non risultassero più gravose<br />
rispetto alle condizioni ante opera, modellando per intero la struttura nelle due situazioni e<br />
confrontando gli indici di rischio sismico ante e post opera, che non risultano aggravati.<br />
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PROGETTO:<br />
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I dati d’input, output e le verifiche degli elementi strutturali in c.a., legno e muratura, nelle<br />
combinazioni di carico più gravose, sono riportate rispettivamente in allegato I (Post Opera) e in<br />
allegato II (calcolo dei Indici di rischio sismico Ante Opera).<br />
vista 3D del modello di calcolo Post Opera<br />
vista 3D del modello di calcolo Post Opera<br />
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<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
vista 3D del modello di calcolo Particolare strutt. in carpenteria metallica<br />
IL PROGETTISTA<br />
Ing. Antonio PUXEDDU<br />
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ALLEGATO I<br />
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CALCOLO E VERIFICA DELLE STRUTTURE<br />
MODELLO <strong>DI</strong> CALCOLO 1: POST OPERA<br />
“OMISSIS”<br />
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OPERE <strong>DI</strong> CONSOLIDAMENTO <strong>DI</strong> PALAZZO VICI IN STRONCONE -<br />
<strong>TERNI</strong> - PROGETTO ESECUTIVO – CALCOLI DELLE STRUTTURE<br />
ALLEGATO II<br />
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CALCOLO E VERIFICA DELLE STRUTTURE<br />
MODELLO <strong>DI</strong> CALCOLO (2): ANTE OPERA<br />
“OMISSIS”<br />
PROGETTO:<br />
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