(2012), numero 2 - L'Eco delle Valli
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EdV 12<br />
LEDRO<br />
FATTI E PERSONE<br />
Febbraio <strong>2012</strong><br />
Dalla Preistoria al Risorgimento risalendo la Valle<br />
Viaggio breve fra Bezzecca e il Lago di Ledro, "girovagando" tra luoghi storici e<br />
vallate fuori porta alla scoperta di piatti tipici e vino buono, tutto in un giorno solo<br />
il Dogui<br />
Una domenica di gennaio,<br />
prima del grande freddo ma<br />
con temperature comunque<br />
discretamente basse, si parte<br />
per il classico giretto che deve<br />
durare rigorosamente una sola<br />
giornata, data la natura prevalentemente<br />
stanziale della<br />
maggioranza dei partecipanti.<br />
Ormai non ci faccio più caso e<br />
la prendo con filosofia: i miei<br />
compagni di viaggio si alzano<br />
tardi, non fanno colazione a<br />
casa loro (per essere puntuali),<br />
s’infilano nella pasticceria<br />
strapiena e ritardano di un’ora<br />
la partenza! Imbocchiamo le<br />
“Coste”, scendiamo a Odolo e<br />
risaliamo la Valle Sabbia fino<br />
a Ponte Caffaro, poi a destra<br />
verso Storo. Ormai sono le<br />
undici e trenta e come d’abitudine<br />
facciamo una sosta per<br />
l’aperitivo nell’unico bar pasticceria<br />
della piazza davanti<br />
al municipio. Le strade sono<br />
deserte, sui tetti insiste uno<br />
strato bianco che non è neve,<br />
e si ha l’impressione che in<br />
questo periodo e in questi luoghi<br />
il sole sia una rarità, anche<br />
se il cielo è perfettamente<br />
limpido. E’ domenica, quasi<br />
mezzogiorno, ma nel locale<br />
ci siamo solo noi e la barista.<br />
A destra del municipio c'è la<br />
lapide a ricordo <strong>delle</strong> imprese<br />
dell’"Eroe dei Due Mondi"<br />
con i nomi <strong>delle</strong> vittime della<br />
Terza Guerra d’Indipendenza<br />
e <strong>delle</strong> due Guerre Mondiali.<br />
E qui nascono le dispute sul<br />
luogo e le circostanze in cui<br />
fu pronunciata o scritta la famosa<br />
frase “Obbedisco”. Non<br />
che la questione sia d’importanza<br />
vitale, ma la curiosità<br />
mi spinge a una rapida inchiesta<br />
dalla quale emerge che più<br />
della metà degli “intervistati”<br />
è convinta che il fatto sia accaduto<br />
a Teano, e il sito Internet<br />
della località non fa nulla<br />
per smentirlo. Sarà che la Storia<br />
raccontata dalla maestra<br />
rimane più impressa di quella<br />
spiegata dai professori, sarà<br />
stata la necessità di sintetizzare<br />
eventi vissuti dagli stessi<br />
protagonisti ma avvenuti<br />
a sei anni di distanza (Teano<br />
26 ottobre 1860, Bezzecca 21<br />
luglio 1866), sta di fatto che<br />
nella mia personale iconografia<br />
l’”Obbedisco” ha occupato<br />
il posto del “Saluto Vittorio<br />
Emanuele II Re d’Italia”. Per<br />
fugare ogni dubbio conviene<br />
dare la parola al diretto interessato<br />
attraverso un breve<br />
estratto dell’autobiografia che<br />
racconta i fatti successivi alla<br />
vittoria di Bezzecca.<br />
”Un ordine del comando supremo<br />
dell’esercito intimava<br />
la ritirata e lo sgombro del<br />
Tirolo. Io rispondevo: “Ubbidisco”,<br />
parola che servì poi<br />
alle solite querimonie della<br />
Mazzineria, che come sempre<br />
voleva ch’io proclamassi<br />
la Repubblica, marciando su<br />
Vienna o su Firenze. In tutta<br />
la campagna del ’66 io fui<br />
molto secondato dai miei ufficiali<br />
superiori, non potendo io<br />
stesso dovutamente assistere<br />
ai movimenti ed operazioni di<br />
guerra, per essere obbligato in<br />
carrozza. Anche in questa, alcune<br />
buone carabine ci giunsero<br />
a guerra finita; e fermo il<br />
dire! Dal Tirolo ci ritirammo<br />
a Brescia, ov’ebbe luogo il<br />
scioglimento dei volontari, e<br />
quindi il mio ritiro a Caprera.”<br />
Conclusa la parentesi risorgimentale<br />
riprende il viaggio<br />
lungo la statale 240, che dopo<br />
un primo tratto tortuoso per<br />
superare il gradino di confluenza,<br />
ci porta nella Valle<br />
di Ledro. Dopo pochi chilometri<br />
notiamo, sulla destra,<br />
l’indicazione per raggiungere<br />
il Passo Tremalzo che collega<br />
questa valle con l’altopiano<br />
di Tremosine e il Lago di<br />
Garda. Questo itinerario sarà<br />
oggetto di una prossima puntata<br />
di “Girovagando”, dopo<br />
aver accertato la percorribilità,<br />
le condizioni del tempo e,<br />
secondo alcuni, l’obbligo di<br />
permessi comunali. Da Soro<br />
a Bezzecca incontriamo tre<br />
automobili, poche abitazioni e<br />
una piccola fabbrica di bancali<br />
di legno e questo la dice lunga<br />
sui problemi legati all’economia<br />
<strong>delle</strong> zone montane e<br />
alla necessità di aiuti per lo<br />
sviluppo e per contrastare lo<br />
spopolamento. Dopo il cartello<br />
della storica località si<br />
gira a sinistra e si arriva nella<br />
piazza della chiesa: il museo e<br />
il bar sono chiusi. La meta del<br />
pranzo è la trattoria “Al Rustichel”<br />
che si trova a cento metri.<br />
Il posto è piccolo e si deve<br />
prenotare; si può scegliere tra<br />
più di cento varianti di risotto<br />
o tra i piatti tipici del Trentino<br />
e i prezzi sono contenuti.<br />
L’ultima tappa è Molina di<br />
Ledro, dove nel 1929, a causa<br />
dell’abbassamento del livello<br />
per la costruzione di una<br />
centrale idroelettrica, furono<br />
ritrovati i resti di un villaggio<br />
palafitticolo preistorico. Negli<br />
anno ’60 fu realizzato il Museo<br />
<strong>delle</strong> Palafitte e nel 2006,<br />
vicino al sito archeologico, le<br />
tre capanne didattiche dedicate<br />
a sperimentare e a toccare<br />
Le palafitte dell'era paleolitica<br />
LUMEZZANE<br />
Oreste Pezzola in vetrina<br />
a Sant’Apollonio<br />
Presso il civico 41 di via Ragazzi<br />
del ’99 a Sant’Apollonio<br />
di Lumezzane è stata allestita<br />
una galleria permanente che<br />
propone le sculture in bronzo<br />
dell’artista Oreste Pezzola.<br />
Nato a Orzinuovi il 28 settembre<br />
1926, dopo aver frequentato<br />
la scuola di disegnatore<br />
e aver conseguito il diploma,<br />
nel 1945 si trasferisce a Lumezzane<br />
dallo zio materno.<br />
Qui incontra Rita Pasotti, che<br />
sposerà nel 1948. Stabilendosi<br />
in modo permanente in Valgobbia,<br />
inizia a lavorare come<br />
disegnatore di stampi in diverse<br />
ditte, non abbandonando<br />
però la sua passione di creare<br />
modelli in bronzo. Nel 1972<br />
conosce lo scultore Gino Ca-<br />
sari dal quale imparerà molto<br />
aiutandolo nella realizzazione<br />
di opere scultoree. Nel 1995,<br />
dopo aver abbandonato il<br />
suo lavoro di disegnatore, si<br />
impegna solo come artista,<br />
acquistando un’ottima fama<br />
di scultore. L’esposizione lumezzanese<br />
presenta opere in<br />
bronzo, realizzate attraverso<br />
il procedimento detto a “cera<br />
persa”, tecnica molto antica<br />
che si è tramandata inalterata<br />
nel tempo. Un famoso e meraviglioso<br />
esempio è il Perseo<br />
(1545-54) di Benvenuto Cellini,<br />
collocato sotto la Loggia<br />
dei Lanzi a Firenze. I soggetti<br />
di Oreste Pezzola sono per lo<br />
più figurativi, come il Falegname,<br />
il Fabbro, il Calciatore,<br />
Santa Barbara, il busto<br />
del Papa Karol Wojtyla e di<br />
Benedetto XVI, il busto del<br />
Garibaldi e il Re d'Italia nell'incontro di Teano<br />
Oreste Pezzola Il busto di Giovanni Paolo II<br />
di Alberto Donati<br />
suo Autoritratto, Le adoratrici<br />
del sole, La croce e Il leone.<br />
Nel suo repertorio troviamo<br />
anche stemmi di paesi come<br />
Lumezzane, Orzinuovi e<br />
Bovegno. A testimonianza di<br />
quanto queste opere siano apprezzate,<br />
basti sapere che nel<br />
giugno del 2010 due di queste,<br />
precisamente «Tre fabbri con i<br />
rispettivi strumenti di lavoro»<br />
e una «Madonna di Loreto»,<br />
furono spedite alla Città del<br />
Vaticano: la prima per papa<br />
Benedetto XVI e la seconda<br />
per il card. Giovanni Battista<br />
Re. Oreste Pezzola con le<br />
sue sculture ci rivela un’altra<br />
faccia dell’artigianato lumezzanese,<br />
ovviamente molto<br />
rara, ma da non sottovalutare,<br />
regalandoci in questo<br />
modo un’originalità tutta da<br />
ammirare<br />
con mano la preistoria alpina.<br />
La ricostruzione si è concretizzata<br />
per volontà del Museo<br />
Trentino di Scienze Naturali<br />
con la consulenza di archeologi<br />
dell’Università di Trento<br />
e di Padova. Gli esperti sono<br />
concordi nel ritenere che la<br />
popolazione palafitticola colonizzò<br />
le sponde del lago<br />
nel 2200 a.C. e le abitò fino<br />
al 1350 a.C.. Il luogo merita<br />
una visita in qualsiasi periodo<br />
dell’anno, ma per maggiori<br />
approfondimenti il periodo<br />
di piena attività va dal primo<br />
marzo al 30 settembre. Galleria<br />
Riva-Ledro. Ritorno da<br />
Riva per la gardesana occidentale<br />
Tutti al lavoro fino alla prossima<br />
uscita.<br />
RODENGO<br />
Paese ecosostenibile<br />
di Elena Gatti<br />
Il Comune di Rodengo Saiano<br />
si apre all’ecosostenibile con un<br />
progetto di 10 milioni di euro.<br />
La biomassa sarà l’unico combustibile<br />
utilizzato, è un punto<br />
che l’amministratore di «Paradello<br />
Ambiente», Ezio Piva,<br />
ci tiene a precisare. Il progetto<br />
prevede un risparmio di emissioni<br />
di anidride carbonica per<br />
un totale di 5 milioni l’anno. La<br />
realizzazione di questo centro<br />
per lo smaltimento della biomassa<br />
avrà una potenzialità di<br />
un Mega Watt elettrico e potrà<br />
bruciare circa 13 mila tonnellate<br />
di materiale. Il progetto intende<br />
realizzare un produttore<br />
di energia, ecosostenibile con<br />
l’attenzione all’ambiente. Non<br />
sarà un centro in cui qualsiasi<br />
tipologia di rifiuti sarà bruciata,<br />
Ezio Piva appare molto preciso<br />
e intransigente su questo aspetto.<br />
«La tecnologia idealizzata<br />
non può funzionare con resti di<br />
lavorazioni industriali e rifiuti -<br />
dice - la biomassa sarà l’unico<br />
combustibile, il verde del nostro<br />
territorio verrà utilizzato<br />
per ottenere dell’energia, energia<br />
rinnovabile e poco dannosa<br />
per l’ambiente». L’energia<br />
elettrica prodotta sarà ceduta in<br />
rete, mentre quella termica sarà<br />
utilizzata per il riscaldamento<br />
pubblico e privato.