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Una volta venuto al mondo, il Signore, facendo leva sulla grandezza della Sua<br />

sostanza divina e sulla Sua infinita pietà, ha iniziato a mostrare la via della Salvezza a un<br />

genere umano che era divenuto sterile come la roccia:<br />

“Ær hie wæron stænenre heortan ond blinde, þæt hie þæt ongitan ne meahton þæt hie ðær<br />

gehyrdon ne þæt oncnawan ne meahton þæt hie þær gesawon, ac þa se ælmihtega dryhten<br />

afyrde him þæt unrihte wrigels of hyra heortan, ond onbyrhte hie mid leohte andgyte, þa hie<br />

þæt ongeaton ond oncnawan meahton hwa him to helpe ond to feorhnere on þas woruld<br />

astah, syðþan he him mildheortnesse her ontynde ond hie to geleafan onbryrde ond his miltse<br />

him onwreah ond his mægensybbe gecyðde.” 22<br />

L'uomo, che prima era stato reso orfano dal peccato, scacciato dal regno del<br />

Padre e quasi cancellato (adilgode) dal Suo disegno del creato, grazie alla venuta del<br />

Figlio è così potuto tornare a fare parte della schiera delle creature che potranno godere<br />

di diritto delle gioie del Paradiso 23 . L'anonimo predicatore non dimentica, però, la<br />

pericolosità del Maligno, e alla sua azione dedica una accorata riflessione:<br />

“Ne gelette us þæs siðes se freca feond, ne us ðæs wilweges ne forwyrne, ne us þa gatu betyne þe<br />

us opene standaþ, ne us þære byrig ne ofteo þurh his lease brægdas, ne us ðæs rices ne forwyrne<br />

þe we to gesceapene syndon, ne us ne dwelle þæs rihtan geleafan þe we to gelærede syndon.” 24<br />

L'ostacolo più grande al raggiungimento di tale beatitudine, a noi riguadagnata<br />

dall'avvento del Salvatore, è dunque rappresentata dall'azione di quel medesimo<br />

avversario che già una volta ha provocato la caduta dell'uomo: dovere del buon cristiano<br />

è proprio quello di vigilare contro le macchinazioni del Maligno.<br />

22 Cfr. Scragg 1992, pp. 197.28-198.35; “Prima, essi erano duri di cuore e ciechi così da non potere<br />

comprendere ciò che lì essi vedevano. Ma quando il Signore Onnipotente strappò via da loro quel<br />

maledetto velo dai loro cuori e lì illuminò con una comprensione splendente, allora essi furono in<br />

grado di percepire quello, e di comprendere chi discese in quel modo sia come aiuto che come<br />

salvezza per essi. Dopo Egli qui dimostrò loro la pietà, e incitò loro alla fede, e rese loro manifesta<br />

la Sua compassione e fece conoscere il Suo grande amore.”.<br />

23 “[...] Ær þan we wæron steopcild gewordene, ða we wæron bewerede þæs hiofoncundan rices, ond we<br />

wæron adilgode of þam þryðfullan frumgewrite ða we wæron to hiofenum awritene. Wæron we nu syðþan<br />

amearcode þurh þone soðan scyppend ond þurh þone lyfigendan God ond þurh þone acennedan sunu, urne<br />

dryhten, to þan gefean neorxnawanges.”; cfr. Scragg 1992, p. 198.35-40 ([...] prima noi fummo resi<br />

orfani, quando noi fummo esiliati da quel regno celeste, e noi fummo cancellati da quel glorioso<br />

originario documento originario che noi aveva descritto nei cieli. Poi [noi] siamo stati destinati<br />

[designati] alla gioia del paradiso attraverso il vero Creatore, e il Dio vivente, e attraverso quel Figlio<br />

nato, il Nostro Signore.).<br />

24 Cfr. Scragg 1992, p. 198.40-44; “Possa il terribile avversario non ostacolarci in questo cammino, né<br />

opporsi a noi in questa strada desiderata, né chiuderci quelle porte che stanno aperte per noi, né<br />

portare via da noi quella città attraverso i suoi spregevoli inganni, né strapparci da quel Regno per il<br />

quale noi siamo stati plasmati, né condurci lontano da quella fede vera nella quale noi siamo stati<br />

istruiti.”.<br />

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