05.06.2013 Views

View/Open - AperTo

View/Open - AperTo

View/Open - AperTo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La reiterazione del binomio verbale oncnawan ond ongitan, utilizzato in posizione<br />

chiastica rispetto alla loro precedente occorrenza, richiama quel primo invito a<br />

soffermarsi a riflettere con il quale si era aperta la sezione corrente, andando a creare un<br />

evidente parallelismo e sottolineando in tal modo il contenuto di quanto<br />

immediatamente segue: allo stesso modo delle alte colline, degli alberi torreggianti o<br />

delle montagne maestose, anche le ricchezze e gli onori umani possono sembrare eterne<br />

e destare un naturale rispetto, ma, proprio come le meraviglie della natura, avranno una<br />

fine rovinosa.<br />

Al crepuscolo dell'esistenza umana, infatti, il potere andrà perduto, le proprietà<br />

diventeranno inutili e la gloria terrena si trasformerà in cupa sofferenza:<br />

“Swa ða hean myhta her in worulde hreosaþ ond feallað ond to lore wiorð, þysse worulde<br />

welan wiorð to nahte, ond þas eorðlican wuldor wiorð to sorge.” 96<br />

Per quanto ciascuno lotti senza sosta per acquisire onori e gloria su questo<br />

mondo, e ci si ostini ad abbigliarsi riccamente indossando splendidi gioielli, è inevitabile<br />

rivolgere pensieri carichi di terrore al momento della propria dipartita da questa vita.<br />

Con un periodare che sembra ricordare ancora una volta quello del genere gnomico,<br />

l'omelista richiama alla mente dei fedeli quanto prima aveva sostenuto in merito alla<br />

caducità delle casate umane: l'espressione hean myhta her in worulde, infatti, diviene<br />

fedele corrispettivo di quel hean ham her in worulde che apriva la precedente cupa<br />

riflessione sulla caducità di quel che gli uomini ritengono grande, andando così a<br />

tratteggiare un duplice quadro della fragilità delle cose che si costruiscono her in<br />

worulde, su questa terra 97 .<br />

In questo modo il Vescovo di Siviglia illustra l'inestricabile legame fra la<br />

grandezza raggiunta sulla terra e il rischio di caduta a essa intrinsecamente connesso:<br />

“Honores secum pericula gerunt, cito periclitatur potestates, cito ruina patitur. Quanto<br />

major honor, tanto majora pericula. Alta arbor a ventis fortius agitatur, et rami ejus citius<br />

in ruina confriguntur; excelsæ turres graviori casu procumbunt. Altissimi montes crebris<br />

96 Cfr. Scragg 1992, p. 209.218-220; “Così gli alti poteri qui sulla terra andranno in rovina e<br />

crolleranno, e andranno perduti; le ricchezze di questo mondo diverranno di nessun valore, e queste<br />

glorie terrene diverranno sofferenza.”.<br />

97 Nel passo in oggetto non è improbabile che, seppure evidentemente rielaborato, riecheggi anche<br />

quanto sostenuto da Isidoro di Siviglia in merito al legame fra invidia e potere nell'incipit del<br />

Capitolo 90 del Secondo Libro dei Synonima: “In potentem cito cadit invidia, cito patet invidiis<br />

gloriosus. Gloria enim invidia parit, invidia vero pericula” (PL 83, col. 865). Non è improbabile che,<br />

seppure con le dovute differenze di contenuto, esista un forte legame fra tali due brani, una<br />

connessione in virtù della quale si spiegherebbe la predilezione (dimostrata successivamente anche<br />

nella dettagliata descrizione della rovina della tomba del potente) per il costrutto<br />

sostantivo+weorp+to+dativo, elemento che andrebbe a surrogare il periodare sintetico e schematico di<br />

Isidoro.<br />

343

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!