05.06.2013 Views

View/Open - AperTo

View/Open - AperTo

View/Open - AperTo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Il contenuto della cupa profezia pronunciata da Cristo è, a mio parere, degno di<br />

attenzione: la morte repentina dell'uomo e dell'intera sua stirpe, infatti, presenta dei<br />

caratteri del tutto peculiari, sia per le modalità con le quali viene predetto che avverrà,<br />

sia per le conseguenze immediate che essa comporterà. In primo luogo, il Redentore<br />

predice al peccatore una morte improvvisa e notturna, dato che in verità non stupisce: è<br />

ben noto che non è dato sapere all'uomo quando il Signore giungerà alla sua casa 90 , e<br />

non di rado la mentalità medievale ha riletto, proprio in funzione di tali Scritture, la<br />

figura della morte come quella di un ladro che giunge, appunto, col favore dell'oscurità.<br />

Quel che colpisce è, piuttosto, il seguito della profezia: a essere strappati alla vita<br />

saranno, nella stessa notte, anche i giovani figli del ricco uomo e, cosa da non trascurare,<br />

i loro beni diverranno i tesori di gente straniera. La sventura che il Signore profetizza<br />

ha, dunque, tutte le caratteristiche di una razzia compiuta da banditi, attirati dalla<br />

ricchezza e dai beni dello sventurato uomo: colti nel sonno, tutti gli occupanti della<br />

dimora del ricco verranno uccisi, la casa saccheggiata e i beni in essa contenuti, caduti in<br />

mano ai predoni, diverranno così bottino di un popolo straniero.<br />

Nella rovina del peccatore si può dunque forse ancora leggere un residuo dei<br />

costumi e della tradizione guerriera germanica: così come nella cultura dei popoli<br />

germanici è obbligo dei signori e dei grandi uomini quello di essere magnanimi, allo<br />

stesso modo lo è per il ricco uomo cristiano. In ambito germanico, destino delle<br />

ricchezze che giacciono inutilizzate è infatti quello di divenire fonte di sventura, come la<br />

triste storia dell'avido e della sua stirpe dimostrano con puntualità.<br />

90 Cfr. “Vigilate ergo, quia nescitis qua hora Dominus vester venturus sit. Illud autem scitote, quoniam si<br />

sciret paterfamilias qua hora fur venturus esset, vigilaret utique, et non sineret perfodi dimum suam. Ideo<br />

et vos estote parati, quia qua nescitis hora Filius hominis venturus est” (Matth. XXIV, 42-44); “Videte,<br />

vigilate et orate; nescitis enim quando tempus sit. Sicut homo qui peregre profectus reliquit domum suam,<br />

et dedit servis suis potestatem cujusque operis, et janitori præcepit ut vigilet. Vigilate ergo; nescitis enim<br />

quando dominus domus veniat: sero, an media nocte, an galli cantu, an mane; ne cum venerit repente,<br />

inveniat vos dormientes. Quod autem vobis dico, omnibus dico: vigilate.” (Marc. XIII, 33-37); “Sint<br />

lumbi vestri præcinti, et lucernæ ardentes in manibus vestris. Et vos similes hominibus expectantibus<br />

dominum suum quando revertatur a nuptiis, ut, cum venerit et pulsaverit, confestim aperiant ei. Beati<br />

servi illi, quos, cum venerit dominus, invenerit vigilantes; amen dico vobis, quod præcinget se, et faciet<br />

illos discumbere, et transiens ministrabit illis. Et si venerit in secunda vigilia, et si in tertia vigilia venerit,<br />

et ita invenerit, beati sunt servi illi. Hoc autem scitote, quoniam si sciret paterfamilias qua hora fur<br />

veniret, vigilaret utique, et non sineret perfodi domum suam. Et vos estote parati, quia qua hora non<br />

putatis, Filius hominis veniet.” (Luc. XII, 35-40). Ancora dell'impossibilità di conoscere il momento<br />

esatto della Seconda Venuta del Signore, e della conseguente necessità di farsi trovare pronti in<br />

qualunque istante della propria esistenza, trattano due note parabole, entrambe contenute nel<br />

Vangelo di Matteo, quella delle dieci vergini (Matth. XXV, 1-13) e quella del maggiordomo (Matth.<br />

XXIV, 45-51).<br />

339

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!