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da quello di partenza 8 . Brevi stralci della medesima sezione finale del componimento<br />

vercellese 9 compaiono infine, seppure riadattati, all'interno di una omelia composita<br />

tramandata all'interno del ms. Hatton 113 10 , la pseudo-wulfstaniana Napier XXX 11 .<br />

La decima omelia vercellese, componimento escatologico dalla struttura<br />

complessa e dall'incedere piuttosto incalzante, si apre con un lungo invito alla lettura e<br />

all'ascolto delle Sacre Scritture, seme e viatico primo di virtù: tale elemento narrativo<br />

8 Tale omelia composita è stata edita per la prima volta in Irvine 1993, pp. 197-202 (edizione alla<br />

quale il sermone deve la sua attuale denominazione di Irvine VII).<br />

9 Si tratta di una lunga sezione dello strale di Cristo al ricco avido, all'interno della quale il Signore<br />

ricorda al peccatore i doveri che le persone più abbienti hanno nei confronti di coloro i quali vivono<br />

nella povertà.<br />

10 Hatton 113 (Ker 331, sec. XI²), che insieme ai codici Junius 121 (Ker 338) e 114 (Ker 331, sec. XI²)<br />

fa parte di un corpo di tre manoscritti vergati presumibilmente a Worchester dal medesimo copista,<br />

è denominato O nello stemma codicum ideato da Scragg; cfr. Scragg 1992, p. xxxii.<br />

11 Omelia edita per la prima volta in Napier 1883, pp. 143-152 (edizione alla quale l'omelia deve la sua<br />

denominazione) e riedita successivamente in Scragg 1992, pp. 396-403. In definitiva, i rapporti di<br />

parentela fra le differenti versioni dell'omelia in questione, così come quelli fra gli otto testimoni<br />

manoscritti che le contengono, non sono di facile individuazione: se da un lato, infatti, il numero<br />

relativamente cospicuo di codici a noi giunti potrebbe facilitare il lavoro di ricostruzione del<br />

possibile aspetto originale dell'omelia, d'altra parte il lavoro di analisi della genealogia del sermone è<br />

complicato sia dallo spiccato dato rielaboratorio che sembra caratterizzare ciascun testimone, sia<br />

dalla parzialità e frammentarietà con la quale ci sono state tramandate alcune di esse. Se, infatti, la<br />

versione contenuta nel Vercelli Book appare essere quasi certamente la più antica, a causa della sua<br />

probabile derivazione da un esemplare di copia di scarsa qualità, essa è anche la più corrotta; di<br />

contro, il testimone K ci tramanda un componimento qualitativamente molto più affidabile, ma<br />

caretterizzato da un linguaggio tardo e fortemente modernizzato tardo, mentre il ms. I, per quanto<br />

ci tramandi una versione solo parziale del sermone, sembra rifarsi a un esemplare piuttosto antico di<br />

tale componimento. Un ragionamento a parte merita, poi, la terza e ultima versione completa del<br />

sermone vercellese, quella testimoniataci dal ms. N. Essa si caratterizza per un linguaggio<br />

fortemente modernizzato e riadattato secondo gusti e stile tipici dell'ultima fase dell'Inglese Antico,<br />

un dato che, distanziandola da AIK, la avvicina alla maggior parte delle rimanenti versioni<br />

dell'omelia vercellese a noi giunte: numerose letture, infatti, accomunano il sermone tramandatoci<br />

in N, sia ai frammentari testi contenuti in B e in C (a loro volta strettamente connessi, tanto da fare<br />

ipotizzare che siano legate da un antigrafo comune), sia alla versione abbreviata Jk. È opinione di<br />

Scragg che, proprio in funzione delle caratteristiche sopra descritte, solo dal lavoro attento di<br />

collazione di quanto tramandatoci all'interno dei mss. AIK sarebbe possibile ipotizzare quale potesse<br />

essere l'aspetto originario del sermone vercellese. Seppure non sia semplice individuare con certezza<br />

uno stemma codicum del tutto convincente (per quanto, rispetto a quello ideato da Wilcox, quello<br />

proposto da Scragg sia forse più accurato e più solidamente argomentato), la complessità dei<br />

possibili rapporti di parentela fra codici spesso molto distanti cronologicamente fra loro è testimone<br />

di indubbio successo e grande diffusione di tale componimento in ambito anglosassone. Per<br />

maggiori dati su ciascuno dei codici qui citati, così come per una trattazione maggiormente<br />

approfondita e corredata di esempi dei rapporti che intercorrono fra i testi in essi contenuti, si<br />

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