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Maligno 46 . Questo carattere di forte pregio retorico viene inoltre confermato dal<br />

parallelo sapiente utilizzo delle figure retoriche di senso, fra le quali spicca certamente la<br />

paranomasia: nel breve spazio di pochi periodi, a esempio, il Satana musicista gioca su<br />

un doppio significato dei termini scyrpton e scyrpte, definendo gli uomini prima come<br />

adornati con gli abiti da lui donati loro e poi, appunto, incitati a fare del male dal suono<br />

delle corde della sua arpa. Proprio grazie a tale artificio retorico, così come sostiene<br />

Zacher, nella mente di chi ascolta diverrà immediatamente più chiaro come incitando gli<br />

uomini al peccato Satana, sia in grado di allontanarli e nasconderli a Dio, perché rivestiti<br />

degli effetti del peccato e non dello splendore delle virtù 47 .<br />

Nella sostanza, dunque, seppure non si possa negare che l'intero sessantaduesimo<br />

capitolo del Liber Exhortationis abbia esercitato un evidente influsso sul passo in<br />

questione della decima omelia vercellese, va messo in evidenza come, a mio parere, il<br />

legame fra il testo anglosassone e il suo antecedente latino sia caratterizzato, non da un<br />

vero e proprio rapporto di dipendenza del primo dal secondo, ma piuttosto da una libera<br />

rielaborazione di quest'ultimo. Il passo di Paolino viene infatti utilizzato dall'omelista<br />

vercellese come un canovaccio compositivo o una miniera di immagini, e, in questo<br />

senso, liberamente decostruito e riassemblato in maniera perfettamente funzionale al<br />

nuovo contesto nel quale i suoi contenuti devono essere inseriti, secondo un costume<br />

tipico dell'omiletica alto-medievale, e in modo particolare di quella iberno-insulare.<br />

La condanna del Cristo Giudice e la cacciata della schiera dei peccatori<br />

Il lungo e acceso atto di accusa del Maligno non può che essere il preludio di<br />

una inevitabile condanna, momento terribile e spaventoso che l'omelista decide di<br />

tratteggiare in maniera piuttosto teatrale. Il Cristo Giudice, che fino a questo momento<br />

46 Nel corpo dei termini con uscita in -yrdon, Samantha Zacher ne mette in evidenza due in<br />

particolare. In primo luogo si concentra sulla voce verbale cyrdon (si rivolgono), utilizzata con una<br />

interessante fluttuazione di significato e contesto in alcuni punti di grande pregnanza dell'omelia:<br />

questa, infatti, indica prima il rivolgersi degli uomini verso Satana, e successivamente, nella sezione<br />

conclusiva dell'omelia, sia il movimento diametralmente opposto che condurrà i peccatori a tornare<br />

verso il Signore (cyrraþ), sia quello che deve condurre i fedeli a rivolgersi verso la via di fede e verità<br />

(gecyrran). Inoltre, di notevole importanza è, sempre secondo Zacher, il capillare utilizzo fatto<br />

dall'omelista del verbo per ascoltare (ge-hyrdon) che, in congiunzione con i due sostantivi hyrness e<br />

mishyrness (obbedienza e disobbedienza), viene incastonato all'interno dello svolgersi del passo in ben<br />

22 occorrenze, quasi a ribadire, attraverso tale espediente retorico, come il tema dell'ascolto della<br />

parola di Dio sia una parte fondamentale dell'impianto dottrinale del sermone. Cfr. Zacher 2004,<br />

pp. 60-61.<br />

47 L'utilizzo della paranomasia, in questo caso come in molti altri, sarebbe poi da leggersi come un<br />

tentativo di creare espliciti richiami ai passi del sermone nei quali si sottolineano la vacuità delle<br />

ricchezze e la pura esteriorità degli ornamenti dei peccatori; cfr. Zacher 2004, p. 60.<br />

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