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argomentare, interamente incentrato sulle immagini del suono e dell'ascolto.<br />

Tale dato, però, non solo non stupisce, ma addirittura conferma l'abilità<br />

rielaboratoria dell'anonimo omelista: in un testo così profondamente incentrato sul tema<br />

dell'ascolto del Vangelo e della riflessione sugli insegnamenti di Cristo, infatti, egli<br />

decide di privilegiare il dato uditivo e l'agire del Satana cattivo consigliere, dando così<br />

risalto alla causa della corruzione umana (la voce del Maligno) piuttosto che al suo<br />

effetto (la vita nel peccato), diversamente da come, dal canto suo, aveva fatto Paolino.<br />

Discorso a parte merita, poi, il terzo e ultimo invito di Satana a portare a<br />

termine il Giudizio. Come si potrà facilmente osservare, infatti, il passo del Patriarca di<br />

Aquileia si costituisce di sole due sezioni di lunghezza ineguale, intercalate da una<br />

doppia attestazione della formula “Æquissime judex, judica”: in questo caso l'omelista<br />

vercellese non solo rielabora il testo latino di riferimento, ma addirittura lo stravolge<br />

completamente, trasformando la struttura bimembre di origine in una forma<br />

argomentativa perfettamente triadica che sappiamo essere di spiccato gusto insulare.<br />

Dal punto di vista strettamente contenutistico, poi, l'anonimo autore sembra ancora una<br />

volta prendere spunto dalla sezione conclusiva il passo latino, e in particolare delle<br />

parole “mecum puniri debet; quoniam quem tu dignatus es tanto pretio liberare, ipse se mihi<br />

voluit postmodum libenter obligare” che chiudono il discorso di Satana: intorno a tale<br />

accusa di irriconoscenza l'omelista costruisce l'intero terzo membro dell'arringa del<br />

Diavolo, ricalcandone la gravità attraverso la cruda e incisiva descrizione del Sacrificio di<br />

Cristo, atto salvifico del quale l'uomo, appunto, pare essersi dimenticato.<br />

Tornando, infine, per un breve istante a occuparci dell'utilizzo della struttura<br />

triadica, va messo in evidenza come essa non abbia esclusive ragioni numerologiche,<br />

quanto piuttosto finalità metrico-ritmiche: la triplice attestazione della formula dem la,<br />

seguita da uno o più epiteti di Dio e da un oggetto che definisca il Suo Giudizio, ha<br />

infatti tutte le caratteristiche di quell'espediente poetico che Samantha Zacher definisce<br />

incremental repetition. Tale struttura della frase contribuisce a dare un preciso andamento<br />

ritmico all'incedere dell'intera arringa di Satana, isolandolo rispetto al resto dell'omelia e<br />

permettendogli, così, di spiccare come elemento stilisticamente ricercato: tale pregio<br />

compositivo poi confermato dalla spiccata qualità lirica delle immagini stesse evocate<br />

dall'omelista per bocca di Satana, una su tutte quella del suono dell'arpa che attira gli<br />

uomini verso il male.<br />

Il Satana musicista che incanta gli ingenui con le sue note tentatrici si dimostra,<br />

poi, anche un abilissimo retore che, con decisione ed efficacia, riesce a dimostrare la<br />

colpevolezza delle anime da lui accusate: il ritmo del suo discorso è scandito dal ritornare<br />

costante di parole contenenti i suoni -yr- e -ur-, le quali, sapientemente alternate ad<br />

altre con uscita in -yrdon, contribuiscono a dare movenze quasi poetiche alle parole del<br />

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