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Paradiso o inferno?<br />

Paradisi artificiali<br />

Noi uomini viviamo all’Inferno, non è<br />

necessaria la morte. Ogni respiro ci fa<br />

marcire dentro, fa entrare zolfo e fiamme<br />

nel nostro cuore, nella nostra mente,<br />

nei nostri polmoni.<br />

Figure oniriche, quasi bestiali, ci perseguitano<br />

affollando i nostri pensieri:<br />

sono le paure, chimere irraggiungibili,<br />

desideri reconditi, troppo a lungo tenuti<br />

nascosti, che adesso ci squarciano il<br />

Foto Clara Reali<br />

di Nicole Ciancagli<br />

petto.<br />

I regni <strong>da</strong>nteschi non esistono, qui in<br />

terra è male, è vapore, fumo e nebbia.<br />

An<strong>da</strong>ndocene per sempre continueremo<br />

a fare ciò che abbiamo sempre fatto in<br />

vita: marcire.<br />

Come redimerci? Come salvare noi stessi<br />

<strong>da</strong>l Nulla?<br />

Dov’è il Paradiso? Vi prego, ditemi<br />

dove si trova.<br />

Demoni squallidi cercano di tenerci con<br />

le loro immonde catene, ancorati alla<br />

vita, a questo turpe Inferno: sono le convenzioni,<br />

il perbenismo, la religione. Ci<br />

usano come marionette, ci fanno fare<br />

salti, capriole e balli e quando ci rompiamo<br />

un arto e non siamo più in grado<br />

di intrattenere il pubblico, ci gettano nel<br />

fuoco: a questo punto non c’è più vita,<br />

non c’è più redenzione, solo un rogo<br />

che diventerà brace, poi cenere, poi più<br />

niente.<br />

Dov’è il mio Paradiso?<br />

Gli uomini hanno bisogno di sfuggire<br />

<strong>da</strong>l dolore che brucia e sgorga nelle<br />

vene. Cercano incessantemente di poter<br />

vedere la luce, smettendo di brancolare<br />

nel buio, detergendo il proprio corpo<br />

nudo <strong>da</strong>l fango dell’Orco. Sentiamo il<br />

bisogno di evadere, di rompere le catene<br />

con le quali i demoni squallidi ci tengono<br />

sal<strong>da</strong>mente nella melma, dobbiamo<br />

essere liberi, lo pretendiamo. Vogliamo<br />

innalzarci fino alla gloria dei “nostri”<br />

cieli, conoscere angeli che ci invitino<br />

a godere della beatitudine effimera che<br />

stiamo cercando.<br />

Ecco, vedo i miei Campi Elisi: la candi<strong>da</strong><br />

luce mi brucia gli occhi, abituati<br />

alle tenebre. Le ferite sul mio corpo si<br />

rimarginano, lo zolfo esce <strong>da</strong>l mio sangue,<br />

che ritorna incontaminato, le figure<br />

oniriche che <strong>da</strong> sempre mi perseguitano<br />

diventano polvere e ombra.<br />

Vedo il Lete! Corro a bere quell’acqua<br />

pura e limpi<strong>da</strong>. Mi immergo nel fiume,<br />

trattengo il respiro, vorrei quasi affogare<br />

in quella sorgente di vita. E sento<br />

finalmente che sono nel mio paradiso<br />

artificiale. Voglio essere libera, essere<br />

il mio dio. La mia anima non deve avere<br />

prigioni, deve uscire <strong>da</strong>l mio corpo<br />

che mi ricor<strong>da</strong> troppo l’Inferno in cui ho<br />

vissuto.<br />

E allora esci, anima mia!<br />

Sento il sangue fermarsi, il cuore implodere,<br />

le ossa rompersi, la colonna vertebrale<br />

spezzarsi. Solo adesso sono libera.<br />

Non sono più parte del mondo infernale<br />

in cui voi uomini siete costretti a vivere.<br />

Sono altro, puro spirito, lontana <strong>da</strong> voi,<br />

<strong>da</strong>lla Terra, <strong>da</strong>ll’Universo. Non ho più<br />

catene, non ho più spettri che popolano<br />

le mie notti. Sento finalmente la vita.<br />

Sono morta, ma non potevo scegliere<br />

morte più dolce che affogare nelle acque<br />

salvifiche del Lete.<br />

14 Liceo Scientifico "<strong>Giovanni</strong> <strong>da</strong> <strong>Castiglione</strong>"

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