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LIFESTYLE<br />

LA MIA AFRICA<br />

6<br />

Erica, ventisettenne laureata in Scienze Internazionali ed Istituzioni Europee,<br />

ad agosto ha partecipato al campo <strong>di</strong> conoscenza organizzato da CeLIM in<br />

Mozambico.<br />

In molti mi hanno fatto questa domanda ed io stessa me la<br />

sono posta prima <strong>di</strong> partire.<br />

Sarà un’esperienza <strong>di</strong> vita, mi <strong>di</strong>cevano. E così è stato:<br />

un’esperienza travolgente, intensa, forte, <strong>di</strong> crescita personale.<br />

Prima <strong>di</strong> partire avevo paura <strong>di</strong> tornare delusa dal viaggio<br />

essendo per me l’Africa sempre stata un sogno, che quest’anno<br />

ho deciso finalmente <strong>di</strong> realizzare. Con tutti i dubbi e i timori del<br />

caso sono partita in compagnia <strong>di</strong> sette sconosciuti, <strong>di</strong>ventati in<br />

pochi giorni i miei fedeli compagni <strong>di</strong> viaggio con cui ho con<strong>di</strong>viso<br />

momenti importanti, <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> scambio, ma anche<br />

<strong>di</strong> puro <strong>di</strong>vertimento! L’impatto con il Mozambico è stato forte:<br />

prima tappa Maputo, la capitale. Una città caotica e imponente.<br />

I suoi palazzoni con grate ai balconi e alle finestre, i gran<strong>di</strong> viali<br />

<strong>di</strong> negozi e ristoranti, autora<strong>di</strong>o nelle macchine a tutto volume e<br />

gente poco cor<strong>di</strong>ale mi hanno lasciata perplessa.<br />

Pensavo: ma dov’è l’Africa che mi aspettavo? Quella <strong>di</strong> “gente<br />

simpatica e sorridente nonostante tutto”?<br />

Partiamo alla volta <strong>di</strong> Maxixe. Ecco le campagne, le immense<br />

<strong>di</strong>stese <strong>di</strong> verde, <strong>di</strong> palme, <strong>di</strong> strade <strong>di</strong>ssestate <strong>di</strong> terra rossa che<br />

incontrano il cielo pieno <strong>di</strong> nuvoloni che corrono veloci. Riesco<br />

ancora a sentire l’odore della pioggia <strong>di</strong> quei giorni: quella che<br />

dura <strong>di</strong>eci minuti, quella che profuma <strong>di</strong> natura, <strong>di</strong> libertà. È<br />

così che mi sentivo: libera, serena, in pace. Una strana sensazione<br />

<strong>di</strong> <strong>qui</strong>ete nello stomaco che mi accompagnava un po’ durante<br />

tutti quei giorni. Abbiamo trascorso circa due settimane a<br />

Maxixe nel corso delle quali abbiamo avuto modo <strong>di</strong> vedere da<br />

vicino la realtà del paese. Abbiamo ballato, cantato, abbracciato<br />

i piccoli bambini delle escholinas; abbiamo <strong>di</strong>segnato, giocato,<br />

creato pupazzetti con i ragazzini del centro ricreativo pomeri<strong>di</strong>ano<br />

della Sagrada Familia. I bambini, centinaia <strong>di</strong> bambini.<br />

Di tutte le età, che non hanno matite per colorare, non hanno<br />

quaderni su cui scrivere, non hanno libri da stu<strong>di</strong>are.<br />

Perché quando ti <strong>di</strong>cono che in Africa non hanno niente, è assolutamente<br />

vero!<br />

Bambini che non piangono, che vanno a casa da soli nel buio,<br />

camminando sul ciglio della strada, che accu<strong>di</strong>scono i fratelli<br />

<strong>di</strong> pochi mesi, che crescono troppo in fretta. Bambini che non<br />

avranno molto dalla vita, o meglio, nei loro quarant’anni <strong>di</strong> vita.<br />

Perché è questa l’aspettativa me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> vita in Mozambico. E<br />

allora ti chie<strong>di</strong>: che cosa si può fare? Molto.<br />

Si può investire nell’educazione, nella formazione dei docenti,<br />

in un’economia più giusta basata sulle ricchezze della loro terra<br />

e non sulla costosa importazione <strong>di</strong> prodotti dal Sudafrica. Deve<br />

cambiare la politica <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinteresse del governo nei confronti<br />

della propria gente.<br />

Si deve fare affidamento sulle donne, spina dorsale <strong>di</strong> un Paese<br />

allo sbando. Madri nell’adolescenza che lavorano i campi o<br />

al mercato, che accu<strong>di</strong>scono i figli, sono protagoniste del cambiamento:<br />

come le donne del progetto “Un futuro per Madri e<br />

Bambini”, <strong>di</strong> CeLIM a Maxixe. Sono loro, le donne, che fanno<br />

la <strong>di</strong>fferenza, capaci <strong>di</strong> trasmettere nozioni importanti alle altre<br />

donne in materia <strong>di</strong> alimentazione e igiene, che effettuano test<br />

gratuiti dell’HIV nel centro <strong>di</strong> salute e che sorridono contente<br />

quando ti <strong>di</strong>cono che nel mese <strong>di</strong> agosto hanno avuto solo 14<br />

persone positive al test. Sono le donne il successo dei progetti<br />

<strong>di</strong> microcre<strong>di</strong>to a Panda, sono loro la culla in cui evoluzione e<br />

tra<strong>di</strong>zione si intersecano con successo.<br />

Da Maxixe ci spostiamo per pochi giorni a Tofu, rinomata località<br />

turistica sull’oceano in<strong>di</strong>ano. Mi sembra <strong>di</strong> essere in un’altra<br />

realtà. Il mare, le <strong>di</strong>scoteche, i turisti… la mia mente si svuota<br />

completamente per un giorno godendo della tran<strong>qui</strong>llità della<br />

spiaggia, del rumore dell’oceano e della compagnia dei ragazzi<br />

dello staff CeLIM che incontriamo. Maxixe manca a tutti noi.<br />

Si fa ritorno, ma dopo pochi giorni si riparte alla volta <strong>di</strong> Villanculos<br />

e poi <strong>di</strong> Inhassoro, altre rinomate località costiere del<br />

Paese, che ci catapultano nella fase prettamente “vacanziera”<br />

del nostro viaggio. Ma, nonostante ciò, gli animi del gruppo<br />

sono a terra. Ci ren<strong>di</strong>amo conto che qualcosa manca: il contatto<br />

quoti<strong>di</strong>ano con la popolazione <strong>di</strong> Maxixe, la vita tra gli asili e<br />

il centro ricreativo, ad esempio. A Inhassoro viviamo da vicino<br />

un altro progetto <strong>di</strong> CeLIM: la scuola <strong>di</strong> Hoteleria. I ragazzi<br />

ci accolgono e preparano per noi una cena in piena regola! È<br />

l’esempio concreto della realizzazione <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> formazione,<br />

in questo caso, specifico per le attività alberghiere. Quello<br />

intrapreso è anche un viaggio <strong>di</strong> incontri. Sono tanti i ragazzi,<br />

italiani e non, che lavorano nel mondo della cooperazione; sono<br />

tante le vite, le idee, i progetti, le opinioni, le esperienze messe a<br />

confronto e con<strong>di</strong>vise. Tanti sono i rapporti umani nati in questo<br />

viaggio, rapporti profon<strong>di</strong> e sempre più rafforzati dalla con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> emozioni intense con altre persone. Tutto contribuisce<br />

a lasciare un segno e a cambiare il proprio modo d’essere!<br />

Lasciamo Inhassoro per tornare nella capitale. Da Maputo ci<br />

organizziamo per passare un paio <strong>di</strong> giorni al Kruger Park, in<br />

Sudafrica. Meraviglioso. Ma è ora <strong>di</strong> tornare a casa. L’Africa<br />

che ho dentro al cuore non è quella che mi aspettavo, è molto<br />

meglio. E la “gente simpatica e sorridente nonostante tutto”<br />

non è il tipo <strong>di</strong> gente che ho incontrato io: ho conosciuto donne<br />

forti, dallo sguardo severo, schive ma capaci <strong>di</strong> sciogliersi in<br />

un sorriso, se riesci a stabilire con loro un contatto umano in<br />

punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>; ho incontrato bambini e ragazzini che mi hanno<br />

insegnato ad amare ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché<br />

oggi ci sei, domani…chissà. Nulla <strong>di</strong> quello che mi aspettavo<br />

si è realizzato. Perché in Mozambico è così: mai nulla come<br />

inizia, finisce. In mezzo passa <strong>di</strong> tutto: emozioni contrastanti,<br />

sensazioni forti, che a volte ti viene da urlare al meraviglioso<br />

cielo stellato che hai sopra la tua testa. Ma non ce la fai… la sua<br />

bellezza ti zittisce. Ti ammutolisce il pensiero che tu sei solo <strong>di</strong><br />

passaggio e non puoi risolvere i problemi che ha questo Paese,<br />

puoi solo guardare. Anzi, ammirare. E raccogliere dentro <strong>di</strong> te<br />

quello che ti può dare.<br />

<strong>di</strong> ERICA CICCIARELLA

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