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05.06.2013 Views

DILLO ALLO PSICOLOGO l’interno di ogni gruppo sociale, scolastico, lavorativo è lo spettro oscuro per 7 coppie su 10, terrorizza trasversalmente sia Lui che Lei, può presentarsi ad ogni età portando con se immancabile dolore e rabbia. Stiamo parlando del tradimento. Sino a pochi ventenni fa si riteneva fosse prerogativa prevalentemente maschile; ad oggi invece, numerose ricerche mostrano come a tradire siano entrambi. In realtà, esistono 4 tipi di tradimento: quello virtuale che può scaturire per bisogno di pura trasgressione fisica e appagamento del proprio esibizionismo o come diretta conseguenza della nascita di un sentimento in chat o sui social network. Un secondo alimentato, come il precedente, da un puro soddisfacimento sessuale e/o di trasgressione ma consumato poi nella realtà; un terzo che nasce dal bisogno di riscoprirsi cacciatori o corteggiatori: è quello che più spesso emerge dai 40 anni in poi dopo essere diventati genitori o quando si diventa più consapevoli dei propri bisogni e della propria sensualità. Se è vero che anche la donna sta riscoprendo la propria istintività affacciandosi sempre più spesso al mondo del tradimento virtuale, nella maggior parte dei casi tradisce però per bisogno d’amore, per sentirsi “viva”, non solo “fidanzata”, moglie o madre ma donna, per bisogno di attenzioni o quando queste vengono meno da parte del partner con il passare del tempo. La donna tradisce quindi più per sentimento, tant’è che spesso dal tradimento prende il via un nuovo percorso di vita. L’uomo invece tradisce spesso più per trasgressione fisica, per esibizionismo o per bisogno di sentirsi ancora cacciatore: le chat e i social network sono i suoi strumenti privilegiati specie dai 35 anni in su ed è proprio in rete che riesce a esprimere aspetti di sé che, paradossalmente, di persona non riesce a far emergere: romanticismo,attenzione ai dettagli in un mix di erotismo e dolcezza che attrae sempre più donne o mogli nella tentazione del tradimento. L’uomo però difficilmente tradisce per cercare un nuovo amore. Se differenti sono le motivazioni al tradimento uguali sono invece le reazioni: dolore, rabbia, confusione, sconforto, in taluni casi periodi di depressione che destabilizzano e mettono in crisi la coppia. Come poterlo prevenire? Attraverso un dialogo attento e profondo, con un ascolto sincero e con la voglia di capirsi e farsi del bene, il che implica anche negoziare, reinventarsi, ri-innamorarsi quotidianamente l’uno dell’altro anche dopo anni di vita insieme, senza dimenticare mai di alimentare la passione e la sensualità nella coppia. E’ capitato spesso in terapia di avere coppie in crisi dopo un tradimento in cui i partner rivendicavano entrambi il bisogno di attenzioni nuove e di sentirsi attraente per l’altro, bisogno che soddisfacevano solo con estranei facendosi 10 IL TRADIMENTO di JENY MEREGAGLIA Dott.ssa Psicologa Jeny Meregaglia - www.counselingpsicologico.it del male perché in realtà avrebbero potuto farlo con il partner. Quando poi la fragilità prende il sopravvento e il tradimento fa capolino chiedersi sempre , prima di lasciarsi andare: “ che cosa voglio ottenere da quello che sto facendo?” “Saprei affrontare le conseguenze del mio gesto?” “Quanto male potrei fare al mio partner?” Perdonare è possibile, solitamente gli uomini sono più bravi in questo, forse anche per il significato differente che spesso danno al tradimento come gesto prevalentemente di natura fisica, mentre per la donna perdonare è spesso più difficoltoso proprio perché tradire implica anche perdere la fiducia, e ferire un sentimento. Tuttavia, è possibile continuare ad amare, perdonare e tornare nuovamente a costruire un futuro insieme al partner ma, per fare ciò, occorre: onestà, comprensione, umiltà e la capacità di mettersi in discussione da parte di entrambi perché nella coppia si è sempre in due ad alimentare o distruggere un amore. “Quanto male potrei fare al mio partner?”

a cura dell’Avv. CLAUDIA COMI 11 IL TRADIMENTO PROFILI GIURIDICI Prima della riforma del diritto di famiglia del 1975, la separazione dei coniugi era ammessa soltanto “per colpa”: separazione e colpa costituivano dunque un binomio indissolubile. Con la riforma del diritto di famiglia la separazione è invece stata svincolata dal concetto di colpa, ed è stato delineato il nuovo istituto dell’addebito, che presuppone il comportamento di uno dei coniugi contrario ai doveri che derivano dal matrimonio. L’addebito, adifferenza della “colpa” non costituisce però più condictio sine qua non per l’ottenimento della separazione; in parole povere, non è necessario che la separazione venga addebitata ad uno dei coniugi per ottenerla, essendo invece sufficiente che sia divenuta intollerabile la convivenza anche indipendentemente dalla volontà dei coniugi stessi. La giurisprudenza più datata in materia era pressochè orientata nell’addebitare in ogni caso la fine del matrimonio al coniuge che aveva tradito. Nell’arco degli anni si è invece formata copiosa e disparata giurisprudenza in tema di “addebito della separazione” a causa del venire meno del dovere di fedeltà coniugale. Recentemente si è consolidato il principio secondo il quale “non vi può essere addebito della separazione se l’incidenza del tradimento sulla relazione coniugale non abbia spiegato effetti negativi sull’unità familiare e quindi alla rottura dell’unione abbiano concorso altri motivi” (Cass. Civ. 19.03.2009). L’infedeltà dunque, al giorno d’oggi, non costituisce più, a differenza che negli anni ’70, presupposto sufficiente per ottenere l’addebito della separazione. In tal senso, una fra tante, si annovera la sentenza della Suprema Corte di Cassazione, n.10273 del 26.05.2004, che recita testualmente che “il giudice del merito non ha ritenuto di addebitare la separazione al marito sul solo dato costituito dall’accertato tradimento” e ciò alla luce del fatto che “la sola relazione adulterina, nota e sopportata dall’altro coniuge, non è necessariamente causa di addebito qualora, una volta cessata, sia stata superata dalle parti”. La stessa sentenza ha altresì avuto modo di affermare che, di contro, lo stesso non può dirsi per l’ipotesi di una relazione extraconiugale che duri cinque o sei anni e che, se anche inizialmente sopportata, può essere causa del fallimento del matrimonio proprio a causa del suo protrarsi, posto che nessun coniuge è tenuto a sopportare per un tempo indefinito una situazione che necessariamente incide sul rapporto di fiducia che deve sussistere all’interno della coppia. Dunque, l’incidenza del venir meno al dovere di fedeltà sulla crisi del matrimonio, deve essere valutata caso per caso, non potendo venire addebitata la separazione al coniuge che tradisce allorquando il tradimento interviene in un menage familiare già compromesso (Cass. n.25618/2007 – Cass. n.25560/2010). Si arriva poi agli estremi opposti con la sentenza n.8052, di aprile 2011, con la quale la Corte Suprema ha sposato una inconsueta linea dura sul ruolo del tradimento nella causa di separazione di una coppia dove, di fatto, la crisi era già iniziata, talchè i due coniugi vivievano da “separati in casa”. La più recente giurisprudenza si è infine “sbizzarita” nell’emettere sentenze in tema di tradimento. Ad esempio, nel caso delle coppie cosidette “aperte”, nelle quali i rapporti sessuali fuori dalla coppia costituiscono un tacito accordo, a nessuno dei coniugi può essere addebitata la separazione, trascinandosi ormai il matrimonio in un contesto di disgregazione della comunione materiale e spirituale (Cass. Civ. n.9074 del 20.04.2011). E ancora, la giurisprudenza sembra tollerare i rapporti adulterini in caso di presenza fastidiosa ed intollerabile della suocera in casa, come pure nel caso in cui uno dei due coniugi abbia nascosto all’altro la propria sterilità! Ad colorandum, si annovera infine una recente sentenza del Tribunale di Treviso del 2009 che ha comunque ritenuto di addebitare la separazione ad un marito nonostante l’infedeltà fosse solo “virtuale”. Nella motivazione di detta sentenza si legge infatti che “l’obbligo di fedeltà è da intendersi non soltanto come astensione da relazioni sessuali extraconiugali, ma come impegno di ogni coniuge di non tradire la fiducia reciproca, avvicinandosi la nozione di fedeltà coniugale a quella di lealtà, che impone di sacrificare gli interessi e le scelte di ciascun coniuge che si rivelino in conflitto con gli impegni e le prospettive di vita in comune”. Secondo il Tribunale di Treviso, dunque, nella fattispecie, la moglie aveva tutto il diritto di sentirsi tradita per il fatto che il marito frequentasse segretamente un’altra donna, anche se solo per “amicizia” e ciò in quanto, a detta del collegio, anche se la circostanza “non si sostanzi in un adulterio, l’infedeltà virtuale comporta comunque un’offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge”!!! E’ dunque piuttosto difficile tirare le somme sulla reale posizione della giurisprudenza in fatto di tradimento e separazione, stante una casistica piuttosto varia. E ciò accade in quanto le norme sul diritto di famiglia sono molto poche, oltre che generiche al punto da dare spazio alle più colorite interpretazioni. Si segnala che è attivo presso il Polo Sociale il servizio di consulenza legale per gli iscritti al CRAL. Per informazioni e prenotazioni telefonare alla Segreteria del Polo Sociale di Gruppo (tel. 02.52047108) e chiedere della sig.ra Miryam De Poli. DILLO ALL’ AVVOCATO

DILLO ALLO PSICOLOGO<br />

l’interno <strong>di</strong> ogni gruppo sociale, scolastico, lavorativo è<br />

lo spettro oscuro per 7 coppie su 10, terrorizza trasversalmente<br />

sia Lui che Lei, può presentarsi ad ogni età portando<br />

con se immancabile dolore e rabbia.<br />

Stiamo parlando del tra<strong>di</strong>mento. Sino a pochi ventenni<br />

fa si riteneva fosse prerogativa prevalentemente maschile; ad<br />

oggi invece, numerose ricerche mostrano come a tra<strong>di</strong>re siano<br />

entrambi.<br />

In realtà, esistono 4 tipi <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento: quello virtuale che può<br />

scaturire per bisogno <strong>di</strong> pura trasgressione fisica e appagamento<br />

del proprio esibizionismo o come <strong>di</strong>retta conseguenza della nascita<br />

<strong>di</strong> un sentimento in chat o sui social network.<br />

Un secondo alimentato, come il precedente, da un puro sod<strong>di</strong>sfacimento<br />

sessuale e/o <strong>di</strong> trasgressione ma consumato poi nella<br />

realtà; un terzo che nasce dal bisogno <strong>di</strong> riscoprirsi cacciatori o<br />

corteggiatori: è quello che più spesso emerge dai 40 anni in poi<br />

dopo essere <strong>di</strong>ventati genitori o quando si <strong>di</strong>venta più consapevoli<br />

dei propri bisogni e della propria sensualità.<br />

Se è vero che anche la donna sta riscoprendo la propria istintività<br />

affacciandosi sempre più spesso al mondo del tra<strong>di</strong>mento<br />

virtuale, nella maggior parte dei casi tra<strong>di</strong>sce però per bisogno<br />

d’amore, per sentirsi “viva”, non solo “fidanzata”, moglie o madre<br />

ma donna, per bisogno <strong>di</strong> attenzioni o quando queste vengono<br />

meno da parte del partner con il passare del tempo.<br />

La donna tra<strong>di</strong>sce <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> più per sentimento, tant’è che spesso<br />

dal tra<strong>di</strong>mento prende il via un nuovo percorso <strong>di</strong> vita. L’uomo<br />

invece tra<strong>di</strong>sce spesso più per trasgressione fisica, per esibizionismo<br />

o per bisogno <strong>di</strong> sentirsi ancora cacciatore: le chat e i<br />

social network sono i suoi strumenti privilegiati specie dai 35<br />

anni in su ed è proprio in rete che riesce a esprimere aspetti <strong>di</strong><br />

sé che, paradossalmente, <strong>di</strong> persona non riesce a far emergere:<br />

romanticismo,attenzione ai dettagli in un mix <strong>di</strong> erotismo e dolcezza<br />

che attrae sempre più donne o mogli nella tentazione del<br />

tra<strong>di</strong>mento. L’uomo però <strong>di</strong>fficilmente tra<strong>di</strong>sce per cercare un<br />

nuovo amore.<br />

Se <strong>di</strong>fferenti sono le motivazioni al tra<strong>di</strong>mento uguali sono invece<br />

le reazioni: dolore, rabbia, confusione, sconforto, in taluni<br />

casi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> depressione che destabilizzano e mettono in crisi<br />

la coppia.<br />

Come poterlo prevenire? Attraverso un <strong>di</strong>alogo attento e profondo,<br />

con un ascolto sincero e con la voglia <strong>di</strong> capirsi e farsi<br />

del bene, il che implica anche negoziare, reinventarsi, ri-innamorarsi<br />

quoti<strong>di</strong>anamente l’uno dell’altro anche dopo anni <strong>di</strong><br />

vita insieme, senza <strong>di</strong>menticare mai <strong>di</strong> alimentare la passione e<br />

la sensualità nella coppia. E’ capitato spesso in terapia <strong>di</strong> avere<br />

coppie in crisi dopo un tra<strong>di</strong>mento in cui i partner riven<strong>di</strong>cavano<br />

entrambi il bisogno <strong>di</strong> attenzioni nuove e <strong>di</strong> sentirsi attraente per<br />

l’altro, bisogno che sod<strong>di</strong>sfacevano solo con estranei facendosi<br />

10<br />

IL TRADIMENTO<br />

<strong>di</strong> JENY MEREGAGLIA<br />

Dott.ssa Psicologa Jeny Meregaglia - www.counselingpsicologico.it<br />

del male perché in realtà avrebbero potuto farlo con il partner.<br />

Quando poi la fragilità prende il sopravvento e il tra<strong>di</strong>mento fa<br />

capolino chiedersi sempre , prima <strong>di</strong> lasciarsi andare: “ che cosa<br />

voglio ottenere da quello che sto facendo?” “Saprei affrontare<br />

le conseguenze del mio gesto?” “Quanto male potrei fare al<br />

mio partner?”<br />

Perdonare è possibile, solitamente gli uomini sono più bravi in<br />

questo, forse anche per il significato <strong>di</strong>fferente che spesso danno<br />

al tra<strong>di</strong>mento come gesto prevalentemente <strong>di</strong> natura fisica,<br />

mentre per la donna perdonare è spesso più <strong>di</strong>fficoltoso proprio<br />

perché tra<strong>di</strong>re implica anche perdere la fiducia, e ferire un sentimento.<br />

Tuttavia, è possibile continuare ad amare, perdonare e tornare<br />

nuovamente a costruire un futuro insieme al partner ma, per<br />

fare ciò, occorre: onestà, comprensione, umiltà e la capacità <strong>di</strong><br />

mettersi in <strong>di</strong>scussione da parte <strong>di</strong> entrambi perché nella coppia<br />

si è sempre in due ad alimentare o <strong>di</strong>struggere un amore.<br />

“Quanto male<br />

potrei fare<br />

al mio<br />

partner?”

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